Ciao visto che conosci bene il percorso (mi spiace che hanno cambiato quello dell'anno scorso ) il disl riportato dal sito della gf e' corretto ? se ho letto bene 2300 mt.
si, è verosimile
Ciao approfitto anche io per chiedere; ho partecipato 2 anni fa quando il percorso era molto più lungo dell'attuale. Dalla cartina su openrunner non si vedono le salite, puoi darci qualche dettaglio?
Partenza e arrivo dai giardini Margherita? (lo chiedo per trovare un albergo comodo per far fare un giro a mia moglie la mattina mentre io sono sui colli bolognesi).
La divisione del percorso dopo quanti km è?
Grazie mille.
Quest'anno si, partenza e arrivo saranno ai giardini Margherita, come era tradizione diversi anni fa.
Nel giro di un quarto d'ora si abbandona la città e ci si immerge nel verde della val di Zena, percorrendo la fondovalle forse più battuta dai ciclisti della città. I primi 20-25 km saranno indubbiamente veloci, la strada sale ma in gruppo sarà praticamente impercettibile. Ci sono giusto un paio di strappetti che inframezzano questo primo tratto, ma è tutta roba breve e superabile di potenza con la corona grande per chi è ben allenato.
Il primo assaggio di salita vera si ha in località Fornace, un paio di km dopo Zena. Un paio di km facili separati da una seconda parte leggermente più corta e impegnativa da uno spiano che permette di recuperare, spingere per chi ne ha e ammirare il panorama.
Al termine della discesa si entra a Quinzano e si svolta a destra, e qui inizia subito la salita che porta a Loiano. I primi due km qui sono impegnativi, con pendenze a doppia cifra che metteranno a dura prova i meno allenati. Per fortuna il tratto duro si risolve in un falsopiano che comunque continua a salire per altri due chilometri, con continui mangia e bevi che faranno ulteriore selezione. L'ultima rampa termina all'incrocio con la statale Futa, dove si girerà a destra per attraversare l'abitato di Loiano, con un breve tratto in pavè affrontato in discesa. Da qui parte un tratto veloce a scendere che riporta verso Pianoro, alle porte di Bologna. Un paio di sezioni sono molto tecniche, i meno esperti in discesa dovranno stare bene attenti e leggere bene le curve per non incorrere in pericolosi fuoriprogramma. Tutto sommato è comunque uno dei tratti secondo me più gradevoli del percorso. In località Livergnano c'è uno strappo ripido in contropendenza che i più forti faranno di potenza col padellone, percorrendolo in meno di un minuto. Da qui la discesa verso Pianoro riprende più decisa e tecnica. Ancora pochi km e si giunge nell'abitato. Dopo un paio di tornanti molto suggestivi, si abbandona la Futa e si prende la fondovalle Savena per un breve tratto, prima di arrivare alla rotonda che segna l'inizio del secondo blocco di asperità della giornata.
Qui inizia l'ascesa a Montelungo, che ricorda molto quella di Loiano: prima parte più ripida, seconda di falsopiano a salire. Anche la lunghezza è molto simile. Fondamentale partire agili e non spremersi troppo e poi indurire per cercare di fare più velocità nei tratti meno impegnativi.
Il bivio tra medio e lungo sarà in cima a questa salita. Quelli del medio saranno a 15 km dall'arrivo, da cui li separerà solo il blocco dei famigerati colli bolognesi (e soprattutto lo strappo di Monte Donato). Quelli del lungo invece svolteranno a sinistra, in direzione Badolo. Qui parte un tratto di circa 6-7 km abbastanza irregolari e paesaggisticamente molto suggestivi. Di nuovo, molti mangia e bevi da fare più di testa che di gambe. Giunti a Badolo si girerà a sinistra verso uno dei tratti più impegnativi della giornata. La salita verso Brento è, di nuovo, irregolare, con tratti molto ripidi per fortuna brevi ma che dopo i km accumulati faranno inevitabilmente male. Nemmeno il fondo stradale aiuterà, essendo questa una stradina secondaria e poco battuta e quindi non particolarmente curata. Dopo i primi ostici km si raggiungerà il crinale e lo si percorrerà sempre a salire verso Monzuno, con gli immancabili mangia e bevi. Appena entrati in paese si svolterà verso la discesa che scende a Rioveggio. Sei-sette chilometri molto tecnici che permetteranno comunque di recuperare le energie necessarie per affrontare le ultime fatiche. Si arriva quindi in Val di Setta, fondovalle in cui sarà fondamentale stare in gruppo per a) risparmiarsi e b) fare velocità. Sono una quindicina di chilometri regolarissimi.
Poco prima di Sasso Marconi, si girerà a destra e inizierà l'ultimo blocco di salite, forse il più duro visto ciò che si sarà affrontato prima, chi ha fatto la gara anche l'anno scorso se lo ricorderà ancora. Comunque, la prima parte è sicuramente la più ostica, con il "muro" delle Ganzole. Trattasi di un km circa tutto in doppia cifra che inizia nei pressi dell'omonimo maneggio con annessa trattoria e si inerpica davanti agli occhi per sparire in un tratto di bosco. Superato questo, le pendenze si addolciscono e consentono di riprendere fiato. Un breve tratto facile condurrà al bivio in cui il percorso si ricongiunge col medio. Qui non c'è più molto da dire, restano gli ultimi 15 km di mangia e bevi che porteranno verso il traguardo. Si faranno inevitabilmente i conti con la fatica accumulata, ma i panorami ripagheranno ampiamente, specialmente in caso di bel tempo. L'ultimissimo sforzo della giornata sarà lo strappo di Monte Donato, ripido e fortunatamente breve, da fare in apnea prima di lanciarsi verso la discesa finale. Discesa che sarà molto stretta e ripida, quindi massima attenzione.