Nuovi metodi di trasporto o protezionismo industriale?

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Pedivella
31 Ottobre 2009
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nowhere...tra la nebbia ed il nulla
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da futuro architetto sostenibile, che si muove per lo più in bici ed autobus queste cose mi fanno imbestialire...se poi quei pochissimi fondi vengono "sprecati" da amministrazioni locali per fare percorsi ciclopedonali fatti male, la rabbia cresce... piste ciclabili interrotte, troppo strette o che fanno giri inutili, realizzate con fondi scadenti o inadatti, con "dissuasori di traffico" (chiamiamoli pure così gli ostacoli messi qua e la nelle intersezioni tra stradine di lottizzazioni infinite e la pista ciclabile stessa...)impensabili... e poi la gente col suv che parcheggia sulla pista...che paese...mi verrebbe da dire "manca la cultura ciclistica", ma ancor prima sembra mancare la civiltà... speriamo che l'europa rivaluti i finanziamenti ecc...
 

canzo

Apprendista Velocista
15 Gennaio 2008
1.366
20
Orbetello (GR)
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Cannondale r700 Bianchi 603
il discorso sulle sovvenzioni all'industria automobilistica va inquadrato anche in un'ottica di sostegno occupazionale, e non ci si può aspettare un repentino riorientamento dei fondi verso le altre industrie del trasporto, perché ci deve essere uno spostamento nello stesso senso della domanda. Ne deriva che il passaggio ad un nuovo modello di trasporto passa necessariamente per la penalizzazione del trasporto privato a favore di quello pubblico e ciclistico/pedonale. Non basta e non serve tanto fare piste ciclabili (e se le devi fare falle bene, pensate per le reali esigenze di spostamento, non per "fare passeggiate"), serve limitare il transito delle auto private in molte strade, non solo quelle del centro, devi "rarefare" letteralmente il traffico automobilistico privato e dedicare quelle strade a bici O autobus: attenzione alla O, maiuscola, perché le due categorie di mezzi devono viaggiare separati, così come le piste ciclabili extraurbane non necessariamente devono essere fatte a bordo strada, ma posso seguire anche tutt'altro tracciato.
Una volta che hai creato le condizioni per una domanda di bici, o meglio, che hai iniziato a crearle, allora, potrai spostare gli incentivi produttivi dal settore auto agli altri settori del trasporto.
 

Ser pecora

Diretur
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dove capita
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il discorso sulle sovvenzioni all'industria automobilistica va inquadrato anche in un'ottica di sostegno occupazionale, e non ci si può aspettare un repentino riorientamento dei fondi verso le altre industrie del trasporto, perché ci deve essere uno spostamento nello stesso senso della domanda. Ne deriva che il passaggio ad un nuovo modello di trasporto passa necessariamente per la penalizzazione del trasporto privato a favore di quello pubblico e ciclistico/pedonale. Non basta e non serve tanto fare piste ciclabili (e se le devi fare falle bene, pensate per le reali esigenze di spostamento, non per "fare passeggiate"), serve limitare il transito delle auto private in molte strade, non solo quelle del centro, devi "rarefare" letteralmente il traffico automobilistico privato e dedicare quelle strade a bici O autobus: attenzione alla O, maiuscola, perché le due categorie di mezzi devono viaggiare separati, così come le piste ciclabili extraurbane non necessariamente devono essere fatte a bordo strada, ma posso seguire anche tutt'altro tracciato.
Una volta che hai creato le condizioni per una domanda di bici, o meglio, che hai iniziato a crearle, allora, potrai spostare gli incentivi produttivi dal settore auto agli altri settori del trasporto.

Concordo. Infatti nell'articolo c'è questo passaggio:

"Oltre alle sovvenzioni industriali, il comparto automotive riceverà infatti anche il 47% dei fondi dedicati alle infrastrutture per i trasporti, che saranno utilizzati anche come leve finanziarie per gli stati, mentre solo lo 0,7% di fondi Europei è stato destinato per le infrastrutture dedicate al trasporto ciclistico tra il 2007 ed il 2013."
 

alessandr

Apprendista Cronoman
19 Maggio 2009
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LIVORNO
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Bici
COLNAGO extreme C
gli indicatori generali fanno presagire una rivoluzione nel mondo dei trasporti; in realtà gli scenari si sono modificati già da 2/3 anni. Le stazioni logistiche dei trasportatori di auto sono in fase di riorganizzaizone, il numero degli autoveicoli ricevuto dal ns paese (via mare) si è ridotto di quasi il 50% negli ultimi 3 anni. I trasportatori marittimi e terrestri si stanno accorpando ed il traffico via mare sta valutando alternative alle navi "car carrier".

I consumi si stanno spostando dalla proprietà al noleggio e sta diventando funzionale un mercato di second hand proveniente dai paesi del nord africa.

Hai postato dei link MOLTO INTERESSANTI che indicano che le politiche future, affinchè ci possano essere variazioni sensibili della struttura logistica, necessitano investimenti strutturali.

Ebbene, io ci credo. Il 2020 non è così lontano e l'auto di proprietà sarà un modus vivendi appartenente al passato. Ovviamente la tutela del lavoro deve essere garatita ma ritengo che il vecchio continente da queste modifiche strutturali potrà riappropriarsi di produzioni perdute e trasferitesi altrove.

Stiamo a vedé

intanto ti ringrazio x i link
 

canzo

Apprendista Velocista
15 Gennaio 2008
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Concordo. Infatti nell'articolo c'è questo passaggio:

"Oltre alle sovvenzioni industriali, il comparto automotive riceverà infatti anche il 47% dei fondi dedicati alle infrastrutture per i trasporti, che saranno utilizzati anche come leve finanziarie per gli stati, mentre solo lo 0,7% di fondi Europei è stato destinato per le infrastrutture dedicate al trasporto ciclistico tra il 2007 ed il 2013."
l'avevo notato, ed è proprio questo l'aspetto peggiore

gli indicatori generali fanno presagire una rivoluzione nel mondo dei trasporti; in realtà gli scenari si sono modificati già da 2/3 anni. Le stazioni logistiche dei trasportatori di auto sono in fase di riorganizzaizone, il numero degli autoveicoli ricevuto dal ns paese (via mare) si è ridotto di quasi il 50% negli ultimi 3 anni. I trasportatori marittimi e terrestri si stanno accorpando ed il traffico via mare sta valutando alternative alle navi "car carrier".
"Via mare": e via terra? Non è che la diminuzione di cui parli sia dovuta anche ad uno spostamento dei fornitori (nel senso, non importiamo più dall'America, ma dall'Asia)?
 

naer23

Pedivella
31 Maggio 2009
428
7
Remanzacco UD
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BDC: Colnago M10s, DA9000. MTB: Scott Scale 910
_______________________________________________________________________gli indicatori generali fanno presagire una rivoluzione nel mondo dei trasporti; in realtà gli scenari si sono modificati già da 2/3 anni. Le stazioni logistiche dei trasportatori di auto sono in fase di riorganizzaizone, il numero degli autoveicoli ricevuto dal ns paese (via mare) si è ridotto di quasi il 50% negli ultimi 3 anni. I trasportatori marittimi e terrestri si stanno accorpando ed il traffico via mare sta valutando alternative alle navi "car carrier".
_______________________________________________________________________
Il via nave non investe più nel mercato automotive, col calo delle immatricolazioni in UE e non solo, è normale cercare di modificare gli spazi per carico di altra tipologia di merci.

Consideriamo sempre che orami "la fabbrica del mondo" è la Cina, che a sua volta sta terziarizzando le lavorazioni a basso valore aggiunto ai paesi africani, questo imapatta enormemente sulle rotte commerciali tra oriente ed occidente.Se a questo aggiungere una diversa velocità di crescita tra il PIL UE e quello Asia Pacific, rimane chiaro che gli armatori preferiscano allestire/convertire gli spazi dei cargo per altri merci tagliando le rotte meno profittevoli, in modo da essere più flessibili e pronti alle esigenze di mercato ed economiche che si profilano e recuperare marginalità. Il lato oscuro è l'aumento dei noli che ciclicamente si hanno nel settore Cargo e la mancanza di spazi per le merci, dato che ormai gli spedizionieri, vendono tutti lo stesso spazio cargo della stessa nave (o aereo), tramite diverse agenzie, quindi per assurdo il costo della spedizione aumenta in fase di economia recessiva.

Per le ns amate 2 rotelle, in Italia siamo veramente allo stato brado, con strutture o alla meglio fatiscenti od inesistenti. Se poi aggiungiamo la "cultura dell' auto" che ancora viviamo come fine e non come mezzo, allora il 2020 per noi sarà ancora troppo vicino per essere in grado di cogliere il cambiamento.

Le aziende stesse non incentivano i lavoratori con proposte di home working o remote office o soluzioni a km zero.

Nel frattempo pedaliamo... in salita.... :-(

ciao
 

alessandr

Apprendista Cronoman
19 Maggio 2009
3.004
149
LIVORNO
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Bici
COLNAGO extreme C
la produzione di auto NON è attualmente collocata in CINA. In italia le auto arrivano o direttamente con trasporti transoceanici (USA o Brasile) o dalla spagna, come base logistica di smistamento
 

CONTERALLY

Pignone
5 Febbraio 2012
201
4
Castenedolo BS
blog.libero.it
Bici
Bianchi - citybike
Per il trasporto puro la bicicletta elettrica è davvero potente. Non stanca, non si suda, ci si può vestire in modo civile e può trainare un carrello che ha una discreta capacità di carico. L'abbigliamento per proteggersi adeguatamente dal clima è molto migliorato, e nel caso della bicicletta elettrica, può attingere a quello per motocicletta, capace di sostenere tutte le condizioni climatiche.
 

naer23

Pedivella
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BDC: Colnago M10s, DA9000. MTB: Scott Scale 910
la produzione di auto NON è attualmente collocata in CINA. In italia le auto arrivano o direttamente con trasporti transoceanici (USA o Brasile) o dalla spagna, come base logistica di smistamento

Pensavo fosse chiaro che iflussi a cui faccio rirefimento non solo relativi all' automotive.

Le rotte che hai descritto sono corrette in particolare per alcune multinaziomi del settore specifico.

Salut!
 

gattonero

Princeps Mechanicorum
2 Agosto 2004
8.997
174
49
London, Nxxxx
velospace.org
Bici
Cinelli Supercorsa,MysticRats,HotRats,SoftMachine,Proxima ¦Scapin Blato¦Condor W.S.¦Brompton¦Peugeot
Per il trasporto puro la bicicletta elettrica è davvero potente. Non stanca, non si suda, ci si può vestire in modo civile e può trainare un carrello che ha una discreta capacità di carico. L'abbigliamento per proteggersi adeguatamente dal clima è molto migliorato, e nel caso della bicicletta elettrica, può attingere a quello per motocicletta, capace di sostenere tutte le condizioni climatiche.

la bici assistita elettricamente é una buona idea. I costi stanno scendendo lentamente, ed anche pesi ed autonomia migliorano.
Ci sono peró troppe bici elettriche "economiche" in giro, montate con componenti appena accettabili; ma d'altro canto bisogna iniziare a far leva ed un prezzo d'acquisto basso é sempre un buon incentivo.

Peccato che ci siano tanti, troppi "puristi" che secondo loro é meglio usare l'auto piuttosto che una bici "assistita". Vallo a dire al 60enne che deve farsi il colle al 10%...