Capisco perfettamente che ci sia gente che si diverta, il mio intervento non era affatto legato all'aspetto "agonistico" dello sport, anzi! Come ho detto, un certo tipo di allenamento, se non inserito in una programmazione mirata e "studiata", rischia di non sortire l'effeto desiderato, può oltresì rivelarsi dannoso. Tutto questo, che si parli di prestazione che di semplice "arrivare in fondo". Le tabelle standard, le ritengo più "dannose" che utili, danno sì una linea di massima da seguire, ma non applicabile a tutti.Concordo molto poco con quello che dici, cmq riguardo al motivo per cui i triatleti fanno le maratone te lo spiega lo stesso Innavatel, invece di farsi il lungo da soli si fa una 42 sapendo che il lavoro vero e proprio è di 35 o quel che sono. Ristori & co non sono così comodi da allestirsi in proprio a meno di cricetizzarsi su giri di pochi km
P.S: Secondo me vedi troppo il lato agonistico, c'è anche chi semplicemente si diverte a gareggiare e trova soddisfazione nell'arrivare al traguardo dignitosamente.
Quindi esiste tranquillamente la possibilità di "tabellare" per evitare di farsi male e avere un minimo di criterio e poi non avere sto assillo di fare il tempo della vita o il risultato tutte le volte.
Chi fa triathlon, ha struttura muscolare e programmazione diversa dal podista, chi fa solo maratone, non deve preoccuparsi di alcuni aspetti tipici di chi pratica le multidiscipline. Una tabella prettamente "podistica", non considera gli allenamenti di nuoto o bici precedenti o successivi, non considera l'affaticamento muscolare e organico derivato da eventuali competizioni di tri/dua/acquathlon.
Il lungo a piedi per le distanze lunghe nel triathlon, non è il massimo, non lo consiglio a nessuno, quando hai fatto 15-20 km è fin che mai, il tutto va fatto in ottica "corsa dopo la bici" e vanno curati i ritmi. Inutile fare il lungo a 5'/km se poi nell' IM si "corre" a 6', non è la stessa cosa, sia dal punti di vista di consum energetico che biomeccanica (appoggi ecc...). Mettici anche il fatto che per quanto uno si "pormetta" di fare allenamento in una maratona o mezza, si trova inevitabilmente preso dalla "trance agonistica" che una competizione di porta.