Chi conosce la marca Peloso?

simon76

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BIANCHI: Infinito,C.del Mondo Mod.00.5.89,Aura,ML3,Doss 4600
Quindi i miei ( non li ho ancora nelle mani) dovrebbero essere appunto super record e non superleggeri . La mia memoria qui ha un vuoto, eppure io li ho usati tutti, ma ad esempio non ricordo assolutamente i puntapiede campa ( mai visti) mentre ricordo i christophe. Per le foto spero di avere un pò di tempo per farle ( anzi spero di no:mrgreen:)



:mrgreen::mrgreen: Sbagliato !! niente negozio (magari) qui arrivano soltanto dei gruppi Avanti!! Tutto trovato su internet e molti pezzi sfuggiti....:cry: ho smesso con le moto storiche ora comincio con le bici ....e la colpa è tutta tua:rosik:


:))):


:ola::ola:
 

Sobber

Pedivella
13 Gennaio 2009
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Quindi i miei ( non li ho ancora nelle mani) dovrebbero essere appunto super record e non superleggeri . La mia memoria qui ha un vuoto, eppure io li ho usati tutti, ma ad esempio non ricordo assolutamente i puntapiede campa ( mai visti) mentre ricordo i christophe. Per le foto spero di avere un pò di tempo per farle ( anzi spero di no:mrgreen:)

I puntapiedi Campa sono sempre esistiti, si riconoscono gli anni di produzione a seconda dal logo impresso, Campagnolo ha prodotto anche le cinghiette. Allo stesso tempo i puntapiedi Christophe come le cinghiette Alfredo Binda erano il sogno di tutti :-)

Campagnolo tirava fuori molti particolari anche solo per fare notizia, attirare l'attenzione nelle esposizioni, ricordo per es. oltre ai pedali Superleggeri, anche i mozzi con asse in titanio che tutti sapevano esistere ma nessuno poteva avere perchè non li commercializzava ancora, per averli sul mercato c'è voluto un bel pò. Il titanio (che voglio ricordare era veramente insolito) era però davvero presente nell'hardware del cambio e del movimento centrale del primo gruppo Super Record. Le stesse leve freno SR erano forate per puro effetto scenico, l'alleggerimento reale rispetto alle leve del gruppo NR era di un paio di grammi per ogni leva:-x

Mi raccomando però, FOTOOOO... Fotooooooo..... foto!! o-o
 

vigorelli 1954

via col vento
2 Novembre 2009
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negrotta
I puntapiedi Campa sono sempre esistiti, si riconoscono gli anni di produzione a seconda dal logo impresso, Campagnolo ha prodotto anche le cinghiette. Allo stesso tempo i puntapiedi Christophe come le cinghiette Alfredo Binda erano il sogno di tutti :-)

Campagnolo tirava fuori molti particolari anche solo per fare notizia, attirare l'attenzione nelle esposizioni, ricordo per es. oltre ai pedali Superleggeri, anche i mozzi con asse in titanio che tutti sapevano esistere ma nessuno poteva avere perchè non li commercializzava ancora, per averli sul mercato c'è voluto un bel pò. Il titanio (che voglio ricordare era veramente insolito) era però davvero presente nell'hardware del cambio e del movimento centrale del primo gruppo Super Record. Le stesse leve freno SR erano forate per puro effetto scenico, l'alleggerimento reale rispetto alle leve del gruppo NR era di un paio di grammi per ogni leva:-x

Mi raccomando però, FOTOOOO... Fotooooooo..... foto!! o-o


A proposito di puntapiedi christophe oggi ne ho trovato un paio e... li ho fatti miei. I primi pezzi di titanio furono la serie sterzo ( non ricordo di che marca) ma si spaccavano!! Quindi tutti contro al titanio. Le leve freno in effetti le bucavamo mio papà ed io prima ancora che campa decidesse di farlo di serie ( quanta fatica sprecata e che rischio!!) . Poi tagliavamo le giunture delle corone e le lisciavamo a lima.
Oggi ho avuto una mezz'oretta da dedicare alla vecchietta e comincio a postare qualche foto ( anche se stasera non riuscirò poi a seguire i commenti ) cominciamo col cambio che ha quell'anello in plastica nero che non mi convince e un sistema per essere montato con diverse angolazioni. Probabilmente è stato montato in un secondo tempo sulla bici. ( sono mie supposizioni) Potrebbe essere un athena anni 90?
 
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vigorelli 1954

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Altre foto deragliatore e reggisella marchiato " Peloso" un pò grossolanamente non credo dall'artigiano costruttore, ma da qualche fai da te della domenica
 
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vigorelli 1954

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Altre foto sella Brooks ( bella da ingrassare)e tubo orrizzontale un pò intaccato dalla ruggine delle fascettine fermaguaina :cry:per fortuna solo in modo superficiale
 
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vigorelli 1954

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Stemma sul canotto di sterzo in lamiera, mi ricordo che questo artigiano montò gli stemmi in lamiera fino agli ultimi telai quando tutti gli altri usavano le decal, decal traferibile ad acqua sul tubo verticale, guarnitura ( di altra epoca? ) ancora tutta sporca ( come tutto il resto ) sono riuscito a pulire solo cambio e deragliatore.

Un pò di foto le ho postate caro Sobber ora attendo i tuoi graditi commenti, le tue ponderate riflessioni e i tuoi professionali consigli violincome tutto ciò che verrà postato dagli appassionati del vintage sarà materiale di discussione di confronto e di apprendimento. o-o
 
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Sobber

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:wacko: AZZ...:afraid: avevo chiesto si una necessaria documentazione fotografica ma.. questa macchina digitale sembra soffrire di una complessità di disturbi,:sborone: nella storia clinica di questo 3D si è trovata a oscillare su un estremo di astinenza (di foto) :mrgreen: e sull'altro, d'intensa trasgressione, incontrollatamente fecondo!!! :rosik: UAHUAHUAH Vigo, ti suggerisco di cambiarla quanto prima !!!:-x

Scherzi a parte, guardo queste belle foto su un piccolo schermo di un netbook, non è esattamente il microscopio che desideravo per la mia analisi ma è sufficiente comunque per poter cogliere i particolari che interessano e che permettono di affermare senza timore di ripetermi che questa bici è sinceramente BELLA!:eek: Direi da subito che pur non potendo risalire alle caratteristiche dei tubi utilizzati, la scelta delle congiunzioni lavorate per essere alleggerite e impreziosite con una cromatura di una certa consistenza (a giudicare da come si è preservata), l'inserto sotto al tubo orizzontale utile per trattenere il gonfiatore, il collare che guida i cavi di cambio e deragliatore e che prevede anche il supporto inferiore del gonfiatore saldato direttamente sulla cornice denota non solo il febbrile lavoro di un artigiano puro, cultore del bello e testimone del tempo, ma anche il sentimento di uno spirito contemporaneamente tecnico e romantico, che al di fuori degli schemi precostituiti ritrova in questi particolari una sua originalità. :hail::hail::hail:Originale anche lo stile evidenziato sui foderi di carro e forcella per quelle porzioni già cromate che vanno a guadagnare la vernice grazie a un invito stilizzato e bordato con un sottile filetto di vernice.
Se ho scritto 'romantico' a proposito del Maestro è perchè se dovessi tener conto di certi particolari dovrei dire che questa bici è sicuramente risalente agli anni '80 e che contemporaneamente nello stesso progetto ci sono altre caratteristiche che riportano indietro di un altro decennio, come l'assenza di guide per cavi e guaine dei freni e la predisposizione per i manettini comando del cambio sull'obliquo, l'emblema del costruttore realizzato su una piastra in ottone smaltato e rivettato sul tubo di sterzo. Non riesco quindi a risalire a una datazione precisa anche se sono tentato di dire primi anni '70.
Ma ho scritto anche di uno spirito 'tecnico' che il Maestro Peloso tira fuori in certi dettagli che invece rendono chiaro il suo modo di pensare e progettare la bicicletta, così per fare un esempio cito il tipo di innesto interno dei forcellini con i tubi dei foderi verticali e orizzontali posteriori (e, ovviamente dei forcellini anteriori ai foderi della forcella), saldati con brasatura dolce in lega d'argento che proiettano appunto alla tecnica dei nostri giorni. gandalf
Sarebbero state molto utili le foto del ponte superiore e inferiore dei foderi del carro posteriore (ma anche della scatola del movimento centrale e di tutti i nodi dei tubi della cornice ma nessuno si ricorda mai di farle;nonzo%), in ogni caso non credo si tratti del non-plus-ultra tra le realizzazioni uscite dal laboratorio di questo Maestro artigiano della tradizione telaistica italiana, ma indubbiamente è un prodotto di alto livello.o-o
La testa della forcella piatta rinforzata microfusa (anch'essa cromata) e le teste dei foderi verticali in acciaio stampato non recano il logo del costruttore, all'epoca la migliore produzione prevedeva anche questi dettagli d'eccellenza in questi e altri punti del telaio (realizzati sia a rilievo che lavorati a pantografo), ma ciò è sicuramente imputabile alla necessità del committente di contenere il costo del prodotto finale entro limiti 'umani'. :asd2:
In attesa di foto (questa volta poche ma buone) metto in pausa il mio personalissimo commento sul telaio per passare ai componenti.

Il gruppo trasmissione scelto dal Maestro per questa sua opera era (ed è ancora, non fosse per il cambio posteriore che è un più giovane Athena) il Campagnolo NUOVO RECORD. Il deragliatore, la guarnitura, il movimento centrale, i manettini del cambio, la serie sterzo e il tubo reggisella (che era antipatico quel sistema a 2 viti, ma con le incisioni personalizzate dal Maestro è tutta un'altra storia! A proposito dovresti gentilmente favorire le misure del diametro! :mrgreen:) sono rimasti fortunatamente quelli d'origine.
Dei freni WEINMANN (810? 730? sia l'uno che l'altro?;nonzo%) in foto si vede ben poco, sarebbe utile avere le misure del reach e le foto delle leve montate sulla piega. Le guaine che erano disponibili proprio di colore grigio potrebbero essere quelle d'origine o quelle di Campagnolo che anche usava guaine di colore grigio, quest'ultime però avevano sulle spire metalliche elastiche un rivestimento meno spesso. (però quando le cambi me le metti blu :==).
La sella BROOKS B17 Sprinter con rivetti grossi e logo ovale "Made in Great Britain" è un vero lusso, :dentone: per risalire alla data basta guardare sotto (è incisa sulla scocca in metallo nella parte posteriore) se invece non c'è allora mi fai la foto della piastrina applicata sul retro della sella.
Il portaborraccia applicato senza l'ausilio di collarini o fascette ma grazie alla predisposizione sul tubo obliquo (un'altra concessione del Maestro) è quasi certamente un robusto e gettonatissimo T.A.Specialities.
L'attacco (pardon...:cassius: la pipa) 3TTT Tecno Tubi Torino porta ancora una parte della decal così come usava fare il Maestro, con i 5 colori dell'iride separati in 2 gruppi (come anche intorno alla decal a copale PELOSO sull'obliquo), se l'attacco non fosse stato regolato così in basso probabilmente sarebbe sopravvissuta anche l'altra porzione di decal. La piega sempre produzione 3TTT che dal drop e dal reach ad occhio dovrebbe essere una "Merckx" (esistevano in alternativa i modelli "Gimondi" e "TdF":cool:).
I cerchi NISI quanti fori? 32? dovrebbero essere i Super Corsa con zigrinatura, (ma anche i Corsa, i Toro... dovrebbe esserci una incisione da qualche parte, quando li lucidi verrà fuori :-§).
Per ora è tutto, così come abbiamo potuto condividere con Simon sappiamo che il restauro è stata un'esperienza emozionantissima. Questa bicicletta, davvero "fatta a mano", è un pezzo di storia importante per te ma anche per tutti noi e va difeso, valorizzato e tramandato. Mi raccomando!:mrgreen:
:ola:
 

vigorelli 1954

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Caro sobber attendevo con ansia questa tua prima "spolverata" sulle foto pelose. Lasciami dire che la parola più bella,e se fosse ancora tra noi si commuoverebbe ,è stato chiamare MAESTRO il Sig. Peloso che MAESTRO era e quello che ha lasciato lo conferma. Chiaramente come tutti i grandi anche lui aveva una serie di manie e di principi, di qualcuno ho già detto ( la lattina anteriore invece della decal ) i colori sempre molto sobri, non ricordo che abbia mai inciso le teste delle forcelle, le leve, le corone come Masi o Colnago, ma non so dire il perchè. La sua correttezza professionale ( ce ne fossero oggi) faceva si che Lui dividesse a metà il simbolo iridato (non avendolo mai vinto) e lo incollasse in questo modo!! Bei tempi!!
Le foto mancanti del telaio sono...volute nel senso che il telaio sotto è veramente sporco e sgocciolato di.. non so cosa e prima di fotografarlo vorrei trovare il tempo di dargli una pulitina. Ti preannuncio che la scatola è lavorata neanche troppo in maniera precisa a mano come i tempi comandavano ( fu Masi credo a dare il via) . I passacavo con le "puntine" per la pompa il Maestro continuò a saldarle fino all'ultimo telaio anche quando la pompa non si usava più e i filetti saldati, per il portaborraccia, al telaio non vorrei sbilanciarmi ma fù senz'altro uno dei primi se non il primo a lanciarne la moda .
Le cromature sui fondelli carro e forcella come certamente saprai partirono dal tutto cromato, poi un pò meno, poi sempre meno, fino a scomparire e lasciando cromate solo le rotaie su cui scorreva la ruota. Ma molti telai che erano già stati cromati quasi totalmente ( i Cinelli sopratutto) venivano sovraverniciati sulla cromatura con effetti di scarsa longevità per la vernice stessa.
La data sulla sella non lo sapevo, la cercherò con la lente, molto più facile contare i raggi direi a occhio 36. ( io avevo anche ruote posteriori con 40 raggi e...si storcevano!!)
Se mi arrivano i puntapiedi,i pedali, il cambio, la ruota libera e forse le leve campa avrò altro bel lavoro da fare. A proposito dei freni non li ho molto considerati nelle foto perchè avrei intenzione, se li trovo , di montare i campa record, comunque ho i Weinman ( uguali a quelli montati) belli nuovi inscatolati con guaine originali ( grigie) ecc. li avevo già postati sul 3D della Gimondona di Simon.
Ti ringrazio per i giudizi ed i commenti sapienti, presto posterò altro materiale da ripassare alla lente....o-o

P.S. i tubi a quei tempi mi ricordo usavano i Columbus e quando riuscivano ad averli di tanto in tanto i tubi Reynold Inglesi ( non ci sono marche però).
Per quanto riguarda l'anno di nascita ( cambio a parte) direi 70-73 perchè dopo più nessuno usò i freni weinman presenti su questa bici e neppure la sella Brooks comunque indaghiamo ancora.
 
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vigorelli 1954

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oggi ho controllato alcune cose: reggisella diametro 27,2 ,nessuna data sul telaio della sella solo un cartellino di carta con scritto 520 ( che secondo me non c'entra niente), raggi ruote n°36, cerchi Nisi Toro, i freni montati su sono i weinman tipo 500 con pattini e portapattini campa. Nessun lavoro fatto.
 

simon76

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WOW..

ero rimasto indietro un bel pò...!!!

Deragliatore,guarnitura mozzi e pacco pignoni a 36 raggi sono tali e quali i miei. Poi prenderò due "nomi" da Sobber,ma sono come i miei.
Penosa la stampigliatura fatta coi numeratori a punzone "peloso". Il tipo che l'ha fatto sarebbe da picchiare..
Comunque bellissima bici..ma vedo che ne hai anche te un pò da lavorare.. Purtroppo non posso dare consigli perchè siete voi che li date a me.
Guarderò,leggerò interessato a quello che farete cercando di imparare il più possibile da questa interessante storia che sta nascendo..!!

Vai Vigo,vai........!!!!!!!!!!!!!! :cassius:
 

simon76

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Per ora è tutto, così come abbiamo potuto condividere con Simon sappiamo che il restauro è stata un'esperienza emozionantissima. Questa bicicletta, davvero "fatta a mano", è un pezzo di storia importante per te ma anche per tutti noi e va difeso, valorizzato e tramandato. Mi raccomando!:mrgreen:




DA INCORNICIARE..

Saggio Vigo....
 

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Per ora è tutto, così come abbiamo potuto condividere con Simon sappiamo che il restauro è stata un'esperienza emozionantissima. Questa bicicletta, davvero "fatta a mano", è un pezzo di storia importante per te ma anche per tutti noi e va difeso, valorizzato e tramandato. Mi raccomando!:mrgreen:




DA INCORNICIARE..

Saggio Vigo....


Grazie, grazie.....emh! emh! :bua: ma sono parole di Sobber..... :eek:
 

Sobber

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Oggi mi sono arrivati i puntapiedi......Sobber controlla :mrgreen: scoperto oggi che erano made in France ho sempre erroneamente creduto fossero Inglesi

OTTIMI Vigo! Il logo è leggermente cambiato nel tempo ma sui pedali Superleggeri di Campagnolo ci vanno proprio questi! :-)

Ma...ma... I puntapiedi Christophe... Inglesi? :rosik:

Il parigino Eugène Christophe campione di ciclismo su strada classe 1885 soprannominato il "vecchio gallo" è stato l'inventore dei fermapiedi. Fu il primo ad indossare la maglia gialla (nel 1919) ma già nel 1910 aveva vinto la Milano-Sanremo in 30cm di neve. Nel 1925 ha venduto il brevetto alla Società Poutrait-Morin assumendone il ruolo di presidente, incarico mantenuto fino a quando è mancato nel 1970. La Poutrait-Morin (che brevettò la famosa valvola di gonfiaggio Presta) collaborò con Huret, Maillard, Peyrard, Rigida e Jeunehomme in un ampio progetto industriale (Frexa) e negli anni '80 già proprietaria dei marchi AFA, Tornade, Lapize e Zefal, è diventata definitivamente Zefal Société Anonyme.