Dieci giorni nelle Dolomiti bellunesi

samuelgol

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ti chiedo con una domanda secca: si poteva evitare questa strage di innocenti? dal film era palesemente di si....ma è facile parlare a fatti compiuti. Alcune volte ci sono scelte difficili da prendere
ciao
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Domanda molto difficile. Non so darti una risposta. Forse la risposta vera la sanno solo i diretti interessati. Di certo la soluzione per evitarlo non era certo quella che qualcuno vuole farci credere, ovvero NON costruire la diga, altrimenti, come già detto, la prima volta che l'uomo accese un fuoco e si scottò, avrebbe potuto evitare di scottarsi non accendendolo. O la prima volta che costruì una casa e il vento gliela fece crollare addosso o una palafitta e il fiume gliela spazzò via, sarebbe bastato rimanere nelle caverne e ora tutti quanti vivremmo in caverne senza fuoco....e potrei andare avanti con mille esempi del genere. Eppure dighe in condizioni di frana vengono tutt'ora costruite, adottando le contromisure che l'esperienza Vajont ha insegnato.
Delle colpe ci sono sicuramente state, le condanne penali successive sono lì a dimostrarlo. Non sono certo le colpe che molti credono, ma ci sono. Sino a che punto ci sia stata colpa, quindi in gergo penale imprudenza, imperizia, negligenza e dove intervenga l'inevitabile fatalità, leggasi ignoranza di quelli che sono i fenomeni della natura e che giorno dopo giorno l'uomo impara spesso sulla sua pelle, come in questo caso, sinceramente non arrivo a saperlo.
 
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(...) vedo che ti è bastato leggere un semplice libro per arguire che quello che si sa in giro col passaparola o con i fatti riportati in maniera politicizzata (Merlin in primis), era distorto e alquanto diverso dalla realtà. Me ne compiaccio.
La Merlin fornisce una sua versione dei fatti; versione che è fortemente sbilanciata e sicuramente distorta, non ne dubito; ma se si ammette questa visione (la Merlin distorce i fatti per convenienza politica) si deve ammettere una "distorsione" di ciò che stava accadendo anche dall'altra parte, con la DC e il Governo allora sponsor dell'opera; tanto più che Giovanni Leone, allora Presidente del Consiglio, il giorno dopo il disastro promise giustizia ai sopravvissuti e poi divenne il capo del collegio di avvocati di parte ENEL-SADE nel corso dei successivi processi. Semenza per gli aspetti tecnici è molto più attendibile, ma seguì la vicenda per un periodo parziale (fino al 1961) e non cita, a differenza della Merlin che li riporta integralmente, molti documenti ufficiali dell'epoca[/QUOTE]

Se non ricordo male, fu sottostimata l'inclinazione del piano su cui la frana poggiava e quindi la velocità che essa poteva assumere. E fu proprio questa velocità a determinare un'onda molto maggiore del previsto. Infatti, l'onda si verificò nonostante l'acqua fosse sotto la quota di sicurezza (o ritenuta tale), proprio perchè la frana finì nel lago molto più velocemente del preventivato. Correggimi se ricordo male, il libro l'ho letto per l'ultima volta (non l'unica) 4/5 anni fa.
E' il contrario. L'inclinazione della superficie di scivolamento era nota ed era in realtà molto bassa nella parte inferiore del versante. Proprio per questo motivo furono sottostimati gli effetti: si pensava cioè che il collasso della frana sarebbe avvenuto per porzioni di piccola dimensione senza effetti negativi indotti. I progettisti erano talmente convinti di questo che provarono a favorire questi distacchi durante i successivi procedimenti di invaso e svaso, ma senza esito. La realtà e gli studi successivi dimostrarono che il collasso di quell'enorme porzione di versante avvenne come un blocco unico che raggiunse una velocità impressionante (dai 70 ai 90 km/h) in una manciata di secondi.

Non che sia importante, ma me la ricordavo diversamente. La frana si muoveva quando dopo avergli messo l'acqua, gliela toglievi. L'acqua scendeva e la frana scendeva con l'acqua (anche per il togliere l'acqua troppo velocemente, la frana venne giù di botto). Di contro, con l'acqua alta, era l'acqua stessa che pur inflitrandosi e rendendo la frana instabile, comunque la teneva su in una sorta di galleggiamento. Quando gliela toglievi la frana si muoveva, perchè le veniva a mancare il sostegno dell'acqua, salvo arrestarsi quando le infiltrazioni (che fungevano da lubrificante) si asciugavano. Ricordo male?
Ricordi male. La paleofrana si riattivò perché gli invasi provocarono la saturazione della antica superficie di scivolamento, riattivandola. Svasando lentamente in realtà il movimento del versante rallentava o addirittura si fermava (almeno all'inizio) perché la superficie di scivolamento si asciugava. Lo svaso effettuato troppo rapidamente, per motivi che non sto qui a descrivere, è invece molto instabilizzante su un versante (e su un versante in frana in modo particolare). Alla fine svasarono rapidamente per raggiungere prima la quota di sicurezza a 700 m ma amplificarono l'instabilità.

Esattamente. Gli esperimenti furono fatti, ma giunsero a conclusioni sbagliate, perchè gli strumenti e le conoscenze dell'epoca (e qui ci si mise in mezzo come errore anche Semenza Edoardo stesso), non avevano permesso di capire l'inclinazione del piano della frana. Elemento fondamentale per stimarne, come dicevo prima, la velocità di caduta. Come quando vai in discesa in bdc. Se la pendenza è del 4% raggiungi una velocità, se è del 15% ne raggiungi un'altra. A disastro avvenuto, ripetettero l'esperimento, questa volta a cose fatte e sulla scorta della (triste) esperienza e stavolta l'esperimento, ovviamente in scala, diede lo stesso risultato di quello che era effettivamente successo. Peccato che il buon Paolini (e la Merlin e molti altri), abbiano fatto passare gli esiti dell'esperimento postumo, per quello che era stato fatto prima. Come se quello che hanno scoperto dopo, fosse quello che invece sapevano da prima. Una differenza non da poco. Fu per questo e molto altro che nel processo, le condanne furono a titolo di colpa (quindi meno grave ) e non di dolo, come se lo avessero quasi fatto apposta, come volevano far credere Paolini, Merlin & C.. Ovvio che se condanne ci furono, reponsabilità ci furono. Questo non lo nega nemmeno Semenza, pur non entrando in dettagli giuridici che non sono il suo mestiere (dettagli che invece già mi sono meno ostici e ignoti della geologia).
Io non ho mai creduto nel dolo, semplicemente perché non ha senso. I tecnici, i progettisti, gli accademici sbagliarono perché fecero delle supposizioni e delle ipotesi sulla dinamica della frana molto azzardate. Non è una questione di strumentazione dell'epoca, per quanto importante. Ancora oggi fatico a trovare delle motivazioni per cui ai tempi scartarono l'ipotesi peggiorativa (il rilascio della gigantesca frana come un blocco unico), pur avendo sotto gli occhi delle evidenze che, caso mai, andavano nella direzione opposta (la paleofrana poggiava su una singola superficie e la famosa M si manifestò nello stesso momento in tutta la sua lunghezza). Inoltre, furono quasi del tutto ignorati i segni premonitori che durarono molti mesi. Vi fu un misto di superficialità e superbia in tutti quelli che avrebbero dovuto almeno farsi venire il dubbio (gli accademici in particolare). Tra l'altro, la certezza di aver ideato il modello perfetto (la famosa "quota di sicurezza" dei 700 m), in base al quale l'onda conseguente al collasso non avrebbe provocato effetti negativi sulla popolazione, fece sì che nessuno si preoccupò di far evacuare la popolazione stessa per tempo.

Mi permetto di aggiungere una cosa: non è vero che la diga non si dovesse/potesse fare, come (per andar dietro alla sua corrente politica) voleva adombrare la Merlin dietro le cui tesi e affermazioni molti altri andarono dietro, così come è vero che in condizioni similari, dighe vengono a tutt'oggi fatte. Solo che la tremenda esperienza del vajont ha insegnato ai geologi ( e all'uomo tutto), come ovviare senza dover rinunciare. Quando l'uomo scoprì il fuoco, si bruciò di certo. Non per questo non lo accese più, era troppo utile e importante. Semplicemente adottò le contromisure per non bruciarsi di nuovo. Esempio elementare, ma imho esaustivo.
Guarda, al di là della politica, che sempre usa le vicende tragiche per trarne un vantaggio e al di là anche del fatto che oggi a cose fatte è relativamente facile esprimere giudizi. Al di là di tutto ciò, in quel caso la diga e l'invaso non potevano essere realizzate perché le condizioni non lo consentivano. Senza l'invaso la paleofrana non si sarebbe mai riattivata. Inoltre, una volta rimessa in moto, pensare di far coesistere invaso e frana, ovvero pensare di stabilizzare un volume tanto grande come quello che poi è franato sarebbe stato semplicemente impossibile e dai costi insostenibili e irragionevoli. Ce ne sono sicuramente di esempi simili (per chi la conosce, un esempio attuale è la Val di Lei) e il Vajont servì per il futuro, come servono tutti gli eventi traumatici. Ma in quel caso, credimi, non sarebbe stato possibile; e, d'altra parte, colui che avesse provato a sostenere l'unica soluzione possibile, ovvero l'abbandono del progetto, cioè la dismissione della diga più alta al mondo appena costruita, che era il vanto dell'ingegneria italiana e un elemento di orgoglio, diciamolo, della rinascita economica italiana; chi quindi avesse provato a suggerire l'abbandono del progetto sarebbe stato considerato semplicemente un pazzo (e non vi fu infatti nessuno dei tecnici qualificati che ci provò).

Non direi, Hai condensato in un post, quasi tutte le cose più importanti del libro. Ce ne sono altre, chi volesse documentarsi potrà fare come me e te: comprare e leggerlo.

Passato di lì molte volte. La prima nel 1980. Molte volte in auto, qualcuna in bici. Andar lì e non andarci fa una tremenda differenza. Ancor più differenza la fa andarci, essendosi documentati. E' comunque un evento che a tutt'oggi colpisce molto.
o-o
 

samuelgol

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La Merlin fornisce una sua versione dei fatti; versione che è fortemente sbilanciata e sicuramente distorta, non ne dubito; ma se si ammette questa visione (la Merlin distorce i fatti per convenienza politica) si deve ammettere una "distorsione" di ciò che stava accadendo anche dall'altra parte, con la DC e il Governo allora sponsor dell'opera; tanto più che Giovanni Leone, allora Presidente del Consiglio, il giorno dopo il disastro promise giustizia ai sopravvissuti e poi divenne il capo del collegio di avvocati di parte ENEL-SADE nel corso dei successivi processi. Semenza per gli aspetti tecnici è molto più attendibile, ma seguì la vicenda per un periodo parziale (fino al 1961) e non cita, a differenza della Merlin che li riporta integralmente, molti documenti ufficiali dell'epoca.
Ovvio che c'era una controparte politica alla Merlin che diceva esattamente il contrario per le sue stesse ragioni, ma opposte. Per questo ho preferito documentarmi con un tecnico, seppur parzialmente coinvolto anche lui, piuttosto che dare retta ad un politico quale che fosse la sua parte politica. E' quel che faccio tutt'ora. Non li ascolto, perchè parlano con lingua biforcuta e tirano solo acqua al loro mulino, e mi riesce difficile capire dalle loro parole dove è la verità. Ma tutti quelli che pendono dalle labbra della Merlin, (o di Paolini) li considero manipolati o manipolabili. Semenza seguì la vicenda in prima persona sino ad un certo punto. Ma a cose fatte, colmò il periodo che gli mancava informandosi. Il suo libro non si arresta al 1961. Vero è che voleva difendere la memoria del padre. Vero è anche che avrebbe potuto, cavalcare l'onda dello sdegno dicendo "io l'avevo detto". Invece, ha ammesso le sue stesse mancanze seppur giustificate da una ignoranza delle cose. Ignoranza che gli studiosi di ogni scienza a volte colmano solo sul campo.
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E' il contrario. L'inclinazione della superficie di scivolamento era nota ed era in realtà molto bassa nella parte inferiore del versante. Proprio per questo motivo furono sottostimati gli effetti: si pensava cioè che il collasso della frana sarebbe avvenuto per porzioni di piccola dimensione senza effetti negativi indotti. I progettisti erano talmente convinti di questo che provarono a favorire questi distacchi durante i successivi procedimenti di invaso e svaso, ma senza esito. La realtà e gli studi successivi dimostrarono che il collasso di quell'enorme porzione di versante avvenne come un blocco unico che raggiunse una velocità impressionante (dai 70 ai 90 km/h) in una manciata di secondi............
Si, Semenza l'ha spiegata così, ora ricordo.
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Ricordi male. La paleofrana si riattivò perché gli invasi provocarono la saturazione della antica superficie di scivolamento, riattivandola. Svasando lentamente in realtà il movimento del versante rallentava o addirittura si fermava (almeno all'inizio) perché la superficie di scivolamento si asciugava. Lo svaso effettuato troppo rapidamente, per motivi che non sto qui a descrivere, è invece molto instabilizzante su un versante (e su un versante in frana in modo particolare). Alla fine svasarono rapidamente per raggiungere prima la quota di sicurezza a 700 m ma amplificarono l'instabilità...........
E' quel che ho detto...o che almeno intendevo dire. Non per caso assimilavo l'acqua ad un lubrificante della superficie di scivolamento. ;-) Così come ricordavo che l'ultimo e definitivo errore fu lo svaso troppo veloce, per raggiungere quella quota che comunque NON si dimostrò affatto di sicurezza.
Io non ho mai creduto nel dolo, semplicemente perché non ha senso. ......
Certo che il dolo non ha senso. Non perchè fossero dei santarellini, ma perchè anche il peggiore dei diavoli fa qualcosa per dolo se ha qualcosa da cavarne fuori, sennò non la fa. E cagionare un disastro del genere non conveniva veramente a nessuno. (Ci son voluti quasi altri 50 anni per ascoltare in delle intercettazioni qualcuno che gioiva per un terremoto, immaginando la mangianza della ricostruzione). Ma siccome per anni superficialmente ci propinavano questa tesi in maniera più o meno velata allora ho voluto capire cercando di farlo da profano della materia. Impossibile sentir dire al TG5 addirittura che la diga era crollata :ueh:
......... I tecnici, i progettisti, gli accademici sbagliarono perché fecero delle supposizioni e delle ipotesi sulla dinamica della frana molto azzardate. Non è una questione di strumentazione dell'epoca, per quanto importante. Ancora oggi fatico a trovare delle motivazioni per cui ai tempi scartarono l'ipotesi peggiorativa (il rilascio della gigantesca frana come un blocco unico), pur avendo sotto gli occhi delle evidenze che, caso mai, andavano nella direzione opposta (la paleofrana poggiava su una singola superficie e la famosa M si manifestò nello stesso momento in tutta la sua lunghezza). Inoltre, furono quasi del tutto ignorati i segni premonitori che durarono molti mesi. Vi fu un misto di superficialità e superbia in tutti quelli che avrebbero dovuto almeno farsi venire il dubbio (gli accademici in particolare). ..........
L'errore dei tecnici fu a mio avviso un misto di un pò di superbia e di molta ignoranza (inteso non dispregiativamente, ma nel senso proprio del termine). Semplicemente non sapevano, non pensavano ecc.ecc. Se pensiamo a come nel 1400 si potesse pensare ad una terra piatta, ci vien da ridere. Eppure era la tesi anche degli studiosi dell'epoca, mica solo della povera gente. E' un esempio banale (come quello del fuoco che bruciò l'uomo la prima volta), ma credo calzante.
Credo che l'aver letto quel libro ti abbia comunque aperto ad una visione molto diversa degli eventi. Una visione che non esclude colpe, ma che certamente le rimodula e le fa vedere in modo diverso.o-o
 
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(...)
Credo che l'aver letto quel libro ti abbia comunque aperto ad una visione molto diversa degli eventi. Una visione che non esclude colpe, ma che certamente le rimodula e le fa vedere in modo diverso.o-o
Beh, molto diversa no. Semplicemente mi ha consentito di descrivere i fatti in modo un po' più "elegante" e preciso, ma il giudizio resta estremamente critico.
Oggi certe leggerezze probabilmente non si ripeterebbero più ma, come ho già detto, certi atteggiamenti "malati" della pubblica amministrazione, la sua burocrazia tesa il più delle volte a scantonare le responsabilità senza preoccuparsi di risolvere i problemi, sono ancora attualissimi.
Inoltre, di tutta la vicenda, non ho volutamente espresso giudizi sugli aspetti sociali pre e post evento, sulla gestione dell'emergenza, sulle scelte e imposizioni a carico degli abitanti della valle dettate dalla schizofrenia tipicamente italiana (basterebbe citare il fatto che, dopo l'evento, quindi a frana avvenuta, si videro frane dappertutto e tutti gli abitanti di Erto e Casso furono evacuati vietando l'accesso alla valle del Vajont per anni per motivi di sicurezza). Aspetti questi non secondari, dei quali la Merlin e Paolini tengono conto, ovviamente secondo il loro punto di vista, discutibile fin che si vuole, ma comunque degno di riflessione. Lo stesso Semenza, pur confutando punto per punto la pubblicazione della Merlin, le riconosce il merito di aver comunque portato l'attenzione su certi temi.
 

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Dopo più di 50 anni quella diga è lì. Ci sono passata centinaia di volte da quelle parti con la mia bici. È stata progettata e costruita molto bene ma a causa di quella diga la vita delle famiglie del luogo è stata distrutta. Il cimitero delle vittime di quella tragedia fa venire i brividi. Mio suocero ha visto di persona quello che l' acqua ha trascinato a valle e solo a sentire il suo racconto mi vengono i brividi.
 

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ho googlato un po' ed ho trovato di tutto...mamma mia è venuta giù mezza montagna!!!

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ti chiedo con una domanda secca: si poteva evitare questa strage di innocenti? dal film era palesemente di si....ma è facile parlare a fatti compiuti. Alcune volte ci sono scelte difficili da prendere
ciao
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Ovvio che sì. Decisamente. Gli elementi di conoscenza per formulare l'ipotesi peggiore c'erano tutti. Si ebbero dopo che la diga fu realizzata. Nessuno forse ebbe il coraggio di avanzare tale ipotesi. Non sarebbe stato comunque facile per molti motivi che ho già detto (non tutti particolarmente nobili).
Domanda molto difficile. Non so darti una risposta. Forse la risposta vera la sanno solo i diretti interessati. Di certo la soluzione per evitarlo non era certo quella che qualcuno vuole farci credere, ovvero NON costruire la diga, altrimenti, come già detto, la prima volta che l'uomo accese un fuoco e si scottò, avrebbe potuto evitare di scottarsi non accendendolo. O la prima volta che costruì una casa e il vento gliela fece crollare addosso o una palafitta e il fiume gliela spazzò via, sarebbe bastato rimanere nelle caverne e ora tutti quanti vivremmo in caverne senza fuoco....e potrei andare avanti con mille esempi del genere. Eppure dighe in condizioni di frana vengono tutt'ora costruite, adottando le contromisure che l'esperienza Vajont ha insegnato.
Delle colpe ci sono sicuramente state, le condanne penali successive sono lì a dimostrarlo. Non sono certo le colpe che molti credono, ma ci sono. Sino a che punto ci sia stata colpa, quindi in gergo penale imprudenza, imperizia, negligenza e dove intervenga l'inevitabile fatalità, leggasi ignoranza di quelli che sono i fenomeni della natura e che giorno dopo giorno l'uomo impara spesso sulla sua pelle, come in questo caso, sinceramente non arrivo a saperlo.
La soluzione di non costruire la diga no, ma solo perché fu questa, una volta conclusa, che fece riattivare la grande frana.

Ma, una volta costruita, sì. Si poteva evitare la strage di innocenti abbandonando l'opera, anche se si sarebbe pagato un prezzo enorme in termini di prestigio internazionale (e non solo economico). Qui non c'entra la visione politica, ma le responsabilità in capo agli studiosi.
 
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Mi inserisco anch'io in questa discussione, pur non capendoci una fava degli aspetti tecnici delle dighe. So solo che mi fanno paura e più di tutto mi fa paura dovermi fidare dell'Uomo che le progetta. È vero che delle migliaia di opere enormi costruite, in proporzione pochissime hanno causato disastri. Ma quando succede sono tragedie.
Quando mi reco in val D'ultimo (una delle mie mete preferite in bdc) ogni volta penso che se dovesse cedere una delle ben 4 (!) dighe presenti nella valle sarebbe una strage immane considerato che a fondo valle sorge il grande paese di Lana. In realtà direttamente nella valle le dighe sono 3: in cima il Lago di Fontana Bianca, poi il più grande Lago di Zoccolo e infine il lago di Alboreto. La 4° è la diga di Quaira che si trova in una valle laterale ed è quella che fa più impressione a vederla da sotto. Dovesse succedere qualcosa come quella del Vajont (vista la presenza di montagne tutt'intorno) si manifesterebbe un effetto domino (non credo sia il termine corretto per le dighe, ma rende l'idea) che coinvolgerebbe successivamente tutti gli invasi sottostanti. Brrrrrrrrr mi vengono i brividi solo a pensarci.


P.S. tutto questo solo per dire che alla diga del lago di Quaira ci sono salito in bici (e azzardo di dire che forso sono l'unico ciclista in bdc ad averlo fatto)
http://bdc-forum.it/showthread.php?t=65629&highlight=quaira
 

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In occasione del 50mo anniversario della catastrofe sono stati pubblicati parecchi libri. Da questo libro vi riporto quanto segue: PREZIOSO RICORDO...il 25 Sett 1963, 14 gg prima della frana, mi trovavo sulla Diga del Vajont assieme a 85 giovani dell' Azione Cattolica. Sopra la strada della diga, ci siamo fermati per oltre un'ora. Ho incontrato un tecnico che mi spiegava alcuni problemi che li preoccupavano. Abbiamo deciso - mi duceva- di abbassare il livello del lago perché osserviamo che la montagna, verso il Monte Toc, sta scivolando giù. Questo potrà rendere meno pericolosa l' onda, nella eventualità di una tracimazione del lago, se dovesse cedere la montagna. Oltre a questo racconto mi ha colpito la sentenza del 15 febbraio 1977, in merito alle cifre previste quale risarcimento per le vittime: perdita coniuge € 1548,96, per un figlio unico € 1032,64, con altri due figli € 774,79, al figlio minore per la perdita di un genitore € 774,79......
 

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In occasione del 50mo anniversario della catastrofe sono stati pubblicati parecchi libri. Da questo libro vi riporto quanto segue: PREZIOSO RICORDO...il 25 Sett 1963, 14 gg prima della frana, mi trovavo sulla Diga del Vajont assieme a 85 giovani dell' Azione Cattolica. Sopra la strada della diga, ci siamo fermati per oltre un'ora. Ho incontrato un tecnico che mi spiegava alcuni problemi che li preoccupavano. Abbiamo deciso - mi diceva- di abbassare il livello del lago perché osserviamo che la montagna, verso il Monte Toc, sta scivolando giù. Questo potrà rendere meno pericolosa l' onda, nella eventualità di una tracimazione del lago, se dovesse cedere la montagna. Oltre a questo racconto mi ha colpito la sentenza del 15 febbraio 1977, in merito alle cifre previste quale risarcimento per le vittime: perdita coniuge € 1548,96, per un figlio unico € 1032,64, con altri due figli € 774,79, al figlio minore per la perdita di un genitore € 774,79......
Interessante quella testimonianza perché dalla dichiarazione del tecnico, il franamento è dato come una eventualità quasi scontata e abbastanza sotto controllo. In realtà qualche seria preoccupazione sembra che fosse nei pensieri dei responsabili; il modello che si erano prefigurati, cioè il franamento progressivo per piccoli volumi nella zona frontale, non stava funzionando (ci sono alcune dichiarazioni di Biadene in questo senso).
Dei risarcimenti avevo letto e poco si può dire. Ma, più dei soldi, credo che lo schiaffo che ha ferito di più i superstiti sia stata la vicenda che ha visto Giovanni Leone protagonista e che ho ricordato in un post precedente.
 

samuelgol

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...................Gli elementi di conoscenza per formulare l'ipotesi peggiore c'erano tutti.......
Semenza sostiene il contrario. Sostiene che le conoscenze dell'epoca avevano consentito di identificare la portata e le caratteristiche della frana, ma non avevano permesso di capire in che maniera questa si sarebbe comportata, cioè con che velocità essa sarebbe caduta nel lago e cosa avrebbe influito su questa velocità (sostanzialmente lo svaso repentino). Ora, a cose fatte, si sa e allora sembra ovvio che dovessero saperlo anche prima.Come ci sembra ovvio che il fuoco bruci e non vada toccato o che la Terra non sia piatta.
....... Gli elementi di conoscenza per formulare l'ipotesi peggiore c'erano tutti. Si ebbero dopo che la diga fu realizzata. ..........
Purtroppo no. Si ebbero dopo che la tragedia accadde.
.........
La soluzione di non costruire la diga no, ma solo perché fu questa, una volta conclusa, che fece riattivare la grande frana.

Ma, una volta costruita, sì. Si poteva evitare la strage di innocenti abbandonando l'opera, ..........
Ovvio. Se si interrompeva l'opera, non sarebbe successo nulla. La storia millenaria dell'uomo ci insegna che praticamente mai l'uomo ha abbandonato l'opera. Ha sempre insistito, modificandone l'attuazione, sulla scorta delle esperienze fatte (a volte tragiche, a volte tragicissime come in questo caso), sinchè le cose non gli riuscivano bene. Il fatto che tuttora costruisca dighe in condizione di frane è li a dimostrarlo. Solo che ora lo fa sulla scorta di quella esperienza e non ripetendo gli errori dell'epoca, costati un prezzo altissimo. Se l'uomo non avesse fatto così, vivremmo ancora nelle caverne senza fuoco, o poco meglio e solo grazie alle cose che riuscivano bene al primo colpo (molto poche, invero, tutto è migliorabile).
....... si sarebbe pagato un prezzo enorme in termini di prestigio internazionale (e non solo economico). Qui non c'entra la visione politica, ma le responsabilità in capo agli studiosi.
Sicuramente anche queste sono valutazioni che aiutarono a non prendere le decisioni corrette. Secondo me, e col senno di poi (cosa non da poco), l'opera sarebbe semplicemente dovuta essere ritardata, in attesa di capire sino in fondo le conseguenze possibili (in questo caso ipotizzare correttamente la velocità di caduta della frana e cosa potesse influenzare e determinare questa velocità) e poi e solo poi, procedere alla messa in atto definitiva.
Ciò non avvenne per ragioni politiche (le più abbiette), per ragioni tecniche di conoscenze, per ragioni di opportunità, di prestigio, di superbia...molte ragioni, molto meno semplificate e banalizzate di quelle che ci son state superficialmente presentate da Paolini e Co (alcune le han correttamente esposte anche loro, peraltro).
 
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bici, macchina, scooter: c'ho tutto!
Ecco, ora ne possiamo un attimo (non troppo, siamo sempre su un forum di bdc ;-)) parlare.
immagino mi fuciliate, ma apprendere che fu costruita un'opera del genere conoscendone già in fase di progetto i rischi pesantissimi che si correvano, mi fa affermare che fu una banda di criminali quella che partecipò all'opera, in tutti i gradi di compromissione, dal politico al tecnico!
questi assassini hanno scommesso sulla vita di un'intera comunità facendo delle semplici operazioni di calcolo. vergognoso!
ora spero solo di non sentire un elogio al progresso ecc. ecc.. quanta gente ci ha lasciato la sghirba, questo solo mi interessa, per un errore di valutazione di 4 stupidi?
ma si limitassero a fare i loro giochi con le tabelline seduti sul cesso!
 

samuelgol

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immagino mi fuciliate, .........
Non serve. Il contenuto del tuo post dimostra che non solo non conosci i fatti (e fin lì nulla di grave), ma che quella superficiale infarinata che è stata data qui, non ti sei curato di leggerla nè di comprenderla. In aggiunta a ciò, il tono e i termini del post stesso, imho, sono già una autofucilazione.
 
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bici, macchina, scooter: c'ho tutto!
Non serve. Il contenuto del tuo post dimostra che non solo non conosci i fatti (e fin lì nulla di grave), ma che quella superficiale infarinata che è stata data qui, non ti sei curato di leggerla nè di comprenderla. In aggiunta a ciò, il tono e i termini del post stesso, imho, sono già una autofucilazione.
infatti!
cmq è già tanto che mi dai semplicemente dell'imbecille, e che non mi citi la necessità del progresso e bla bla bla. sono già contento, valà!
sta di fatto che, compresa o meno l'infarinata, rimane il disastro per calcoli fatti in modo impreciso o per eventi che hanno superato le proiezioni.
quindi a voi discutere di fino, a te di fare il saccente e di darmi del cretino, ed ai parenti dei morti piangerli.
tutto a posto, tutto secondo i calcoli!
 

samuelgol

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cmq è già tanto che mi dai semplicemente dell'imbecille, .............di darmi del cretino, .................
Non mi sono permesso di fare nulla del genere. Il fatto di non condividere i tuoi modi e toni, non vuol dire che abbia usato certi termini. Sono solito discutere pacatamente esponendo delle idee e delle opinioni, non faccio l'ultras.
 

genannt vince

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Non mi sono permesso di fare nulla del genere. Il fatto di non condividere i tuoi modi e toni, non vuol dire che abbia usato certi termini.
allora scusami, anche se leggere
quella superficiale infarinata che è stata data qui, non ti sei curato .... di comprenderla. .
a casa mia significa che sarei un cretino, anche perchè l'infarinata che ho letto parla abbastanza chiaro, secondo me, e dirmi di non averla compresa mi dipinge invece come tale! cmq posso aver capito male, si vede che usiamo registri linguistici diversi!
In aggiunta a ciò, il tono e i termini del post stesso, imho, sono già una autofucilazione.
i toni, già, i toni ....! quanti disgraziati ci lasciarono la pelle, quella notte? ricordiamo prima questo, e poi parliamo dei toni e della capacità di comprensione delle chiacchiere scritte dalle parti in causa. suvvia, andrea!
 

samuelgol

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..... l'infarinata che ho letto parla abbastanza chiaro, secondo me, e dirmi di non averla compresa mi dipinge invece come tale! cmq posso aver capito male, si vede che usiamo registri linguistici diversi!

.........
Si, penso che usiamo registri linguistici diversi, in quanto io non ho detto che non hai capito, ma che non ti sei curato di farlo, che peraltro è anche più grave, ma a casa mia non equivale ad essere un cretino. Il cretino/imbecille è colui che non è in grado di capire, io non ti conosco e non so il tuo QI a che livello sia, di certo non mi permetto di insultarti, in primis per cultura ed educazione personale mia e in subordine perchè vietato dal regolamento del forum. Pertanto mi limito a constatare che le tue affermazioni, essendo il contrario di quanto scritto da noi precedentemente, denotano che quanto detto, come minimo, non lo hai voluto comprendere.
Non entro nel merito di quanto da te affermato sulla vicenda, perchè ritengo non vi siano prospettive di dialogo sereno e costruttivo, vista l'aggressività che hai mostrato in questo frangente.
 

genannt vince

Scalatore
15 Aprile 2007
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Si, penso che usiamo registri linguistici diversi, in quanto io non ho detto che non hai capito, ma che non ti sei curato di farlo, che peraltro è anche più grave, ma a casa mia non equivale ad essere un cretino. Il cretino/imbecille è colui che non è in grado di capire, io non ti conosco e non so il tuo QI a che livello sia, di certo non mi permetto di insultarti, in primis per cultura ed educazione personale mia e in subordine perchè vietato dal regolamento del forum. Pertanto mi limito a constatare che le tue affermazioni, essendo il contrario di quanto scritto da noi precedentemente, denotano che quanto detto, come minimo, non lo hai voluto comprendere.
Non entro nel merito di quanto da te affermato sulla vicenda, perchè ritengo non vi siano prospettive di dialogo sereno e costruttivo, vista l'aggressività che hai mostrato in questo frangente.
ok! io cmq continuerò a leggervi, magari, oltre finalmente a comprendere, imparo il tuo bon ton!
e cmq, caro andrea, io non avrò compreso, ma quileggo quello che dico io
Io non ho mai creduto nel dolo, semplicemente perché non ha senso. I tecnici, i progettisti, gli accademici sbagliarono perché fecero delle supposizioni e delle ipotesi sulla dinamica della frana molto azzardate. Non è una questione di strumentazione dell'epoca, per quanto importante. Ancora oggi fatico a trovare delle motivazioni per cui ai tempi scartarono l'ipotesi peggiorativa (il rilascio della gigantesca frana come un blocco unico), pur avendo sotto gli occhi delle evidenze che, caso mai, andavano nella direzione opposta (la paleofrana poggiava su una singola superficie e la famosa M si manifestò nello stesso momento in tutta la sua lunghezza). Inoltre, furono quasi del tutto ignorati i segni premonitori che durarono molti mesi. Vi fu un misto di superficialità e superbia in tutti quelli che avrebbero dovuto almeno farsi venire il dubbio (gli accademici in particolare). Tra l'altro, la certezza di aver ideato il modello perfetto (la famosa "quota di sicurezza" dei 700 m), in base al quale l'onda conseguente al collasso non avrebbe provocato effetti negativi sulla popolazione, fece sì che nessuno si preoccupò di far evacuare la popolazione stessa per tempo.
... Al di là di tutto ciò, in quel caso la diga e l'invaso non potevano essere realizzate perché le condizioni non lo consentivano. Senza l'invaso la paleofrana non si sarebbe mai riattivata. Inoltre, una volta rimessa in moto, pensare di far coesistere invaso e frana, ovvero pensare di stabilizzare un volume tanto grande come quello che poi è franato sarebbe stato semplicemente impossibile e dai costi insostenibili e irragionevoli. Ce ne sono sicuramente di esempi simili (per chi la conosce, un esempio attuale è la Val di Lei) e il Vajont servì per il futuro, come servono tutti gli eventi traumatici. Ma in quel caso, credimi, non sarebbe stato possibile; e, d'altra parte, colui che avesse provato a sostenere l'unica soluzione possibile, ovvero l'abbandono del progetto, cioè la dismissione della diga più alta al mondo appena costruita, che era il vanto dell'ingegneria italiana e un elemento di orgoglio, diciamolo, della rinascita economica italiana; chi quindi avesse provato a suggerire l'abbandono del progetto sarebbe stato considerato semplicemente un pazzo (e non vi fu infatti nessuno dei tecnici qualificati che ci provò).
quindi andrea, mi rappacifico con la mia intelligenza, nonostante i tuoi appunti!
anche perchè, rileggendo la discussione, mi pare che tu di appunti ne abbia un pò per tutti: abatta, vulcan, ora anche con me (magari sui toni te la concedo).
che sia il caso di rivederti te, un pochino? te lo dico con simpatia, ovviamente!
 
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pantanina.64

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spezzotto
Il dialogo è costruttivo mentre quello che state facendo non lo è affatto. Perché non moderate i toni? Ognuno di noi ha parlato di questa tragedia ma nessuno di noi l' ha vissuta in prima persona quindi possiamo avere visioni diverse in quanto diverse sono le fonti. Leggendo quello che alcuni di Voi hanno scritto sono venuta a conoscenza di cose che non sapevo e che hanno arricchito il mio bagaglio personale in merito a questa vicenda. Continuate a diffondere quello che sapete ma non litigate
 

samuelgol

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Il dialogo è costruttivo mentre quello che state facendo non lo è affatto. Perché non moderate i toni? .............. non litigate
Scusa, ma quali toni dovrei moderare? Perchè parli al plurale? Io rispetto chi ha opinioni diverse dalle mie, interloquisco con chi come [MENTION=39196]vulcan[/MENTION] ha messo in discussione quel che sapeva, andandosi a documentare su un libro che gli avevo suggerito. Mi par di cogliere in lui un approccio diverso alla faccenda dopo averlo letto e non ne sono stupito. Questo non vuol dire che si sia d'accordo su tutto, anche se probabilmente si è più vicini di prima. Quando invece si imbraccia la clava anzichè la penna, allora non entro nell'arena perchè non mi interessa farlo e non lo giudico utile. Quindi di certo non mi metto a litigare.
Chi vuole mettersi in discussione, prende i libri, i documenti, le testimonianze ecc.ecc. mette il tutto su una bilancia, pesa il tutto e tira una riga facendosi una opinione. Io su questo argomento, l'ho fatto e una opinione me la sono fatta. Certo non leggendo 4 righe su un forum (di bici) e sparando sentenze a zero. Mi fossi fermato ai si dice, crederei ancora come molti e come disse anni orsono il Tg5, che la diga sia crollata. La diga è lì, bella eretta a dimostrare che non è crollata. Almeno questo è un dato oggettivo non in discussione. Poi ognuno è libero di documentarsi o meno e di dare al prossimo l'immagine di sè che crede.