Visita ad Alberto Masi

Ser pecora

Diretur
Membro dello Staff
16 Aprile 2004
22.442
21.868
98
dove capita
Visita sito
Masi. Questo nome nel mondo della bicicletta da corsa è una leggenda. Faliero Masi è stato "il sarto" che dal 1949 nel negozio sotto l'altrettanto leggendario velodromo Vigorelli a Milano, in via Arona, ha scritto con il cannello di saldatura pagine memorabili nella storia di questo sport ridefinendone certi aspetti. Molti nomi leggendari hanno calcato il pavimento di questo negozio: Coppi, Anquetil, Merckx, Maspes, etc.. inutile fare l'elenco. Com'è inutile ripetere qui la storia di un mito che quasi tutti conoscono.
Questa è l'occasione per parlare del figlio e continuatore della leggenda: Alberto Masi, che continua ancora oggi a 64 anni a costruire e vestire biciclette nel leggendario negozio sotto il Vigorelli
masishop.jpg
.
Questo luogo, oltre al fatto di essere ospitato nel "ventre" di un luogo sacro al ciclismo come lo è questo velodromo, ispira rispetto per due cose non comuni nel mondo dei telaisti e meccanici di bici: l'ordine e la pulizia assoluti. Una vera sartoria. Ogni attrezzo è sempre al suo posto, in ordine di grandezza: brugole, chiavi, cacciaviti. Ogni cassettino, anche il più piccolo, ha la sua brava etichetta per indicare il contenuto. Ed anche le tre splendide cassette di attrezzi Campagnolo in legno (tra cui quella molto rara con il set per le ruote libere) sono pulite ed ordinate e fanno bella mostra di sè. Alle pareti le immancabili foto, ma si nota subito che i soggetti sono vari, le foto mitiche si alternano a quelle di vita famigliare, niente di autoincensatorio. Ordine, buongusto
masi2.jpg
.
Alberto è una persona educata, gentile, discreta. D'altronde non potrebbe essere altrimenti. Le cose da raccontare per lui sarebbero tantissime. Con i suoi aneddoti ci si potrebbe scrivere un libro. Purtroppo però anche in questo luogo si respira un'aria di nostalgia, l'atmosfera è quasi di disillusione. Il ciclismo vive in questi tempi forse la sua epoca più buia; i telaisti e la tradizione italiana si stanno perdendo: "tra 5 anni nessuno in Italia farà più telai con le congiunzioni" è la sua amara considerazione. Forse, speriamo di no, ma le prospettive non sono buone, anzi. La cosa lascia tristi, soprattutto se detta da lui, che è stato l'ultimo innovatore in materia, quando nel 1983 brevettò il sistema di congiunzioni interne che dette i natali alla "Volumetrica". Una bici rivoluzionaria
masi3v.jpg
. Oggi non ne fa più, dopo aver speso molti milioni di vecchie lire per fare gli stampi per le congiunzioni, la ditta che le produceva, l'italiana Microfusione, fallì. Finiti gli stock di congiunzioni, finita la rivoluzione. Anche perchè oramai era entrato nel mercato l'alluminio, il Tig. Fine della storia. Oramai le volumetriche sono solo telai da collezionisti. Americani e Giapponesi, nemmeno a chiederlo. In questi paesi fioriscono concorsi di bellezza per vecchie glorie, ed addirittura saloni interi dedicati all'"handmade". I collezionisti vengono a razziare tutto il possibile nel bel paese portandosi a casa la nostra tradizione, mentre noialtri, furbi come sempre, ci gloriamo della nostra tradizione senza supportare gli artigiani, pochi, che restano. Mentre i loro telaisti, che oramai detengono il 99% di questo mercato ed impongono il prezzo che vogliono e liste d'attesa bibliche, hanno imparato a fare i telai qui, in Italia o in Francia, o anche in via Arona a Milano. Ma il paradosso non si ferma qui. Uno dei migliori telaisti del mondo, il notissimo Richard Sachs, copiò proprio da Masi il design delle sue congiunzioni e chiese ad Alberto negli anni '70 il permesso di usarlo per le sue bici. Ovviamente Alberto non fece problemi, solo a patto di farsene mandare alla bisogna da Richard (evidentemente aveva fiutato l'aria...). E così, oggi, le congiunzioni Masi, Masi se le deve far mandare dagli Stati Uniti...idem i forcellini dritti Campagnolo, dato che gli unici stock si trovano negli Usa. La Campagnolo non li fa più. Oggi Campagnolo è troppo presa dal guarnire di carbonio i suoi prodotti, venduti a prezzi strabilianti, come ad esempio le ruote Hyperon in carbonio. Ma su questo argomento Alberto sfoggia un sorrisetto compiaciuto e sfodera un paio di ruote "customizzate" da lui: fresature di allegerimento sui mozzi, nottolini degli sganci rapidi e perni in titanio fatti da lui al tornio, senza molle di rinvio e raggi (32) legati. Pesano 40gr in meno delle Hyperon ed hanno la belezza di....25 anni!!! Migliaia di kilometri all'attivo e sempre perfette
P1020937.JPG
. Alla fine viene un po' rabbia a pensare che forse veramente, tra 5 anni, o quando gli Alberto Masi non ci saranno più, la tradizione italica delle biciclette avrà irrimediabilmente perso qualcosa. Sarà storia, aneddoti. Per fortuna che Alberto ne racconta di gustosi, come le abitudini del re del Vigorelli, Antonio Maspes, 7 volte campione del mondo su pista di cui Masi è stato il meccanico di fiducia. Maspes nelle finali dei campionati pretendeva che mozzi, catena e movimento centrale fossero privi di qualunque grasso di lubrificazione. Secchi e lavati con benzina. Convinto che il grasso ne frenasse il movimento. Addirittura per il movimento centrale faceva anche togliere un cuscinetto per eliminare inutili attriti, mentre per la scorrevolezza dei mozzi aveva un metodo molto personale per verificarla: legava una cordicella alla ruota e dava uno strappo secco, poi col cronometro misurava il tempo che ci metteva a fermarsi: sotto i 60 secondi si smontava e ripuliva il tutto.
Altri tempi, altri modi di andare in bici, altre bici. Mentre racconta i suoi anedotti Alberto monta un telaio che ha appena finito di costruire in una nuova lega superleggera di acciaio, forcella di carbonio. La bici di Cece, idraulico 65enne che tutto convinto ed orgoglioso ci confida il suo segreto in gara per la catena: ingrassarla con la Leocrema.
Il ciclismo è anche questo. Per fortuna.
Alberto Masi al lavoro
masi1.jpg
.
Link: http://www.albertomasi.it/
http://www.milano3v.com/ Milano Sport è il marchio con cui Alberto commercializza i suoi telai in U.s.a., visto che il detentore dei diritti di sfruttamento del marchio Masi negli States (è noto che suo padre Faliero emigrò là assieme all'altra leggenda Mario Confente) è la Haro.
 

bh

Apprendista Scalatore
4 Febbraio 2006
1.864
19
Visita sito
complimenti....

un paio di giorni fa, ho visto un masi esposto in vetrina..mi sono fermato ad osservarlo..rosso con le scritte gialle..
 

Bukowski

Pedivella
14 Settembre 2005
437
1
Cesenatico
Visita sito
Bellissima recensione, mi toccano queste realtà artigianali.Spero vivamente che il tanto decantato "ritorno dell'acciaio" possa prolungare la vita a tutte queste piccole botteghe che non fanno uso di fibra.Incredibili le ruote!
 

albertop

Apprendista Scalatore
20 Aprile 2004
2.550
17
Visita sito
bellissima recensione, complimenti o-o

mi ha colpito la frase sulle ruote
non vorrei passare per un plagiatore, ma ho sempre pensato anch'io la stessa cosa (cioè che le ruote "speciali" sono una moda e servono per spillare soldi alla gente, ma un paio di buone ruote tradizionali, purchè fatte bene e con buoni materiali, ti rende lo stesso servizio)

direi che, fra l'altro, anche questo è uno dei motivi che determinano la scomparsa degli artigiani

ve bene costruire o non costruire i telai, ma anche le ruote portano una certa quota di fatturato
e se tutti comprano le preassemblate con 4 raggi davanti e 5 e mezzo di dietro, gli artigiani non fanno proprio più niente ...
 

accinson

Passista
1 Novembre 2007
3.937
79
Arcata, CA
Visita sito
Bellissima recensione, mi toccano queste realtà artigianali.Spero vivamente che il tanto decantato "ritorno dell'acciaio" possa prolungare la vita a tutte queste piccole botteghe che non fanno uso di fibra.Incredibili le ruote!

queste botteghe resteranno aperte finche' l'artigiano non andra' in pensione. 5 anni, come dice Masi.
poi addio acciaio saldato in italia. non mi pare ci siano nuove leve pronte a sostituire i maestri, ne' una domanda che stimoli tale attivita'.
 

Sergio Servadio

Apprendista Scalatore
23 Marzo 2006
2.341
43
Visita sito
O che siano anche i maestri che non sono stati in grado di trasmettere la loro arte?

Per te, Lanerossi, o chiunque altro.
Se qualcuno passa di qui c'e' un gran vecchio, in pensione da vent'anni, ma ancora lucidissimo )e con ancora tutti gli attrezzi del mestiere (ne bastano pochi!), che merita una visita.
Si chiama Gino Vanni, abita a Migliarino Pisano, ed e' un GRAN VECCHIO.

Se riesco a recuperarlo ristampo qui il raccontino di una visita fatta un paio di anni fa alla bottega di Taverna, a Padova.

Sergio
Pisa
 

Sergio Servadio

Apprendista Scalatore
23 Marzo 2006
2.341
43
Visita sito
Per te, Lanerossi, o chiunque altro.
Se riesco a recuperarlo ristampo qui il raccontino di una visita fatta un paio di anni fa alla bottega di Taverna, a Padova.

Eccolo qua, scritto pee classicrendezvous.
-------------------------------------------------------------------------------------
As anticipated, yesterday I was at the Vetta shop (www.vetta.it), via Tunisi, Padova.

They have been building bikes for three generations, now.
The son to the founder, who was general manager of Torpado, Ferruccio is still lighting the flame to braze; Antonio, his son, does more modern stuff. For a few years he did also titanium, but he later gave up, apparently because of the difficulty of getting the Ti tubes.

Everytime I pass by it is like visiting old friends, with a lot of stories to be told about past times.
I bet Ferruccio has personally known all famous frame builders of this country; he has made frames for so many well, and many more not so well, known commercial brands, as well as many top racers, of whom Padova and Treviso have been a cradle like no other.
Just to name one Champion: the great Leandro Faggin was a customer of his.

So, yesterday I walked in with my 1974 Berma frame that was developing a crack on the top tube, where the rust (after my sweat!) had corroded and weakened the metal.
A pleasure to watch Ferruccio replace the broken tube with his expert hands so quickly, while chatting amiably.

No way to fuss about it.
Such a job is as easy as any other, when one is a Master.

Sergio
Pisa
P.s. By all means, Angel: do take the train and go there. You won't regret it.
.
_______________________________________________
Classicrendezvous mailing list
[email protected]
http://www.bikelist.org/mailman/listinfo/classicrendezvous



Next Unread Reply Reply To All Forward
Back to InBox Delete Set Flag Close as Unread
 

mark1&mark2

Novellino
11 Settembre 2008
48
1
piacenza
Visita sito
Bici
PINARELLO F10, DE ROSA KING XS, SWORKS TARMAC, MASI 3V WING, MASI 3V EXCELL, DE ROSA SLX
Sono certo di tornare all'acciaio prima o poi, e Masi con Taverna sono tra i due che metterò nella rosa delle scelte.
io l'acciaio non l'ho mai abbandonato e ho due Masi:
- acciaio excell dura-ace gialla con le rifiniture fucsia e verdi
- acciaio deda con forcella in carbonio dura-ace azzurra con rifiniture blu e gialle
ti assicuro che sono due bici fantastiche e molto comode
 

rapportoagile

Moderatoren
20 Agosto 2008
14.754
3.023
62
Settequerce (Bolzano)
Visita sito
Bici
Scapin Dyapason
Spero che la famiglia Masi abbia dei nipotini (...o delle nipotine, perché no?) che vorranno intraprendere il lavoro del nonno e/o bisnonno...
Qualche bel artigiano ancora c'è (mi viene in mente Pegoretti, dato che abita poco lontano da me), però vedo dura la loro sopravvivenza,
finché i ciclisti guarderanno soprattutto il peso, il carbonio etc etc.
Un mio amico possiede una bellissima Pegoretti, che tiene come una reliquia. Quando si esce in un gruppo numeroso, composto anche da gente nuova, nessuno la degna di uno sguardo e sono tutti presi dalla leggerezza (esagerata) di una Scott Addict o di una Merida. Belle bici, ma non emanano nulla paragonabile al fascino della Pegoretti. Anzi. se per caso qualcuno la solleva, storce il naso perché pesa quel kiletto in più.
 

Sergio Servadio

Apprendista Scalatore
23 Marzo 2006
2.341
43
Visita sito
[QUOTE , però vedo dura la loro sopravvivenza,
finché i ciclisti guarderanno soprattutto il peso, il carbonio etc etc.
.[/QUOTE]

Santa, facile profezia.
Proprio ieri ho scollinato dal Serra su Lucca con la mia Marastoni. A Lucca ho incontrato un conoscente che l'ha vista e mi ha chiesto da quanto tempo l'avessi.
Ho comperato il telaio uin paio di anni fa, ancora nuovo di pacca.
Lui l'ha sollevata e sentenziato:
'Com'e' pesante!' Quand'e' che passi al carbonio?.
'Ne ho una, Colnago Carbitubo'.
'Ma quella ha le congiunzioni in allumonio e solo i tubi in carbonio'.
'Si, ma l'ho trovata buttata via perche' scollata. L'ho riparata e fatta riverniciare.'
'Io intendevo una bci in carbonio, moderna monoscocca'.

Ah ... .

Sergio
Pisa

Per Cavallo Pazzo, se mi leggi.
Conosco un negoziante che ha un fottio di telai Alan appesi su' di cui non se ne fa niente.
Che misure hai tu e che colore preferisci?