Bici Endurance - gioie e dolori

mauriziolippa

Novellino
7 Agosto 2007
70
75
Visita sito
Eh sì, perché le bici endurance, secondo i costruttori che le stanno promuovendo, sono le nuove “bici totali”, quelle con cui si può fare tutto al meglio, ma le cose non stanno esattamente così. Le parole con cui le presentano sono un perfetto esempio di marketing: ne vengono decantate le doti di confort, vengono evocate intere giornate passate in sella senza fatica e senza dolori, si evidenzia la possibilità di passare indenni su strade disastrate, ma si omette anche molto di quello che queste bici non sono.
Gioie, certo, ma anche dolori.
Premessa: io, prima di una visita dei ladri in garage, avevo una bici “da salita”. Una Trek Emonda S5 che, a dispetto dei roboanti proclami di Trek sulla “bici di serie più leggera mai prodotta al mondo”, si attestava sui 9 kg in ordine di marcia. Ora poggio le natiche su una Giant Defy Advanced 1, che più o meno pesa uguale, ma è dotata del gruppo Ultegra e di freni a disco, laddove la Trek aveva un 105 con i classici caliper. Ma questa è solo la punta dell’iceberg. Una bici non è specificata solo dal suo telaio, dai suoi componenti e dal suo peso. Una bici è molto di più: una bici è descritta essenzialmente dal suo carattere.
Tanto per cominciare, la bici endurance è più lunga. TRE centimetri di passo in più, per l’esattezza. E poi la bici endurance è più alta. Il tubo di sterzo è più alto di 2 cm di quello, già non bassissimo, della Trek in geometria H2. Il tubo di sella è di mezzo grado più aperto, e il reggisella (il proprietario D-Fuse, non sostituibile), ha un arretramento di 25 mm, e non di 8mm come il Bontrager precedente. Mettici un manubrio largo 46 cm esterno/esterno, mettici un attacco da 11cm, e la geometria è completamente descritta.
Ma, al di là dei numeri, cosa significa, questo, su strada?
Significa che, come dicono loro, “la posizione in sella è più rilassata e più confortevole”. Aha. Vero, ma non mi avete detto un’altra cosa abbastanza importante: immaginate di essere su una strada di fondovalle, in un trasferimento per andare a fare la vostra salita preferita. Immaginate che soffi un leggero vento contrario. Vi troverete a maledire la vostra “posizione più eretta e comoda” perché vi impedirà di assumere una posizione aerodinamica, a meno di non contorcervi piegando oltremodo le braccia per arrivare ad avere la schiena più o meno parallela al suolo. Per non parlare degli effetti della sella così arretrata, che rende estremamente difficile portarsi in punta di sella per aumentare la velocità.
E qui scopro il primo limite di una bici endurance: non è veloce. Punto. Meglio: non è fatta per andare veloce. Confrontare una Emonda con una Defy è come confrontare un’Audi TT con una A4.
Proprio ieri sera leggevo una recensione di una Defy Advanced SL (che non è la Defy Advanced normale, ma una bici che costa più o meno il doppio) in cui si decantava la possibilità di usarla anche per andare veloci. Diciamo che io, questa capacità, non l’ho vista. Certo, è possibile spingere sui pedali e fare velocità anche con questa, ma non come con una bici da corsa come l’Emonda. Questa è pigra. Lunga. Con un manubrio da 46 che ricorda i volanti dei camion. Con l’impossibilità di sistemarsi sulla sella in modo da spingere sui pedali avanzando con il bacino. Invita quasi esclusivamente ad andature rilassate, e questo lo sapevo, ma diciamo che la immaginavo più eclettica. Pensavo ad una Emonda leggermente più comoda. Invece è proprio un altro approccio.
Ma almeno, la bici endurance mantiene le promesse per cui è stata pensata? Cioè: è comoda? Sì, è comoda. Ma.
Ma il decantato reggisella D-Fuse, secondo me, non si accoppia perfettamente alla forcella anteriore. Il secondo è molto comodo e, in effetti, con una deformazione programmata che dovrebbe arrivare agli 11mm, ammortizza efficacemente le asperità della strada. Ma la forcella anteriore, a me, sembra percettibilmente più solida, forse anche per garantire un buon comportamento in frenata (i dischi sollecitano molto le forcelle in frenata) con il risultato che, sulle sconnessioni, le vibrazioni che arrivano al manubrio sono decisamente maggiori di quelle che arrivano alla sella.
Ma ci sono anche lati positivi?
Certo. La bici è molto stabile, molto rilassante da condurre in discesa. In pianura, considerazioni aerodinamiche a parte, fila che è un piacere, a patto di non accelerare troppo. I freni a disco, ormai li conoscete, sono molto piacevoli da azionare e garantiscono un’azione potente e progressiva in qualunque condizione meteo.
La consiglierei?
Dipende.

La bici da corsa, per me, è un’altra cosa.
 

corridore1

Apprendista Passista
8 Ottobre 2016
825
39
Visita sito
Bici
poche
Eh sì, perché le bici endurance, secondo i costruttori che le stanno promuovendo, sono le nuove “bici totali”, quelle con cui si può fare tutto al meglio, ma le cose non stanno esattamente così. Le parole con cui le presentano sono un perfetto esempio di marketing: ne vengono decantate le doti di confort, vengono evocate intere giornate passate in sella senza fatica e senza dolori, si evidenzia la possibilità di passare indenni su strade disastrate, ma si omette anche molto di quello che queste bici non sono.
Gioie, certo, ma anche dolori.
Premessa: io, prima di una visita dei ladri in garage, avevo una bici “da salita”. Una Trek Emonda S5 che, a dispetto dei roboanti proclami di Trek sulla “bici di serie più leggera mai prodotta al mondo”, si attestava sui 9 kg in ordine di marcia. Ora poggio le natiche su una Giant Defy Advanced 1, che più o meno pesa uguale, ma è dotata del gruppo Ultegra e di freni a disco, laddove la Trek aveva un 105 con i classici caliper. Ma questa è solo la punta dell’iceberg. Una bici non è specificata solo dal suo telaio, dai suoi componenti e dal suo peso. Una bici è molto di più: una bici è descritta essenzialmente dal suo carattere.
Tanto per cominciare, la bici endurance è più lunga. TRE centimetri di passo in più, per l’esattezza. E poi la bici endurance è più alta. Il tubo di sterzo è più alto di 2 cm di quello, già non bassissimo, della Trek in geometria H2. Il tubo di sella è di mezzo grado più aperto, e il reggisella (il proprietario D-Fuse, non sostituibile), ha un arretramento di 25 mm, e non di 8mm come il Bontrager precedente. Mettici un manubrio largo 46 cm esterno/esterno, mettici un attacco da 11cm, e la geometria è completamente descritta.
Ma, al di là dei numeri, cosa significa, questo, su strada?
Significa che, come dicono loro, “la posizione in sella è più rilassata e più confortevole”. Aha. Vero, ma non mi avete detto un’altra cosa abbastanza importante: immaginate di essere su una strada di fondovalle, in un trasferimento per andare a fare la vostra salita preferita. Immaginate che soffi un leggero vento contrario. Vi troverete a maledire la vostra “posizione più eretta e comoda” perché vi impedirà di assumere una posizione aerodinamica, a meno di non contorcervi piegando oltremodo le braccia per arrivare ad avere la schiena più o meno parallela al suolo. Per non parlare degli effetti della sella così arretrata, che rende estremamente difficile portarsi in punta di sella per aumentare la velocità.
E qui scopro il primo limite di una bici endurance: non è veloce. Punto. Meglio: non è fatta per andare veloce. Confrontare una Emonda con una Defy è come confrontare un’Audi TT con una A4.
Proprio ieri sera leggevo una recensione di una Defy Advanced SL (che non è la Defy Advanced normale, ma una bici che costa più o meno il doppio) in cui si decantava la possibilità di usarla anche per andare veloci. Diciamo che io, questa capacità, non l’ho vista. Certo, è possibile spingere sui pedali e fare velocità anche con questa, ma non come con una bici da corsa come l’Emonda. Questa è pigra. Lunga. Con un manubrio da 46 che ricorda i volanti dei camion. Con l’impossibilità di sistemarsi sulla sella in modo da spingere sui pedali avanzando con il bacino. Invita quasi esclusivamente ad andature rilassate, e questo lo sapevo, ma diciamo che la immaginavo più eclettica. Pensavo ad una Emonda leggermente più comoda. Invece è proprio un altro approccio.
Ma almeno, la bici endurance mantiene le promesse per cui è stata pensata? Cioè: è comoda? Sì, è comoda. Ma.
Ma il decantato reggisella D-Fuse, secondo me, non si accoppia perfettamente alla forcella anteriore. Il secondo è molto comodo e, in effetti, con una deformazione programmata che dovrebbe arrivare agli 11mm, ammortizza efficacemente le asperità della strada. Ma la forcella anteriore, a me, sembra percettibilmente più solida, forse anche per garantire un buon comportamento in frenata (i dischi sollecitano molto le forcelle in frenata) con il risultato che, sulle sconnessioni, le vibrazioni che arrivano al manubrio sono decisamente maggiori di quelle che arrivano alla sella.
Ma ci sono anche lati positivi?
Certo. La bici è molto stabile, molto rilassante da condurre in discesa. In pianura, considerazioni aerodinamiche a parte, fila che è un piacere, a patto di non accelerare troppo. I freni a disco, ormai li conoscete, sono molto piacevoli da azionare e garantiscono un’azione potente e progressiva in qualunque condizione meteo.
La consiglierei?
Dipende.

La bici da corsa, per me, è un’altra cosa.

forse avresti dovuto prendere una taglia più piccola guardando le geometrie.
Le bici endurance sono bici da corsa comode molto utili a gran parte di chi va in bici, perchè se è vero che la bici da corsa ha impostazione racing, gli amatori non hanno il fisico racing, difatti poi li vedi nei settaggi di bici impostati nei modi più improbabili.
Le bici endurance hanno un target definito ed è giusto, nessuno obbliga a scegliere una endurance ma gli amatori dovrebbero mettere da parte l'ego emulativo ed imparare a conoscere il proprio fisico e limiti.
Io da quando ho la gravel, quasi 2 anni, la bici da corsa non vede più la luce e ne sono felice, l'importante è capire cosa ci serve davvero e non cosa vorremmo essere, alla fine resta un hobby per alcuni ed uno stile di vita per altri, poi c'è una minima percentuale di giovani che fa ciclismo per sport nella speranza di emergere.
Tutto qui.
 
Ultima modifica:

IlNigno

Apprendista Cronoman
13 Agosto 2010
2.885
118
La Citta' dei Doria
Visita sito
Bici
ARGON18 Krypton / VINER X-Plus
Mi sembri molto "addentro" l'argomento nel senso che non sei un novellino o uno sprovveduto quindi potevi scegliere un'altra bici no?
Valutando misure,pesi,costi di altri marchi...insomma hai le capacità per farlo da quello che ho letto.
 
  • Mi piace
Reactions: rosetta

maurocip

Scalatore
16 Luglio 2014
6.537
2.361
Terni, Umbria
Visita sito
Bici
Cervélo R3 Disk Di2 || Cannondale SuperX || Focus Raven Lite||
da amatore sono felice possessore di una Domane 6, bici da endurance ma con le quali ci fanno anche corse quali la Parigi-Roubaix...
La mia schiena ringrazia e la bici, con ruote leggere, sta sui 7 kg...
 

Gamba_tri

via col vento
29 Marzo 2005
8.141
2.027
47
Genova
www.sportintranslation.com
Bici
Barco Spirit-Xcr - Cannondale Synapse carbon
La bici da strada è una bici pensata per girare su asfalto, gara o no. La bici da corsa è una bici pensata per dare il meglio di sé in gara, senza compromessi. Bisogna avere bene in mente questa distinzione quando si sceglie una bici. Senza bici da strada comode io non avrei potuto riprendere ad andare in bici causa mal di schiena, ad esempio. Poi se mi metto in presa bassa un minimo areodinamico lo sono lo stesso, e se vado piano non è certo colpa della bici. Sui rilanci è più pigra, ma sono finezze.
 

green dolphin

Scalatore
3 Gennaio 2008
7.942
2.497
Visita sito
Non per fare lo scettico, ma io faccio Endurance con una Klein in alluminio del 2000. E credo che, come hai detto, negli esempi che hai portato si ponga troppo l'accento sul lato marketing. Ogni azienda che presenta un prodotto ti dice quello che tu ti vorresti sentirti dire, ma non i contro ,che ci sono sempre.

Se pensavi ad una bici più ecclettica, dovevi prendere una Trek ed adattarla all'uso endurance, sacrificando un po' di confort, forse. Ma quando hai una Giant con angoli e geometrie tali non può chiederle di essere più ecclettica: ad una bici con carro lungo e angoli rilassati non basta poter avanzare in sella e disporsi in una posizione più corsaiola: rimarrà sempre pigra, stabile. E' il suo pregio ed il suo limite insieme.

Poi il manubrio da 46 è una forzatura che il produttore ti vende per farti stare più rilassato, la realtà a mio avviso è che anche su questo tipo di bici si debba mantenere la larghezza impostata dal biomeccanico commisurata alla propria ampiezza di spalle. Una bici col manubrio da 46 è più pigra ai cambi di direzione, in discesa più macchiosa da guidare.

Quindi a prescindere da come viene proposto un mezzo, a mio avviso potresti fare comunque dei piccoli accorgimenti per rendere la Giant più soddisfacente. Molti che fanno Endurance, ad esempio, utilizzano prolunghe da triathlon per avere una posizione più comoda e favorevole nei lunghi tratti in pianura. Alla fine è un compromesso, nel mio caso ho preferito una bici nata per essere un po' veloce (montata con durace è poco sopra i 7 Kg.) anche se ha geometrie sue e un carro comunque poco più lungo del normale, che ho scoperto che la rendono molto adatta ai lunghi tragitti. Quando poi c'è da stare più aereodinamici e risparmiare energie per via del vento nei tanti km in pianura, il tubo sterzo corto ed il manubrio da 42 consentono una posizione migliore. E confesso che non sento stanchezza dovuta al tipo di materiale, ovvero l'alluminio. Inoltre con copertoncini da 25 gonfiati adeguatamente non ho problemi ad avventurarmi in qualche sterrato e avere comunque una bici stabile (ne ho fatti anche in discesa, senza i dischi ovviamente) e zero problemi di foratura.
 
  • Mi piace
Reactions: rosetta

Maldito

Apprendista Passista
19 Giugno 2015
804
996
Brescia
Visita sito
Bici
Bianchi Infinito CV / Bianchi Kuma 29.1
Ciao a tutti! o-o

...in pausa pranzo ho letto più volte la discussione ma non c'ho trovato un senso... qualcuno me la può spiegare? va bene anche un disegno... ;nonzo%

Grazie! o-o
 

green dolphin

Scalatore
3 Gennaio 2008
7.942
2.497
Visita sito
Il senso è che il post è nella sezione review, lui ha fatto una recensione della bici che ha preso per utilizzo Endurance, dicendo i pro ed i contro. Più che una discussione, si tratta appunto di un giudizio sulla bici che può essere utile ad altri che vogliono fare l'acquisto.
 

moto e bici

Novellino
9 Marzo 2011
70
2
Roma
Visita sito
Bici
anche troppo per me
Eh sì, perché le bici endurance, secondo i costruttori che le stanno promuovendo, sono le nuove “bici totali”, quelle con cui si può fare tutto al meglio, ma le cose non stanno esattamente così. Le parole con cui le presentano sono un perfetto esempio di marketing: ne vengono decantate le doti di confort, vengono evocate intere giornate passate in sella senza fatica e senza dolori, si evidenzia la possibilità di passare indenni su strade disastrate, ma si omette anche molto di quello che queste bici non sono.
Gioie, certo, ma anche dolori.
Premessa: io, prima di una visita dei ladri in garage, avevo una bici “da salita”. Una Trek Emonda S5 che, a dispetto dei roboanti proclami di Trek sulla “bici di serie più leggera mai prodotta al mondo”, si attestava sui 9 kg in ordine di marcia. Ora poggio le natiche su una Giant Defy Advanced 1, che più o meno pesa uguale, ma è dotata del gruppo Ultegra e di freni a disco, laddove la Trek aveva un 105 con i classici caliper. Ma questa è solo la punta dell’iceberg. Una bici non è specificata solo dal suo telaio, dai suoi componenti e dal suo peso. Una bici è molto di più: una bici è descritta essenzialmente dal suo carattere.
Tanto per cominciare, la bici endurance è più lunga. TRE centimetri di passo in più, per l’esattezza. E poi la bici endurance è più alta. Il tubo di sterzo è più alto di 2 cm di quello, già non bassissimo, della Trek in geometria H2. Il tubo di sella è di mezzo grado più aperto, e il reggisella (il proprietario D-Fuse, non sostituibile), ha un arretramento di 25 mm, e non di 8mm come il Bontrager precedente. Mettici un manubrio largo 46 cm esterno/esterno, mettici un attacco da 11cm, e la geometria è completamente descritta.
Ma, al di là dei numeri, cosa significa, questo, su strada?
Significa che, come dicono loro, “la posizione in sella è più rilassata e più confortevole”. Aha. Vero, ma non mi avete detto un’altra cosa abbastanza importante: immaginate di essere su una strada di fondovalle, in un trasferimento per andare a fare la vostra salita preferita. Immaginate che soffi un leggero vento contrario. Vi troverete a maledire la vostra “posizione più eretta e comoda” perché vi impedirà di assumere una posizione aerodinamica, a meno di non contorcervi piegando oltremodo le braccia per arrivare ad avere la schiena più o meno parallela al suolo. Per non parlare degli effetti della sella così arretrata, che rende estremamente difficile portarsi in punta di sella per aumentare la velocità.
E qui scopro il primo limite di una bici endurance: non è veloce. Punto. Meglio: non è fatta per andare veloce. Confrontare una Emonda con una Defy è come confrontare un’Audi TT con una A4.
Proprio ieri sera leggevo una recensione di una Defy Advanced SL (che non è la Defy Advanced normale, ma una bici che costa più o meno il doppio) in cui si decantava la possibilità di usarla anche per andare veloci. Diciamo che io, questa capacità, non l’ho vista. Certo, è possibile spingere sui pedali e fare velocità anche con questa, ma non come con una bici da corsa come l’Emonda. Questa è pigra. Lunga. Con un manubrio da 46 che ricorda i volanti dei camion. Con l’impossibilità di sistemarsi sulla sella in modo da spingere sui pedali avanzando con il bacino. Invita quasi esclusivamente ad andature rilassate, e questo lo sapevo, ma diciamo che la immaginavo più eclettica. Pensavo ad una Emonda leggermente più comoda. Invece è proprio un altro approccio.
Ma almeno, la bici endurance mantiene le promesse per cui è stata pensata? Cioè: è comoda? Sì, è comoda. Ma.
Ma il decantato reggisella D-Fuse, secondo me, non si accoppia perfettamente alla forcella anteriore. Il secondo è molto comodo e, in effetti, con una deformazione programmata che dovrebbe arrivare agli 11mm, ammortizza efficacemente le asperità della strada. Ma la forcella anteriore, a me, sembra percettibilmente più solida, forse anche per garantire un buon comportamento in frenata (i dischi sollecitano molto le forcelle in frenata) con il risultato che, sulle sconnessioni, le vibrazioni che arrivano al manubrio sono decisamente maggiori di quelle che arrivano alla sella.
Ma ci sono anche lati positivi?
Certo. La bici è molto stabile, molto rilassante da condurre in discesa. In pianura, considerazioni aerodinamiche a parte, fila che è un piacere, a patto di non accelerare troppo. I freni a disco, ormai li conoscete, sono molto piacevoli da azionare e garantiscono un’azione potente e progressiva in qualunque condizione meteo.
La consiglierei?
Dipende.

La bici da corsa, per me, è un’altra cosa.

Guarda per esperienza personale......possessore di Cannondale six carbon da 54 (molto reattiva) e poi Bianchi Intenso da 57 (molto comoda) attuale De Rosa Protos 54,5 (Molto reattiva) ........Dipende l'uso che ne devi fare.......le bici endurance sono più comode rispetto a quelle da sparata per intenderci. Io attualmente per problemi di tempo non posso concedermi più di tre ore tre ore e mezza quando esco......pertanto se faccio GF scelgo percorsi medi.....quindi ho deciso di prendere un telaio che è una lama in curva e a ogni watt sprigionato deve essere scaricato a terra.......quando avevo l'intenso la sensazione era si di scorrevolezza e di sicurezza in gara soprattutto in discesa, ma a discapito della reattività nei rilanci............perciò il telaio va scelto in base all'uso che ne devi fare.......non esiste un prodotto che copre a 360° la comodità e la reattività allo stesso tempo.......è come quando ti vendono un pneumatico dicendoti massima aderenza e massima resa chilometrica.......e si va bè!!! è chiaro che se c'è la massima aderenza ci sarà minor resa chilometrica......e così per i telai.....un telaio comodo non può darti le caratteristiche racing.........
 
  • Mi piace
Reactions: Ulisse74

Tall

Cronoman
4 Febbraio 2018
796
517
Veneto
Visita sito
Bici
Wilier
Per i ciclisti amatoriali spesso una bici comoda permette di andare più forte rispetto a prodotti estremi, salva energie e stressa meno il fisico che spesso ha già tanti problemi più o meno fastidiosi dettati dalla vita di tutti i giorni dei comuni mortali.
La bici estrema sarà anche più aereodinamica ed efficente ma per quanto tempo si riesce a mantenere la posizione e l'attitudine per sfruttarne le caratteristiche senza stancarsi? Mezz'ora? Un'ora? E poi finito quel breve momento di gloria tocca andare a 20 all'ora e non si vede l'ora di tornare a casa mentre magari con la bici comoda hai una velocità media più alta senza variazioni e picchi.
 

Passione BDC

Pignone
15 Febbraio 2018
110
20
48
Modena
Visita sito
Bici
Bianchi 928 Carbon
Quindi se volessimo mettere i puntini sulle “i” per far un esempio pratico (se possibile) fra la Bianchi XR4 CV “molto corsaiola” la Infinito CV “Endurance” e la XR3 CV “corsaiola” così i negozianti me le hanno presentate .... La XR3 CV potremmo leggerla il compromesso (sempre che esista) fra confort e performance ???? (Domandone dei domandoni)


Inviato dal mio iPhone utilizzando BDC-MAG.com
 

newbie

Apprendista Cronoman
24 Aprile 2014
3.265
1.360
36
Brescia
Visita sito
Bici
Trek domane + Cannondale trail 2+scapin eos5
Quindi se volessimo mettere i puntini sulle “i” per far un esempio pratico (se possibile) fra la Bianchi XR4 CV “molto corsaiola” la Infinito CV “Endurance” e la XR3 CV “corsaiola” così i negozianti me le hanno presentate .... La XR3 CV potremmo leggerla il compromesso (sempre che esista) fra confort e performance ???? (Domandone dei domandoni)


Inviato dal mio iPhone utilizzando BDC-MAG.com
Non credo ci sia differenza di performance utilizzando una bici o l'altra a parità di montaggio.
Anche per il comfort dipende dal tuo fisico.
 
  • Mi piace
Reactions: AndreaDi

Tall

Cronoman
4 Febbraio 2018
796
517
Veneto
Visita sito
Bici
Wilier
Quindi se volessimo mettere i puntini sulle “i” per far un esempio pratico (se possibile) fra la Bianchi XR4 CV “molto corsaiola” la Infinito CV “Endurance” e la XR3 CV “corsaiola” così i negozianti me le hanno presentate .... La XR3 CV potremmo leggerla il compromesso (sempre che esista) fra confort e performance ???? (Domandone dei domandoni)


Inviato dal mio iPhone utilizzando BDC-MAG.com

I negozianti prima di consigliare una bici più o meno estrema ai clienti (specie nel caso di clienti "diversamente giovani") dovrebbero fare fare una semplice domanda : quante ernie al disco hanno :mrgreen:
 

falberto1960

Novellino
28 Agosto 2010
3
0
torino
Visita sito
Bici
scott foil 20
non ho più la Domane da mesi...
quando ce la usavo avevo 2 coppie di ruote: le stiletto di Spada per l'estate/GF, le vision trimax 30 per l'inverno
grazie, domandavo perchè quest'anno ho acquistato una bici endurance con la quale mi trovo bene come posizione ma non come reattività.
stavo appunto chiedendomi se con un paio di ruote più leggere potessi risolvere.
 

maurocip

Scalatore
16 Luglio 2014
6.537
2.361
Terni, Umbria
Visita sito
Bici
Cervélo R3 Disk Di2 || Cannondale SuperX || Focus Raven Lite||
grazie, domandavo perchè quest'anno ho acquistato una bici endurance con la quale mi trovo bene come posizione ma non come reattività.
stavo appunto chiedendomi se con un paio di ruote più leggere potessi risolvere.
non sono un tecnico e soprattutto mi sembra molto difficile valutare una cosa come la reattività... le ruote le percepisco (forse) solo in termini di leggerezza...
 

flavio-resana

Maglia Gialla
16 Ottobre 2009
11.056
926
Resana (TV)
Visita sito
Bici
Bianchi Specialissima CV
grazie, domandavo perchè quest'anno ho acquistato una bici endurance con la quale mi trovo bene come posizione ma non come reattività.
stavo appunto chiedendomi se con un paio di ruote più leggere potessi risolvere.

bhè, mi stupisce che percepisci una "reattività" inferiore: i valori STW non sono poi così distanti da una "race"
con un set di ruote? forse delle R0 Fulcrum riescono a farti percepire più solidità generale.