[Intervista] Il futuro del museo del Ghisallo

jacknipper

Diversamente scalatore
9 Febbraio 2013
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Bici
Colnago per la strada & Kona per il fango
il museo è molto bello ed è situato in un posto denso di storia oltre che magnifico ma parliamoci chiaro, l'affluenza vera è solo nei we e solo nella bella stagione: tenere aperto in settimana o nella brutta stagione significa spendere per avere un museo deserto.

so che non è facile trovare soluzioni perchè, ovviamente, non è possibile pagare del personale sono nei we e solo per qualche mese però è evidente che così com'era non può continuare a funzionare.
 

Corto Maltese

Gregario
2 Giugno 2011
603
20
Sicilia
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Bici
Pinarello FP2
Perché non affidare la gestione a ragazzi che siano laureati nel campo dei beni culturali e appassionati di ciclismo ? Forze nuove , menti fresche, idee innovative. Si potrebbe tentare di dare fiducia a queste qualità . Sono sicuro che se qualcuno fosse disposto a credere in un progetto del genere nel giro di un anno il museo tornerebbe a splendere , a prescindere da ubicazione e stagione . Rendere il museo giovane, questa è la chiave.
 

Redoute

Maglia Amarillo
31 Maggio 2007
8.529
301
Lazio
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Bici
2
D'accordo con il pensiero di Corto Maltese per quanto riguarda l'affidamento della gestione e di jacknipper riguardo il fatto di tenerlo aperto solo a mio avviso da marzo ad ottobre anche perché la vedo difficile che durante l'inverno tanta gente salga al Ghisallo per vedere il museo stesso.
 

jacknipper

Diversamente scalatore
9 Febbraio 2013
11.630
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Bici
Colnago per la strada & Kona per il fango
in inverno la gente non sale al ghisallo punto e basta ... nè per vedere il panorama nè tantomeno per il museo ;)
 

bianco222

Scalatore
24 Giugno 2013
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Olmo ZeroTre Disc
Innanzitutto potrebbero iniziare rifacendo il sito (che è abbastanza bruttino a mio avviso) e poi lanciare una campagna di crowdfunding coinvolgendo i campioni e gli ex-campioni. Insomma se è vero che mancano 100.000 euro uno come Bettini che ha evaso quattro milioni e mezzo potrebbe anche metterci qualcosina... smackbutt Poi capisco che l'epoca di Magni era diversa ma ora i contratti solo we o solo estate sono la cosa più normale del mondo. Io stesso ci sono andato avanti quasi dieci anni...
 

fmandressi

Novellino
9 Dicembre 2013
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Bianchi 928
E' fuori discussione la passione e la generosità di Fiorenzo Magni e della sua famiglia, che hanno voluto e, da quanto si legge, sostenuto il museo fino ad oggi. Le difficoltà derivano dal fatto che con la scomparsa di Magni, mi pare di capire, sono venute meno i suoi contributi e quindi il museo è in difficoltà. Un museo che viva di biglietti è una rarità, tuttavia il problema di quello del Ghisallo non è solo lo scarso numero dei visitatori ma il fatto che il progetto museografico, a mio avviso, è totalmente sbagliato. L'edificio in se è bello ma poco adatto ad un museo; la passerella aerea e i volumi comunicanti non permettono spazi separati e quindi la creazione di atmosfere diverse e l'ausilio di luci e suoni, gli oggetti sono mal esposti e mal conservati, non c'è un percorso da seguire e non viene raccontata una storia; non si capisce se si voglia raccontare la storia della bicicletta, della sua tecnologia, un fenomeno di costume o una storia della sport ciclistico. Ci sono più registri comunicativi che si sovrappongono e molte cose improvvisate, come le didascalie su fogli di carta appiccicati in qualche modo senza nessun criterio museale. Molti pezzi non meritano di stare nel museo; la bicicletta di legno più grande del mondo è una bizzarria di nessun interesse, così come le biciclette di legno e altre cose strampalate, che sono proposte con la stessa enfasi della bici di Coppi o di qualche campione. Ma è sbagliata anche la collocazione della caffetteria dentro il percorso del museo, inaccessibile a chi non paga il biglietto, infatti è chiusa e tristemente abbandonata a se stessa; si doveva collocare all'esterno, libera a tutti (e da li passa tanta gente che si ferma in vetta per un caffé); si sarebbe pagata e avrebbe contribuito ai conti del museo. Sbagliati i gadget in vendita, troppi e brutti, con un marchio, quello del museo che non ha la forza per giustificare l'acquisto di un cappellino. Manca anche la segnalatica; a bellagio, a pochi chilometri, che è un centro turistico molto visitato dal quale pescare pubblico, non ricordo di aver visto cartelli visibili ed evidenti che promuovono il museo; manca completamente il marketing del museo. Ma il problema maggiore è il fatto che il museo non da emozione e non coinvolge il visitatore, non racconta. Paradossalmente le rampe del Muro di Sormano, a pochi chilometri, con dipinto il progredire del profilo altimetrico, le frasi dei protagonisti dell'epoca sono molto più emozionante di quella che invece è una rassegna di oggetti affastellati. Da anni si è imposto un modello museografico che con l'uso delle luci, dei suoni, delle scenografie, del multimediale, dell'interazione, porta il visitatore dentro una storia, lo coinvolge, lo emoziona. Spero che il museo si salvi ma credo che sia necessario rivederne radicalmente l'impostazione.
 

fabryr.

Apprendista Velocista
4 Marzo 2013
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seveso
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Bici
scout squadra corse
scrivo su questo post,ieri ho visto il museo aperto,non ho avuto modo di andare a leggere o chiedere gli orari,di sicuro una di queste domeniche andrò a fare una visita,se qualcuno è interessato faccia un fischio che magari si organizza una gita in compagnia o-o