È arrivata l'ora del freno a disco? ( abbiamo bisogno di frenare di più?)

È necessario avere freni a disco in bicicletta??

  • Si

    Voti: 70 20,3%
  • No

    Voti: 201 58,3%
  • Dipende

    Voti: 74 21,4%

  • Votanti
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golias

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Quello che vi dico è che domenica scorsa ho usato la gravel con i dischi con copertoni da 28 su asfalto e sterrato leggero, ed in discesa ho goduto. Tanto. Ma tanto tanto!!!
In discesa :cool: raccontaci della salita :mrgreen:
Per me è scontato che con un mezzo più pesante e in genere dal passo più lungo certe discese le affronti in modo diverso (certe... non tutte)
Per me il massimo sarebbe avere un bel telaio rigido in senso longitudinale, flessibile il giusto verticalmente (ma già potrebbero bastare certi reggisella e piega manubrio) corto di carro (max 410 ma se 405 meglio) e inclinazione cannotto sterzo 71 max 71,5 ;-)
Chiaramente con le misure adatte al mio fisico.
 
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rosetta

Apprendista Cronoman
9 Marzo 2009
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@Maurolic, ma tu che bicicletta usi? Ancora una coi comandi al telaio e i pignoni a vite, immagino.

Se no, perdonami se te lo dico sei una "vittima del marketing" pari pari a chi la bici la acquista coi dischi., con tutto quel che segue e consegue.

p. s. Io ho avuto due bici con il pressfit 41/92 e ne posseggo altre due sempre con questa soluzione, e nessuna delle quattro ha mai cigolato. Per contro tutti i miei amici e conoscenti con bici PF30 hanno avuto problemi. Ho anche visto bici con la scatola filettata male e non fresata con conseguenti problemi.

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PF86 sulla mia in metallo, tolleranze perfette e mai cigolii.. Di contro un carbonio economico o non lavorato a regola d'arte dà spesso problemi in zona movimento: giusto una settimana fa visto una bici con un gioco al movimento visibile a occhio nudo.
 

green dolphin

Scalatore
3 Gennaio 2008
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In discesa :cool: raccontaci della salita :mrgreen:
Per me è scontato che con un mezzo più pesante e in genere dal passo più lungo certe discese le affronti in modo diverso (certe... non tutte)
Per me il massimo sarebbe avere un bel telaio rigido in senso longitudinale, flessibile il giusto verticalmente (ma già potrebbero bastare certi reggisella e piega manubrio) corto di carro (max 410 ma se 405 meglio) e inclinazione cannotto sterzo 71 max 71,5 ;-)
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Sì chiaro, certe discese sono più adatte di altre. Col passo così lungo sicuramente va in crisi sullo stretto e cambi reperentini di direzione.

Eh, la salita è stata duretta, perché su sterrato, con polvere, pietre, etc. Una volta preso il mio passo sono andato su, molto regolare, ma peso 60 kg. ed in salita mi difendo, quindi non ho avuto particolari problemi. È su i saliscendi che la gravel mi ha penalizzato di più, sugli strappi secchi. Ho portato comunque a casa un buon 145 km con 1400 mt. di dislivello bene o male nei tempi che faccio con la bdc con i rim ;-)

Qui sotto il giro
https://strava.app.link/SXvulZXjgY
 
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RedCaad

Guest
In discesa :cool: raccontaci della salita :mrgreen:
Per me è scontato che con un mezzo più pesante e in genere dal passo più lungo certe discese le affronti in modo diverso (certe... non tutte)
Per me il massimo sarebbe avere un bel telaio rigido in senso longitudinale, flessibile il giusto verticalmente (ma già potrebbero bastare certi reggisella e piega manubrio) corto di carro (max 410 ma se 405 meglio) e inclinazione cannotto sterzo 71 max 71,5 ;-)
Chiaramente con le misure adatte al mio fisico.

Al Mugello in quanto giri?
 

Leosacco

Pedivella
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Dirò una eresia ma ho la sensazione che il potenziale messo a disposizione dai dischi non sia ancora sfruttato dai professionisti sennò diversamente, non ci dovrebbere essere stato dubbio sulla loro adozione immediata.
Cerco di spiegare la mia sensazione che è legata al fatto che nel ciclismo non mi pare ci sia la cultura della staccata ma c'è piuttosto la tendenza a pennellare le curve, ad accompagnarle. Infatti ho letto spesso una cosa strana e cioè che molti consumano piu i freni posteriori che quelli anteriori e questa cosa è compatibile con uno stile di guida che non prevede lo sfruttamento al massimo della velocità e la conseguente staccata per l'ingresso in curva ma un approccio più fluido ed accompagnatorio forse legato anche al fatto che le coperture sono molto strette e quindi non consentono di aggrapparsi ai freni con veemenza.
È un'idea che mi sono fatto e sulla quale mi piacerebbe leggere le vostre impressioni che le discese le fate davvero...

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gilvaganudo

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Dirò una eresia ma ho la sensazione che il potenziale messo a disposizione dai dischi non sia ancora sfruttato dai professionisti sennò diversamente, non ci dovrebbere essere stato dubbio sulla loro adozione immediata.
Cerco di spiegare la mia sensazione che è legata al fatto che nel ciclismo non mi pare ci sia la cultura della staccata ma c'è piuttosto la tendenza a pennellare le curve, ad accompagnarle. Infatti ho letto spesso una cosa strana e cioè che molti consumano piu i freni posteriori che quelli anteriori e questa cosa è compatibile con uno stile di guida che non prevede lo sfruttamento al massimo della velocità e la conseguente staccata per l'ingresso in curva ma un approccio più fluido ed accompagnatorio forse legato anche al fatto che le coperture sono molto strette e quindi non consentono di aggrapparsi ai freni con veemenza.
È un'idea che mi sono fatto e sulla quale mi piacerebbe leggere le vostre impressioni che le discese le fate davvero...

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Parlo per me. Non si fanno le staccate perché non si ha il motore in uscita di curva, perdere tanta velocità in ingresso vuol dire recuperarlo in uscita . oltre che fare frenate brusche su strade spesso sporche e con coperture di pochi mm non è proprio sicuro

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golias

Factotum :-)
28 Marzo 2018
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Cerco di spiegare la mia sensazione che è legata al fatto che nel ciclismo non mi pare ci sia la cultura della staccata ma c'è piuttosto la tendenza a pennellare le curve, ad accompagnarle. Infatti ho letto spesso una cosa strana e cioè che molti consumano piu i freni posteriori che quelli anteriori e questa cosa è compatibile con uno stile di guida che non prevede lo sfruttamento al massimo della velocità e la conseguente staccata per l'ingresso in curva ma un approccio più fluido ed accompagnatorio
Esatto.. e vale per qualsiasi mezzo (fatte le opportune distinzioni di peso chiaramente)
Con la bdc non serve staccare al limite.. molto più proficuo dare un colpo per rallentare impostare la traiettoria ed eventualmente rallentare di nuovo (ma qui dipende dal tipo di curva-tornante asfalto-fondo larghezza-disponibilità strada etc etc) allargare quanto possibile andare a cercare il punto di corda -prima con l'occhio- e poi con le ruote ma in impostazione a quel punto si lascia correre e una volta terminta la curva se si vuol far gara o il tempone si rilancia.
E' facile a dirsi.. un filo meno a farsi, chiaramente c'è chi è più predisposto di altri e lì c'è poco da fare ;-)
Ah.. e non tutte le ciambelle escono con il buco :-x
 
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RedCaad

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Parlo per me. Non si fanno le staccate perché non si ha il motore in uscita di curva, perdere tanta velocità in ingresso vuol dire recuperarlo in uscita . oltre che fare frenate brusche su strade spesso sporche e con coperture di pochi mm non è proprio sicuro

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Senza considerare che non si corre con una tutta in pelle ma in costume da bagno...