parole di un ricercatore che si è occupato di rotture di bici ma non ho più il bicitech sotto mano.
qualche venditore di lunga esperienza però potrebbe confermare per sommi capi.
Aspetta, facciamo chiarezza sui dati certi che abbiamo riguardo al passato, poi del presente ci si occuperà dopo, e si tireranno le somme facendo le dovute statistiche, che dovranno tenere in considerazioni però variabili differenti.
1) Si passò dall'acciao all'alluminio in un momento che fu di innovazione e nello stesso tempo di rottura: in tutti i sensi A metà delgi anni '70 per l'esigenza di alleggerire i telai in acciaio, si era arrivati ad un punto morto: la tenuta non era più garantita, le rotture erano frequenti, e per la tecnologia di allora, si era arrivati al punto limite raggiungibile per quel tipo di materiali. Ecco che si cominciarono a sperimentare le leghe di alluminio più seriamente, cambiò il modo di concepire le tubazioni, che diventarono oversize con spessori in certe zone vicine a quelle di una lattina di coca-cola: impensabile per l'acciaio.
2) Anche l'alluminio ad un certo punto arrivò ad un limite, hai voglia a cercare di produrre telai col peso poco sopra il Kg. e far sì che non flettessero, la battaglia era persa in partenza. Così, come accadde per l'acciaio, si cercò l'alternativa. E l'alternativa più vicina, anche se presente sul mercato già dalla metà degli anni '90 con colossi quali Kestrel e Trek, a cui si unì Giant subito dopo, fu il carbonio. Indubbiamente ciò a consentito di abbattere quel muro di 1200-1300 gr. dei telai in alluminio. Ovviamente non tutte le ciambelle riescono col buco, anche i telai in alluminio di grandi marchi (Cannondale) si rompevano nel tentativo di portare all'estremo il peso, e questo è accaduto di pari passo col carbonio: non è che il materiale in sé fosse la panacea di tutti i mali, come tutti i materiali, se portato all'estremo per avvantaggiare il peso, dimostrava le sue criticità.
Ora, la frequenza delle rotture andrebbe indagata facendo una comparazione: in statistica un valore percentulale più alto (come anche uno estremamente basso), messo lì senza un perché, non ha molto significato.
Andrebbe indagata la percentuale di rottura in rapporto ai telai in carbonio in commercio oppure venduti nell'ultimo anno, o negli ultimi 3 anni, magari divisi per fascia di peso, etc.
L'unica supposizione (alquanto veritiera, però) che posso trarre è che il volume di telai in carbonio venduti ai giorni nostri, è nettamente più alto di quelli venduti in acciaio negli anni '70, ma anche più alto dei telai in alluminio venduti negli anni '80-'90, quindi le statisiche si dovranno fare in primis tenendo conto di questo fattore, e credo si avrebbero delle sorprese non da poco nei risultati.
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