Patrick Plaine

faberfortunae

Scalatore
30 Settembre 2011
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Modena
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sempre una in meno...
Una storia difficile che forse simboleggia anche uno dei volti attuali del ciclismo, come situazione di criticità cronica della mobilità. Anche in questa zona i pendolari delle due ruote hanno fatto fatica a ripetere l'inno alla speranza, in una resa dei conti anche incoscente sui pro e contro di interferire con il traffico normale. La tensione politica è estremamente contraddittoria, poiché, da un lato, la bicicletta è indicata come salvezza ecologica e con i blocchi da inquinamento ed i conflitti petroliferi lo è, dall'altro i rischi preistorici che fa correre passando sulle arterie aperte al traffico sono spesso irragionevoli. Capisco che in qualche modo il corpo della tradizione ciclistica si sia convertita a riconoscere che spesso in bicicletta non si può andare, ma dall'altro dobbiamo trovare una qualità della circolazione che non ci privi del suo potenziale, e che molti movimenti moderni, che potremmo distinguere cronolgicamente e tutti insieme, off road incluso, nei fenomeni vintage e fixed, hanno compiuto e stanno compiendo e contro i quali, alley cats alla mano, c'è da pensarci. Io credo di aver fatto la mia parte lavorando ed approfondendo la questione ciclismo dal maggior numero di punti di osservazione e restando il primo a far chiarezza sul rischio poco serio che si corre se si mette un veicolo a pedali su una strada extraurbana dove passano autoarticolati costretti spesso a superare la linea di mezzeria per potervi transitare con i minimi margini di sicurezza. Dopo un pò più di esperienza considero che la transizione tra vecchio e nuovo ciclismo sta avvenendo con proporzioni notevoli, nonostante siano ancora molti i colli di bottiglia, sia nella legge che nelle piste ciclabili. Mi auguro che anche qui, il filone 900, lasci strada alla new wave foriera di ordini meno utopici e qualunquisti. La tragica fine di Patrick Plaine, che conosciamo da questo articolo, può essere l'estremo passaggio di testimone tra passato e futuro. Ringraziando, anche in quest'uomo, martire della strada, l'esperienza ed il lavoro svolto nel secolo scorso, gettiamo le fondamenta per una circolazione meno pericolosa e più serena.


sai che c'ho capito poco e niente? ;nonzo%
 
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Alessiuccio

Apprendista Cronoman
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24 Luglio 2008
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Bianchi Sempre Pro Ultegra - Bianchi Impulso Veloce
Ognuno di noi vive per una sfida. Con se stesso, prima che con gli altri. Per quanto alcuni lo possano negare, credo che nel profondo di ognuno di noi sia così. Dalla sfida a carte con gli amici a quella per la sopravvivenza dei meno fortunati, a quella per trovare la propria direzione nella vita. Ma comunque, è sempre un viaggio da intraprendere.
Il mio saluto a Patrick è nel segno del rispetto del suo grande viaggio.
 

lupo solitario

Ammiraglia
3 Febbraio 2008
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Quelle che testo.
Lo ammiro per il suo coraggio e per il suo amore verso la vita e la libertà sostanziale; libero da convenzioni e da etichette; un uomo che ha saputo rompere gli schemi scialbi della quotidianità; un uomo che amava davvero la bicicletta e che non ha saputo rinunciare al senso di benessere e di equilibrio che questo umile ma geniale mezzo Sa donare. Se al mondo ci fossero più Patrick Plaine sarebbe migliore. Posso solo sperare che non abbia sofferto al momento dell'incidente; non lo avrebbe meritato. Ci lascia un insegnamento; sta a noi comprenderlo e farlo nostro. Tra i tanti suoi insegnamenti non sfuggirà quello che per essere felici basta una bicicletta.
R.I.P. grande ciclista.Faccio i complimenti all'amministrazione del forum per la segnalazione del fatto. Spero che saprà riproporre storie di veri ciclisti, perché il mondo ha bisogno di esempi, di guide spirituali ma concrete nelle loro idee.
 
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bikeblues

Novellino
18 Dicembre 2012
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due
un vero esempio! non dimentichiamoci di partecipare e magari creare occasioni e manifestazioni per affermare con forza e determinazione il nostro diritto alla circolazione sicura su tutte le strade, sempre.
 

Kestrel

Apprendista Velocista
23 Agosto 2004
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Focus Cayo Evo - Sram Force
personaggi incredibili
a quell'età tutti quei km
ad Agosto secondo quel calendario 166 km al giorno in media
una distanza che per molti qui è ardua fare in una volta sola e poi ci si riposa per qualche giorno...
da quello che ho capito aveva iniziato a lavorare giovanissimo e poi già gran macinatore di km aveva deciso di dedicarsi completamente alla bici andando in pensione intorno ai 40 anni con una mensilità minima senza pretese, ma per lui era più importante dedicarsi a ciò che lo rendeva più felice, la cosa più bella del mondo, l'andare in bicicletta... 1 milione e 700 mila km in tutta la vita e chissà quanti altri ne avrebbe fatti ancora se non fosse scomparso improvvisamente... è come uno che ne avesse fatti 4-5 milioni in automobile, ovviamente non a livello di fatica che il confronto non si pone mai, ma in proporzione come tempo impiegato su strada...
Davvero assurdo che proprio un trattore se lo sia portato via, un veicolo a motore già piuttosto lento di suo x legge (non può superare i 40 km/h pure avendo notevole potenza visti i carichi di lavoro che deve sopportare su forti pendenze) ma il destino ha voluto così... (anch'io una volta rischiai di essere centrato da un trattore ma io ero in discesa e quello in salita in procinto di svoltare dall'altra parte tagliandomi la strada)
1 milione e 700 mila km cioè oltre 2 volte il viaggio andata e ritorno dalla Luna o 42 volte e mezza il giro intorno al globo terrestre
Questo è quello che può fare un corpo umano che nello stesso tempo deve svolgere un milione di altre funzioni, mentre un motore meccanico ha la sola funzione di muovere un corpo e dura molto di meno!
 

camoscio d'oro

Apprendista Scalatore
4 Novembre 2010
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AL CHIODO
Forse non un esempio, ma un uomo da ammirare e per cui vale la pena spendere qualche minuto di lettura e di pensiero, perchè le scelte radicali vanno quasi sempre rispettate.
Perchè le scelte radicali portano all'uomo che le intraprende sempre più svantaggi che vantaggi, perchè sono strade difficilmente percorribili, strade che l'umanità solitamente non percorre e per autodifesa considera folli chi decide di farlo.

In questo momento il mio pensiero va ad un uomo, anzitutto coraggioso, perchè capace di lasciare il branco ed andare da solo all'avventura e alla scoperta.