La motivazione: trovare nuovi stimoli dentro di sé

Davide Mamo

Novellino
12 Novembre 2012
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Spiegare qualcosa che tutti hanno e percepiscono è un compito che può sembrare anche *facile.*Un mio coach mi dice spesso che quando si crede di conoscere bene una cosa, una ... Continua la lettura...
 

carminuccio77

Pignone
10 Dicembre 2008
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Belli questi articoli, di notevole importanza e stimolo ad approfondire un tema che pochi conoscono. Ottima iniziativa, non perderò una sola pagina, grande Mamo, aggiornaci, magari dei consigli pratici sarebbero di grande valore.Un sentito GRAZIE
 

CONTERALLY

Pignone
5 Febbraio 2012
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Castenedolo BS
blog.libero.it
Bici
Bianchi - citybike
Ottimo articolo che sinetizza quanto ne sappiamo. A ciò posso aggiungere, elementi contigui che la grammatica del caso tende a non vedere. In particolare una motivazione importante nel sostenere la competizione sportiva, sta nel calibrarne il valore uscendo dal circuito, che giunge ad essere vizioso, di verticalizzare la situazione togliendo importanza alla misurazione, come se al contrario non fosse lo scopo accettabile del convenirvi. Non è sufficente accettare il primato come senso unico, se riconosco in quella disciplina un valore qualitativo e non solo quantitativo, talchè ogni atleta otterrà comunque il miglior risultato possibile, giungendo al proprio massimo. Riconoscendo l'impossibile una follia ed il massimo guadagno un limite invalicabile, possiamo anche affermare che nella realtà la massima prestazione corrisponde anche la vittoria disponibile.
Nel ciclismo tra le motivazioni si può aggiungere quella di sostenere una capacità atletica funzionale alla mobilità ecologica che risulta essere, aumentando il raggio utile a disposizione del cittadino, sia per qualità, che per quantità. Si può quindi ben decidere di fare delle uscite di allenamento, di stampo agonistico, per poi sfoggiare in città su una fixed piuttosto che su una citybike la propria potenza, facendo colpo sulle vanità del boulevard. In tempi di poche parole, non si sfigura.
 

camoscio d'oro

Apprendista Scalatore
4 Novembre 2010
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Pontedellolio (PC)
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Bici
AL CHIODO
A me interessa sopratutto l'ultima parte: "In questi casi accanto alla ricerca delle motivazioni “pure e radicate” dell’atleta andranno affrontate problematiche relative alla gestione dello stress, l’over training e il burn out, nonché una rivisitazione adeguata di obiettivi a medio-lungo termine. Ma sono argomenti che tratteremo nelle prossime puntate. Vi lascio con una lettura che può risultare interessante per quanti vogliano approfondire la tematica della motivazione e della resilienza (anche questo un tema che affronteremo presto): Perseverare è umano, Pietro Trabucchi, Editore"

ahime è proprio ciò che successe a me. Però a mio avviso, non è vero che gli incoraggiamenti esterni non sono determinanti e che la forza va cercata solo in se stessi. A me in un momento di debolezza mentale, con alle basi uno sfinimento fisico, furono più quelli (forse stanchi di vedermi con gli occhi a terra) che mi consigliarono di smettere piuttosto che di continuare.
Mi ricorderò sempre un viaggio di ritorno in macchina da una gara, mio padre mi disse " ma in fondo la tua esperienza l'hai fatta, cosa servirebbe continuare". Ecco, seppure ero liberissimo di intraprendere qualsiasi decisione, vi assicuro che quelle frasi fecero breccia nella mia mente le cui difese erano abbassate dallo sconforto e dalla stanchezza.
 

Davide Mamo

Novellino
12 Novembre 2012
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A me interessa sopratutto l'ultima parte: "In questi casi accanto alla ricerca delle motivazioni “pure e radicate” dell’atleta andranno affrontate problematiche relative alla gestione dello stress, l’over training e il burn out, nonché una rivisitazione adeguata di obiettivi a medio-lungo termine. Ma sono argomenti che tratteremo nelle prossime puntate. Vi lascio con una lettura che può risultare interessante per quanti vogliano approfondire la tematica della motivazione e della resilienza (anche questo un tema che affronteremo presto): Perseverare è umano, Pietro Trabucchi, Editore"

ahime è proprio ciò che successe a me. Però a mio avviso, non è vero che gli incoraggiamenti esterni non sono determinanti e che la forza va cercata solo in se stessi. A me in un momento di debolezza mentale, con alle basi uno sfinimento fisico, furono più quelli (forse stanchi di vedermi con gli occhi a terra) che mi consigliarono di smettere piuttosto che di continuare.
Mi ricorderò sempre un viaggio di ritorno in macchina da una gara, mio padre mi disse " ma in fondo la tua esperienza l'hai fatta, cosa servirebbe continuare". Ecco, seppure ero liberissimo di intraprendere qualsiasi decisione, vi assicuro che quelle frasi fecero breccia nella mia mente le cui difese erano abbassate dallo sconforto e dalla stanchezza.

Ciao Camoscio d'Oro. Grazie per il tuo intervento che mi permette di chiarire una cosa. Quando parlo di incentivi esterni non intendo gli incoraggiamenti di terze persone, ma, aiutandomi con la descrizione del vocabolario, "sollecitazioni finalizzate all'incremento di qualcosa".
Un incoraggiamento da parte delle persone vicine porta spesso ad un significativo aiuto per l'atleta. Spesso è infatti utile, soprattutto in caso di giovani atleti, che i genitori siano tenuti a conoscenza del percorso intrapreso, e così anche gli allenatori, per poter remare tutti nella direzione migliore.