Posizione in sella vintage

Cancelliere

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Daccordi, CoppiMasciaghi, Aquila, Atala, ColnagoSport?
Ciao
quel che scrivi è tutto vero, vero e sacrosanto, però del ciclismo eroico preferisco tenere nel cuore la leggenda, la magia delle cose raccontate. Il doping mi ha tolto la passione del ciclismo contemporaneo, tanto che le gare professionistiche oggi le vedo a fatica, con la testa piena di sospetti...
Invece amo leggere le storie dei giganti del vecchio ciclismo, perché le loro vicende sono legate alla storia del novecento, perché ognuno di quegli atleti ha un carattere eroico e perché vi sono pochissime immagini video, cosa che mi permette di lavorare con la fantasia.
Chiudo con una precisazione: non penso che i ciclisti di oggi siano dei "fighetti", anzi ho grande rispetto per la fatica che fanno, per l'impegno che mettono, malgrado questo non riesco più ad appassionarmi.
ciao, Luigi.

quoto :asd2: :asd2: :asd2:
 

Darius

Scalatore
18 Ottobre 2005
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Colnago V1-r
Il tuo parallelo fra ciclismo eroico/tennis d'antan, soprattutto riferito alle attrezzature improbabili ed improponibili, unito alla recente cronaca , mi fà notare che su questo forum stà passando sotto silenzio la scomparsa di un altro grande del passato, che ci ha regalato delle pagine sublimii, come la partita di tennis nella nebbia nel suo "Fantozzi" del 1971 e soprattutto la Coppa Cobram da "Fantozzi contro tutti" del 1979.

Non parlo degli episodi dei film, tutto sommato mediocri, ma dei racconti letti nei libri, o ascoltati nelle clamorose letture radiofoniche dello stesso Villaggio alla Rai, nei lontani pomeriggi degli anni '70.

Tragicamente grandioso ed indimenticabile.
Fine OT

Sono stato e sarò sempre un estimatore di Villaggio e dei personaggi da lui creati, i suoi film hanno accompagnato la mia giovinezza, e tante cose che all'epoca parevano comiche e paradossali me le ritrovo oggi nella mia azienda nonostante siano passati più di trent'anni, tutto quello che rappresentava lo trovo terribilmente attuale... ciao Paolo.
 

Ser pecora

Diretur
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16 Aprile 2004
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dove capita
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Magari se gli chiedevi cosa ne pensava oggi dei suoi vent'anni, ti rispondeva: "Li avessi adesso, i vent'anni :cry "

Non credo, proprio perché non era una persona che si sentiva vecchia, seppur 90enne, e che stava li a magnificare il passato, ma guardava al presente ed al futuro. La cosa di cui più parlava volentieri era il "suo" museo del ghisallo e dei progetti che lo riguardavano, non dei bei tempi andati.

Concordo con quanto dice Crisi: il bello del ciclismo sono sempre stati i racconti. Oggi è venuta proprio meno la capacità (o meglio, la possibilità) di raccontarlo.
Ma se si prende il ciclismo "eroico" e lo si guarda da molto vicino non è in nessun modo "meglio" di quello che è venuto dopo.

Purtroppo tanta disillusione rispetto il ciclismo odierno porta proprio a magnificare un passato che spesso si conosce approssimativamente (parlo in generale, non ce l'ho con nessuno in particolare). Ma per me cosi diventa solo una fuga all'indietro.
Per me la passione deve anche essere verità, se no è una favola o-o
 

Darius

Scalatore
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Non credo, proprio perché non era una persona che si sentiva vecchia, seppur 90enne, e che stava li a magnificare il passato, ma guardava al presente ed al futuro. La cosa di cui più parlava volentieri era il "suo" museo del ghisallo e dei progetti che lo riguardavano, non dei bei tempi andati.

Concordo con quanto dice Crisi: il bello del ciclismo sono sempre stati i racconti. Oggi è venuta proprio meno la capacità (o meglio, la possibilità) di raccontarlo.
Ma se si prende il ciclismo "eroico" e lo si guarda da molto vicino non è in nessun modo "meglio" di quello che è venuto dopo.

Purtroppo tanta disillusione rispetto il ciclismo odierno porta proprio a magnificare un passato che spesso si conosce approssimativamente (parlo in generale, non ce l'ho con nessuno in particolare). Ma per me cosi diventa solo una fuga all'indietro.
Per me la passione deve anche essere verità, se no è una favol
a o-o

Analisi perfetta Ser, e allo scopo voglio segnalare per gli appassionati di storia del ciclismo questo bel libro sul Tour de France:

"Tour de France, tour de Souffrance" di Albert Londres pubblicato da Excelsior, arricchito nella versione italiana dalla collaborazione di Alfredo Martini.

E' il racconto dell'epopea della Gran Boucle dal 1929, ricco di foto d'epoca e testimonianze che riportano un quadro a tratti sconcertante per quelli come noi che viviamo il ciclismo moderno, una storia che in alcuni passaggi ti fa sprofondare all'inferno e incute, nel bene e nel male, un senso di profondo rispetto per quelli che furono definiti dall'autore "i forzati della strada".
 

Cancelliere

Apprendista Velocista
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Daccordi, CoppiMasciaghi, Aquila, Atala, ColnagoSport?
Immenso Hugo Koblet, immenso nella vittoria e nella sconfitta.
Il fascino del ciclismo vintage sta anche nelle storie umane che racconta, e le vicende di Koblet sono tra le più coinvolgenti.
ciao

Mi sono documentato sulla storia di Hugo Koblet, che fino ad ora per mè consisteva solo nelle didascalie di due foto, sul catalogo Campagnolo Cognin del 1952
https://it.wikipedia.org/wiki/Hugo_Koblet
http://ricerca.repubblica.it/repubb...07/20/quando-koblet-si-ritiro-dalla-vita.html

Un grandissimo campione, un bell'uomo, un raffinato gentiluomo.
Un tormentato tramonto, una tragica fine.

Non deve essere stato per niente facile accettare il prematuro declino per chi aveva vinto, primo non Italiano, il Giro, e l'anno successivo il Tour.

Ma anche all'apice della carriera però non doveva essere stato facile, per uno Svizzero e per di più di Zurigo, convivere con toscanacci di Ponte a Ema come Bartali, vedi l'episodio della borraccia al Tour del 1951, o con piemontesi di Castellania come Coppi, vedi tappa dello Stelvio al Giro del 1953.
 
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CRISI

Gregario
23 Dicembre 2015
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Trentino, e sogno la Lunigiana
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DE ROSA e Scapin
Mi sono documentato sulla storia di Hugo Koblet, che fino ad ora per mè consisteva solo nelle didascalie di due foto, sul catalogo Campagnolo Cognin del 1952
https://it.wikipedia.org/wiki/Hugo_Koblet
http://ricerca.repubblica.it/repubb...07/20/quando-koblet-si-ritiro-dalla-vita.html

Un grandissimo campione, un bell'uomo, un raffinato gentiluomo.
Un tormentato tramonto, una tragica fine.

Non deve essere stato per niente facile accettare il prematuro declino per chi aveva vinto, primo non Italiano, il Giro, e l'anno successivo il Tour.

Ma anche all'apice della carriera però non doveva essere stato facile, per uno Svizzero e per di più di Zurigo, convivere con toscanacci di Ponte a Ema come Bartali, vedi l'episodio della borraccia al Tour del 1951, o con piemontesi di Castellaccia come Coppi, vedi tappa dello Stelvio al Giro del 1953.
Ben fatto Cancelliere, un link ci voleva proprio.
ciao.
 

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Daccordi, CoppiMasciaghi, Aquila, Atala, ColnagoSport?
Leggendo dell'episodio della borracia fra Bartali e Koblet nel Tour del 51 https://it.wikipedia.org/wiki/Hugo_Koblet mi è venuta in mente un'altra famosa borraccia, ed ho avuto una geniale :-x intuizione.

Credo di poter addirittura svelare il mistero:sborone: che si nasconde dietro una delle immagini più analizzate e discusse del Ciclismo Classico, quella dello scambio della borraccia fra Bartali e Coppi, al Tour del 1952.

coppi-e-bartali.jpg



Il precedente fra Bartali e Koblet ci fà capire che la borraccia è stata passata da Bartali a Coppi.

Ma non perchè Bartali fosse pentito del dispetto fatto l'anno prima a Koblet, colpito dalla sua signorile reazione, e desideroso di redimersi.

Secondo me, la borracia che Bartali stà passando a Coppi, visibilmente stravolto ed in difficoltà, è una borraccia vuota, e la sua espressione seria non è dovuta alla concentrazione nello sforzo, ma al tentativo di trattenere la risata al pensiero della faccia che farà Coppi quando se ne accorge :rosik:

Perchè si sà, i toscanacci non fanno scherzi, ma beffe, e trattano nello stesso modo, senza riguardi o distinzioni di razza, i piemontesi di Castellaccia e gli svizzeri di Zurigo.

In pieno spirito di rievocazione vintage, faziosi come al tempo fù:

W BARTALI , /\/\ Coppi
 
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CRISI

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DE ROSA e Scapin
Leggendo dell'episodio della borracia fra Bartali e Koblet nel Tour del 51 https://it.wikipedia.org/wiki/Hugo_Koblet mi è venuta in mente un'altra famosa borraccia, ed ho avuto una geniale :-x intuizione.

Credo di poter addirittura svelare il mistero che si nasconde dietro una delle immagini più analizzate e discusse del Ciclismo Classico, quella dello scambio della borraccia fra Bartali e Coppi, al Tour del 1952.

coppi-e-bartali.jpg



Il precedente fra Bartali e Koblet ci fà capire che la borraccia è stata passata da Bartali a Coppi.

Ma non perchè Bartali fosse pentito del dispetto fatto l'anno prima a Koblet, colpito dalla sua signorile reazione, e desideroso di redimersi.

Secondo me, la borracia che Bartali stà passando a Coppi, visibilmente stravolto ed in difficoltà, è una borraccia vuota, e la sua espressione seria non è dovuta alla concentrazione nello sforzo, ma al tentativo di trattenere la risata al pensiero della faccia che farà Coppi quando se ne accorge :rosik:

Perchè si sà, i toscanacci non fanno scherzi, ma beffe, e trattano nello stesso modo, senza riguardi o distinzioni di razza, i piemontesi di Castellaccia e gli svizzeri di Zurigo.

In pieno spirito di rievocazione vintage, faziosi come al tempo fù:

W BARTALI , /\/\ Coppi
Ciao, da qualche parte, non ricordo dove purtroppo, lessi che quell'immagine, simbolo di un epoca ciclistica, è una foto posata, spiego: nelle tappe precedenti ci fu in effetti uno scambio, ma il fotografo non riuscì ad immortalarlo, allora i due campioni si prestarono a ripetere il gesto... Chissà, leggende...
Ha avuto un successo enorme quell'immagine, l'ho vista un po' ovunque, ovviamente dai meccanici, nei pub, addirittura nell'ufficio di un preside,insomma è una foto molto Pop.
Per conto mio credo che sia potentissima, è la riconciliazione di due uomini che rappresentavano un'Italia divisa, assume il senso di un fair play politico, non solo sportivo. Del resto entrambi i campioni non erano granché quanto a fair play.
Ciao, sono di molto, ma di molto off topic.
 

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Apprendista Velocista
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Daccordi, CoppiMasciaghi, Aquila, Atala, ColnagoSport?
A piedi

C'era poi la la posizione: “spingendo a piedi”, quando le pendenze ed i rapportoni dell’epoca proprio non andavano d’accordo fra loro, malgrado il fisico e l’allenamento eroico.




Tour de France 1926.jpg
Nella prima foto, degli anni '20 del secolo scorso, vediamo un non ben identificato ciclista, sui Pirenei.
Malgrado i segni della fatica impressi sul volto, lo stile di spinta è impeccabile.




1926-Buysse-sul-Tourmalet.jpg
Nella seconda foto, Lucien Buysse, nel vittorioso del Tour del '26, in azione un pò più scomposta, sul Tourmalet.





Octave_Lapize Tour_de_France_1910.jpg
Qui, l’indimenticabile Octave Lapize nel Tour del 1910, a piedi alla prima ascesa del Tourmalet.
Secondo la leggenda, sembra che, mentre spingeva, inveisse: " assassins, vous êtes des assassins (in italiano: assassini, siete degli assassini)", all’indirizzo degli organizzatori.
Un’altra versione vuole che glielo abbia gridato direttamente in faccia, a muso duro, alla fine della terribile tappona di 326,7 km, che oltre al Col du Tourmalet, comprendeva anche il Col de Peyresourde, il Col d'Aspin e il Col d’Aubisque.
Un altro racconto, anche se meno attendibile, dice che poco dopo, un po’ più calmo, abbia commentato: "E che ca…o! (in francese: et quel chou!)…. bastava lo dicessero prima, che il Tourmalet era così!....che se lo sapevo montavo la compact :-x:-x:-x"

L'Eroica SanteMarie anni '10.jpg
Per finire, una foto degli anni ’10 di questo secolo, dove vediamo Cancelliere, al km 153 sulle SanteMarie, anche lui mentre spinge.
La leggenda vuole che, mentre spingeva, borbottasse fra se e se: "No! Non cederò mai.. .sulla mia Atala Eroica...la compact!….mai e poi mai!! piuttosto a piedi!"
PS Non è che ho una fissa per la compact (Brrr!, che gioco di parole agghiacciante!), lo dico solo perchè si stà avvicinando la data dell'Eroica 2019, e volevo esorcizzare l'apparizione dei soliti thread: "Mi sono iscritto all'Eroica, che dite, posso montare la compact sulla mia bici d'epoca :cry:?
 
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