[FONT="]A due giorni di distanza, con la mente fresca e le gambe ancora un po indolenzite, anchio voglio mettere giù due righe per raccontare unesperienza indimenticabile
Voglio iniziare quasi dalla fine, cioè dal primo tornante a circa due km dalla fine del Rombo, dove il più sadico degli organizzatori ha avuto lidea di appendere le epiche magliette da finisher di chi non ce lha fatta degli anni precedenti
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[FONT="]E da quando siamo stati estratti, io e Enrico Ercole, che avevo lincubo di vedere la mia maglietta là appesa come unaonta al mio orgoglio da lavare solo con tanto sudore. E ora lo posso anche confessare: la bicicletta è bellissima, andare in giro con amici è divertente e gratificante, ma in questi mesi, quante volte alla mattina allalba, poco dopo le 5,00, magari dopo essere rimasto sveglio alla sera un po più del dovuto, la voglia di girasi nel letto e continuare a dormire per un altro paio dore ha cercato di farmi scrivere via whatsup agli altri matti del mattino che ci saremmo visti magari il giorno successivo
e poi limmagine dei tornanti del Rombo, con la mia maglietta appesa lacerata mi si ripresentava davanti e allora andiamo, sù, in piedi a spremere un po di quel sudore necessario per lavare lonta del non farcela.[/FONT]
[FONT="]E poi venerdì prima della gara, arrivando dallItalia la pessima idea di passare dal Rombo, così vediamo comè
anni fa già ero passato da quella strada e già allora limpresisone era stata quella del mostro
salita dura, vera in un paessaggio particolare non paragonabile ad altri passi alpini anche a quote più elevate già conquisitati con la mia bicicletta.[/FONT]
[FONT="]Guido in silenzio nonostante lauto sia carica di moglie, figlio e suoceri che forse piano piano si rendono conto anche loro della durezza della gara che andremo ad affrontare. Fino ad arrivare al primo tornate con le magliette lacere appese. Fino ad allora quellimmagine era stata solo immaginata grazie ad alcune foto che avevo visto, ma dal vivo limpressione è ancora più crudele
I dubbi iniziano a farsi sempre più pressanti
se avessi fatto qualche km in più, se mi fossi svegliato qualche decina di minuti prima, se non avessi sforzato troppo il giniocchio malconcio da un mesetto e che ora contribuisce a lasciarmi dubbioso sulla tenuta per almeno 12 ore di fatiche
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[FONT="]La domenica mattina i dubbi restano, ma fortunatamente non mi hanno impedito di dormire quanto necessario e ci presentiamo al via. [/FONT]
[FONT="]Lobiettivo è uno solo: portare a casa la maglia e non lasciarla nelle mani del sadico organizzatore per allestire i tornanti della prossima edizione dellOtzi![/FONT]
[FONT="]I km scorrono con alternanza veloci come non mai e lenti, ma con giudizio, con locchio sempre attento ai vari passaggi alle
time station. Ci si sente parte di qualcosa di importante, di una festa di unintera valle che si accalca lungo le strade nemmeno fossimo concorrenti di un grande giro! Incoraggiamenti da tutti, parole di conforto in salita e sostegno nei momenti un po meno brillanti in cui i km passano molto meno velocemente.[/FONT]
[FONT="]Il dislivello compiuto cresce e con un ritmo che sembra metterci al sicuro, ma rimane sempre lui
il mostro ad aspettarci con i suoi 28 km e quasi 2000 m di dislivello![/FONT]
[FONT="]Alzando la testa, dal profondo della val Passiria, si presenta lassù in alto in alto la strada che segna il versante fino a scomparire nelle viscere della montagna
sento dentro di me la voce di mia moglie che mi ripete di non guardare mai in alto, ma sempre solo la ruota anteriore e la strada davanti pochi metri a essa. I km passano lenti e ancor più lenti i metri di dislivello
mi pongo obiettivi intermedi: tra 2 km cè il ristoro, poi oltre dopo 4 km prendo lutimo gel, poi dopo altri 2 km lultima mezza banana anticrampi e così arrivo alla parte finale, a quelle maledette ultime rampe che ti portano alle magliette: qui davvero ho avuto i brividi e, segno ormai che sto invecchiando, una lacrimuccia ha provato a mescolarsi al sudore della fronte
ormai non potevo più cedere, la mia maglietta non sarebbe stata trofeo e spauracchio per i prossimi sfidanti della Otzt![/FONT]
[FONT="]Mancano ancora pochi metri e un ulteriore motivo di stimolo arriva quando vedo il cartello di #rapportoagile che con la campana incita tutti i ciclisti che si sono avventurati fin quassù. Sono dopo le 17, chissà da quanto tempo è lì che lancia un incoraggiamento e distribuisce caramelle al miele! Tutto per la sola passione irrefrenabile per questo splendido sport! Con il suo carburante riesco anche quasi a scattare e a volare gli ultimi 700 m prima del tunnel! Sotto larco che contraddistingue il passo e la fine delle fatiche mi aspetta, come del resto ha fatto in tutte le altre salite, il fido compagno e amico Enrico che mi accoglie con un sorriso che ben ritrae la soddisfazione interiore che anche lui prova! La discesa è una volata, riusciamo anche a scampare il temporale che dopo poco si accanirà sugli ultimi che valicheranno il Rombo.[/FONT]
[FONT="]E dopo larrivo, tagliato esultanti insieme, il più bellabbraccio al bimbo e alla moglie, prima sostenitrice e valvola di sfogo per tutte le lagne e dubbi e il volto commosso di mio suocero grandissimo appassionato di bici. Un ultimo splendido regalo ci aspetta: i nostri bimbi e le mogli, loro sì certi del nostro risultato, aveno preparato delle magliette commemorative che fanno splenidida figura a fianco della maglia da finisher![/FONT]
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[FONT="]Ora sono a casa, con davanti quella maglia che ricorda un po la maglia a pois del tour e che, come mi dicono qui, proprio bella non è, però è integra e non lacera ed è la più bella risposta al
ma chi te lo fa fare? che sempre mi sento rivolgere da quanti non comprendono la soddisfazione di arrivare dove non avresti mai pensato! [/FONT]