Hai la tendenza a pensare che tu e altri siate il centro del mondo. Non è, che per il fatto che pratichiate (pratichiamo) ciclismo a livello amatoriale e/o agonistico avete il diritto di volere le trasmissioni più tecniche e meno nazionalpopolari. O meglio, in un certo senso ce l'avete, ma se rispetto all'utenza che guarda il Giro siete una minoranza, seppur qualificata, la Rai non può far altro che continuare su questa strada, perché alla fine sono i numeri che contano (concetto
espresso già ad inizio discussione).
Credo che nessuno di noi sappia quale sia la percentuale di "competenti" che guardino il Giro, ma la Rai di sicuro lo sa, perché deve vendere i suoi spazi pubblicitari. A parte Massigen non c'è alcuno sponsor che fa riferimento esplicito ai praticanti, quindi vuol dire che il grosso degli spettatori è formato da persone eterogenee nei confronti del ciclismo.
A me, personalmente, la RAI non fa nessun torto a fare quello che fa.
Sarò immodesto, ma credo di capirne abbastanza di ciclismo per potermene infischiare di quello che dicono e fanno e che non condivido.
Io però, da appassionato, credo che la RAI non faccia un buon servizio non a me personalmente, ma al Giro medesimo, alla sua internazionalità, alla sua crescita in quanto evento sportivo patrimonio di tutti gli sportivi, italiani o stranieri che siano.
Partendo da questo presupposto, io temo che così facendo, col passare degli anni, la distanza tra Giro e Tour si acuirà, e che sempre meno frequentemente vedremo grandi campioni correre sulle strade italiane.
Io non sono mai stato, per diversi motivi, tifoso di Contador, ma oggi faccio un tifo sfegatato per lui, perché gli riconosco il merito di avere voluto onorare il Giro ed i suoi tifosi, con la sua stessa partecipazione. Però, mi chiedo se nel futuro, in un ciclismo sempre più internazionale e Tour-centrico, perdurando questo atteggiamento che io reputo eccessivamente provinciale attorno al Giro, tutto questo non possa avere conseguenze negative sulla possibilità di ammirare ancora simili campioni dal vivo.
In fin dei conti, quello che imputo alla RAI non è il fatto di non usare un linguaggio tecnicistico o quant'altro per compiacere chi in bici ci va. Per quello, basta prendersi una delle diverse riviste del settore.
Non mi va a genio il fatto che il Giro sia trattato come se fosse un qualcosa di esclusivo alla RAI, una sorta di proprio orticello personale. Io continuo a pensare che eventi come il Giro debbano essere patrimonio di tutti, e non solo di chi li organizza o di chi li trasmette.
Ripeto: la RAI non fa un torto a me, ma piuttosto a chi organizza il Giro. Fermo restando che se vi è un accordo tra RAI e RCS per la trasmissione televisiva del Giro, è perché evidentemente vi è un reciproco vantaggio, io, fossi un dirigente di RCS, un po' le orecchie alla RAI gliele tirerei.
E' solo una questione di scelte: oggi, RAI e RCS hanno fatto delle scelte.
Non le condivido e sono convinto che primo o poi gli si ritorceranno contro.
Comunque, non è a me che ne devono rendere conto.
Io mi posso limitare ad esprimere delle critiche, che comunque penso siano ben argomentate, ed a prendere atto del fatto che, mediamente, al Tour, malgrado percorsi spesso noiosi, posso godere di uno spettacolo tecnicamente migliore.