Anni '40, gli anni del CambioCorsa e del Simplex TourdeFrance

Cancelliere

Apprendista Velocista
24 Dicembre 2011
1.598
357
71
Firenze
Visita sito
Bici
Daccordi, CoppiMasciaghi, Aquila, Atala, ColnagoSport?
Il restauro – il telaio, bozza e piegatura del tubo orizzontale

Punti da sistemare sul telaio

Strutturali:

- tubo orizzontale leggermente piegato e con bozza sul lato sinistro
- forcellino dx aperto di circa 1,5
- buco sull’estremità del fodero dx, in prossimità del forcellino, all’interno,
- fori per portaborraccia sull’obliquo
- gioco della camerella superiore della serie sterzo nella sede del tubo sterzo

Protezione e finitura:

- cromatura consunta sulle congiunzioni e sui foderi della forcella
- riverniciatura grossolana sulla verniciatura originale, che era comunque già fortemente compromessa

Il tubo orizzontale presenta una bozza sul lato sinistro, a 240 dall’asse sterzo, profonda circa 1,5, ed è leggermente piegato, con freccia di ulteriori 1,5 , il tutto molto probabilmente causato dall’impatto della piega a seguito di una caduta
tubo orizzontale piegato con bozza.JPG
profondità bozza.JPG

Per la riduzione delle bozze localizzate, ho trovato sul web diversi tutorial, ad esempio:

oppure:
http://chuck.kichline.com/bikes/Framedents/default.htm ,
http://www.the-climb.net/2011/03/frame-rolling.html,
ed anche fornitori degli appositi blocchetti calibrati, in lega leggera: http://www.bicycletool.com/frameblock1.aspx
Da non perdere anche la soluzione https://www.sheldonbrown.com/dent-removal.html . Esilaranti, i testimonials di commento: “maraviglioso, come Vesuvio!” :))):

Per raddrizzare il tubo, ho trovato solo la classica riparazione di un telaio in acciaio a congiunzioni, che consiste nel dissaldarlo e sostituirlo con uno nuovo.
A me piace il”fai da te”, ma non ho grande esperienza e sono scarsamente attrezzato per la brasatura, e sopratutto non ho una dima o qualcosa che ci possa somigliare.

Così ho provato con la raddrizzatura.

Per questo tipo di lavoro, la attrezzatura giusta sarebbe stata una pressa idraulica e un piano di riscontro, ma in mancanza mi sono arrangiato con attrezzature da bricolage.

Mi sono procurato il blocchetto calibrato, ma anzicchè acquistarne una coppia in lega leggera,
ho preferito farmelo costruire in acciaio, da una officina meccanica “amica”.
blocchetto calibrato.JPG

Il resto della attrezzatura utilizzata è ferramenta varia di recupero (barra filettata, profilati di acciaio,....)
Mi sono poi auto-costruito una coppia di sellette in lega leggera raggiate 1/2”, simili al blocchetto, ma non calibrate in tolleranza, per fare due appoggi sul tubo evitando sollecitazioni concentrate sullo spessore sottile.
Per le misurazioni dispongo di comparatore centesimale, calibro, e un righello di acciaio

Per prima cosa ho dato una strizzata preliminare alla bozza procedendo come indicato nei tutorial, col blocchetto serrato in morsa e ruotando il telaio.
I bordi sporgenti della bozza sono effettivamente rientrati quasi completamente, ma senza un miracolistico ritorno in fuori del fondo della bozza, che d’altra parte neanche i tutorial promettevano.

Per farmi una idea della forze e della deformazione da applicare per raddrizzare il tubo, mi sono creato un foglio Excel col calcolo della freccia e della tensione della trave appoggiata e caricata con carico concentrato fuori centro.
Ho ipotizzato che lo spessore del tubo orizzontale sia di 0,7, per analogia allo spessore della estremità lato sella del tubo montante, misurata facilmente perchè sporgente dalla congiunzione.
Ho calcolato il carico allo snervamento con le caratteristiche di resistenza di tubi di acciaio di diversa qualità, con i pochi dati trovati sul web
Il calcolo mi ha dato, per un tubo 25CrMo4 un carico di 2500N con deformazione elastica prima dello snervamento di 4,2 e per un tubo Reynolds531 4800N e 8,7 rispettivamente
forza e freccia per raddrizz tubo orizz.jpg
Ho individuato e segnato sul telaio il piano di deformazione del tubo, e ci ho incravattato sopra il blocchetto centrandolo sulla bozza e allineandolo col piano di deformazione.
tubo con blocchetto incravattato.JPG

Per la struttura di contrasto ho usato un tubo rettangolare di ferro 50x30xsp2, che ha un momento di inerzia 25 volte superiore al tubo da raddrizzare (quindi con una deformazione sotto carico irrilevante) e le due sellette di alluminio su tondini, per creare due appoggi incernierati che non danneggiassero localmente il tubo al momento di applicare il carico.
struttura di contrasto e appoggi.JPG

Per applicare il carico ho utilizzato una vite filettata M6, che tirava il telaio incravattato verso il tubo di contrasto, mentre con il comparatore centesimale appoggiato dalla parte opposta visualizzavo la deformazione.
vite di carico e comparatore.JPG

Ho proceduto con cicli di carico progressivi, deformando elasticamente il tubo e poi levando il carico in modo che tornasse alla condizione iniziale.
Arrivato ad una freccia di circa 3,5, al rilascio il tubo non è tornato alla posizione iniziale ma è rimasto un paio di decimi di mm sotto, indicandomi il raggiungimento dello snervamento e della freccia elastica massima.
Ho riportato il tubo ad una freccia di 4,7, in modo da generare una deformazione elastica di 3,3 (=3,5-0,2) e una deformazione permanente di 1,4 (=4,7-3,3).

Ha funzionato! :ola:

Ora il tubo è dritto, nei limiti che riesco a visualizzare con la mia primitiva attrezzatura .

Rifacendo sul foglio Excel il calcolo a ritroso della tensione di snervamento corrispondente ad una freccia elastica massima di 3,3, risulta una tensione di circa 600 N/mm2, abbastanza vicina a quella nominale del 25CrMo4, (sempre che lo spessore del tubo sia effettivamente 0,7!)

Approssimazione più che soddisfacente, e comunque una indicazione della qualità dei tubi con cui è stato costruito il telaio.
 
Ultima modifica:
  • Mi piace
Reactions: Ale U'derzo

Cancelliere

Apprendista Velocista
24 Dicembre 2011
1.598
357
71
Firenze
Visita sito
Bici
Daccordi, CoppiMasciaghi, Aquila, Atala, ColnagoSport?
Il restauro- il telaio, tentativi di ulteriore riduzione della bozza

Teoricamente, con il raddrizzamento del tubo, si è ridotto anche lo stato di compressione sulla bozza, quindi ho ripetuto la procedura di “dent rolling out” con il blocchetto calibrato.

Per curiosità ho provato anche a scaldare il tutto con la pistola termica, come suggerito nel tutorial http://www.the-climb.net/2011/03/frame-rolling.html , anche se la affermazione che la dilatazione di tubo e blocchetto (di alluminio, poi!) consente un “ tighter roll” non mi convince proprio per nulla.

Comunque, alla fine del trattamento, i bordi della bozza sono rientrati quasi completamente entro la circonferenza del tubo, sporgendo meno di un decimo di mm. Niente che non si possa mascherare bene con lo spessore della verniciatura.

Già che c’ero, ho voluto però fare qualche ulteriore considerazione.

Lo schiacciamento col blocchetto calibrato riporta in tondo il profilo esterno del tubo, ma quando il blocchetto viene rimosso c’è comunque un ritorno elastico, il che spiega i centesimi di mm di sporgenza residua

Ho spessorato localmente il bordo della bozza, e ho applicato nuovamente il blocchetto serrandolo a zero in morsa, ma senza rollare il telaio.
sporgenze bozze con spessoratura.JPG

Anche le sporgenze residue sono rientrate. :ola:

Rimarrebbe “solo” da tirar fuori la parte rientrante della bozza, ora ridotta a larghezza 10x8 e profondità circa 1

Mi sarebbe piaciuto tirarla in fuori ulteriormente, per ridurre al minimo lo spessore della futura stuccatura.

Ma, senza scomodare la teoria ed il calcolo dei gusci e delle piastre :wacko:, è abbastanza evidente che la forza necessaria per tirarla in fuori a trazione dall’esterno, dell’ordine di migliaia di N, supera la capacità di qualsiasi colla strutturale, ventosa o altre diavolerie come quelle che si vedono nei tutorial sul recupero delle bozze provocate dalla grandine sulla carrozzeria delle auto.

Per spingere dall’interno occorrerebbe applicare una pressione da idroformatura da centinaia di bar, agendo attraverso il forellino all’interno del tubo di sterzo ( il tubo montante non presenta fori in corrispondenza del tubo orizzontale).

In alternativa si potrebbe forare dalla parte opposta e ribattere la bozza con una spina, e poi ritappare il tutto di brasatura, come può darsi che farò per tappare i fori da portaborraccia sull’obliquo ed il buchino sul fodero posteriore.

Ma questo mi fa pensare ad accanimento terapeutico e, come insegna Ippocrate, “primum, non nocere”.

In mancanza di altre idee, per ora mi accontento di 1 mm da stuccare, e passo ad altro.
 
Ultima modifica:
  • Mi piace
Reactions: CRISI

Cancelliere

Apprendista Velocista
24 Dicembre 2011
1.598
357
71
Firenze
Visita sito
Bici
Daccordi, CoppiMasciaghi, Aquila, Atala, ColnagoSport?
Il restauro - il perno del mozzo posteriore

Il forcellino sul lato dx è aperto di circa 1,5
Anche il perno del mozzo posteriore è leggermente schiacciato alla estremità dx, quella dentata liscia, per fortuna non la estremità sx che è dentata ma anche filettata.

Prima di procedere a raddrizzare il forcellino, ho risistemato il perno.

La ovalizzazione era circa 0,8 : sull'esterno 9,6-10,4 e nell’interno 4,8-5,6
Il diametro interno del perno è d=5,2
Mozzo post, estremita perno dx ovalizzata 0.jpg

Per ridurre la ovalizzazione ho coniato il foro di dx, forzandoci e facendoci passare attraverso prima una spina diam d=5, poi la testa di una vite a brugola di M3 portata a d=5,1
DSC06739 recupero ovalizzazione 1.JPG

Infine ci ho forzato la testa di un'altra vite portata a d=5,2, mentre contemporaneamente ho calzato progressivamente sull'esterno un anello con foro d=10.
Il tutto con abbondante grasso.
DSC06740 recupero ovalizzazione 2.JPG

Il risultato ottenuto è l'esterno compreso fra 9,9-10,1
DSC06741 recupero ovalizzazione 3.JPG

Penso sia sufficiente, considerando anche che montando un Simplex, il rotolamento del perno non dovrà necessariamente essere scorrevolissimo, come invece sarebbe opportuno per il funzionamento del CambioCorsa.
 

Cancelliere

Apprendista Velocista
24 Dicembre 2011
1.598
357
71
Firenze
Visita sito
Bici
Daccordi, CoppiMasciaghi, Aquila, Atala, ColnagoSport?
Il telaio- raddrizzatura del forcellino dx

La raddrizzatura del forcellino non ha comportato particolari difficoltà, anzi, la facilità con cui la parte inferiore si è fatta riportare alla larghezza corretta è anche un pò inquietante :? .
Forse la costolatura, assente su questi forcellini un po' anomali rispetto ai classici forcellini Campagnolo tipo 1009-2009 (vedi post#15) non è proprio superflua.
forcellino dx piegato.jpg

E’ bastato schiacciarlo in dentro con la pinza, tenendolo in guida con un morsetto, e per sicurezza con uno spessore per riferimento.
raddrizzatura.JPG

Risultato:
forcellino dx raddrizzato.JPG

Con questo, tutti i componenti rimasti del CambioCorsa ( mozzi, bloccaggi automatici, forcellini) sono stati ri-sistemati
 
Ultima modifica:

kind of blue

Pignone
8 Ottobre 2013
230
147
bassa ferrarese
Visita sito
Bici
vecchia protos
beh, davvero complimenti :shock::hail:, lavoro egregio dubito fortemente che un professionista avrebbe preso così a cuore la faccenda , complicato anche solo trovare qualcuno altrettanto competente ,così per curiosità che mestiere fai?
 

Cancelliere

Apprendista Velocista
24 Dicembre 2011
1.598
357
71
Firenze
Visita sito
Bici
Daccordi, CoppiMasciaghi, Aquila, Atala, ColnagoSport?
........... dubito fortemente che un professionista avrebbe preso così a cuore la faccenda....

E’ proprio questo il bello delle attività dilettantesche.
Se il tempo e le attenzioni che sto dedicando a questa bici dovessero essere pagate da qualcuno, sarebbe economicamente una follia.
Il vero professionista è costretto anche a far quadrare i conti, fra costi e risultati ottenuti.

In pratica non c’è nessuna differenza con il pedalare, non professionalmente, sulle bici da corsa:
quante volte, mentre stremato sto cercando di arrivare in cima ad una salita di quelle toste, mi viene di pensare che, se volessi farmi pagare per la fatica che stò facendo, non basterebbero diverse migliaia di euro.
E invece….. sono lì….. come un bischero….. a morir di fatica…..e gratis :wacko:.

La spiegazione è nel proverbio toscano: “dove c’è gusto, non c’è perdenza”

....così per curiosità che mestiere fai?

Dal qualche settimana sono un ex dirigente d’azienda in pensione: vedi https://www.bdc-mag.com/forum/threads/invecchiare.92741/page-28#post-6055107
Sono anche ingegnere meccanico.
Ma sono soprattutto, orgogliosamente, un bricoleur amante del “fai da te”.
 

Cancelliere

Apprendista Velocista
24 Dicembre 2011
1.598
357
71
Firenze
Visita sito
Bici
Daccordi, CoppiMasciaghi, Aquila, Atala, ColnagoSport?
Il restauro - il telaio, identificazione della verniciatura originale

La verniciatura della bici è grossolana, e molto sciupata in più punti con diverse zone scoperte (ad es. sotto il movimento centrale, sui foderi del carro posteriore).

E’ blu scuro, con fasce nere sul tubo verticale e sul tubo sterzo.
vista da sx DSC07424.JPG

La vernice blu, pur avendo una tonalità abbastanza omogenea, in alcune zone limitate si presenta lucida, mentre il resto del telaio reca i segni di una carteggiatura grossolana, tipo quelle che si ottengono con una rapida passata con carta grana 80-100

Agendo con diluente nitro sul blu, questo si asporta facilmente, portando alla luce un fondo chiaro, quasi argento, a sua volta sopra un primer rosso.
primer antiruggine- fondo - tinta DSC07351.JPG

Incidendo col cutter, la vernice si stacca a piccole scaglie direttamente dal metallo.
Le scaglie sono fragili e tendono a spaccarsi.
La consistenza sembra quella di una vernice nitro.

La presenza del fondo argenteo potrebbe indicare una verniciatura originale effetto semi-trasparente metallizzato, simile a quello giallo-verde delle coeve Legnano, ma di colore blu.

Il telaio è stato evidentemente malamente ri-verniciato, dopo una “preparazione “ approssimativa, sovrapponendo vernice con la stessa tonalità, ma decisamente opaca.

La tinta sembra un Blu Cobalto RAL 5013
RAL5013 blu cobalto DSC07413.JPG

Le due fasce nere coprono una verniciatura sottostante color arancione.

La fascia nera sul tubo piantone si sovrappone anche alla vernice blu, per circa 1cm al disopra e 2cm al disotto della fascia arancione
La vernice delle fasce nere è gibbosa e “morbida”, sembra quasi un antirombo.

Il fatto di aver trovato gocciolature di nero anche su alcuni componenti, come ad es il manettino del cambio, indica che questa è stata applicata a telaio montato.
La vernice arancione ha invece una consistenza simile a quella blu, e asportando con cutter e polish lo strato nero, appare lucida, dura, e stesa con cura.

La vernice arancione a sua volta è sovrapposta alla vernice blu, al fondo chiaro ed al primer rosso, a ulteriore conferma che la colorazione originale era blu, o quanto meno lo era l’ultima verniciatura professionale partendo dal metallo nudo.

La tinta corrisponde al Giallo Dalia RAL 1033
ral1033 giallo dalia DSC07359.JPG

Nessuna traccia riconoscibile di decalcomanie sulle fasce arancione, sotto il nero.

Una vernice zincante copriva le parti del telaio che avrebbero dovuto essere con cromatura a vista.

E’ lo stesso tipo di vernice utilizzata per coprire le altre cromature, anch’esse più o meno consunte, dei vari componenti della bici (guarnitura, pedali, serie sterzo, vedi post# precedenti).

Al contrario delle vernice sulle fasce nere, si vede che è stata data con maggior cura, senza troppe sbavature sulle parti contigue.

Il risultato è comunque orripilante :wacko:

Lavorando di solvente e cutter, ho cercato di individuare le eventuali zone trattate con fondo e primer sotto il blu del tubo posteriore orizzontale destro, per verificare se in origine era con cromatura a vista, completamente o parzialmente, come tante bici da corsa dello stesso periodo, ma non ne ho trovato traccia su tutta la lunghezza, fino alla congiunzione del movimento centrale.

Anzi, sia il tubo orizzontale destro che il sinistro sono coperti solo con un velo di vernice blu opaca, mentre rimane scoperto e cromato solo il forcellino, a partire dalla saldatura

I tubi posteriori verticali invece sono verniciati con fondo e primer fino a 170 dal l’asse del forcellino

Ho preso nota della estensione delle zone cromate, come pure della posizione della fascia arancio sul tubo piantone

misure fasce cromate e verniciate gialle DSC07423.jpg

Su tutto il telaio non ci sono tracce consistenti di ruggine, solo qualche scuritura superficiale del metallo dove è rimasto scoperto.

La verniciatura originale è stata decisamente compromessa dalla carteggiatura e ri-verniciatura grossolana, oltre che dalla usura sulla parte inferiore, e per finire dai danni sul tubo orizzontale che ho procurato io durante la riparazione della bozza.

Dovrò quindi rinunciare ad un restauro conservativo, e ri-vernicerò ripartendo dal metallo nudo.

Mi piacerebbe riprodurre quella che probabilmente era la colorazione originale, che fra l’altro mi piace anche molto: Blu Cobalto RAL 5013 con fasce Giallo Dalia RAL 1033

Per la verniciatura dovrò attendere la bella stagione, con le giornate più calde e più secche, perché non sono attrezzato per verniciare al chiuso.

Avrò quindi il tempo di scegliere il ciclo di verniciatura, se moderno con vernici bicomponente o se nitro tipo quello in uso negli anni ‘40, e se avventurarmi in una verniciatura semitrasparente tipo Legnano

Nel frattempo, avendo rinunciato al restauro conservativo, dovrò anche decidere sul nuovo dilemma che si presenta: la eventuale ri-cromatura ;nonzo%
 

Cancelliere

Apprendista Velocista
24 Dicembre 2011
1.598
357
71
Firenze
Visita sito
Bici
Daccordi, CoppiMasciaghi, Aquila, Atala, ColnagoSport?
Il restauro – il telaio, riparazione del fodero orizzontale destro

Il fodero orizzontale destro, sul lato interno in corrispondenza dell'attacco del forcellino, è schiacciato e bucato, dove probabilmente ha energicamente strusciato la ruota libera.
fodero danneggiato 1.JPG

Il forcellino è saldamente ancorato al fodero, ed esteticamente il danno si nota solo andandoci volutamente a guardare.
Non mi sono però voluto limitare a tappare in qualche modo il buco, ed ho preferito una riparazione “più strutturale”.

La schiacciatura del fodero è quasi dritta, e con la limetta la ho spianata ed ho ripulito il bordo del foro dalle bave di metallo residue.
fodero danneggiato 2.JPG

Ho ricavato, ritagliandolo da uno spezzone di tubo di acciaio 12x1, un “unghia” sagomata della forma della parte mancante.
unghia ricavata da tubo.JPG unghia.JPG unghia posizionata sul fodero.JPG

Per la saldatura autogena dell’unghia al telaio, siccome non dispongo a casa né di una saldatrice TIG né di una saldatrice MIG a filo, sono dovuto ricorrere alla gentilezza del carrozziere vicino casa.
appuntatura a MIG.JPG

Dopo aver ripulito a lima la saldatura, ho sagomato la estremità della unghia come doveva essere in origine la estremità del fodero.
Col cannello ossi-propanico, ho chiuso di brasatura la estremità aperta, utilizzando una lega all’argento al 35% che fonde a circa 650°, per non scaldare troppo la contigua brasatura all’ottone del forcellino.
Ho rifinito il tutto a limetta e scotch-brite
fodero riparato 1.JPG fodero riparato 2.JPG
 
  • Mi piace
Reactions: Zugnajima#11

Cancelliere

Apprendista Velocista
24 Dicembre 2011
1.598
357
71
Firenze
Visita sito
Bici
Daccordi, CoppiMasciaghi, Aquila, Atala, ColnagoSport?
Il restauro – il telaio, chiusura fori per portaborraccia

Sul tubo obliquo ci sono 2 fori per avvitare un portaborraccia.
fori per portaborraccia.JPG

Non mi risulta che prima degli anni ‘60 il portaborraccia fosse avvitato direttamente a fori filettati nel telaio, ma eventualmente era bloccato con fascette.

Sono fori posticci, successivi, quindi ho deciso di eliminarli .

Ho preparato due tappini di spessore circa 0,7 con una spira filettata, ricavandoli da una vite M4 opportunamente scaricata, e mantenendo un peduncolo che consentisse di maneggiarli
tappini filettati.JPG
tappino in posizione.JPG

Li ho brasati utilizzando la lega all’argento al 35%.
brasatura ag 35%.JPG

Ho quindi limato l’eccedenza di materiale di apporto, ed ho troncato il peduncolo
finitura.JPG
 
Ultima modifica:

Cancelliere

Apprendista Velocista
24 Dicembre 2011
1.598
357
71
Firenze
Visita sito
Bici
Daccordi, CoppiMasciaghi, Aquila, Atala, ColnagoSport?
Il mercatino de La Maremmana di Castiglion della Pescaia - leve freni, marcatura dei controconi CambioCorsa, catalogo Rizzato 1950

Questo weekend ero in Maremma per altri motivi, e ho approfittato dell’occasione per fare un giro a Castiglion della Pescaia dove si correva la quinta edizione de La Maremmana, con annesso mercatino vintage.

I banchini presenti erano in numero ridotto, una ventina, ma non mancavano i 3-4 banchini con materiale interessante di espositori habitué, presenti anche ai mercatini dell’Eroica di Gaiole e di Montalcino, e di cui stò cominciando a riconoscere facce e nomi.

Ho visto in particolare:

-leve Universal 361666 in ottimo stato anche se incomplete dei registri, ad un prezzo proibitivo (almeno per il livello della mia bici), e altre leve no-brand anni ‘40 a cifre già più abbordabili.

-un paio di Simplex Tour de France, di cui un 4Ve Made in Italy 1949, proprio come il mio, anche lui senza alcuna indicazione se da 1/8 o 3/32, un po' malridotto ed incompleto, ma con la molla a spirale integra, che mi potrebbe far comodo per sostituire la mia, danneggiata e a rischio di prossima rottura (vedi post #51).
Prezzo di vendita non impossibile, ma comunque decisamente caro per una molla, ci penserò su, ed eventualmente vedremo fra due settimane al mercatino dell’Eroica di Montalcino.

- diverso materiale per CambioCorsa.
Mi interessa sempre la faccenda della marcatura dei controconi dei CambioCorsa (vedi post #23, o anche il thread https://www.bdc-mag.com/forum/threads/marcatura-anno-sui-controconi-dei-mozzi-campagnolo.218937/) per retrodatare più accuratamente la mia bici.
C’era una nutrita serie di perni posteriori, diversi con controconi non serrati, ed ho potuto vedere che molti dei controcomi erano privi di marcature (come i miei), mentre una coppia era marcata “49”.
Quindi, almeno per ora, niente marcature “48” o antecedenti.

Ho comprato una riproduzione fotocopiata del catalogo Rizzato 1950, come quello di cui è fornita la bibliotechina del Museo Bartali, per poterlo consultare più agevolmente. Non mi dispiace andare al Museo, ma è un pò fuori mano, e soprattutto ha degli orari di apertura veramente ridotti

Ho comprato anche dei pattini freno riproduzione degli Universal in gomma e tela, che monterò sulla mia Atala per l’ Eroica di Montalcino, per levarmi la curiosità di vedere come frenano rispetto ai pattini “moderni” in tutta gomma, che stò usando attualmente sulle mie bici.

mercatino La Maremmana 13mag2018.JPG
 
Ultima modifica:

Cancelliere

Apprendista Velocista
24 Dicembre 2011
1.598
357
71
Firenze
Visita sito
Bici
Daccordi, CoppiMasciaghi, Aquila, Atala, ColnagoSport?
Il restauro - ricromare, o non ricromare?

Con un restauro conservativo, mantenendo la vernice originale, il problema non si sarebbe presentato.

Ma visto che dovrò riverniciare il telaio, e dato che le cromature sono in buona parte consunte, avrei la possibilità di far rifare le cromature (va bene il fai da tè, ma non voglio esagerare).

Ma se ricromo il telaio, poi per omogeneità forse dovrei ricromare anche tutta la componentistica: guarnitura, pedali, serie sterzo, movimento centrale, morsetto e attacco sella, braccio del Simplex TdF.

La cromatura richiede come preparazione la lucidatura, che è comunque un procedimento che asporta materiale.
Trattandosi di una lucidatura non sul nuovo, ma sulle superfici già usurate dal tempo, il rischio è che per arrivare al lucido si debba insistere troppo, e se si agisce in maniera spicciativa si arrotondino gli spigoli e si perdano i dettagli, come ad es. il leggerissimo logo “Olmo” inciso sulle pedivelle, o i Patent. dell’attacco sella (vedi post #25 e post #45 )

Per non far danni, è un lavoro non da far fare semplicemente a un bravo cromatore, ma da un bravo cromatore che sia anche specialista in restauri.
In un vecchio thread del forum https://www.bdc-mag.com/forum/threads/suggerimenti-restauro.106214/, ho trovato il nominativo di Petranzan di Padova, a cui ho chiesto offerta, per ora per il solo telaio e forcella.
La offerta mi è arrivata a stretto giro di e-mail, ed è incoraggiante (=prezzo ragionevole)

Il dubbio;nonzo% però rimane: cromando l’attacco del Simplex TdF, si perderà la evidenza che la modifica è stata fatta in un secondo tempo, dopo il primo periodo di utilizzo della bici .

Ma il dubbio più grosso è comunque che, ricromando e riverniciando tutto, la bici diventi, si splendente, ma senza anima, senza storia, ed anonima (già è anonima perchè non sono riuscito neanche a identificarne il costruttore....:-().

;nonzo%;nonzo%;nonzo%;nonzo%;nonzo%;nonzo%;nonzo%
 

molo70

Apprendista Passista
15 Giugno 2014
1.052
183
Parma
Visita sito
Bici
Vitus 992 - Olmo Link - Cinelli Proxima - Alan super record - Colnago Altain - Giant Cadex CFR1
Il restauro - ricromare, o non ricromare?

Ma il dubbio più grosso è comunque che, ricromando e riverniciando tutto, la bici diventi, si splendente, ma senza anima, senza storia, ed anonima (già è anonima perchè non sono riuscito neanche a identificarne il costruttore....:-().

;nonzo%;nonzo%;nonzo%;nonzo%;nonzo%;nonzo%;nonzo%

Io la vedo diversamente; restaurare "parzialmente" sarebbe come dare solo un barlume di speranza ad un malato senza assicurargli un futuro, un restauro "integrale" è come se, allo stesso malato, prospetti una guarigione completa e gli offri la possibilità di farsi vedere in tutto il suo splendore, orgoglioso ed in grande forza grazie alla forma ritrovata

La storia rimane comunque vissuta e vivida nei ricordi delle imprese compiute dalla bici stessa
 

Cancelliere

Apprendista Velocista
24 Dicembre 2011
1.598
357
71
Firenze
Visita sito
Bici
Daccordi, CoppiMasciaghi, Aquila, Atala, ColnagoSport?
Il restauro

Io la vedo diversamente; restaurare "parzialmente" sarebbe come dare solo un barlume di speranza ad un malato senza assicurargli un futuro, un restauro "integrale" è come se, allo stesso malato, prospetti una guarigione completa e gli offri la possibilità di farsi vedere in tutto il suo splendore, orgoglioso ed in grande forza grazie alla forma ritrovata

La storia rimane comunque vissuta e vivida nei ricordi delle imprese compiute dalla bici stessa

Grazie Molo70 per il tuo punto di vista, che in buona parte condivido.

Infatti sono deciso a curare i malanni di questa bici, mettendola comunque in condizioni di essere realmente utilizzabile, intervenendo chirurgicamente dove necessario per eliminare le malefatte e le incongruenze fin qui individuate, restaurandola in maniera meccanicamente e storicamente coerente, anche sacrificando i consumabili ormai inutilizzabili (tubolari e pattini freno, che però conserverò gelosamente).

Il problema che mi pongo è soprattutto di tipo estetico, da chirurgia plastica, per restare nel paragone medico.

Giusto per fare un paio di esempi:

Jane Fonda: protesi in titanio ad anca e ginocchio, ed un paio di interventi per tumore al seno ed al labbro, e per l’estetica solo qualche ritocchino alle borse sotto gli occhi ma le rughe ci dovrebbero essere più o meno tutte
1 Jane Fonda-432x507.jpg



Meg Ryan: rifacimento integrale
2 Meg Ryan.png

Il risultato, a mio parere:
Jane Fonda è sempre lei, quella di “Barbarella” e di “A piedi nudi nel parco” . :hail:
La Meg Ryan di “Harry ti presento Sally” , invece, che fine ha fatto? :azz


E per tornare alle bici:
quale sarà meglio?
restauro conservativo ;nonzo%
3 Legnano ParigiRoubaix  img_5901.jpg

Oppure:
restauro integrale ;nonzo%
4 Legnano CambioCorsa p1020101.jpg
 
Ultima modifica:

FrancoNero

Pedivella
30 Novembre 2016
377
118
Visita sito
Bici
Trek
Ecco per rimanere nell esempio, quando e' riverniciato troppo lucido e scintillante come la secondo legnano a me fa l effetto meg ryan. Visto tutto quello che quel telaio ha passato io forse rivernicerei, dico forse pero' perche' dipende da tante di quelle cose, incluso il lato economico, che solo tu puoi deciderlo.
 

Robert87

Gregario
21 Agosto 2013
579
6
San Benedetto del Tronto
Visita sito
Bici
Colnago Master 84,Colnago Master 86,Vitus 979,Pinarello Prologo TT, Colnago Master Krono, Rauler TT
@Cancelliere tra le due opzioni sicuramente un restauro conservativo ha molto più fascino di uno integrale (la legnano rifatta in foto è ai limiti dell'indecente, quella conservata è da sbavo invece).

Visto che mi sono impelagato anche io in una bici a due leve cambio corsa, potrei chiederti un favore? in mezzo alle tue infinite ricerche che da appassionato ritengo impeccabili e molto tecniche, ti sei imbattuto nel fatto che i cerchi negli anni 40 fossero più larghi?? mi hanno detto da 23 mm.....e non da 21 mm come negli anni successivi...in genere si usavano i Nisi Moncalieri con pista frenante rigata oppure i fiamme brevetto longhi....ti risulta? Perchè sentendo molte persone spesso questa cosa non la sanno....e vedo bici di quegli anni con cerchi rifatti ma non so quanti sappiano questa cosa...

Avevo letto degli ambrosio spigati a 45 gradi, che velobase riporta dagli anni 40 in poi e tu hai detto che è un cerchio da 21 mm quindi da qui sorgono i miei dubbi :)

nel mio caso, essendo una bici piemontese del 1948, ambrosio sarebbe perfetto come marchio :) devo trovare due cerchi giusti per la mia bimba.

Complimenti per la tua passione!!
 

molo70

Apprendista Passista
15 Giugno 2014
1.052
183
Parma
Visita sito
Bici
Vitus 992 - Olmo Link - Cinelli Proxima - Alan super record - Colnago Altain - Giant Cadex CFR1
Sarò una voce fuori dal coro ma il restauro integrale lo preferisco; tra le due Legnano postate, quella conservata ha senz'altro fascino ma la vedo più come sistemata alla bene e meglio, quella riverniciata è certo più "pacchiana" (passatemi il termine) ma la vedo come se esprimesse una forza ritrovata

Quando ho sistemato la Alan (ovviamente senza cambiare nemmeno una vite, ma facendo ricromare tutto) ho perseguito questo mio pensiero e, a mio avviso, il risultato è meglio che se l'avessi semplicemente pulita e montata...

Detto questo, il lavoro di @Cancelliere merita un encomio per la pazienza, la ricerca e la professionalità con la quale sta procedendo

IMG_20170408_100640.jpg IMG_20170408_100743.jpg
 

Cancelliere

Apprendista Velocista
24 Dicembre 2011
1.598
357
71
Firenze
Visita sito
Bici
Daccordi, CoppiMasciaghi, Aquila, Atala, ColnagoSport?
Visto che mi sono impelagato anche io in una bici a due leve cambio corsa.......
Di che anno è? prima o dopo il 1949?
Se ne hai voglia, posta qualche foto :shock:.
.... ti sei imbattuto nel fatto che i cerchi negli anni 40 fossero più larghi?? mi hanno detto da 23 mm.....e non da 21 mm come negli anni successivi...in genere si usavano i Nisi Moncalieri con pista frenante rigata oppure i fiamme brevetto longhi....ti risulta? Perchè sentendo molte persone spesso questa cosa non la sanno....e vedo bici di quegli anni con cerchi rifatti ma non so quanti sappiano questa cosa...

Avevo letto degli ambrosio spigati a 45 gradi, che velobase riporta dagli anni 40 in poi e tu hai detto che è un cerchio da 21 mm quindi da qui sorgono i miei dubbi :)

Non ho una grande casistica anni ‘40-50 a cui rifarmi, quello che posso confermare è che entrambi i cerchi che ho trovato sulla mia bici sono larghi 21, ed entrambi non sono per nulla “moderni” (vedi post #48 )
larghezza 21.JPG Ambrosio  larghezza 21.JPG
Sui cataloghi generalisti dell’epoca che posso consultare, il Doniselli ed il Rizzato entrambi del 1950, è citato un vasto assortimento di cerchi per tubolari, ma non ci sono misure per la larghezza dei cerchi .
Don_0640.jpg Don_0660.jpg Don_1044.jpg Riz p73 cerchi.jpg
Non ho trovato cataloghi specifici anni '40/'50 né Fiamme, né Ambrosio, nè Nisi.

Per i tubolari Corsa le misure sono 28 x 1 1/16 specialissimi da corsa, e 28 x 1 1/8 da strada
Don_1790.jpg Don_1810.jpg Riz p 155 Pirelli gomme e tubolari.jpg Riz  p 157 Hutchinson gomme e tubolari.jpg Riz p 159  Gardiol tubolari.jpg

Il mio Hutchinson Saturno Strada 28x 1 1/16, misurato gonfiato a 4 bar è largo 25 (chissà poi cosa intendevano per 1 1/16, che tradotto in mm farebbe quasi 27).
Sul cerchio di 21 ci stà bene
larghezza Saturno 1 1-16 a 4 bar.JPG

Gli altri cerchi da tubolare che mi sono passati per le mani, di epoca imprecisata ma sicuramente relativamente più recente, sono tutti larghi 21.

Di cerchi da tubolare più larghi di 21 per ora non me ne sono ancora capitati
o-o
 
Ultima modifica: