A riguardo posso riportare ciò che mi ha sempre detto mio padre, ovvero che nel dopoguerra i praticanti del ciclismo erano tantissimi, probabilmente molti di più di oggi, semplicemente perchè la bici era un mezzo di trasporto, prima ancora che uno sport. Molte persone percorrevano 30-40km al giorno, soltanto nel tragitto casa-lavoro-casa, chilometraggi che farebbero impallidire le migliaia di ciclisti che escono solo alla domenica. Questo con mezzi di fortuna il più delle volte, o con mezzi che vagamente si avvicinavano a delle bici da corsa dei corridori veri e che, a quel tempo, si potevano solo guardare nelle vetrine delle grandi città. Le stesse persone che usavano la bici per andare al lavoro, alla domenica scoprivano "il mondo" proprio grazie alla bicicletta. Io conservo gelosamente una foto di mio padre insieme ad una decina di amici sul lungo mare di Sanremo... fu la prima volta che mio padre vide il mare (siamo di Torino) e lo vide a 18anni proprio grazie ad una bicicletta senza cambi, che col tempo se la mangiò la ruggine. "Se ce la fa Coppi che prima faceva il garzone, ce la farò pure io che faccio l'operaio", questa la sua frase filosofica! Quando oggi vede la mia bici e gli racconto di aver fatto i 180km del giro del Sestriere penserà di avere un figlio scansafatiche! :)