Questo è verissimo... io, che sono riconosciuto come "il Capitano" del mio gruppetto (che tradotto vuol dire "sei vecchio e basta!") faccio una fatica in più degli altri, ogni volta che devo urlare a qualcuno di stare meglio a ruota, di non sovrapporsi, di segnalare i rallentamenti, di non affiancarsi nei tratti di strada più pericolosi, di andare regolari, di non tagliare le rotonde e di portarsi tutto il gruppo in mezzo alla strada, manco fossimo al Giro d'Italia!
Peggio ancora quando il tuo gruppetto si unisce ad un altro incontrato per strada... pasticci a non finire, anche perchè devi fare i conti con "incompetenze" altrui, delle quali ne faccio volentieri a meno.
Sabato scorso siamo usciti in 5 del mio gruppo, più altri 6 (amici di amici) con i quali non avevamo mai pedalato... giro lungo, su e giù per le valli di Lanzo (To) (chi è della zona conoscerà sicuramente il colle della Dieta e il colle del Lys). Inutile dire che per i primi 30km ci abbiamo messo un pò per metterci in fila in maniera adeguata e non sembrare delle vacche al pascolo... andatura a strappi, semafori che non si sapeva di che colore fossero, "passo io...no passa tu", svolte non segnalate... meno male che eravamo almeno in 3/4 ad avere un pò più di esperienza e in poco tempo ci siamo riorganizzati e tutto è filato liscio. Ma quando si cade in gruppo, si cade tutti, a prescindere dal fatto che uno abbia esperienza o no!
Tutte cose che mettono insicurezza, prima ancora che si verifichi il pericolo vero e proprio, ma che prima o poi arriva. Mi sembra che troppe volte si parli genericamente dei pericoli della strada, senza prima aver fatto un minimo di analisi rispetto a come si và in bici, da soli o peggio ancora in gruppo...
Credo ci sia un insieme di fattori che richiede perciò maggiore attenzione nell'andare in gruppo: propensione alla distrazione se si chiacchiera (è difficile non farlo comunque), logica del branco che infonde maggior sicurezza (anche se purtroppo la carne resta morbida), impossibilità di rispettare alcune norme del codice, maggior incaxxamento da parte degli automobilisti specie negli orari di andata/ritorno dal lavoro, si corrono maggiori rischi per non perdere gli amici davanti. A volte forse anche una propensione al suicidio: c'è un senso unico alternato con un semaforo, dove il semaforo è necessario essendo la carreggiata piuttosto stretta in un punto con una curva cieca costeggiata da mura (per cui è anche difficile udire il sopraggiungere di veicoli), e alcuni ciclisti cosa fanno? Passano col rosso
Poi, secondo me s'intende, ci sono anche lati positivi nell'uscire in gruppo: c'è sempre qualcuno che ti può aiutare, hai dei testimoni e delle guardie del corpo in caso di diverbi con autisti di mezzi motorizzati.
Comunque gruppo o non gruppo, se abitassi nel centro cittadino di un capoluogo o di una grossa cittadina oppure con l'obbligo di percorrere qualche arteria molto trafficata credo che uscirei sempre col groppo in gola e l'ansia sentendo il rumore di un'auto che sopraggiunge. C'è chi non ci bada molto (invero anni fa non avevo tutta questa paura, anzi) però io non so farne a meno, non mi sento tranquillo nel traffico, probabilmente perché percorrendo abbastanza strada in auto ne vedo di tutti i colori ogni giorno.
Per sentirsi più sicuri si potrebbe provare ad installare degli specchietti e/o il radar della Garmin (se mi resterà qualche quattrino dopo il pagamento delle imposte ci farò un pensierino )