Non so dire cosa sia veramente quel malessere che non viene da un reale dolore fisico.
Giri la bici e torni a casa.
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Fosse sempre possibile ... .
Ne voglio raccontare una, capitatami circa venti anni fa, andata esattamente all'incontrario.
Una nostra amica sarebbe partita in automobile, da sola, per andare da parenti in Germania.
Colsi la palla al balzo per un passaggio, con bicicletta appresso, fino a Viipiteno.
Quale occasione migliore per arrivare lassu' in fretta e gratris!
Alle 5 del mattino eravamo gia' in viaggio.
Mi offrii di guidare e lo feci per l'intero tragitto.
A Vipiteno scesi, ringraziai, salutai e presi a pedalare verso Passo Giovo.
Pur non avendo fatto colazione, avevo, previdente, preparato tre panini imbottiti.
In cima al Giovo ne feci fuori due; poi mi buttai a capofitto giu' in Passiria.
A Merano presi l'autobus per Spondigna e mi avviai allo Stelvio.
Pit stop a Gomagoi: terzo panino e un caffe'; poi ripresi la marcia all'insu'.
A Trafoi cominciai a sentire un po' di fame ma decisi di continuare senza fermarmi.
Conoscevo assai bene la strada dello Stelvio e sapevo che, qualche chilometro dopo, sulla sinistra poco prima della uscita dal bosco. c'e' un punto ristoro.
Il giorno precedente avevo telefonato all'Albergo Sottostelvio e prenotato una camera. Mangiando ancora qualcosa ci sarei certamente arrivato.
Per sfortuna, o imprevidenza non essendo ancora stagione turistica piena, quel bar era chiuso.
Continuai a pedalare. ma sempre piu' piano.
Presto arrivarono crampi a un polpaccio.
Mi fermai, provai a riprendere ma il dolore era troppo forte.
Mancavano solo un paio di chilometri all'Albergo Sottostelvio e dovevo arrivarci. Pero', non potevo neanche camminare bene.
Quanto avrei desiderato girare la bici e tornare a casa!
La soluzione fu quella di percorrere quel tratto camminando all'indietro.
In questo modo la gamba faceva male, ma non troppo.
La mattina seguente avevo le gambe di legno e anche salire di li' al Passo fu un patimento.
Poi proseguii dal Foscagno per Livigno e, piu' pedalavo, meglio mi sentivo.
Il terzo giorno era tutto passato.
Bella cavalcata: Livigno, Forcola, Bernina, giu' dal Maloja, Colico, Como.
Qualche volta e' una fortuna non aver potuto invertire la marcia.
Sergiio
Pisa