Visto che il mio amico Massimo (@pittemax) è troppo timido e dice di non essere all'altezza di postare il resoconto della manifestazione tocca farlo a me, che non ho potuto partecipare per infortunio.
Qui il link sul sito della nostra società dove trovate un po' di foto: http://www.bicicamogli.it/news/news06.htm e qui di seguito il racconto di Fabio (@Alarius)
Reggio Emilia, Sabato 5 Maggio 2013. Sono le 10:00 del mattino e durante le foto di rito, in una Piazza della Vittoria incuriosita da un'enorme macchia di colore, qualche anziano si avvicina, ci stringe la mano, ci fa gli auguri e si congratula con noi. Siamo circa un centinaio, appartenenti a diverse società ciclistiche, quattordici sono le maglie del Bici Camogli Golfo Paradiso e una, la più importante, una maglia del Team Leopard, riportante il numero 108, indossata con orgoglio e commozione dal padre di Wouter Weylandt, che ci seguirà pedalando per tutti i 173Km di corsa. Parte così, tra gli applausi, la Prima Fondo Cicloturistica Reggio Emilia - Rapallo, rievocazione della terza tappa del Giro d'Italia 2011. Organizzazione impeccabile della società Geo Davidson e grande professionalità dei motociclisti della Polizia Municipale di Rapallo e dai Carabinieri di Carasco. E' grande l'emozione di poter ripercorrere quella tappa, resa ancora più grande dalla forza di volontà del padre di Wouter Weylandt che la percorre al nostro fianco e dal calore di chi, in ogni località, ci applaude e ci saluta. Dopo più di 100Km di pianura, si arriva ai piedi del Passo del Bocco ed ecco un graditissimo ristoro a base di acqua fresca e crostata (c'è chi riesce a spazzolarne otto generose fette) e anche la scorta al seguito ne approfitta, giustamente, per rifocillarsi. Siamo così pronti per ripartire e il Passo, totalmente chiuso al traffico, viene percorso a velocità a piacere. Quasi totalmente alberato e pendenza non elevata, un piacere da percorrere in una giornata così soleggiata. La discesa, che a differenza della salita è totalmente soleggiata, è un lunghissimo serpentone di biciclette. Uno spettacolo ad ogni tornante. Chilometro dopo chilometro e curva dopo curva ecco il primo centro abitato. Tanta gente seduta a bordo strada, alcuni di noi che rallentano, io rimango frastornato, vedo alcune bandiere italiane, del Belgio e dell'Europa. La gente si alza, ci accoglie con un lunghissimo applauso, siamo arrivati a Isola di Borgonovo di Mezzanego, luogo in cui perse la vita Wouter. C'è una stele dedicata al ciclista. Ci fermiamo tutti e di colpo è silenzio. Ad attenderci anche la madre di Wouter, commossa, fiera del marito, grata a tutti noi. Una breve commemorazione da parte delle autorità del posto e del parroco. Di fronte alla stele il maledetto muretto e poco più avanti una piccola lapide con maglie, fiori e lettere. Ripartiamo, commossi, e sono di nuovo applausi ad accompagnarci, tanti, ce li lasciamo alle spalle ma ci scaldano il cuore. La discesa continua e ci avviciniamo a Chiavari e al mare. Sono gli ultimi km, alcuni iniziano ad accusare la stanchezza, ma nessun ripensamento. Sul finale le ultime asperità vengono affrontate ad andatura totalmente libera. C'è chi spinge sui pedali sfidando se stesso, chi si gode il panorama sulla salita delle "Grazie" lasciandosi alle spalle Chiavari, chi combatte contro i crampi ma non pensa minimamente di abbandonare la corsa e salire sul pulmino... e l'arrivo è sempre più vicino. Prima dell'ultima discesa ci fermiamo, è ovvio, dobbiamo entrare a Rapallo tutti insieme ed ecco che in pochi minuti la carovana si ricompatta a dovere. Formiamo l'ennesimo serpentone e affrontiamo la discesa che ci porta al "traguardo". Sono le 18:00 circa. La pelle brucia un po per il sole preso lungo il percorso, ma l'aria in prossimità del mare è fresca. Percorriamo gli ultimi metri di discesa ed entriamo a Rapallo. Il gruppo è compatto e più numeroso per via dei molti appassionati che si sono uniti a noi strada facendo. Passiamo per le strade del centro, sul pavè, attraversiamo la cittadina e dopo una curva stretta a sinistra arriva l'ennesimo applauso. Sono gli amici, i parenti, il sindaco di Rapallo e la madre di Wouter. In testa al gruppo c'è Lui, il VERO numero 108, che porta a termine i 173 Km in onore del figlio, tra applausi ancora più sentiti e che arrivano da tutti noi. Si conclude così NON una manifestazione cicloturistica, ma un'EMOZIONE durata 8 ore.
E' uscito largo dalla curva a destra e ha picchiato duramente il piede sinistro (quello che normalmente si tiene all'esterno curva, in basso, per bilanciare inclinazione e forza centrifuga), provocando una sbandata che l'ha proiettato contro il muro....
La sosta d'obbligo nel punto in cui Wouter è caduto e dove ora c'è la targa in suo ricordo (ogni volta che ci passo continuo a chiedermi come ha fatto ad andare a sbattere contro il muretto, visto che è un rettilineo) e il finale per le ultime due salite prima di picchiare verso Rapallo...
E' uscito largo dalla curva a destra e ha picchiato duramente il piede sinistro (quello che normalmente si tiene all'esterno curva, in basso, per bilanciare inclinazione e forza centrifuga), provocando una sbandata che l'ha proiettato contro il muro.
Una dinamica diabolica...
E' uscito largo dalla curva a destra e ha picchiato duramente il piede sinistro (quello che normalmente si tiene all'esterno curva, in basso, per bilanciare inclinazione e forza centrifuga), provocando una sbandata che l'ha proiettato contro il muro.
Una dinamica diabolica...
Ma infatti la dinamica dell'accaduto è assolutamente pazzesca, non facile da ricostruire senza immagini nè testimonianze dirette.Tra la curva e il punto dell'impatto c'è parecchia distanza, non è la classica situazione di causa-effetto: curva larga = sbandata. Quando arrivi al muretto ci arrivi bello lanciato. Purtroppo a volte ci troviamo di fronte a situazioni imprevedibili che, per appunto, la loro imprevedibilità ci lasciano senza spiegazioni.
Ma infatti la dinamica dell'accaduto è assolutamente pazzesca, non facile da ricostruire senza immagini nè testimonianze dirette.
Il segno sul muretto esterno alla curva c'era, lì ha toccato con il piede e con il pedale sinistro. Poi come sia finito contro la massicciata, sulla destra, è ancora un mistero.
Non so se hai avuto l'occasione di fare il Bocco, ma se ci sei passato, la domanda vera che ti fai è su come abbia fatto ad andare a sbattere contro il muretto. Sabato, in discesa, avevamo la strada tutta per noi e ti assicuro che il pezzo in cui è avvenuto l'incidente è uno dei più sicuri. Tanto è vero che ho visto con molto anticipo le persone in mezzo alla strada in attesa della commemorazione e ho frenato con tutta tranquillità nonostante l'alta velocità.
Poi, è abbastanza facile ipotizzare che sia finito contro la parete a monte di rimbalzo. Ma sono tutte considerazioni oziose che lasciano il tempo che trovano. Purtroppo è accaduto e dobbiamo solo prenderne atto.