Ciclismo e Running

Paolore

via col vento
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Salve a tutti, consapevole che hanno 2 gesti atletici diversi, ho notato che da quando ho introdotto la corsa (2 volte a settimana e circa 7 km a uscita ad una buona andatura 4:50/5 minuti a km) in bici ho una fc un pelo più bassa e più "fiato"/resistenza.
E' una mia sensazione o è normale?
Nella mia esperienza è normale. Anche per me era così.
 

Pablo70

Pedivella
28 Maggio 2020
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Ciao a tutti,
confermo, vengo da 10 anni di running e il fiato/fondo/base aerobica chiamatelo come volete costruito, portarlo sulla bici è un vantaggio non da poco.
A piedi la FC va a regime subito e passare all'anaerobico è un attimo certo se sei bradicardico come Coppi questo non succede. 4:50/5 è un ottimo passo se riesci ad allungare la distanza anche solo di tre km vedrai che differenza poi sulla bici.
Il problema della corsa a piedi è l'impatto continuo con il terreno, dico cose ovvie che probabilmente sai già ma scarpe idonee e verifica dell'appoggio sono da fare. La corsa logora e io ne so qualcosa.
Pablo
 
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Ubaldo

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Esattamente, consiglio di provare la cora su sentieri sterrati che oltre ad essere più divertente (secondo me) per certi versi è meno "logorante" (se si evita di cadere :))): ).
concordo! Aggiungo che la corsa logora chi, come il 90%, la fa male senza curar la tecnica e, soprattutto, andando spesso troppo veloce per la gran parte del tempo (pensando pure di essere al lento)
 

Pablo70

Pedivella
28 Maggio 2020
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Mah Ubaldo, sono d'accordo in parte, io ero seguito sul campo, posturato e regolarmente controllato, sostituito le gomme anche 100 km prima dell'usura naturale e correvo ai ritmi che mi potevo ovviamente permettere con tabelle preparate ad hoc per 10000, mezze e una maratona all'anno, fermo restando che per assurdo è se vai più piano che sei a rischio fratture da stress per dirne una complice l'appoggio per più tempo sul terreno.
Nel mio caso la corsa su sentieri non poteva essere praticata, la lassità che il mio crociato mi ha lasciato dai tempi del calcio (quello è uno sport che in un'altra vita non farei mai più) non mi permetteva di avere appoggi instabili su terreni non asfaltati.
Credo però una cosa che chi ha fatto atletica fin da ragazzino abbia stimolato e raggiunto una fisicità che gli permette di fare maratone anche alla soglia dei sessant'anni.
Ora vediamo se con la bici (e qui se si cade ci si fa più male) riesco a fare un altro passettino per stare in forma ancora un po' prima di arrivare alla briscola al bar.
Pablo
 

ValeXX

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Mah Ubaldo, sono d'accordo in parte, io ero seguito sul campo, posturato e regolarmente controllato, sostituito le gomme anche 100 km prima dell'usura naturale e correvo ai ritmi che mi potevo ovviamente permettere con tabelle preparate ad hoc per 10000, mezze e una maratona all'anno, fermo restando che per assurdo è se vai più piano che sei a rischio fratture da stress per dirne una complice l'appoggio per più tempo sul terreno.
Nel mio caso la corsa su sentieri non poteva essere praticata, la lassità che il mio crociato mi ha lasciato dai tempi del calcio (quello è uno sport che in un'altra vita non farei mai più) non mi permetteva di avere appoggi instabili su terreni non asfaltati.
Credo però una cosa che chi ha fatto atletica fin da ragazzino abbia stimolato e raggiunto una fisicità che gli permette di fare maratone anche alla soglia dei sessant'anni.
Ora vediamo se con la bici (e qui se si cade ci si fa più male) riesco a fare un altro passettino per stare in forma ancora un po' prima di arrivare alla briscola al bar.
Pablo
Si e no, io penso che sia il volume settimanale di attività intensa a fare la differenza, oltre che in primis alla tecnica, troppo spesso trascurata, c'è ancora gente che picchia tallonate assurde, con cadenze bassissime, spalle rigide... Assurdo.
Per volume settimanale di attività intensa intendo proprio che, se corro 80 km a settimana per buttare un numero, gare a parte, devo concedermi per lo più dei lenti e dei rigeneranti, ovviamente anche ritmi alti ed altissimi (in base al proprio passo), ma in modo moderato come frequenza/quantità kmetrica.

Ovviamente c'è da fare una differenza tra chi cerca prestazione pura e chi, anche gareggiando si accontenta di qualcosa meno ma cerca la salute e soprattutto il potersi permettere di correre a lungo fino alla vecchiaia, che poi a livello amatoriale è la vera vittoria.

Appurato ciò, penso anche che variando sport (es: mix corsa e ciclismo piuttosto che sci di fondo/alpinismo) si riduce la prestazione ma si aumenta la longevità articolare. Parere mio da non esperto. ;-)
 
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Pedivella
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Certo Vale,
Ti quoto in tutto, infatti probabilmente avrei durato molto meno se non avessi fatto le cose con criterio e non improvvisate specie a cinquant'anni.
Concordo anche sulla variazione di attività e perché no sedute di palestra per il core e potenziamento delle varie catene che aiutano le articolazioni ad essere meno sollecitate.
Va a finire che il triathlon con le tre discipline tuttavia diverse fra loro è quello che allunga la vita dello sportivo amatore.
Pablo
 
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Lumi

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Si e no, io penso che sia il volume settimanale di attività intensa a fare la differenza, oltre che in primis alla tecnica, troppo spesso trascurata, c'è ancora gente che picchia tallonate assurde, con cadenze bassissime, spalle rigide... Assurdo.
Per volume settimanale di attività intensa intendo proprio che, se corro 80 km a settimana per buttare un numero, gare a parte, devo concedermi per lo più dei lenti e dei rigeneranti, ovviamente anche ritmi alti ed altissimi (in base al proprio passo), ma in modo moderato come frequenza/quantità kmetrica.

Ovviamente c'è da fare una differenza tra chi cerca prestazione pura e chi, anche gareggiando si accontenta di qualcosa meno ma cerca la salute e soprattutto il potersi permettere di correre a lungo fino alla vecchiaia, che poi a livello amatoriale è la vera vittoria.

Appurato ciò, penso anche che variando sport (es: mix corsa e ciclismo piuttosto che sci di fondo/alpinismo) si riduce la prestazione ma si aumenta la longevità articolare. Parere mio da non esperto. ;-)
Nella corsa la cosa più importante è rispettare i cicli di carico e scarico personalizzati per le proprie caratteristiche fisiche.

Bisogna imparare a conoscere i tempi di recupero del proprio corpo dopo attività intense, quanto aumentare il carico e l'intensità da una settimana all'altra prima di concedersi una settimana di recupero e quanto aumentare da un mese all'altro.
 
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ValeXX

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Nella corsa la cosa più importante è rispettare i cicli di carico e scarico personalizzati per le proprie caratteristiche fisiche.

Bisogna imparare a conoscere i tempi di recupero del proprio corpo dopo attività intense, quanto aumentare il carico e l'intensità da una settimana all'altra prima di concedersi una settimana di recupero e quanto aumentare da un mese all'altro.
Resta il fatto che il 90% degli amatori fa il "lento" troppo veloce, c'è sempre l'ansia di andare piano.
 

ValeXX

Apprendista Cronoman
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Certo Vale,
Ti quoto in tutto, infatti probabilmente avrei durato molto meno se non avessi fatto le cose con criterio e non improvvisate specie a cinquant'anni.
Concordo anche sulla variazione di attività e perché no sedute di palestra per il core e potenziamento delle varie catene che aiutano le articolazioni ad essere meno sollecitate.
Va a finire che il triathlon con le tre discipline tuttavia diverse fra loro è quello che allunga la vita dello sportivo amatore.
Pablo
Penso di si, sempre a patto di ricordarsi che esiste anche il riposo e che la priorità è la salute e non la prestazione, cosa che in pochi si ricordano.
 
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Pablo70

Pedivella
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Sono ancora d'accordo con te ma con un ma.
Io mi alleno e mi allenavo e mi allenerò con tutti i crismi ma..... in funzione del crono e del miglioramento altrimenti facevo la cyclette davanti alla TV come mia moglie.
È un limite? Si probabilmente si ma sfido chiunque ad ammetterlo, nel recondito di tutti c'è questa cosa che lo si voglia ammettere o meno.
 

De75

Pignone
2 Marzo 2017
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Merida Reacto
Ciao a tutti , avrei bisogno di un parere da qualche persona più esperta di me :ultimamente faccio 2 uscite settimanali di corsa a piedi di circa 10 km cad. , ho 46 anni , riesco a tenere il passo di 5,20 circa al km , il problema è che li porto a casa con una media di oltre 165 battiti .
Cosa sbaglio ?
Tenendo questa media di battiti , col tempo posso migliorare o è controproducente per la salute?
 

Il Trattore

Maglia Rosa
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Ciao a tutti , avrei bisogno di un parere da qualche persona più esperta di me :ultimamente faccio 2 uscite settimanali di corsa a piedi di circa 10 km cad. , ho 46 anni , riesco a tenere il passo di 5,20 circa al km , il problema è che li porto a casa con una media di oltre 165 battiti .
Cosa sbaglio ?
Tenendo questa media di battiti , col tempo posso migliorare o è controproducente per la salute?
Non sbagli nulla, è che evidentemente non sei ancora adattato alla corsa e quindi i battiti sono alti.
Tieni comunque conto che a pari sforzo, a piedi hai una decina di battiti in più che in bici (per via del fatto che sei “in piedi” e non seduto).
 

Lumi

Scalatore
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Ciao a tutti , avrei bisogno di un parere da qualche persona più esperta di me :ultimamente faccio 2 uscite settimanali di corsa a piedi di circa 10 km cad. , ho 46 anni , riesco a tenere il passo di 5,20 circa al km , il problema è che li porto a casa con una media di oltre 165 battiti .
Cosa sbaglio ?
Tenendo questa media di battiti , col tempo posso migliorare o è controproducente per la salute?
Potrebbero non essere alti, che fcmax hai nella corsa? Per me ad esempio era normalissimo superare i 160 battiti anche nei lenti, i medi li facevo sopra i 170, la mia frequenza di soglia è fra 170 e 175, la fcmax sopra i 190 (195 ma sono passati 3 anni da quando correvo, forse ora si e’ abbassata). La frequenza è un dato soggettivo, ognuno ha la sua
 
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Ubaldo

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Sono ancora d'accordo con te ma con un ma.
Io mi alleno e mi allenavo e mi allenerò con tutti i crismi ma..... in funzione del crono e del miglioramento altrimenti facevo la cyclette davanti alla TV come mia moglie.
È un limite? Si probabilmente si ma sfido chiunque ad ammetterlo, nel recondito di tutti c'è questa cosa che lo si voglia ammettere o meno.
il senso infatti non era questo.
Premettiamo che si migliora di più polarizzando gli allenamenti tra ritmi decisamente facili e ritmi veloci; invece molti viaggiano spesso a velocità medie, con due effetti: si migliora più rapidamente, ma si arriva rapidamente ad una stagnazione (miglioramento rapido ma contenuto); lo stress meccanico è elevato e a differenza dell'altro metodo citato ci si espone a maggior rischio infortuni.
Quindi, se nella corsa vuoi migliorare serve tempo e dedizione (perchè si tratta di integrare la base aerobica da un lato, più specificamente rispetto al ciclismo e dall'altro di aumentare l'economia del gesto in maniera tale da diventare veloci anche al lento).
Altrimenti si osserva un fenomeno comune e deleterio: runner relativamente veloci alla soglia anaerobica, ma che se scendono alla soglia aerobica sono molto lenti.
E a quella velocità di lento non ci vogliono correre e non migliorano mai.
Questa è l'autostrada per farsi male.
 

Ubaldo

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peraltro, aggiungo, se fai le cose con calma e bene, anche con carichi importanti, non ti fai male a nessuna articolazione e tendine.
Io anche quando passo i 100 km a settimana (e corro con scarpe drop 0, alcune delle quali barefoot, quindi con una ammortizzazione sostanzialmente assente, sin dal 2012 o 2013) non ho incontrato mai problemi quali lesioni articolari oppure problemi ossei.
Solo i soliti problemi muscolari di quando si esagera (che, ovviamente possono diventare come conseguenza, tendinei)
 

Triggerpoint

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il senso infatti non era questo.
Premettiamo che si migliora di più polarizzando gli allenamenti tra ritmi decisamente facili e ritmi veloci; invece molti viaggiano spesso a velocità medie, con due effetti: si migliora più rapidamente, ma si arriva rapidamente ad una stagnazione (miglioramento rapido ma contenuto); lo stress meccanico è elevato e a differenza dell'altro metodo citato ci si espone a maggior rischio infortuni.
Quindi, se nella corsa vuoi migliorare serve tempo e dedizione (perchè si tratta di integrare la base aerobica da un lato, più specificamente rispetto al ciclismo e dall'altro di aumentare l'economia del gesto in maniera tale da diventare veloci anche al lento).
Altrimenti si osserva un fenomeno comune e deleterio: runner relativamente veloci alla soglia anaerobica, ma che se scendono alla soglia aerobica sono molto lenti.
E a quella velocità di lento non ci vogliono correre e non migliorano mai.
Questa è l'autostrada per farsi male.
interessante. io ho iniziato a correre da pocho, se riesco faccio 2 uscite in pausa pranzo da circa 5 6 km. uscendo per meno di mezz ora non allena no il lento ne un ritmo elevato. cosa mi consigli?