cosa avete mangiato? (parte 10)

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andre.road

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... ma di solito chi ha competenza in un certo ambito, non fa affermazioni perentorie, e qui casca l'asino. o-o

Ma scusa l'asino sarei io? ;nonzo%

non farmi ridere :mrgreen:

Qui c'è gente che viene a fare discorsi sull'inutilità dei titoli di studio, che aderisce a cripte fideistiche o filosofiche che propinano l'inutilità e la dannosità delle cure ufficiali. Che fanno gli scienziati dell'alimentazione quando in realtà sono solo degli ideologi truffatori del web...

cambia direzione delle tue critiche ;-)



Io la questione la inquadro in un ambito omlto più ampio, sia storico che geografico, limitarsi alla situazione degli ultimi 50 anni in un piccolo angolo di mondo non ha molto senso e vaòle solo per quel piccolo angolo di mondo.


Forse è il tuo relativismo da antropologo a renderti perentorio nelle critiche e sempre privo di conclusioni.

La nozione di benessere è quella. Del resto le tribù balinesi non praticano il ciclismo.
 

kikhit

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una bitumiera e altri aggeggi a pedali con due ruote più o meno grasse
Quando si parla di "benessere" ci riferiamo a un ambito storico abbastanza preciso, grossomodo riconducibile alla storia moderna dei Paesi Occidentali.

In effetti, è in questo periodo che i progressi della tecnica e della scienza diventano "fenomeni di massa", ricadendo sulle popolazioni a prescindere dalle classi sociali di appartenenza e ingenerando trasformazioni "epocali" sulla vita delle persone. Dunque, il "benessere" non è solo un concetto economico legato al reddito pro capite ma comprende un set di variabili eterogeneo e altresì documentato da numerose fonti e ricerche.

Vi è una ricerca molto ben fatta che è stata pubblicata in occasione del centenario dell'Unità d'Italia a cura di Giovanni Vecchi. Lui è un ricercatore che si occupa di teoria, misurazione e storia del benessere. L'opera è collettanea, dunque coinvolge numerosi altri ricercatori ed è multidimensionale/multidisciplinare, nel senso che lavora sulla nozione di "benessere" scandagliando le diverse dimensioni che lo compongono. Mi riferisco a "In ricchezza e in povertà. Il benessere degli italiani dall'Unità ad oggi", pubblicata con la casa editrice Il Mulino (2011).

E' un tomo molto corposo, la cui lettura dall'inizio alla fine è fortemente sconsigliata:mrgreen: Ogni capitolo è di fatto una ricerca.

Volevo riferirmi al primo capitolo sulla "Nutrizione", la cui ricerca è frutto di una collaborazione con una storica dell'alimentazione e la cui bibliografia è un ottimo punto di partenza per ulteriori approfondimenti delle fonti (anche storiche) di riferimento. Ovviamente, non è solo un lavoro teorico ma corroborato da dati e documentazioni.

[1.Fonti diverse, storie diverse 1.1 La distribuzione delle calorie 1.2 Il percorso della ricerca 2. Calorie disponibili: un indicatore del benessere 2.1 Quali calorie? 2.2 Quante calorie erano disponibili in media? 2.3 Un Paese più sazio degli altri 3. Una nutrizione adeguata 4. Ben nutriti in media. E chi era sotto la media? 5. I bilanci alimentari delle famiglie italiane di fine Ottocento 5.1 Il popolo minuto di Napoli 5.2 Prime notizie sull'alimentazione dei lavoratori agricoli 6. Carboidrati, proteine grassi 7. La sconfitta della fame 8. Aprrofondimenti (La stima del fabbisogno calorico e della sottonutrizione - Contabilità nazionale e indagini campionarie)]

Questa è la struttura della ricerca. Ora, non so se su Google book sia disponibile la visura del volume oppure se Tu hai accesso a biblioteche digitali. Comunque, consiglio la lettura di questa parte della ricerca ma anche di altre che contribuiscono a connotare il concetto di "benessere" (la statura, la salute, il lavoro minorile, l'istruzione, etc.). E' davvero molto interessante.

Veniamo a noi. Il cambio paradigmatico per la popolazione italiana è da attribuirsi sostanzialmente al secondo dopoguerra. Due sono le variabili principali che oggettivamente influiscono su cambiamenti di tipo fisiologico: l'aumento del consumo pro capite di proteine animali (da meno di 20kg/anno pro capite a crescere); l'introduzione di vaccinazioni e cure di massa.

Queste due variabili, secondo i ricercatori producono almeno tre effetti: la diminuzione della mortalità infantile; la crescita della corporatura e della statura media; l'aumento progressivo dell'aspettativa di vita (che nei decenni precedenti era mediamente inferiore ai 50 anni).

Per questo mi son permesso di dire che l'introduzione di proteine animali ha contribuito ad aumentare l'aspettativa di vita. Che - occorre appena ricordare - non si misura solo in termini di vecchiaia ma anche di mortalità infantile. Non a caso qualsiasi pediatra sconsiglia di eliminare le proteine animali dalla dieta dei bambini, fin dalla tenera età.

Conosco il tomo, ahimé :mrgreen: ed affronta la questione in maniera molto meno paradigmantica di come l'hai posta tu... ma si va ben oltre e non è mia intenzione discutere di questo, la bibliografia di riferimento è un po' più ampia e varia e limitarsi ad un concetto così ristreto di 'benessere' è piuttosto errato, per me.

Più che altro, non mi hai risposto sulle esperienze e credenziali per fare affermazione così forti... non mi interessa una risposta nel merito, ripeto, perché è una discussione così ampia e complessa che non ha senso affrontarla qui, ma sul metodo sì ;-) Altrimenti simao tutti selfmademan ;-) o-o Anzi, spesso e volentieri lo simao un po' tutti, anche senza accorgercene, salvo poi pinzare gli altri quando lo fanno a loro volta ;-)
 

kikhit

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Forse è il tuo relativismo da antropologo a renderti perentorio nelle critiche e sempre privo di conclusioni.

La nozione di benessere è quella. Del resto le tribù balinesi non praticano il ciclismo.

No no, niente asino, quello mi piace magnarlo negli agnolotti... è un modo di dire, nessun riferimento a perosne o cose, anzi, discutere con te è spesso interessante ;-)

Hai però una visione ristrettissima del relativismo... è un approccio culturale che però non implica per nulla la rinuncia a identità e conclusioni... implica però la consapevolezza delle stesse e la necessità di integrarle con altre e, soprattutto, la posisbilità di mettere in discussione le proprie certezze ;-) E' uno degli approcci sceintifici più costruttivi, nelle scienze umane, solo chi non è in grado di gestire la complessità se ne spaventa ;-) o-o
 

gx2

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2h scarse moolto tranquille, durante crostatina
post
sbobbbba abbondante

spuntino
panino con miele, un po' di mandorle e nocciole

pranzo
cofana di patate, zucchine, peperoni e carote al forno, 3 uova, cetriolo

spuntino
fichi, albicocche, cioccolata, mandorle e nocciole

cena
roba fresca, un'insalatona, pane/frise

Fonti:
"Il mio frigorifero" L. Caputi
"Il mio orto" L.Caputi
"La spesa" AA.VV.
 

N3bbia

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Io son banale:
Mattina post corsa al medio di 50' circa. latte e biscotti integrali (pochi a dir il vero),

Metà mattina barretta proteica

pranzo come ieri:
pomodori (più di ieri)
2 uova sbattute
pane credo sui 50gr
bresaola 60 gr

Metà pomeriggio .... mo mi invento qualcosa

Sera: invito a pizzeria ma vedrò se il menu propone alternative altrimenti becco la versione rossa con cotto (senza mozzarella che godo poco ultimamente). dimenticavo con la pizza solo coca ...l acqua no
 

Artur

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mettici su il gorgonzola
 

msmtrt1

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Nooo ti prego!!!
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selfmademan

Pignone
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Non ho capito cosa intendi per "falso benessere" (?)

L'introduzione di proteine animali nell'alimentazione umana ha contribuito ad aumentare l'aspettativa di vita questo penso sia inconfutabile.



L'intera evoluzione è un processo adattivo.

Il falso benessere è la condizione per cui la persona si è abituata al lento degrado del proprio corpo e ritiene di essere in salute quando in realtà è afflitta da tutta una serie di acciacchi, tra i quali i più comuni sono stanchezza di fondo, depressione, tachicardia, insonna, sonno non ristoratore, stitichezza, problemi digestivi. Essendo il declino lento, soprattutto nel caso di persone sportive che scaricano veleni grazie all'attività fisica, si finisce col non accorgersene. Mancamenti, episodi simili a crisi di panico dove ci si sente sfiaccati e privi di ogni vitalità, depressione insistente sono sensazioni che nell'ultimo periodo sono diventate veramente molto forti, in altre parole il corpo mi segnalava una situazione di grande disagio e che bisognava cambiare rotta. Essendo uno sportivo ed essendo uno studioso l'alimentazione tendente al carneo con poca frutta era assolutamente insufficiente in quanto priva del glucosio che è l'unico e fondamentale carburante per il cervello umano. Tant'è vero che ai superobesi i medici impongono un'alimentazione a proteine in modo da farli calare rapidamente di peso, questo perchè le proteine non nutrono e non danno energia.
E' come quando si guida la stessa auto per 200mila km senza mai cambiare gli ammortizzatori, ci si abitua alla progressiva usura degli stessi e alle ridotte performance della vettura pensando che va tutto bene, quando poi cambiando gli ammortizzatori alla prima frenata si percepisce un'auto nuova e totalmente diversa.
 

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ti dirò: ho cominciato a mangiarla perchè i miei pupi non la gradiscono quidni ordinavo per loro sempre '2 rosse baby' che puntualmente una fetta o due finivo io.

ora la preferisco e ogni pizza che ordino (prediligo la prosciutto cotto o la culatello o la speck o la bresaola visto che qui a parma coi salumi siamo messi bene) la prendo senza. Non per dieta ma per gusto...poi ora che sono in calo di peso qualche caloria in meno non guasta.

Ti assicuro che la pizza è sacra per me, non la sacrificherei mai alla dieta, piuttosto mangio altro.
 
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gx2

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Il falso benessere è la condizione per cui la persona si è abituata al lento degrado del proprio corpo e ritiene di essere in salute quando in realtà è afflitta da tutta una serie di acciacchi, tra i quali i più comuni sono stanchezza di fondo, depressione, tachicardia, insonna, sonno non ristoratore, stitichezza, problemi digestivi. Essendo il declino lento, soprattutto nel caso di persone sportive che scaricano veleni grazie all'attività fisica, si finisce col non accorgersene. Mancamenti, episodi simili a crisi di panico dove ci si sente sfiaccati e privi di ogni vitalità, depressione insistente sono sensazioni che nell'ultimo periodo sono diventate veramente molto forti, in altre parole il corpo mi segnalava una situazione di grande disagio e che bisognava cambiare rotta. Essendo uno sportivo ed essendo uno studioso l'alimentazione tendente al carneo con poca frutta era assolutamente insufficiente in quanto priva del glucosio che è l'unico e fondamentale carburante per il cervello umano. Tant'è vero che ai superobesi i medici impongono un'alimentazione a proteine in modo da farli calare rapidamente di peso, questo perchè le proteine non nutrono e non danno energia.
E' come quando si guida la stessa auto per 200mila km senza mai cambiare gli ammortizzatori, ci si abitua alla progressiva usura degli stessi e alle ridotte performance della vettura pensando che va tutto bene, quando poi cambiando gli ammortizzatori alla prima frenata si percepisce un'auto nuova e totalmente diversa.

Perdonami, provo un attimo a cambiare prospettiva.

Sei conscio che sei su un forum di ciclisti. Che per il ciclismo come per praticare qualsiasi attività di endurance l'alimentazione sia fondamentale. Che lo sia ancor di più se si cerca anche la prestazione.
Questa è un 3d che viva da diversi anni, in cui più di qualcuno è "cresciuto" dal punto di vista della maturità nella consapevolezza del proprio stile di vita e alimentare in funzione del ciclismo (perchè oggetto del forum), e attorno a cui ruotano persone che "entrano ed escono" dal 3d.
Insomma per farla breve, siamo una "setta" :mrgreen: di persone che seppur con esperienze spesso totalmente diverse, possono ben dire che di alimentazione nel senso più ampio del termine ne capiscono di molto sopra la media.

Il fatto che in quel che dici non ti segua nessuno, ma proprio nessuno delle persone con più esperienza qua dentro, non ti fa porre alcuna domanda? ;nonzo%

Detto da un quasi vegetariano eh (ho mangiato carne 2 volte negli ultimi 5 mesi)
 
Stato
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