La tattica, valutare il percorso di gara

?

...

Guest
(inoltre, mi dite che ne pensate di quella cosa: fare o non fare doppia fila in caso di vento laterale?)

secondo me la doppia fila in caso di vento laterale si può fare ma solo e soltanto a ventaglio e tra gli amatori immagino sia un pò difficile. Se is fa na doppia fila classica con vento laterale quelli che stanno dietro soffrono ugualmente, quindi a sto punto meglio un ventagli classico.
 

lollo

Passista
29 Luglio 2004
4.178
117
49
Schoten (Belgio... Fiandre)
Visita sito
secondo me la doppia fila in caso di vento laterale si può fare ma solo e soltanto a ventaglio e tra gli amatori immagino sia un pò difficile. Se is fa na doppia fila classica con vento laterale quelli che stanno dietro soffrono ugualmente, quindi a sto punto meglio un ventagli classico.

Sempre andato in doppia fila... è la cosa più normale anche tra gli amatori.
 
?

...

Guest
Si beh certo, intendo (non l'ho specificato, pardon!) diagonale, a ventaglio....la domanda voleva essere se è comunque vantaggiosa in quella situazione
ti dico la verità, ma imho così ad occhio sarebbe comunque vantaggiosa. Il problema è che forse non tutti sono in grado di farla, cioè non tutti hanno una padronanaza del mezzo tale da poterla fare. Io mi metto tra questi.
 

BOSE

Maglia Rosa
11 Settembre 2006
9.609
31
www.robertogiannoni.com
Bici
CANNONDALE
Pedalare controvento, per quanto talvolta difficile, è un ottimo esercizio per l’applicazione dei principi tecnici della guida in bdc. L’armonia del rapporto tra la cadenza, l’impegno muscolare, il rapporto utilizzato e il dispendio energetico raggiunge in queste condizioni, la massima esaltazione. Scattare controvento è impresa spesso titanica, ma un allungo al momento giusto, avendo mantenuto intatte le proprie energie, può essere determinante, se si è in grado poi di proseguire l’azione con sufficiente potenza e regolarità; soprattutto se dietro, nel gruppo, c’è stanchezza o scarso accordo. Il vento non è cattivo, è probabilmente fastidioso.
La doppia fila a mio modo di vedere è la cosa più semplice da fare in condizione di vento frontale e leggermente laterale, la cosa più impotante è girare sempre nel verso giusto nel modo più armonico possibile.
Serve esperienza, quella che in gruppo consente ai più smaliziati di risparmiarsi limando le ruote di quelli davanti, e soprattutto gestire con intelligenza il proprio turno in testa, senza affondare il colpo, ma limitandosi soltanto a mantenere l’andatura con una pedalata molto graduale. Soprattutto nel momento iniziale del cambio, la testa deve guidare le gambe con grande armonia.
Se il vento è trasversale, le cose si complicano.
In gara, con le strade chiuse, il ventaglio è possibile, anche se di dimensioni comunque contenute.
Quelli che non riescono a raggiungere la prima fila devono trovare una collocazione coperta tra le pieghe della prima linea, evitando gli effetti contrari del vento che, spesso, fanno perdere quei due-tre metri che poi diventano subito cento, duecento e anche più.
Il vento trasversale è quello, che nelle competizioni che attraversano pianure desolate, spesso provoca grossi buchi all’interno del gruppo, quasi come fosse un tappone alpino.
Assieme alla direzione, un altro parametro è la forza del vento, se disposta in maniera uniforme oppure soggetta a variazioni di intensità; condizione, quest’ultima, che spesso provoca cadute e incidenti, perché non prevedibile e spesso difficilmente assecondabile.
Per imparare a pedalare con il vento dovremmo andare tutti con Lollo in Belgio.
 

peggio

Mod da quasi kom
20 Aprile 2006
15.932
280
49
Centumcellae - Terra di Cafoni
Visita sito
Bici
Semiprofessionale con meccanismo ragazzo di campagna
Visto che si parlava dell'importanza nel conoscere i componenti della fuga voglio dare un consiglio: osservare il comportamento in bici degli altri imparare come vanno. Chi sa fare le curve, ci cambia poco i rapporti, chi beve poco oppure chi fa sorsi troppo grandi.
Se un fa sorsate troppo grandi, bisognerà attaccarlo dopo che ha bevuto xé tenderà ad andare un pò in difficoltà.
Chi beve poco e cambia poco, spesso è al gancio, oppure nn si sa gestire bene e tenderà a calare + rapidamente la condizione rispetto agli altri.
Ma c'è un segnale inequivolcabile d qnd uno è stanco, nn evita le buche xé ha i riflessi appanati, qst è un segnale universale.
Nn resta che attaccare...
Alhoa
 

A N I M A L A Z

Apprendista Velocista
9 Maggio 2005
1.354
5
41
Motta Visconti (MI)/Mallare(SV)
Visita sito
Visto che si parlava dell'importanza nel conoscere i componenti della fuga voglio dare un consiglio: osservare il comportamento in bici degli altri imparare come vanno. Chi sa fare le curve, ci cambia poco i rapporti, chi beve poco oppure chi fa sorsi troppo grandi.
Se un fa sorsate troppo grandi, bisognerà attaccarlo dopo che ha bevuto xé tenderà ad andare un pò in difficoltà.
Chi beve poco e cambia poco, spesso è al gancio, oppure nn si sa gestire bene e tenderà a calare + rapidamente la condizione rispetto agli altri.
Ma c'è un segnale inequivolcabile d qnd uno è stanco, nn evita le buche xé ha i riflessi appanati, qst è un segnale universale.
Nn resta che attaccare...
Alhoa


Wow,questo post è una miniera d'oro!!
 

BOSE

Maglia Rosa
11 Settembre 2006
9.609
31
www.robertogiannoni.com
Bici
CANNONDALE
Ma c'è un segnale inequivolcabile d qnd uno è stanco, nn evita le buche xé ha i riflessi appanati, qst è un segnale universale.
Nn resta che attaccare...
Alhoa

q8, ricordo una frase di un direttore sportivo che disse, quando si fora in corsa non è sfortuna , la sfortuna in bici non esiste, esiste solo la mancanza di lucidità, sveglia.
 

VADABRUT

Maglia Iridata
7 Aprile 2006
14.498
9.608
57
Visita sito
Bici
Tecnotrat
Mi piacerebbe intavolare una discussione dove ognuno porta la propria esperienza sulle condotte di gara, io ho iniziato ieri a mettere giù qualcosa riguardo la valutazione del percorso, spero che altri contribuiscono con altre fasi di condotta, se no qui si parla solo di watt e di soglia, quando poi le gare in bici per fortuna si vincono ancora con le strategie e le tattiche.
Ho riletto un po' tutto... manca una cosa che non ha niente a che fare con la tattica: l' atteggiamento mentale.
Riconosco che negli ultimi 4-5 anni parto nelle poche gare a cui partecipo come un cane bastonato fin dall' inizio.... atsic in un altro post mi diceva che ci vuole un po' più di autostima.... la differenza si può fare in gara anche con una convinzione diversa, c' è chi parte come un leone e chi come una pecora. cosa spinge un corridore a dare tutto e anche di più o a dare meno di quello che potrebbe ?
 

stambecco

Maglia Gialla
14 Giugno 2005
10.510
3.852
cane sciolto
Visita sito
Bici
si
la differenza si può fare in gara anche con una convinzione diversa, c' è chi parte come un leone e chi come una pecora. cosa spinge un corridore a dare tutto e anche di più o a dare meno di quello che potrebbe ?



il riscatto, il desiderio di prevalere, la voglia di rivincita verso chi magari non ti considera forte, la convinzione nel raggiungere obiettivi personali sempre più alti ma comunque alla tua portata

convinzione+allenamento dovrebbero portare a miglioramento :asd: