Il senso del telaio su misura

Emilio Buzzi

Pignone
14 Gennaio 2007
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I FONDAMENTI DINAMICI NEL TELAIO SU MISURA
Considerata imprescindibile la letteratura in fatto di biomeccanica legata al gesto ciclistico e la figura da realizzare in base alla specialità,come ho già accennato l’elemento determinante per la posizione sulla bicicletta diventa l’arretramento, ovvero la collocazione del baricentro corporeo in proiezione sulla linea orizzontale rispetto al pedale o punto di spinta. In sintesi per la resa massima del sistema dinamico(uomo-bicicletta)più la forza muscolare del ciclista è alta rispetto alla forza peso, più il baricentro in proiezione si avvicina al pedale.
A questo punto in base alla filosofia delle misure dei telai sloope xs, s; m; l; xl è possibile individuare il telaio più appropriato che si inserisce nelle misure del soggetto, adattandolo con altezza ed arretramento della sella ed attacco manubrio e manubrio.
Praticamente in bicicletta il corpo o meglio il baricentro del ciclista mantenendo le stesse misure discendenti dal fattore biomeccanico e figurativo determinato, rimane con lo stesso spostamento rispetto al pedale.
Se il ciclista ha caratteristiche morfologiche e dinamiche tali per cui le misure del telaio corrispondono con il suo assetto l’obiettivo è raggiunto, in caso diverso risulta sempre una realizzazione della posizione sul telaio più prossimo. Risulta evidente che l’assetto realizzato garantisce in ogni caso la resa massima del lavoro del corridore sulla bicicletta, ma allora alla domanda tra un telaio adattato e non cosa cambia?
La risposta sta nella distribuzione del peso del ciclista che si scarica a terra alle ruote e con esso la aderenza al suolo della bicicletta. Quando realizzate le misure dell’assetto sulla bicicletta il baricentro risulta avanzato, vedremo una sella avanzata e un attacco manubrio più lungo. In pratica rispetto alle ruote il corridore è più spostato in avanti, con il risultato di un maggior grave sulla ruota anteriore e meno sulla posteriore con la conseguenza di una diversa aderenza del mezzo a terra, che in situazioni critiche di guida costringono il corridore ad uno spostamento della sua posizione rispetto alla usuale per tentare di gestire la stabilità del mezzo.
A questo punto essendoci spinti nel campo della stabilità oltre ai pesi entra in gioco anche la guidabilità del mezzo ,prontezza nella sterzata; stabilità del mezzo alla sterzata. Questi parametri vincolati all’angolo di sterzo e al rake della forcella con il giusto peso gravante sulle ruote contribuiscono alla massima stabilità della bicicletta. Bisogna dire che comunque sussiste sempre l’intervento compensatore dato dal movimento sulla sella che il ciclista può effettuare, movimento però che in un telaio adattato avverrebbe per condizioni di criticità dove in un telaio ben configurato non risulterebbe necessario.
Il problema che si evidenzia a questo momento della discussione, su cui abbiamo orientato i nostri studi e che ci proponiamo di risolvere è PROGETTARE sul corridore il TELAIO a MASSIMA STABILITA’
Partiamo dalla guidabilità in senso stretto, dall’angolo di sterzo e dal rake della forcella, come da letteratura, considerando come costante da realizzare la coppia di sterzata, in base alla lunghezza del tubo sterzo è possibile predeterminarne i valori di questi parametri mediante appropriati calcoli.
Tenendo fissi questi dati , mantenendo fissa la posizione predeterminata che assicura la resa del corridore, variando altre misure del telaio, entro i limiti imposti dal regolamento UCI, è possibile spostare del peso da una ruota all’altra tendendo alla massima stabilità concessa al mezzo in situazioni critiche.
E’ evidente che questo tipo di telaio costituisce un punto di arrivo, nel senso che il corridore su cui viene determinato detto telaio deve essere in una situazione di forma fisica ciclistica costante,ossia di peso e forza assodate, parametri soggettivi che sono legati ad un uso personale nel tempo della bicicletta. A rigor di logica quindi, iniziando lo sport del ciclismo si consiglia di farlo con telai con misure standard sui quali realizzare l’assetto, affinato e confermato il quale in prove di controllo successive, arrivati a quella che anche il corridore ritiene la sua “stabilizzazione ciclistica”, sarà possibile passare al telaio a MASSIMA STABILITA’ le cui quote costruttive garantiranno oltre alla resa della posizione che il corridore già ha ,anche la massima guidabilità e stabilità del mezzo a terra in situazioni limite.
Emilio Buzzi
 

patroclo

via col vento
8 Aprile 2015
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torino
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Bici
1 merida disc 3000 2) acciaio spirit Potenza 3) acciaio spirit Gravel disco in arrivo
I FONDAMENTI DINAMICI NEL TELAIO SU MISURA
Considerata imprescindibile la letteratura in fatto di biomeccanica legata al gesto ciclistico e la figura da realizzare in base alla specialità,come ho già accennato l’elemento determinante per la posizione sulla bicicletta diventa l’arretramento, ovvero la collocazione del baricentro corporeo in proiezione sulla linea orizzontale rispetto al pedale o punto di spinta. In sintesi per la resa massima del sistema dinamico(uomo-bicicletta)più la forza muscolare del ciclista è alta rispetto alla forza peso, più il baricentro in proiezione si avvicina al pedale.
A questo punto in base alla filosofia delle misure dei telai sloope xs, s; m; l; xl è possibile individuare il telaio più appropriato che si inserisce nelle misure del soggetto, adattandolo con altezza ed arretramento della sella ed attacco manubrio e manubrio.
Praticamente in bicicletta il corpo o meglio il baricentro del ciclista mantenendo le stesse misure discendenti dal fattore biomeccanico e figurativo determinato, rimane con lo stesso spostamento rispetto al pedale.
Se il ciclista ha caratteristiche morfologiche e dinamiche tali per cui le misure del telaio corrispondono con il suo assetto l’obiettivo è raggiunto, in caso diverso risulta sempre una realizzazione della posizione sul telaio più prossimo. Risulta evidente che l’assetto realizzato garantisce in ogni caso la resa massima del lavoro del corridore sulla bicicletta, ma allora alla domanda tra un telaio adattato e non cosa cambia?
La risposta sta nella distribuzione del peso del ciclista che si scarica a terra alle ruote e con esso la aderenza al suolo della bicicletta. Quando realizzate le misure dell’assetto sulla bicicletta il baricentro risulta avanzato, vedremo una sella avanzata e un attacco manubrio più lungo. In pratica rispetto alle ruote il corridore è più spostato in avanti, con il risultato di un maggior grave sulla ruota anteriore e meno sulla posteriore con la conseguenza di una diversa aderenza del mezzo a terra, che in situazioni critiche di guida costringono il corridore ad uno spostamento della sua posizione rispetto alla usuale per tentare di gestire la stabilità del mezzo.
A questo punto essendoci spinti nel campo della stabilità oltre ai pesi entra in gioco anche la guidabilità del mezzo ,prontezza nella sterzata; stabilità del mezzo alla sterzata. Questi parametri vincolati all’angolo di sterzo e al rake della forcella con il giusto peso gravante sulle ruote contribuiscono alla massima stabilità della bicicletta. Bisogna dire che comunque sussiste sempre l’intervento compensatore dato dal movimento sulla sella che il ciclista può effettuare, movimento però che in un telaio adattato avverrebbe per condizioni di criticità dove in un telaio ben configurato non risulterebbe necessario.
Il problema che si evidenzia a questo momento della discussione, su cui abbiamo orientato i nostri studi e che ci proponiamo di risolvere è PROGETTARE sul corridore il TELAIO a MASSIMA STABILITA’
Partiamo dalla guidabilità in senso stretto, dall’angolo di sterzo e dal rake della forcella, come da letteratura, considerando come costante da realizzare la coppia di sterzata, in base alla lunghezza del tubo sterzo è possibile predeterminarne i valori di questi parametri mediante appropriati calcoli.
Tenendo fissi questi dati , mantenendo fissa la posizione predeterminata che assicura la resa del corridore, variando altre misure del telaio, entro i limiti imposti dal regolamento UCI, è possibile spostare del peso da una ruota all’altra tendendo alla massima stabilità concessa al mezzo in situazioni critiche.
E’ evidente che questo tipo di telaio costituisce un punto di arrivo, nel senso che il corridore su cui viene determinato detto telaio deve essere in una situazione di forma fisica ciclistica costante,ossia di peso e forza assodate, parametri soggettivi che sono legati ad un uso personale nel tempo della bicicletta. A rigor di logica quindi, iniziando lo sport del ciclismo si consiglia di farlo con telai con misure standard sui quali realizzare l’assetto, affinato e confermato il quale in prove di controllo successive, arrivati a quella che anche il corridore ritiene la sua “stabilizzazione ciclistica”, sarà possibile passare al telaio a MASSIMA STABILITA’ le cui quote costruttive garantiranno oltre alla resa della posizione che il corridore già ha ,anche la massima guidabilità e stabilità del mezzo a terra in situazioni limite.
Emilio Buzzi

WUAUHHHHHHHH :wacko:
 

fylooo

Scalatore
24 Gennaio 2014
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Kirghisia
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Bici
Sì grazie!
Tutta sta pappardella x dire che un telaio su misura può valere la pena solo dopo aver trovato la propria posizione ideale e se non è applicabile ad un telaio in commercio....??:mrgreen: