- 4 Marzo 2008
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Le vacanze estive non rallentano affatto il lavoro del Tribunale Antidoping del Coni e, proprio nel mese di agosto, la massima autorità sportiva in tema di doping in Italia ha pubblicato un bel mucchietto di sentenze relative ad atleti del settore amatoriale. Scorrerle, come sempre, mette i brividi, perché immaginare che quarantenni o cinquantenni, nemmeno di altissimo livello nelle rispettive categorie agonistiche, facciano certe cose e assumano determinate sostanze è fuori dalla capacità di comprensione della maggior parte di noi. Pensiamo, ad esempio, a L.A., quarantanni, nella cui abitazione, dopo intercettazioni telefoniche, i carabinieri hanno ritrovato una decina di confezioni di differenti sostanze dopanti. Linchiesta è Oil for Drug e sul piano penale latleta ha già patteggiato il reato di ricettazione. E su quello sportivo? L.A. respinge le accuse, dicendo che il "malloppone farmaceutico" che teneva in casa serviva ai familiari (in particolare nonna e figlio) e a un collega di lavoro. Peccato, spiegano i giudici, che le ricette per giustificare le malattie di familiari e amici siano postdatate di due anni e i prodotti non siano in relazione con le presunte malattie e peccato che una notevole quantità di intercettazioni telefoniche dimostri per L.A. linteressamento di ben altro genere verso i farmaci. Per lui due anni di squalifica. Spassosa, poi, la lettura delle sentenza di condanna a due anni per il laziale S.C., cui i carabinieri hanno trovato in casa degli integratori americani (con un nome che è tutto un programma: Dynamite Extreme) a base di stimolanti proibiti. Se latleta (tra laltro inchiodato da intercettazioni telefoniche inequivocabili) riteneva lintegratore lecito, scrivono i giudici, perché aveva scavato un buco nel muro e lo teneva nascosto allinterno? Anche per lui due anni di squalifica. A casa di M.G., poi, i carabinieri trovano una quantità davvero inaudita di farmaci di vario genere, compresi epo e anabolizzanti. Nei verbali allegati alla sentenza gli uomini dellArma inseriscono la registrazione di una telefonata tra M.G. e un collega cicloamatore in cui il nostro, dopo avere assunto uno di questi farmaci, dichiara di starsene tranquillo e riposato a casa in attesa che "la gamba diventi bella piena". Siccome, poi, molti di questi amatori, soprattutto I laziali e i toscani, hanno frequenti contatti con alcuni medici su cui pendono accuse pesanti, gli inquirenti hanno chiesto a ciascuno di loro che relazione avessero con quel medico, perché si sentissero al telefono un giorno sì e un giorno no e per quale motivo visitassero così spesso il suo studio. La riposta è standard: nessun contatto proibito, ci mancherebbe, dal medico ci si andava solo per verificare la posizione in sella ed evitare il mal di schiena. Posturologi e specialisti di biomeccanica corretti (in Italia ce ne sono, per fortuna) si rendano conto con quale tipo di concorrenza devono misurarsi!
fonte cycling.it
Sono sbalordito
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