Posizione in sella vintage

mr.sli

Gregario
3 Gennaio 2005
683
70
71° 10'N 21"E
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a pedali
Vedo tante belle bici vintage ma per molte vedo misure e posizione in sella moderna.
Oltre al "ferro" vintage ci vuole una posizione in sella vintage se si vuole gustare
a pieno geometrie d'altri tempi

In una bici vintage:
1) la piega manubrio deve essere orizzontae nella parte bassa
3) le leve dei freni vanno messe allineate alla parte bassa
2) lo scarto sella manubrio e' limitato a pochi cm. (di solito 5-7cm)

Uno messo bene in bici vintage era e dovrebbe essere così :-)

bye
 

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Apprendista Velocista
24 Dicembre 2011
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Daccordi, CoppiMasciaghi, Aquila, Atala, ColnagoSport?
Vedo tante belle bici vintage ma per molte vedo misure e posizione in sella moderna.
Oltre al "ferro" vintage ci vuole una posizione in sella vintage se si vuole gustare
a pieno geometrie d'altri tempi

In una bici vintage:
1) la piega manubrio deve essere orizzontae nella parte bassa
3) le leve dei freni vanno messe allineate alla parte bassa
2) lo scarto sella manubrio e' limitato a pochi cm. (di solito 5-7cm)

Uno messo bene in bici vintage era e dovrebbe essere così :-)

bye

Wow, il grande Bernard Hinault :hail:, quello delle Formule, in piena azione !! :ola:
Se non era messo bene in sella lui, si stava freschi :-x

La grinta incazzuta nella foto, dipenderà dal fatto che all'Eroica gli tocca andare con quella bici lì, senza la compact, e con quel rocchettino sulla ruota libera, che se c'ha 18 denti è già dimolto? :rosik:
Poi al Castiglion del Bosco o alle Sante Marie gli tocca metter piede in terra, e magari qualcuno lo piglia pure per il c..o:-x
 

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Apprendista Velocista
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Daccordi, CoppiMasciaghi, Aquila, Atala, ColnagoSport?
Non a caso spingevano molto da dietro, nel senso che la posizione non era sicuramente super avanzata com'è adesso che serve per fare agilità, bassi e arretrati.

Col 42/26 o al massimo col 42/28, di agilità non se ne fà mica tanta.

Ma non era Moser, un altro grande, quello che diceva che si và forte se si fa agilità, ma solo se si fà con i rapporti duri?
 
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Daccordi, CoppiMasciaghi, Aquila, Atala, ColnagoSport?
ehhh si belli in bici :-)

il problema è che continuo a trovare gente con 15 cm di fuorisella
e pipa manubrio che entra nello sterzo lasciando fuori il limite segnato
e poi mi dicono che le bici vintage sono inguidabili :-( e spaccaossa :-(

la risposta è sempre.......... guardati un po' di foto e impara

bye

Quelli che vanno con bici messe come dici tu, più che guardar foto, dovrebbero prima misurare bene quello che comprano!:angrymod:

E' anche vero che, da gli anni '60-'80 ad oggi è passato circa mezzo secolo, e l'altezza media delle persone è cresciuta. Le taglie più comuni delle bici di quegli anni erano 54-57, ma anche se con meno scelta la bici vintage della misura giusta si riesce a trovare!

Basta avere un po' di pazienza, e la stessa attenzione che si dedica all'acquisto di una bici nuova .

Perchè, parafrasando dalla pubblicità (anche questa vintage!!) del caffè Lavazza: “Andare in bici è un piacere, se non è della misura giusta, che piacere è?” :)
https://youtu.be/Q5II2y1VtuA?t=24
 

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Apprendista Velocista
24 Dicembre 2011
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Daccordi, CoppiMasciaghi, Aquila, Atala, ColnagoSport?
Oltra alla "posizione in sella" come da titolo del thread, c'è la posizione "in fuorisella in piedi sui pedali", o, come dicono i francesi, "en danseuse".

Su certe pendenze, con i rapporti duri di un tempo, caricare il peso alternativamente sui pedali aiutava a portare in fondo la pedalata.
Permetteva di sfruttare anche la trazione delle braccia sul manubrio.
E magari aiutava anche a non ribaltarsi all'indietro :mrgreen:.

Sempre in tema la pubblicità vintage del caffè Lavazza: "Il pedale, più lo mandi giù, più ti tira sù" :-xhttp://www.perlaretorica.it/wp-content/uploads/2017/06/Lavazza.jpg

Nelle foto, Louison Bobet en danseuse sul Col de l'Izoard nel 1953, e Fausto Coppi, che da bravo Airone, sembra spiccare il volo, più che arrancare sulla salita.
 

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Somec

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Colnago, cazzo di bici (cit. Fabio Aru)
Dai ragazzi, il più importante ed essere bello sulla bici. E il più bello era senza dubbi Hugo Koblet, le pedaleur de charme :mrgreen:

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[/url][/IMG]
 

palmer

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vicino a Milano
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Due in carbonio, una in titanio, ma sette in acciaio
Che bello questo thread, ma che ci volete fare, non ci sono più i ciclisti di una volta (salvo rare eccezioni).
Più passa il tempo e più le biciclette moderne sono per me inguardabili, a cominciare dallo scarto sella manubrio.
C'est la vie!
 

Darius

Scalatore
18 Ottobre 2005
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Colnago V1-r
Che bello questo thread, ma che ci volete fare, non ci sono più i ciclisti di una volta (salvo rare eccezioni).
Più passa il tempo e più le biciclette moderne sono per me inguardabili, a cominciare dallo scarto sella manubrio.
C'est la vie!

Per certi versi condivido la tua osservazione, anche a me molte delle forme moderne non convincono, tuttavia non possiamo negare che andare in bici oggi è ben altra cosa rispetto a quando avevi due rocchetti e dovevi fermarti prima della salite a girare la ruota.

Nella mia gioventù giocavo a tennis con le Superga in tela e para, per carità oggi sarebbero fascinose, ma all'epoca erano due trappole e in accoppiata ai calzini rigorosamente in cotone dell'epoca ti massacravano i piedi, altrettanto con la racchetta Maxima Torneo, rigorosamente in legno, oppure la Yoneyama in alluminio che era un passaporto per il gomito del tennista, insomma... si giocava ma si pativa pure.

Oggi, per quanto ami il vintage, non farei più di 30Km sulla bici di Coppi (la cui sella tra l'altro pesava solamente 2 Kg:wacko:), tra le mie bici ho un Colnago Master Olympic a cui ho montato una piega Cinelli Giro D'Italia con il nastro manubrio sottile dell'epoca, ebbene, per quanto ogni volta che la pedalo me ne innamoro sempre più, la posizione di guida per me è assolutamente innaturale, infatti la uso solo saltuariamente e per uscite brevi, non mi azzarderei mai a fare p.e. un raid di 250Km come faccio col Colnago V1-r.

... e se penso che agli esordi del Tour de France si facevano tappe di 400 Km, su quelle strade e su cancelli da 25 Kg, mi vengono i brividi e un profondo senso di rispetto per i ciclisti dell'epoca che erano dei veri eroi.
 
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Ser pecora

Diretur
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dove capita
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2) lo scarto sella manubrio e' limitato a pochi cm. (di solito 5-7cm)

Si, ma i piantoni quanto lunghi erano?
Le bici di Coppi erano tutte 60 ad inizio carriera e poi 59...

tuttavia non possiamo negare che andare in bici oggi è ben altra cosa rispetto a quando avevi due rocchetti e dovevi fermarti prima della salite a girare la ruota.

Parlando col buon Magni prima che se ne andasse gli chiesi cosa ne pensava delle bici moderne. Risposta: "Le avessimo avute noi le bici in carbonio da 6kg! Altro che i cancelli che usavamo!"

Io di bici vintage ne ho un tot, e chiaramente mi piacciono :-)
 

CRISI

Gregario
23 Dicembre 2015
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Trentino, e sogno la Lunigiana
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DE ROSA e Scapin
Dai ragazzi, il più importante ed essere bello sulla bici. E il più bello era senza dubbi Hugo Koblet, le pedaleur de charme :mrgreen:

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Immenso Hugo Koblet, immenso nella vittoria e nella sconfitta.
Il fascino del ciclismo vintage sta anche nelle storie umane che racconta, e le vicende di Koblet sono tra le più coinvolgenti.
ciao
 

CRISI

Gregario
23 Dicembre 2015
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DE ROSA e Scapin
Un altro aspetto di quel ciclismo: ogni corridore doveva provvedere a sé stesso.
La foto credo che ritragga Learco Guerra in un cambio gomme... Almeno a me sembra lui.
 

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Darius

Scalatore
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Un altro aspetto di quel ciclismo: ogni corridore doveva provvedere a sé stesso.
La foto credo che ritragga Learco Guerra in un cambio gomme... Almeno a me sembra lui.

Learco Guerra arrivò secondo nel Tour de France del 1933, all'epoca il regolamento della Gran Boucle era spietato, le tappe andavano in media sui 350 - 450KM e si partiva la sera dai villaggi per arrivare il giorno dopo, non esistevano le ammiraglie (ma neanche le squadre organizzate) ed era vietato qualsiasi aiuto, le riparazioni meccaniche dovevano essere fatte soli, comprese le frequenti bucature e le saldature sui telai rotti, quando finivano i tubolari o ti ritiravi oppure dovevi sperare che qualche corridore te ne regalasse (o vendesse) una, i pasti e le bevande erano a carico dei corridori e si consumavano nei bar e nelle trattorie lungo il percorso, era vietato riempire e/o portare borracce che non fossero le proprie, per resistere a quei ritmi così duri la maggior parte dei corridori faceva uso di cocaina spalmata sulle gengive, la dissenteria e le congiuntiviti da polvere erano la norma, il Tour dell'epoca era più un inferno che una gara... ecco perchè quelli come Guerra erano degli eroi, altro che i fighetti di oggi.
 

Somec

Apprendista Cronoman
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Colnago, cazzo di bici (cit. Fabio Aru)
Learco Guerra arrivò secondo nel Tour de France del 1933, all'epoca il regolamento della Gran Boucle era spietato, le tappe andavano in media sui 350 - 450KM e si partiva la sera dai villaggi per arrivare il giorno dopo, non esistevano le ammiraglie (ma neanche le squadre organizzate) ed era vietato qualsiasi aiuto, le riparazioni meccaniche dovevano essere fatte soli, comprese le frequenti bucature e le saldature sui telai rotti, quando finivano i tubolari o ti ritiravi oppure dovevi sperare che qualche corridore te ne regalasse (o vendesse) una, i pasti e le bevande erano a carico dei corridori e si consumavano nei bar e nelle trattorie lungo il percorso, era vietato riempire e/o portare borracce che non fossero le proprie, per resistere a quei ritmi così duri la maggior parte dei corridori faceva uso di cocaina spalmata sulle gengive, la dissenteria e le congiuntiviti da polvere erano la norma, il Tour dell'epoca era più un inferno che una gara... ecco perchè quelli come Guerra erano degli eroi, altro che i fighetti di oggi.

d'accordo fino a un certo punto. Ma non bisogna dimenticare che tiravono giù tutto che dio proibiva. Sia "la bomba" di Coppi, l'amfetamina di Simpson, il pot belge più tardi etc. etc. Propio Hugo Koblet che ho citato si è fatto rovinare la salute (il cuore) dopo la vincita del Giro e l'anno prossimo del Tour con un overdose di amfetamina.....
 

mr.sli

Gregario
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Che bello questo thread, ma che ci volete fare, non ci sono più i ciclisti di una volta (salvo rare eccezioni).
Più passa il tempo e più le biciclette moderne sono per me inguardabili, a cominciare dallo scarto sella manubrio.
C'est la vie!

non ci sono nenache i ciclisti di "adesso" , vogliono la bici vintage con tutti pezzi dell'anno giusto per poi usare una posizione moderna per andare a fare l'eroica e poi non riescono a pedalarci col 42 :-) :-) vista la "posizione sbagliata"

bye
 

Cancelliere

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Per certi versi condivido la tua osservazione, anche a me molte delle forme moderne non convincono, tuttavia non possiamo negare che andare in bici oggi è ben altra cosa rispetto a quando avevi due rocchetti e dovevi fermarti prima della salite a girare la ruota.

Nella mia gioventù giocavo a tennis con le Superga in tela e para, per carità oggi sarebbero fascinose, ma all'epoca erano due trappole e in accoppiata ai calzini rigorosamente in cotone dell'epoca ti massacravano i piedi, altrettanto con la racchetta Maxima Torneo, rigorosamente in legno, oppure la Yoneyama in alluminio che era un passaporto per il gomito del tennista, insomma... si giocava ma si pativa pure.

Oggi, per quanto ami il vintage, non farei più di 30Km sulla bici di Coppi (la cui sella tra l'altro pesava solamente 2 Kg:wacko:), tra le mie bici ho un Colnago Master Olympic a cui ho montato una piega Cinelli Giro D'Italia con il nastro manubrio sottile dell'epoca, ebbene, per quanto ogni volta che la pedalo me ne innamoro sempre più, la posizione di guida per me è assolutamente innaturale, infatti la uso solo saltuariamente e per uscite brevi, non mi azzarderei mai a fare p.e. un raid di 250Km come faccio col Colnago V1-r.

... e se penso che agli esordi del Tour de France si facevano tappe di 400 Km, su quelle strade e su cancelli da 25 Kg, mi vengono i brividi e un profondo senso di rispetto per i ciclisti dell'epoca che erano dei veri eroi.


Il tuo parallelo fra ciclismo eroico/tennis d'antan, soprattutto riferito alle attrezzature improbabili ed improponibili, unito alla recente cronaca , mi fà notare che su questo forum stà passando sotto silenzio la scomparsa di un altro grande del passato, che ci ha regalato delle pagine sublimii, come la partita di tennis nella nebbia nel suo "Fantozzi" del 1971 e soprattutto la Coppa Cobram da "Fantozzi contro tutti" del 1979.

Non parlo degli episodi dei film, tutto sommato mediocri, ma dei racconti letti nei libri, o ascoltati nelle clamorose letture radiofoniche dello stesso Villaggio alla Rai, nei lontani pomeriggi degli anni '70.

Tragicamente grandioso ed indimenticabile.
Fine OT
 

CRISI

Gregario
23 Dicembre 2015
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DE ROSA e Scapin
d'accordo fino a un certo punto. Ma non bisogna dimenticare che tiravono giù tutto che dio proibiva. Sia "la bomba" di Coppi, l'amfetamina di Simpson, il pot belge più tardi etc. etc. Propio Hugo Koblet che ho citato si è fatto rovinare la salute (il cuore) dopo la vincita del Giro e l'anno prossimo del Tour con un overdose di amfetamina.....
Ciao
quel che scrivi è tutto vero, vero e sacrosanto, però del ciclismo eroico preferisco tenere nel cuore la leggenda, la magia delle cose raccontate. Il doping mi ha tolto la passione del ciclismo contemporaneo, tanto che le gare professionistiche oggi le vedo a fatica, con la testa piena di sospetti...
Invece amo leggere le storie dei giganti del vecchio ciclismo, perché le loro vicende sono legate alla storia del novecento, perché ognuno di quegli atleti ha un carattere eroico e perché vi sono pochissime immagini video, cosa che mi permette di lavorare con la fantasia.
Chiudo con una precisazione: non penso che i ciclisti di oggi siano dei "fighetti", anzi ho grande rispetto per la fatica che fanno, per l'impegno che mettono, malgrado questo non riesco più ad appassionarmi.
ciao, Luigi.
 

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Daccordi, CoppiMasciaghi, Aquila, Atala, ColnagoSport?
Parlando col buon Magni prima che se ne andasse gli chiesi cosa ne pensava delle bici moderne. Risposta: "Le avessimo avute noi le bici in carbonio da 6kg! Altro che i cancelli che usavamo!"
Magari se gli chiedevi cosa ne pensava oggi dei suoi vent'anni, ti rispondeva: "Li avessi adesso, i vent'anni :cry "

Ogni cosa ha il suo tempo gandalf

A sproposito :offtopic:, ho visto in Emozioni&Imprese un thread aperto da @rapportoagile e tragicamente intitolato "Invecchiare" http://www.bdc-forum.it/showthread.php?t=92741

Finora non ho avuto il coraggio di leggerlo.
Magari invece è pieno di post allegri e di ottimismo. Mi farò coraggio
 
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