Le trasfusioni sono vietate (vado a memoria) dal 1984. Che la sottoposizione ad esse fosse difficilmente rilevabile è un altro discorso. Stesso discorso va fatto per l'assunzione di epo. Per porre un argine al gioco al massacro in corso venne introdotto, di concerto con i corridori, nel 1996, il limite del 50% di ematocrito.
E' provata giudiziariamente l'assunzione esogena di epo da parte di Pantani. Difatti il giudizio relativo alla ipotesi di frode in competizione sportiva avviato da Guariniello dopo l'incidente del 1995, si è chiuso non con una formula assolutoria piena ("il fatto non sussiste"), ma con la formula "il fatto non costituisce reato". Questo perché in sede processuale penale è stata provata l'assunzione esogena di sostanze eritropoietiche. La legge penale antidoping non era ancora in vigore all'epoca dei fatti contestati. Il doping autogeno (secondo precedenti orientamenti) non integrava il reato di frode sportiva, unico reato quindi ascrivibile a fatti risalenti al 1995. Pantani venne, quindi, si assolto, ma vennero accertate giudizialmente la assunzione e la sottoposizione a pratiche mediche non consentite.
Altri utenti, correttamente, hanno citato sia i valori ematologici abnormi consultabili in differenti atti processuali, sia la positività all'epo riscontrata dai test sui campioni del Tour 1998.
L'idea che mi sono formato in questi anni è che per competere ad alto livello dalla fine degli anni '80 in poi i corridori dovevano sistematicamente ricorrere al doping ematico. Nel caso di Pantani, perché di lui si parla in questa discussione, tale ricorso è dimostrato ed appurato anche a seguito dei diversi procedimenti penali in cui è stato imputato o soggetto presente nelle varie documentazioni prodotte (es. processo Conconi).
Sostenere che Pantani fosse "innocente" o "pulito" è frutto di non conoscenza.
Così come sarebbe sostenerlo per Indurain, Berzin, Argentin, Ugrumov, Armstrong e tanti altri.
Il mio non è un accanimento verso Pantani, di cui, per altro, sono stato grande tifoso. E' una questione di onestà intellettuale e morale.