Ce la posso fare?

doctorkom

Novellino
2 Ottobre 2009
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Fai "pane e salame" che poi ti tocca il cetriolo...

Premesso che un po' di esperienza in ambito medico sportivo l'avrei pure anche se non in ambito triathlon......... Il concetto che volevo esprimere è che vorrei evitare che questa mia nuova avventura diventi una fonte di stress aggiuntivo ed in linea di principio,almeno per la mia esperienza,dover seguire pedissequamente schemi rigidi finisce,nella maggior parte dei casi per esserlo.

Ti faccio un esempio pratico inerente il mio lavoro di diabetologo:i pazienti diabetici che vanno meglio nel lungo periodo non sono quelli a cui viene assegnato uno schema alimentare rigido ma sono quelli che con una corretta educazione modificano gradualmente il proprio stile di vita autonomamente anche a rischio di commettere qualche errore iniziale di valutazione. L'importante è che ogni sbaglio venga contestualizzato e non ripetuto.

Il libro di Gipsy mi è piaciuto proprio perché non propone tabelle miracolose ma perché ti spiega cosa fare e perché farlo,poi sta a noi,sulla base delle capacità personali,degli obiettivi e del tempo a disposizione, decidere quale percorso seguire.

Forse sarò presuntuoso ma credo che a giugno farò una discreta gara in linea con gli obiettivi prefissati,e sarò ancora più soddisfatto perché sarà tutta farina del mio sacco.
Peraltro durante questi mesi ho letto molto e ho visto programmi di allenamento di cui ho faticato a trovare il razionale,anzi lo devo ancora trovare,questo per dire che affidarsi ciecamente ad un preparatore (o ad un biomeccanico per il posizionamento in bici piuttosto che ad un dietologo per ottimizzare lo stato nutrizionale) potrebbe non essere sempre la scelta migliore visto che per molti potrebbe essere difficile valutarne la professionalità.

Ciao e grazie per il contributo,

Fabrizio
 

marconovelli

Apprendista Scalatore
21 Ottobre 2005
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www.lostigres.it
Premesso che un po' di esperienza in ambito medico sportivo l'avrei pure anche se non in ambito triathlon......... Il concetto che volevo esprimere è che vorrei evitare che questa mia nuova avventura diventi una fonte di stress aggiuntivo ed in linea di principio,almeno per la mia esperienza,dover seguire pedissequamente schemi rigidi finisce,nella maggior parte dei casi per esserlo.

Ti faccio un esempio pratico inerente il mio lavoro di diabetologo:i pazienti diabetici che vanno meglio nel lungo periodo non sono quelli a cui viene assegnato uno schema alimentare rigido ma sono quelli che con una corretta educazione modificano gradualmente il proprio stile di vita autonomamente anche a rischio di commettere qualche errore iniziale di valutazione. L'importante è che ogni sbaglio venga contestualizzato e non ripetuto.

Il libro di Gipsy mi è piaciuto proprio perché non propone tabelle miracolose ma perché ti spiega cosa fare e perché farlo,poi sta a noi,sulla base delle capacità personali,degli obiettivi e del tempo a disposizione, decidere quale percorso seguire.

Forse sarò presuntuoso ma credo che a giugno farò una discreta gara in linea con gli obiettivi prefissati,e sarò ancora più soddisfatto perché sarà tutta farina del mio sacco.
Peraltro durante questi mesi ho letto molto e ho visto programmi di allenamento di cui ho faticato a trovare il razionale,anzi lo devo ancora trovare,questo per dire che affidarsi ciecamente ad un preparatore (o ad un biomeccanico per il posizionamento in bici piuttosto che ad un dietologo per ottimizzare lo stato nutrizionale) potrebbe non essere sempre la scelta migliore visto che per molti potrebbe essere difficile valutarne la professionalità.

Ciao e grazie per il contributo,

Fabrizio
Capisco tutto il tuo discorso , ma la tua frase finale mi trova in totale disaccordo.... Se parti dal presupposto che la scelta di uno "specialista" (tecnico, biomeccanico ecc) a cui affidarsi potrebbe non sempre essere la scelta migliore perchè potrebbe essere difficile valutarne la professionalità, allora vivi con il dubbio perenne su tutte le cose, quindi come fai a fare tutto da solo? Non hai il dubbio di fare cavolate? Io personalmente qalche nozione tecnica e qualche anno di esperienza ne ho, fortunatamente sono nella fase dove faccio tutto per passione e divertimento , senza l'assillo dei tempi , per cui mi basta controllare il peso e fare quello che mi piace, quindi posso farlo da solo e "vivere alla gioranta" rispettando alcune regole di base per nn farmi male. Se mai dovessi decidere di fare qualche gara preparandola bene, mi affiderei di certo ad un allenatore , perchè facendo da soli capita spesso che si cambiano gli allenamenti in base alla voglia, si sia molto più elastici e si finisce facendo cose diverse da quelle prefissate e soprattutto che non servono allo scopo per cui ci stiamo allenando. Con un allenatore hai quasi l'obbligo "morale" di seguire le sue tabelle, ti senti anche "incentivato" ad allenarti, naturalmente devi avere fiducia. Prendere un po' qua e la non va bene secondo me , si finisce quasi sempre per prendere spunto da quello che ci piace , nn da quello che serve (non so se capisci cosa sto dicendo), credendo poi che se va bene per tizio, va bene anche per noi. Per esempio nelle lunghe distanza se Frodeno domani dicesse che lui corre forte perchè corre con un paio di scarponi, vedrai che una marea di persone cominceranno a correre con scarponi, ricordi quando Armstrong saliva a 8000 pedalate? Abbiamo visto una marea di ciclisti dventare di colpo cultori dell'agilità...Poi nessuno (o quasi ) non ha capito che per mulinare come lui ci volevano altre caratteristiche che non tutti abbiamo (non parlo di doping ecc) e che se vai a 100 pedalate con 36x28 su una salita del 4% non vuol dire andare "agile" come faceva lui su una salita del 8%-9% con 39x25 ......
 

doctorkom

Novellino
2 Ottobre 2009
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Capisco tutto il tuo discorso , ma la tua frase finale mi trova in totale disaccordo.... Se parti dal presupposto che la scelta di uno "specialista" (tecnico, biomeccanico ecc) a cui affidarsi potrebbe non sempre essere la scelta migliore perchè potrebbe essere difficile valutarne la professionalità, allora vivi con il dubbio perenne su tutte le cose, quindi come fai a fare tutto da solo? Non hai il dubbio di fare cavolate? Io personalmente qalche nozione tecnica e qualche anno di esperienza ne ho, fortunatamente sono nella fase dove faccio tutto per passione e divertimento , senza l'assillo dei tempi , per cui mi basta controllare il peso e fare quello che mi piace, quindi posso farlo da solo e "vivere alla gioranta" rispettando alcune regole di base per nn farmi male. Se mai dovessi decidere di fare qualche gara preparandola bene, mi affiderei di certo ad un allenatore , perchè facendo da soli capita spesso che si cambiano gli allenamenti in base alla voglia, si sia molto più elastici e si finisce facendo cose diverse da quelle prefissate e soprattutto che non servono allo scopo per cui ci stiamo allenando. Con un allenatore hai quasi l'obbligo "morale" di seguire le sue tabelle, ti senti anche "incentivato" ad allenarti, naturalmente devi avere fiducia. Prendere un po' qua e la non va bene secondo me , si finisce quasi sempre per prendere spunto da quello che ci piace , nn da quello che serve (non so se capisci cosa sto dicendo), credendo poi che se va bene per tizio, va bene anche per noi. Per esempio nelle lunghe distanza se Frodeno domani dicesse che lui corre forte perchè corre con un paio di scarponi, vedrai che una marea di persone cominceranno a correre con scarponi, ricordi quando Armstrong saliva a 8000 pedalate? Abbiamo visto una marea di ciclisti dventare di colpo cultori dell'agilità...Poi nessuno (o quasi ) non ha capito che per mulinare come lui ci volevano altre caratteristiche che non tutti abbiamo (non parlo di doping ecc) e che se vai a 100 pedalate con 36x28 su una salita del 4% non vuol dire andare "agile" come faceva lui su una salita del 8%-9% con 39x25 ......

Anch'io capisco tutto quello che hai scritto e sono esattamente nella tua stessa condizione:a 51 anni ( domani....) faccio sport per divertirmi a senza l'assillo del cronometro.Il fatto di avere comunque una discreta esperienza in ambito medico-sportivo ( prima di fare il diabetologo ho lavorato alcuni anni con il compianto prof. Vecchiet,allora coordinatore dello staff medico della nazionale di calcio occupandomi di valutazione funzionale) mi mette al riparo da compiere errori grossolani ma sono consapevole che qualora volessi migliorare seriamente dovrei per forza di cose cambiare il mio approccio alla preparazione:per ora non mi interessa.
Hai ragione quando dici che si rischia di fare solo quello che ci piace e non sempre questo è funzionale al progetto ma sempre in ottica ricreativa io cerco di fare proprio quello che mi piace confidando che sia comunque utile o quantomeno non dannoso.

Ciao e grazie per la risposta,mi cambio e vado a correre.

Fabrizio.
 

doctorkom

Novellino
2 Ottobre 2009
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Salve a tutti,vi aggiorno su quello che ho fatto in settimana.

Lunedì nuoto 2000 mt
Martedì corsa a piedi 20 km
Mercoledì nuoto 2500 mt
Giovedì corsa a piedi 12 km fartlek
Venerdì BdC 85 km,in pratica il percorso del 70.3 da solo e quasi sempre controvento.
Oggi mini-combinato: 55 km BdC + Corsa a piedi 6 km.
Domani riposo.

Che ve ne pare?

Tanti auguri a tutti.

Fabrizio
 

doctorkom

Novellino
2 Ottobre 2009
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Ad alcuni giorni dal mio primo 70.3 "mutilato" vorrei fare un bilancio di questa esperienza durata circa 8 mesi.
Per prima cosa mi sono divertito molto sia nel corso della preparazione che in gara.In allenamento la possibilità di alternare 3 discipline mi ha consentito di gestire molto meglio il tempo libero che ho a disposizione soprattutto in funzione delle condizioni meteo che,fino a quando facevo solo bici,erano spesso vincolanti ai fini dell'uscita e della sua durata:se pioveva io in bici non uscivo,adesso se piove esco a piedi o vado a nuotare.
Personalmente credo che per una persona "normale" sia più semplice gestire la preparazione per una gara del genere (piu allenamenti ma più brevi) che per una granfondo impegnativa tipo Nove Colli dove le sedute di training numericamente sono minori ma durano in media molto di piu'.

Anche la gara stessa,peraltro priva della frazione swim, rispetto alla granfondo suddetta mi e' sembrata decisamente meno faticosa,del resto 2 ore sforzo in piu' vanno ad intaccare in misura decisamente maggiore quelle che sono le riserve energetiche dell'organismo.
Un' altro aspetto importante ai fini del confronto e' che in un 70.3 decidi tu l'intensità dello sforzo dall'inizio alla fine mentre in una granfondo capita per lunghi tratti di seguire il ritmo degli altri cercando di stare attaccati a gruppi che solitamente vanno più forte di te..........

All'inizio di questa avventura ero praticamente sicuro che avrei portato a termine la gara al contrario non avevo invece la più pallida idea del tempo che avrei impiegato per quanto sperassi,non so sulla base di quali dati,di chiudere sotto le sei ore.
Solo l'ultimo mese ho iniziato a credere di poter andare under 6h anche se non ho esternato con nessuno questa mia convinzione: ho impiegato 5h59'33" (tempo virtuale) e credo che se avessimo nuotato in condizioni decenti sarei stato su un tempo del genere.Probabilmente sarei andato un po' più piano in bici e probabilmente avrei sofferto un po' meno a piedi dove,negli ultimi km,ho pagato a livello muscolare gli sforzi di una prova bike leggermente più veloce di quella che avevo in programma.Certo che stare in piedi sulla spiaggia con la muta e con lo stress legato all'incertezza della situazione non ha aiutato ne' fisicamente ne' psicologicamente.

In bici ho cercato,nei limiti del possibile di fare gara regolare (senza scia):ci sono riuscito fino agli ultimi 15 km dove era praticamente impossibile andare no-draft.
Piccola riflessione:in una gara con tanti iscritti,tolti i primi 200 che vanno forte e gli ultimi 200 che vanno piano gli altri a grandi linee si equivalgono per cui spiegatemi come si possa fare ad evitare di ammassarsi in gruppi piu' o meno numerosi,soprattutto se viene meno la frazione nuoto che almeno distanzia un po' i concorrenti tra loro.
Di sicuro la frazione bike rispetto al ciclismo e' un altro sport,ho superato in scioltezza gente con TT che in salita si ostinava a spingere rapportoni assurdi con cadenze di pedalata bassissime per non parlare della tendenza a mettersi in posizione aero anche in discese non proprio lineari lunghe poche decine di metri e di alcuni che,dopo aver speso non so quanti euro per partecipare alla gara,non si portano dietro il necessario per cambiare una gomma bucata e chiedevano a tutti bombolette di CO2,pompe,camere d'aria ecc.

A piedi speravo di andare leggermente meglio,ovvero sapevo che gli ultimi 4-5 km sarebbero stati duri,solo che o sono stati un po' troppo:tutta esperienza per il futuro.......

T1 non effettuata,T2 invece fatta in meno di 4' senza problemi particolari.

In bici ho mangiato una mezza barretta ogni 35-40 minuti ed un gel appena prima di arrivare,ho invece bevuto poco,probabilmente troppo poco,meno di un litro di liquidi,tra sali e acqua.
A piedi ho bevuto invece a sufficienza (poco e spesso) sia acqua ma soprattutto sali e un po' di coca gli ultimi 6-7 km + tre o quattro gel e 3-4 tavolette di Enervit GT.
Sono arrivato con le gambe doloranti ma ancora abbastanza in spinta,chi mi ha visto ha detto che sembravo andare ancora bene (opinione che non mi sento di condividere appieno :wacko:).

Post-gara:
Lunedì riposo
Martedì45 km bike a spasso
Mercoledì 1600 mt nuoto tranquilli
Giovedì 45' corsa piano
Venerdì 60 km bike tranquilli
Oggi pomeriggio nuoto in mare un'oretta

Fino a Giovedì mal di gambe,da Venerdì tutto ok.

Non posso non criticare un organizzazione troppo autoreferenziale e palesemente votata a massimizzare il profitto economico per la gestione della frazione nuoto;senza entrare nel merito se al briefing (praticamente inutile) dici:" questo e' un 70.3 IRONMAN", non una gara di paese",poi me lo devi dimostrare prendendo decisioni tempestive e non mettendo letteralmente a repentaglio la salute degli atleti,devi avere un piano B (peraltro previsto dal regolamento) ed essere pronto ad applicarlo!

Appena faccio due conti aggiungo il resoconto degli allenamenti fatti.

Nel frattempo vorrei salutare e ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuto,incoraggiato e consigliato.

Fabrizio
 

doctorkom

Novellino
2 Ottobre 2009
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Diciamo che ho iniziato ad allenarmi dai primi di novembre ma un po' più seriamente da gennaio.

Dal primo gennaio ho percorso in bici 3.697 km,a piedi 633 km e a nuoto 149 km effettuando quasi sempre 6 sedute a settimana ( raramente 5) cercando di interporre il nuoto tra bike e run.
Da fine marzo ho inserito i combinati, di lunghi ( tra i 60 e i 90 in bici + 10-16 a piedi) ne ho fatti una decina ma praticamente dopo la maggior parte delle uscite in bici ho cercato di fare 2-3 km di corsa. Circa un mese prima della gara una serie di 4 combinati in sequenza con 13 km bike + 5 km run mi ha dato una certa tranquillità psicologica. L'ultimo mese ho nuotato solo in mare: non aver potuto nuotare in gara mi è davvero dispiaciuto molto.

Devo migliorare un po' a nuoto ma soprattutto a piedi non tanto in ottica crono quanto per garantirmi arrivi meno " faticosi".

Sono comunque molto soddisfatto soprattutto perché sono riuscito a gestire tutta la preparazione senza incorrere in infortuni particolari se non qualche prevedibile doloretto che non ha minimamente inciso sulla gestione degli allenamenti.

Ciao a tutti Fabrizio.

PS: 23 luglio olimpico di Scanno,là si nuota di sicuro, percoso bike di media difficoltà ( se non ricordo male.......) e da quanto ho letto run duretta.