Ti racconto la mia esperienza: sono 193 per 98 kg, un anno fa quando ho iniziato a pedalare con un minimo di regolarità ed impegno pesavo circa 8 kg in più, non possedevo ancora la bdc (è arrivata a inizio anno) e pedalavo solo con una vecchia mtb di 12 anni.
Attualmente gli amici con cui esco dicono che ho una "buona gamba" in pianura, spesso sono davanti al gruppo per tirare la scia (come un "musso"
), diciamo che vista la stazza da pugile tutto mi sento tranne che un ciclista, ma tant'è....sto ancora perdendo peso.
Il particolare che ho omesso è che
io non amo pedalare in pianura, ma andrei sempre in salita, dove ovviamente le mie performances fanno ridere, o piangere, dipende dai punti di vista.
Un anno fa mi piantavo dopo circa 1 km in salita, se avessi continuato la mia preparazione ostinandomi ad affrontare quella salita, probabilmente mi sarei fermato poco oltre quella curva al primo km....
Invece sai cosa ho fatto?
Tanto per cominciare ho iniziato ad usare la bici tutti i giorni per recarmi al lavoro (15 km all'andata e altrettanti al ritorno), 5 giorni la settimana, il fine settimana allenamento su percorsi inizialmente di 50 km (poi aumento progressivo della distanza), ricchi di saliscendi per "fare gamba", senza piantarmi inutilmente contro "muri" impossibili da affrontare, almeno per me.
Dopo un mese e mezzo circa, ci sono tornato su quella salita, quella che vivevo con un po' di apprensione e di imbarazzo, quella in cui quando le gambe arrivavano ko, fingevo di bere dalla borraccia per avere un pretesto per fermarmi (non mi vergogno a dirlo, è la verità, te lo confesso proprio per farti capire quanto mi sentivo non-capace e "ciofecca")...sai cosa è successo? l'ho fatta tutta di un fiato, è lunga circa 5 o 6 km (Porta Vescovo-Torricelle-Marzana per chi è di Verona), certo la media era (ed ancora è
) bassa, ma ce l'avevo fatta.
Sull'onda dell'entusiasmo ho iniziato ad affrontare salite più impegnative, quando vengo sorpassato da ciclisti più performanti e leggeri di me, ho preso l'abitudine di salutare con un sorriso...quasi sempre vengo contraccambiato con la stessa mercé...
Abituato ad essere sempre sorpassato in salita, dopo i modesti miglioramenti in senso assoluto, ma significativi per il sottoscritto,mi trovo ora in imbarazzo quando ho davanti a me un ciclista più lento da sorpassare, è ridicolo, lo so, ma è così....
Concludo dicendo che l'aspetto più bello, alla fine di questa lunga storia che ti ho raccontato, sai qual'è? L'essere riuscito ad affrontare ("superare" è ancora una parola troppo grossa) le mie difficoltà nel pedalare in salita, mi ha aiutato a temprare e forgiare maggiormente il mio carattere nell'affrontare le difficoltà: prima davanti ad una prova difficile vedevo solo l'"ostacolo", ora, oltre a quello, vedo una sfida ed un'opportunità di crescita e di rafforzamento...beh a dire il vero detto così sembra facile....dopotutto la fatica c'è sempre..
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Alla luce di quanto detto, è aumentata anche la mia "autostima ciclistica", prima prossima allo 0, col risultato che ora, da solo o in gruppo con gli amici, quando mi pianto davanti ad una rampa, non ricorro più al trucchetto della borraccia o a quello, altrettanto fantozziano, del "attacco transitorio di passione per la botanica o per il paesaggio", anche perchè si fa fatica ad ammirare il panorama col capo chino verso terra e la lingua di fuori (da stremato)...
Sento, ciclisticamente parlando, di "essere portatore" anche di capacità, non solo di non-capacità, in tal senso la pausa di ristoro assume una dignità, in quanto mi aiuterà, assieme ai momenti di intensa pedalata, ad aumentare progressivamente le mie capacità.
Mi scuso per il messaggio eccessivamente prolisso.
Roberto