Arrivo al negozio e lei è già lì che mi aspetta, in tutto il suo splendore (BMC Roadmachine). Due chiacchiere con i meccanici, veloce regolata della sella (poi rivelatasi troppo bassa), monto il supporto
Garmin, firmo la liberatoria, controllo il peso giusto per capire di cosa stiamo parlando (che risulta essere di 8,5 kg con supporto Garmin, pedali non proprio leggerissimi, portaborracce e kit riparazione, quindi direi sugli 8 kg nuda) e via, pronti a conoscerci meglio.
Mi accorgo subito che come preventivato la taglia 58 mi calza un po' strettina, e che la sella avrei potuto e dovuto alzarla un po' di più, ma tant'è.
Primi km di pianura, le sensazioni sono subito positive, anzi più che positive. Molto più rigida rispetto alla mia Solace ad esempio, anche un amatore non troppo esperto come me riesce a capire che il mio sforzo si traduce in una maggiore efficienza nella spinta in avanti. Si arriva a 30km/h senza quasi pedalare. Ma quello che mi stupisce di più è come tale sensazione si sposi con un confort di guida che nemmeno la mia
Scott endurance riesce a garantire. Provo a pedalare volontariamente sull'asfalto più accidentato e mi stupisco di come poco o nulla di tutto ciò venga trasmesso alla sella o sul manubrio. Fenomenale. Passo anche su un breve tratto di pavé e la sensazione si rafforza, inizio a capire che questa sarà la mia nuova bici... e sono passati solo 15 minuti dall'inizio del test!
Si inizia a salire, e qui inizia per me l'analisi più importante, dato che pur non avendo propriamente un fisico da scalatore (1,95 x 90kg...) è questo il mio terreno preferito. Decido di provarla in Valle di Muggio, una valle Svizzera che costeggia il confine italiano. Che guarda caso è proprio dove è stata girata parte del video promo ufficiale di questa bicicletta.
Sulle prime salite mi sento subito a mio agio, provo a rilanciare in fuorisella e la bici mi segue benissimo, bella stabile ed efficiente malgrado il mio metro e novantacinque. Un po spaventato dai mille commenti negativi sulle bici con freno a disco, le provo tutte per cercare lo zin-zin di sfregamento, ma niente da fare, va su silenziosa come qualsiasi altra bici.
Dopo il primo impatto positivo, mi trovo in una situazione strana, che sulle prime mi lascia un po perplesso. Arrivato finalmente sulle prime rampe serie, vengo superato da un (mountain) biker! Affronto la salita dietro a questo biker, convinto di riuscire a risuperarlo agevolmente e invece... arranco dietro di lui per alcuni tratti, fatto questo che sulle prime mi getta nello sconforto
vuoi vedere che così preso da unonda di positività totale per questa bici non riesco a comprendere che sto andando su come una lumaca?
In realtà poco dopo, confrontando i tempi con le mie performances passate, capisco che trattasi di un biker particolarmente in forma. Quando spiana rilancio e finalmente riesco a superarlo. Da lì in avanti la strada procede con pendenze non eccessive fino al muro finale, che affronto non a tutta, ma comunque a buon ritmo. Qui supero agevolmente un paio di ciclisti con la bici più in forma di loro, e arrivo in cima alla fine della strada un po' affaticato, anche a causa della posizione non ottimale in sella, ma con un sorriso a 100 denti.
Bene, ora si comincia a scendere... su strada bagnata, piena di foglie in tipico stile autunnale... il mio incubo insomma!
La sorpresa è grande, mi sento subito padrone del mio mezzo come mai mi era successo in passato. Le mie paure svaniscono col passare dei minuti (e dei km), il tutto però senza esagerare e con una sensazione di sicurezza senza eguali in passato. Quello che trovo diverso (e ovviamente migliore) con i dischi è principalmente la prevedibilità della frenata, riesco cioè a capire subito dove riuscirei a fermarmi, indipendentemente da fattori esterni. Ecco, è proprio questa sensazione che non riuscivo a trovare sulle bici con freni tradizionali, sempre con quella fastidiosa impressione di affidare un po' al caso i miei spazi di frenata.
Finita la discesa di nuovo pianura, brevi saliscendi e bel volatone finale, che mi conferma la facilità di rilancio partendo anche da velocità sostenuta e soprattutto la stabilità del mezzo... cosa assolutamente non scontata con a bordo un extralarge come il sottoscritto!
Indeciso se tentare la fuga con il mio nuovo amore a due ruote, alla fine, convinto anche dalla sua taglia un po troppo piccola, decido di riportarla in negozio, contento però di aver trovato probabilmente la mia nuova compagna per i prossimi anni.
Ripenso subito a quanto vissuto in queste tre ore a bordo della Roadmachine, e a livello di sensazioni posso affermare che in pianura, in discesa e sorprendentemente in salita moderata (direi fino a ca. il 6-7%) si comporta molto molto bene, meglio di tutto quanto mi è capitato di pedalare fino ad ora (che per preferenze personali non include comunque bici troppo race, va detto). Sulle rampe più pronunciate se la cava comunque bene nonostante il peso in più qui si faccia un po sentire, ma in ogni caso non ho rilevato particolari impressioni di stanchezza dellanteriore come altri in passato. E tra ruote e manubrio non è impensabile alleggerirla di almeno mezzo chilo.
Giunto a casa scopro che, dati alla mano, le sensazioni in sella erano corrette. In particolare sottolineerei il fatto che ho fatto il PR sia in salita (in un periodo dellanno dove la forma è quella che è) ma soprattutto in discesa (su strada bagnata con foglie). Fatti questi che per me valgono più di mille parole.
, ottimo il peso, stupende le ruote, sul discorso estetico complessivo amo le bici totalmente nere (io le ho tutte nere) ma io qualche scritta ce la voglio, ma de gustibus non disputandum est 
-o
Lavori in un ufficio marketing, vero??? 
