L' aggettivo "civile" cambia il senso della frase. La civiltà intesa come insieme degli aspetti che regolano la vita sociale di un popolo non prevede la disobbedienza. Quindi non esiste "disobbedienza civile" come credo tu la intenda perchè in una società le regole generate dal vivere comune e dal buon senso (che poi nell' uomo dovrebbero coincidere) non possono essere messe in discussione.Personalmente la penso come te, ma permettimi di elaborare più in dettaglio.
Credo di non condividere le obiezioni che alcuni (ad esempio Boogerd) hanno espresso sulla "retroattività della pena", ma le comprendo. Un presidente di ASD che fosse convinto di tali obiezioni e ritenesse ingiuste ed illegittime le misure attualmente in vigore avrebbe a mio parere tutto il diritto di rifiutarsi di applicarle: o dimettendosi da presidente oppure rifiutandosi di ottemperare e sollevando il problema nelle sedi opportune. Per me questa sarebbe una scelta "civile" o meglio di "disobbedienza civile", discutibile come qualsiasi scelta ma non paragonabile a quella di chi ignora la legge per convenienza magari nascondendosi dietro a scuse e trucchetti.
Nei paesi civili le leggi si rispettano, oppure si contestano apertamente. Questo intendevo, mentre in Italia la scelta più comune è purtroppo un'altra.
Insomma di "civile" o di "civiltà" è difficile parlare quando un presidente per scelta va contro la morale comune di un provvedimento giusto.