Buon giorno a tutti.
Vorrei raccontarvi una piccola storia nella speranza che possa essere utile a qualche principiante incerto come me.
Qualche settimana fa acquisto la mia prima bdc, poche pretese. Passo più tempo ad informarmi su cosa montare e come andare invece che stare in sella e fare andare le gambe, forse il mio primo errore.
Le prime uscite sono state delle piccole Waterloo, ansia da prestazione stellare. Si posso riassumere in: piove non piove, esco non esco, sgancia il piede in tempo, attento la rotonda, il camion fa manovra, la signora in auto si mangia le unghie e non ti da la precedenza (successo davvero) passo/non passo e poi un giorno, boom, sedere per terra rialzati e: cadenza di pedalata, velocità media, fiatone, borraccia quasi vuota, non perdere il ritmo, sgancia il piede, il sedere fa male, frena, cambio non registrato bene, sella forse troppo bassa, attacco manubrio troppo lungo, questo nastro manubrio l'ho messo coi piedi e via discorrendo. 40km che sembravano un'odissea. Saghe mentali che mi imponevano un uscita contratta e nervosa. Tutto questo porta a vaneggiamenti post rientro del tipo: forse il fondello non è adatto, forse la bici è grande, forse non è lo sport che fa per me. Questa mattina mi sveglio col piede sbagliato (o quello giusto ancora non ho capito) guardo fuori e il cielo minaccia acqua, nervoso! mi preparo prendo la chiave inglese e mi presento in garage cattivo come uno dei drughi di arancia meccanica, mi avvento sui look e li estirpo come fossero erbaccia, monto degli orrendi pedali da passeggiata ma il motto della giornata è: oggi faccio come mi gira. inforco la bici e via. il ritmo è cadenzato dalla voglia del momento, la meta: la solita rotonda, si arriva si gira e poi a casa. una volta giunto a destinazione con passo comunque sostenuto ma non imposto mi accorgo che forse per la minor ansia da prestazione o forse per il minor dolore al fondoschiena la voglia di proseguire è molta e quindi si prosegue; un'altra rotonda un'altro incrocio un'altro sottopasso ma questo è l'ultimo, li si gira e si torna, quella pista ciclabile non l'avevo mai vista. é presto e le gambe girano ancora, proviamola. ciclabile stretta ma bellissima, deserta senza una buca e con i canalini pieni d'acqua che la costeggiano. Pedala che ti pedala ed ad un certo punto mi rendo conto di essermi perso, preoccupato? per niente, non avevo mai fatto così tanta strada in bici ma ero contento come da bambino la prima volta che sono uscito da solo dal cortile di casa solo che adesso la casa non so dove sia, va beh tornerò prima o poi e così è stato. su e giù da marciapiedi, slalom fra panettoni e stradoni mai visti. morale della favola? la più bella uscita in bici mai fatta. Il ritmo era sostenuto ma la testa non ci faceva caso, pensavo solo a che strada prendere e a dove mettere le ruote, quando per caso mi cadeva l'occhio sul computerino mi accorgevo che la velocità non era di molto inferiore alla mia solita. Quindi correggetemi se sbaglio ma il mio consiglio è: se non ambite ad indossare la maglia gialla uscite come meglio credete e divertitevi, nella vita ci sono già troppi obblighi e doveri e non voglio che anche la bici entri in quell'elenco. quindi ricapitolando ho mandato tutto a quel paese, ci sono andato e non vedo l'ora di tornarci. Il mio prossimo obbiettivo, rifare la strada in minor tempo? neanche per idea. trovare altre strade più scorrevoli per mantenere una cadenza più elevata? neanche se mi pagano. la mia meta è scoprire cosa c'è alla fine di quella ciclabile, forse un pentolone d'oro come alla base di un arcobaleno o forse solo un panettone giallo di cemento, comunque sia sarà un divertimento, poi il resto verrà da sé e se non verrà amen, non lo faccio mica di professione.
Nella speranza di non avervi tediato troppo vi saluto. buone pedalate a tutti!
Vorrei raccontarvi una piccola storia nella speranza che possa essere utile a qualche principiante incerto come me.
Qualche settimana fa acquisto la mia prima bdc, poche pretese. Passo più tempo ad informarmi su cosa montare e come andare invece che stare in sella e fare andare le gambe, forse il mio primo errore.
Le prime uscite sono state delle piccole Waterloo, ansia da prestazione stellare. Si posso riassumere in: piove non piove, esco non esco, sgancia il piede in tempo, attento la rotonda, il camion fa manovra, la signora in auto si mangia le unghie e non ti da la precedenza (successo davvero) passo/non passo e poi un giorno, boom, sedere per terra rialzati e: cadenza di pedalata, velocità media, fiatone, borraccia quasi vuota, non perdere il ritmo, sgancia il piede, il sedere fa male, frena, cambio non registrato bene, sella forse troppo bassa, attacco manubrio troppo lungo, questo nastro manubrio l'ho messo coi piedi e via discorrendo. 40km che sembravano un'odissea. Saghe mentali che mi imponevano un uscita contratta e nervosa. Tutto questo porta a vaneggiamenti post rientro del tipo: forse il fondello non è adatto, forse la bici è grande, forse non è lo sport che fa per me. Questa mattina mi sveglio col piede sbagliato (o quello giusto ancora non ho capito) guardo fuori e il cielo minaccia acqua, nervoso! mi preparo prendo la chiave inglese e mi presento in garage cattivo come uno dei drughi di arancia meccanica, mi avvento sui look e li estirpo come fossero erbaccia, monto degli orrendi pedali da passeggiata ma il motto della giornata è: oggi faccio come mi gira. inforco la bici e via. il ritmo è cadenzato dalla voglia del momento, la meta: la solita rotonda, si arriva si gira e poi a casa. una volta giunto a destinazione con passo comunque sostenuto ma non imposto mi accorgo che forse per la minor ansia da prestazione o forse per il minor dolore al fondoschiena la voglia di proseguire è molta e quindi si prosegue; un'altra rotonda un'altro incrocio un'altro sottopasso ma questo è l'ultimo, li si gira e si torna, quella pista ciclabile non l'avevo mai vista. é presto e le gambe girano ancora, proviamola. ciclabile stretta ma bellissima, deserta senza una buca e con i canalini pieni d'acqua che la costeggiano. Pedala che ti pedala ed ad un certo punto mi rendo conto di essermi perso, preoccupato? per niente, non avevo mai fatto così tanta strada in bici ma ero contento come da bambino la prima volta che sono uscito da solo dal cortile di casa solo che adesso la casa non so dove sia, va beh tornerò prima o poi e così è stato. su e giù da marciapiedi, slalom fra panettoni e stradoni mai visti. morale della favola? la più bella uscita in bici mai fatta. Il ritmo era sostenuto ma la testa non ci faceva caso, pensavo solo a che strada prendere e a dove mettere le ruote, quando per caso mi cadeva l'occhio sul computerino mi accorgevo che la velocità non era di molto inferiore alla mia solita. Quindi correggetemi se sbaglio ma il mio consiglio è: se non ambite ad indossare la maglia gialla uscite come meglio credete e divertitevi, nella vita ci sono già troppi obblighi e doveri e non voglio che anche la bici entri in quell'elenco. quindi ricapitolando ho mandato tutto a quel paese, ci sono andato e non vedo l'ora di tornarci. Il mio prossimo obbiettivo, rifare la strada in minor tempo? neanche per idea. trovare altre strade più scorrevoli per mantenere una cadenza più elevata? neanche se mi pagano. la mia meta è scoprire cosa c'è alla fine di quella ciclabile, forse un pentolone d'oro come alla base di un arcobaleno o forse solo un panettone giallo di cemento, comunque sia sarà un divertimento, poi il resto verrà da sé e se non verrà amen, non lo faccio mica di professione.
Nella speranza di non avervi tediato troppo vi saluto. buone pedalate a tutti!