una buona capacità di sopportare grandi dislivelli è indispensabile. La mia è un opinione dettata dal buonsenso, visto che esperienza sicuramente voi tutti ne avete più di me. Sono convinto che sperimentare cose nuove in gara sia pericoloso. Bisogna sapere a cosa si va incontro.
è vero che in pianura si può fare più fatica che in salita, ma si possono mettere tutte le Z di questo mondo e non ma non basterebbe per farla paragonare ad un giro del genere in montagna. Non è semplice "gestione di energia". La montagna è infame: non c'è solo il gesto atletico della pedalata (a occhio per la maggior parte 4200m D+ significano circa 4 ore o più a 70-75 rpm che di per sè è orribile) o la capacità di reintegrare mangiando e bevendo, ma un insieme di fattori che bisogna considerare come il meteo, che cambia repentinamente, gli sbalzi di temperature e pressione, il vento che se tira forte in montagna fa paura. In montagna la maggior parte delle persone non può decidere quanta fatica fare, è la strada che lo impone. In un momento ti sembra di stare da dio, dieci minuti dopo magari sei in crisi. Se non si è abituati si rischiano errori stupidi che poi si pagano come scegliere come e quanto vestirsi. Poi c'è la discesa, e la discesa fa male. Credo che molti abbiano provato la brutta sensazione che si ha nei primi km di salita dopo una lunga discesa.
Credo che sia importante sapere come reagisce il proprio fisico e la proria testa ad uno sforzo del genere, capire i segnali che ti danno gambe e stomaco per prevenire crisi e momenti difficili che possono rovinare quello che dovrebbe essere in primis un divertimento.
un paio di giri a 4000 gli ho fatti, sicuramente ho speso tante energie, ma non credo che siano state sprecate per nulla: ho capito e imparato tante cose. Il 4 giugno avrò sicuro qualche watt in meno, in compenso avrò maggiore astuzia ed esperienza sul campo che servono molto di più.
Scusate la lunghezza dell'intervento ma non volevo passare per il giovane che spara numeri a caso, volevo solo far riflettere le persone ed indurle ad avere rispetto della bici, della strada, delle proprie gambe e della propria salute.
ciao
è vero che in pianura si può fare più fatica che in salita, ma si possono mettere tutte le Z di questo mondo e non ma non basterebbe per farla paragonare ad un giro del genere in montagna. Non è semplice "gestione di energia". La montagna è infame: non c'è solo il gesto atletico della pedalata (a occhio per la maggior parte 4200m D+ significano circa 4 ore o più a 70-75 rpm che di per sè è orribile) o la capacità di reintegrare mangiando e bevendo, ma un insieme di fattori che bisogna considerare come il meteo, che cambia repentinamente, gli sbalzi di temperature e pressione, il vento che se tira forte in montagna fa paura. In montagna la maggior parte delle persone non può decidere quanta fatica fare, è la strada che lo impone. In un momento ti sembra di stare da dio, dieci minuti dopo magari sei in crisi. Se non si è abituati si rischiano errori stupidi che poi si pagano come scegliere come e quanto vestirsi. Poi c'è la discesa, e la discesa fa male. Credo che molti abbiano provato la brutta sensazione che si ha nei primi km di salita dopo una lunga discesa.
Credo che sia importante sapere come reagisce il proprio fisico e la proria testa ad uno sforzo del genere, capire i segnali che ti danno gambe e stomaco per prevenire crisi e momenti difficili che possono rovinare quello che dovrebbe essere in primis un divertimento.
un paio di giri a 4000 gli ho fatti, sicuramente ho speso tante energie, ma non credo che siano state sprecate per nulla: ho capito e imparato tante cose. Il 4 giugno avrò sicuro qualche watt in meno, in compenso avrò maggiore astuzia ed esperienza sul campo che servono molto di più.
Scusate la lunghezza dell'intervento ma non volevo passare per il giovane che spara numeri a caso, volevo solo far riflettere le persone ed indurle ad avere rispetto della bici, della strada, delle proprie gambe e della propria salute.
ciao