Scarpe e corretto appoggio nella corsa

giggio_145

Apprendista Passista
18 Settembre 2011
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Ecco, riprendo il discorso.

Spero fosse chiaro a cosa mi riferivo, in teoria, al di là dell'effetto del piede che scivola in avanti, dovresti proprio sentire il primo contatto leggermente frenato e poi la scarpa che rulla e ti fa avanzare.

Te lo dico perché anche io nel mio apprendistato con le Asics Nimbus (11 mm di drop se non erro) correvo in quel modo, poi ho provato le Nike Free e ho notato come subito scoparisse l'effetto frenata e l'appoggio fosse dove volevo io e come volevo io nel modo più naturale possibile. E' stato lì che mi son convinto che la scarpa mi condizionava, e che se volevo imparare davvero a correre non appoggiando il tallone, dovevo avere una scarpa che mi portasse a farlo e aiutasse con le sue caratteristiche di drop ridotto.

Poi per quanto mi sforzassi di allungare la falcata, l'altro segreto su cui mi aveva aperto gli occhi @Ubaldo era nel fatto che potevo allungarla, ma all'indietro, ed era sbagliato cercare di allungarla in avanti in modo innaturale, perché sarebbero capitate due cose: o atterravo di nuovo troppo di tallone, oppure avrei forzato l'atterraggio di avampiede inclinando eccessivamente il piede a mo' di zappa, sortendo l'effetto frenata e quindi il contrario di quello che volevo.

La corsa è anche musica: impara ad ascoltarti, quando ho cominciato ad essere più silenzioso nell'appoggio vuol dire che avevo svoltato, avevo imparato ad appoggiare quel tanto che basta per poi far schizzare via il piede e via subito l'altro, falcata radente, allungata indietro.

Devo dire che oltre le scarpe, la discesa collinare mi ha aiutato molto in questo: ti correggi subito, perché se sbagli qualcosa ti fai male, e poi senti subito che non sei fluido mentre per via della forza di gravità sei spinto in avanti ma se vuoi mantenere velocità ed equilibrio e una cadenza ottimale devi avere i punti di appoggio perfetti, né troppo avanti né troppo indietro.

Ci vuole tempo, pazienza e le scarpe giuste: sono sempre più convinto che quando parliamo di appoggi e vogliamo lavorare su quelli, affidarsi ad una scarpa strutturata e con molto drop ci porti lontano dall'obiettivo. Non è il nostro piede che appoggia e rulla, è la scarpa che lo fa per lui.

Per me deve essere il contrario: il piede sceglie il modo, la scarpa lo segue e aiuta a completare il gesto.
scusa ma anche se appoggio solo la punta (pero frenando) ce sempre la rullata???


e poi un'altra cosa é che ho notato che in discesa l'effetto frenante aumenta o meglio é come se mantenendo questa nuova tecnica in discesa sembra che accellero senza controllo cioé avendo il busto sbilanciato é come se cadessi e quindi devo accelelrare sempre di piu con le gambe, quindi ad un tratto mi stanco e cambio (nn so cosa bene) e percepisco Di piu effetto frenante
 

Ubaldo

Apprendista Scalatore
26 Luglio 2008
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è normale, in discesa devi trovare la velocità massima che vuoi sostenere e poi devi frenare un poco, ma non atterrando di tallone, bensì accorciando la falcata. Se senti che in discesa prendi velocità vertiginosamente, hai centrato la tecnica.
Comunque per migliorare il tuo difetto di appoggio, molto avanti al baricentro, devi fare un poco di corsa in salita. Devi prendere una salita tra il 10-15% e farla, non forte, non c'è bisogno: se in salita appoggi il tallone per primo (impossibile o quasi) oppure il piede dinnanzi al baricentro, senti chiaramente la spinta all'indietro. Può aiutarti ad acquisire sensibilità. Poi, visto che in salita si accorcia molto la falcata, l'esercizio è ancora più utile
 

giggio_145

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è normale, in discesa devi trovare la velocità massima che vuoi sostenere e poi devi frenare un poco, ma non atterrando di tallone, bensì accorciando la falcata. Se senti che in discesa prendi velocità vertiginosamente, hai centrato la tecnica.
Comunque per migliorare il tuo difetto di appoggio, molto avanti al baricentro, devi fare un poco di corsa in salita. Devi prendere una salita tra il 10-15% e farla, non forte, non c'è bisogno: se in salita appoggi il tallone per primo (impossibile o quasi) oppure il piede dinnanzi al baricentro, senti chiaramente la spinta all'indietro. Può aiutarti ad acquisire sensibilità. Poi, visto che in salita si accorcia molto la falcata, l'esercizio è ancora più utile
grazie Ubaldo, il consiglio dellla salita me la già dato il mio allenatore e infatti abbiamo fatto "scatti" in salita e mi ha detto che in salita che il mio difetto scompare ma nn appena passo in pianura ritorna.. Mi ha fatto pure riprese per farmi rendere conto. Poi mi ha dato questo consiglio: durante la corsa devo guardare a terra a circa 6m davanti me e devo far caso se vedo le ginocchia e se vedo i piedi, se vedo i piedi significa che sto allungando troppo la falcata, mentre se vedo solo le ginocchia significa che va bene perché sto alzando abbatsanza le ginocchia. Ma cmq io nn vedo niente :mrgreen: cioé devo abbassare un po lo sguardo per vedere le ginocchia e un po il piede. Ieri cmq correndo con la pioggia e con l'asfalto un po sporco di terriccio riuscivo a notare di piu l'effetto frenante perche se frenava il piede scivolava cn piu facilità... E cmq all'inizio scivolava un po poi ho cominciato a farci caso e ho cominciato a sbilanciarmi in avanti di piu ed alzare le ginocchia di piu e il rumore era scomparso e anche il leggero scivolamento era scomparso

Cmq in discesa sento di accelelare molto e quindi butto indietro il baricentro l
 

green dolphin

Scalatore
3 Gennaio 2008
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Come sempre [MENTION=10458]Ubaldo[/MENTION] mi legge nel pensiero. Stavo per rispondere la stessa cosa: in discesa per rallentare quando la pendenza aumenta e ti butta troppo in avanti, accorcio la falcata. Poi appena la pendenza lo consente, allungo di nuovo!
 

Ubaldo

Apprendista Scalatore
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devi resettarti e provare con il pendolo o con l'esercizio del filo immaginario. A questo punto puoi anche fare l'esercizio con un vero filo.
Ti copio e incollo un consiglio qui sotto:
Bisogna sbilanciare in avanti il baricentro, provocando quella reazione delle gambe che, per impedire la caduta, innescano l’alternanza del passo. Mentre corre, il runner deve immaginare di avere un filo resistente legato in vita, all’altezza dell’ombelico, che lo tiri in avanti. Quest’azione di traino, per quanto ideale, dovrebbe far avanzare il baricentro, “trascinando” con sé le gambe e offrendo la sensazione di una corsa più leggera e rilassata. Puoi anche farti davvero trainare per qualche metro da un altro corridore, con il filo legato in vita a te. Ti adatterai automaticamente a sentire questa corsa sciolta, ma all'inizio difficile, visto che non è il tuo stile.
il corridore fa una grande fatica ad abituarsi a stare un po’ più sui quadricipiti e, se non riesce a stare concentrato, piano piano torna al gesto originario, al quale sia la sua muscolatura che la sua mente sono più abituate. Quindi si inizia con brevi tratti e poi si allunga piano piano: fai un poco di metri, ti fermi e riparti.
 

green dolphin

Scalatore
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devi resettarti e provare con il pendolo o con l'esercizio del filo immaginario. A questo punto puoi anche fare l'esercizio con un vero filo.
Ti copio e incollo un consiglio qui sotto:
Bisogna sbilanciare in avanti il baricentro, provocando quella reazione delle gambe che, per impedire la caduta, innescano l’alternanza del passo. Mentre corre, il runner deve immaginare di avere un filo resistente legato in vita, all’altezza dell’ombelico, che lo tiri in avanti. Quest’azione di traino, per quanto ideale, dovrebbe far avanzare il baricentro, “trascinando” con sé le gambe e offrendo la sensazione di una corsa più leggera e rilassata. Puoi anche farti davvero trainare per qualche metro da un altro corridore, con il filo legato in vita a te. Ti adatterai automaticamente a sentire questa corsa sciolta, ma all'inizio difficile, visto che non è il tuo stile.
il corridore fa una grande fatica ad abituarsi a stare un po’ più sui quadricipiti e, se non riesce a stare concentrato, piano piano torna al gesto originario, al quale sia la sua muscolatura che la sua mente sono più abituate. Quindi si inizia con brevi tratti e poi si allunga piano piano: fai un poco di metri, ti fermi e riparti.

Esatto, la sensazione è la stessa che ho sperimentato le poche volte che sono andato a correre col mio cane con una cintura legata in vita apposita a cui va collegato il moschettone del guinzaglio! Hai un effetto immediato sullo stile della corsa...e anche sulla velocità del passo :wacko:

Se vuoi [MENTION=37901]giggio_145[/MENTION] ti presto il mio cane, ma poi non dire che ti ha stancato :mrgreen:
 

IlNigno

Apprendista Cronoman
13 Agosto 2010
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ARGON18 Krypton / VINER X-Plus
E' da un annetto circa che curo l'appoggio in "mesopiede" e il ritorno del tallone.Utilizzando scarpe A3(adidas supernova glide).Bene son passato da 1h43' sulla mezza del 2012 a 1h35'43" di ieri...

OTTIMO!Ma la cosa forse più interessante è lo star bene.Non ho più dolori ai polpacci e molto meno agli adduttori,questa è una corsa "fluida",la sento veramente poco traumatica.Da dire che a livello di allenamento ho praticamente tolto lavori con cambi "netti" di velocità tipo le ripetute,quelle dai 100 ai 300(faccio allunghi aumentando il ritmo con costanza),allungato le uscite mediamente di un quarto d'ora;e curo molto lo stretching.

Sono dell'idea che questo tipo di corsa sia quello corretto o quantomeno quello più adatto a me.
Ora proverò una scarpa A2 per vedere se mi aiuteranno a migliorare questa tecnica e magari i tempi.
Non mi sento pronto per scarpe più "estreme"!:mrgreen:
 
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Ubaldo

Apprendista Scalatore
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E' da un annetto circa che curo l'appoggio in "mesopiede" e il ritorno del tallone.Utilizzando scarpe A3(adidas supernova glide).Bene son passato da 1h43' sulla mezza del 2012 a 1h35'43" di ieri...

OTTIMO!Ma la cosa forse più interessante è lo star bene.Non ho più dolori ai polpacci e molto meno agli adduttori,questa è una corsa "fluida",la sento veramente poco traumatica.Da dire che a livello di allenamento ho praticamento tolto lavori con cambi "netti" di velocità tipo le ripetute,quelle dai 100 ai 300(faccio allunghi aumentando il ritmo con costanza),allungato le uscite mediamente di un quarto d'ora;e curo molto lo stretching.

Sono dell'idea che questo tipo di corsa sia quello corretto o quantomeno quello più adatto a me.
Ora proverò una scarpa A2 per vedere se mi aiuteranno a migliorare questa tecnica e magari i tempi.
Non mi sento pronto per scarpe più "estreme"!:mrgreen:
le A2 sono un mondo che dice tutto e niente.
Ci sono A2 che sono delle drop alto alleggerite e poco più flessibili e A2 che sono più ribassate e davvero più flessibili (come le da me compiante brooks green silence, una scarpa che avrebbe meritato molto più successo, ihmo).
Dovresti buttarti sulla seconda categoria di A2.
Mi riferisco a quelle A2 flessibili, basse, senza correzioni, con drop da 6 a 8 mm
 

AI3

Pignone
23 Settembre 2013
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Scott speedster
Non ho più dolori ai polpacci e molto meno agli adduttori

Quoto questa parte del post perche` anch`io molto spesso ho dei dolori ai polpacci dopo la corsa. HO iniziato ad averli in particolar modo da 3-4 mesi.
All`inizio pensavo fosse dovuto al fatto che non mi riscaldo bene (lo so che e` sbagliatissimo ma a volte non ho tempo oppure inizio ad andare piu` forte quando "penso" di essere caldo,ma in realta` non lo sono).

Non so,puo` essere dovuto a questo oppuread un appoggio sbagliato del piede?
 

IlNigno

Apprendista Cronoman
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ARGON18 Krypton / VINER X-Plus
Non so,puo` essere dovuto a questo oppuread un appoggio sbagliato del piede?

Un appoggio eccessivo o forzato sul tallone(sfruttando le caratteristiche delle A3)a me causava dolori a caviglie,ginocchia e polpacci.Curare l'appoggio,effettuare stretching e usare calze o gambali compressivi(nelle uscite lunghe,ma anche nel post-allenamento)mi ha tolto gran parte di fastidi,che in alcuni casi trascinavo per lunghi periodi...tanto di fermarsi non se ne parlava eh...
Prova a cambiare qualcosa pure tu magari elimini o riduci il problema.
o-o
 

green dolphin

Scalatore
3 Gennaio 2008
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Per me inutile far supposizioni: non dice quanto corre, con che frequenza, con che tipo di scarpe, quanti km, se fa dislivello, come corre e appoggia.

L'unica cosa che dice è: "Ho iniziato ad averli in particolar modo da 3-4 mesi", ma non specifica che cosa è cambiato negli ultimi 3-4 mesi- Forse ha intensificato? Ha cambiato scarpe?

Cmq gli indolenzimenti sono normali se l'attività è saltuaria, 1-2 volte alla settimana: i muscoli non fanno in tempo ad abituarsi. Così anche per la bici, se ci si allena saltuariamente qualche dolorino ci sarà sempre.
 

AI3

Pignone
23 Settembre 2013
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Scott speedster
Per me inutile far supposizioni: non dice quanto corre, con che frequenza, con che tipo di scarpe, quanti km, se fa dislivello, come corre e appoggia

In effetti ho dato poche info.Corro di solito 3 volte a settimana, faccio una trentina di km a settimana,da circa un anno.Il percorso cambia spesso quindi capita di fare dislivello.Mi sto sforzando di non appoggiare il tallone.Le scarpe sono queste

[url]http://store.karrimor.com/karrimor-tempo-dual-2-mens-running-shoes-212241?colcode=21224111[/URL]
 

green dolphin

Scalatore
3 Gennaio 2008
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In effetti ho dato poche info.Corro di solito 3 volte a settimana, faccio una trentina di km a settimana,da circa un anno.Il percorso cambia spesso quindi capita di fare dislivello.Mi sto sforzando di non appoggiare il tallone.Le scarpe sono queste

[URL="http://store.karrimor.com/karrimor-tempo-dual-2-mens-running-shoes-212241?colcode=21224111"][url]http://store.karrimor.com/karrimor-tempo-dual-2-mens-running-shoes-212241?colcode=21224111[/URL][/URL]

Ad occhio direi che sono scarpe tradizionali, con drop tra i 10 e 12 mm. Ammortizzate e strutturate.

Il motivo può essere duplice: da un lato il dislivello in salita impegna maggiormente i polpacci perché cambia il tipo di spinta rispetto alla solita andatura in pianura.

Dall'altro sforzarsi di non poggiare il tallone con scarpe con dislivello alto, non nate per correre di avampiede, ti obbliga ad una estensione maggiore del piede in fase di appoggio, e ciò implica maggiore tensione nel tendine di Achille e di conseguenza maggior lavoro per il polpaccio.

Difficile trovare una soluzione in questo caso, c'è un rapporto diretto di causa effetto tra la scarpa, il tipo di appoggio, e la spinta e falcata che ne conseguono: sicuramente hai alleggerito il lavoro del bicipite femorale che è più sollecitato da un appoggio di tallone, ma la cosa non poteva avvenire senza ripercussioni su altri muscoli.
 

AI3

Pignone
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Ad occhio direi che sono scarpe tradizionali, con drop tra i 10 e 12 mm. Ammortizzate e strutturate.

Il motivo può essere duplice: da un lato il dislivello in salita impegna maggiormente i polpacci perché cambia il tipo di spinta rispetto alla solita andatura in pianura.

Dall'altro sforzarsi di non poggiare il tallone con scarpe con dislivello alto, non nate per correre di avampiede, ti obbliga ad una estensione maggiore del piede in fase di appoggio, e ciò implica maggiore tensione nel tendine di Achille e di conseguenza maggior lavoro per il polpaccio.

Difficile trovare una soluzione in questo caso, c'è un rapporto diretto di causa effetto tra la scarpa, il tipo di appoggio, e la spinta e falcata che ne conseguono: sicuramente hai alleggerito il lavoro del bicipite femorale che è più sollecitato da un appoggio di tallone, ma la cosa non poteva avvenire senza ripercussioni su altri muscoli

Grazie 1000.Quindi siccome tendo a fare percorsi dove c`e` abbastanza dislivello, mi converrebbe usare scarpe con un drop minore giusto?

Al negozio mi avevano chiesto che tipo di distanze faccio (generalmente oltre gli 8-10 km fino alla mezza) e per questo mi avevano consigliato un drop alto,forse per evitare di stressare troppo il tallone
 

Slayer

Apprendista Passista
28 Novembre 2010
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Ischia
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Premesso che sto per mettere dei plantari per accelerare il recupero da un infortunio, sono un forte supinatore a causa di un lieve ginocchio varo mai corretto: ci sono dei metodi per correggere l'appoggio, degli esercizi da fare? Sò bene che le mie ginocchia resteranno vare (anche se è pochissimo), ma allenando la propriocezione c'è la speranza di non averne più bisogno in futuro?

Sempre usato scarpe A3 drop 12-15 (saucony jazz 15 e nike vomero)
 

IlNigno

Apprendista Cronoman
13 Agosto 2010
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Premesso che sto per mettere dei plantari per accelerare il recupero da un infortunio, sono un forte supinatore a causa di un lieve ginocchio varo mai corretto: ci sono dei metodi per correggere l'appoggio, degli esercizi da fare? Sò bene che le mie ginocchia resteranno vare (anche se è pochissimo), ma allenando la propriocezione c'è la speranza di non averne più bisogno in futuro?

Sempre usato scarpe A3 drop 12-15 (saucony jazz 15 e nike vomero)


Esercizi non lo sò! A livello pratico ti posso dire che l'orecchio aiuta molto.Una corsa "silenziosa" è sintomo(a mio parere) di correttezza nell'appoggio.

Comunque aspetta GreenD e Ubaldo veri maestri che ne sanno una più del diavolo:evil: sugli appoggi et simila !!!
 

Ubaldo

Apprendista Scalatore
26 Luglio 2008
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Bari, Castellana-Polignano (Chiesa Nuova)
www.flickr.com
Bici
Haibike Affair custom
concordo, una corsa silenziosa è segno che i muscoli lavorano con il giusto mix di forza ed elasticità. Per i plantari concordo con una teoria opposta (peraltro supportata dal fisioterapista osteopata che mi sta aiutando a rimettere a posto uno scompenso che mi provoca un continuo fastidio alla bandelletta ileotibiale). Aumentano la disattivazione muscolare all'origine dei problemi di appoggio e in qualche tempo si sta peggio di prima.
Non ho detto nulla rispetto alla richiesta di slayer perchè non so se il suo varismo sia entro limiti fisiologici ma peggiorato ulteriormente da un adattamento muscolare o se sia roba realmente patologica e che quindi non può che richiedere una correzione. Di solito per correggere il problema una delle soluzioni migliori è farsi un mesetto di palestra e fare lavori mirati per riequilibrare la muscolatura che deve tenere il ginocchio in asse. (i lavori di vasto mediale e laterale, gli altri muscoli di stabilizzazione, ecc.)
 

Ubaldo

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concordo, una corsa silenziosa è segno che i muscoli lavorano con il giusto mix di forza ed elasticità. Per i plantari concordo con una teoria opposta (peraltro supportata dal fisioterapista osteopata che mi sta aiutando a rimettere a posto uno scompenso che mi provoca un continuo fastidio alla bandelletta ileotibiale). Aumentano la disattivazione muscolare all'origine dei problemi di appoggio e in qualche tempo si sta peggio di prima.
Non ho detto nulla rispetto alla richiesta di slayer perchè non so se il suo varismo sia entro limiti fisiologici ma peggiorato ulteriormente da un adattamento muscolare o se sia roba realmente patologica e che quindi non può che richiedere una correzione. Di solito per correggere il problema una delle soluzioni migliori è farsi un mesetto di palestra e fare lavori mirati per riequilibrare la muscolatura che deve tenere il ginocchio in asse. (i lavori di vasto mediale e laterale, gli altri muscoli di stabilizzazione, ecc.)