Ma non è che se uno ti stacca sul Paterberg vince con maggior merito o dimostrando che è, in assoluto, più forte di te.
Bisogna considerare tante variabili.
Certamente forse ti stacca (e vince) perché è più forte in senso assoluto, ma forse ti stacca solo perché è arrivato a quel momento della gara più fresco e brillante (magari tu hai dovuto cucire, tirare, recuperare e spendere - anche stupidamente - altre energie che lui ha saggiamente conservato) e quindi ne ha più e ti va via.
La sua vittoria, per me, varrà allo stesso modo, di quella che tu riusciresti ad ottenere frapponendo fra te e lui, per un qualsiasi motivo, 20 secondi che poi lui non riesce più a cucire.
Un conto è la spettacolarità dell'azione un conto è l'efficacia della condotta di corsa.
Questa è la mia idea, ovviamente.
Tipicamente i capitani non devono mai spendere più del previsto, eccetto per cadute o guasti meccanici, come Cancellara ad Harelbeke. Oppure per scelte tattiche diverse, ma questo non succede quasi mai. Quindi questo discorso non conta. E' contato ieri per vanmarcke che ha provato la fuga molti km prima di Sagan spendendo parecchio per stare davanti.
Per cancellara sarebbe stato diverso essere staccato sul Paterberg perchè non ci sarebbe stata nessuna scusante. Invece era li a rimuginare su questo e quello perchè sa benissimo di aver sbagliato a non inseguire subito sagan. E questo è successo perchè lui non sa correre così e non ha mai corso così, visto che non è lui a dover marcare gli altri, ma sono sempre stati gli altri a dover marcare lui. Non è abituato a saltare sulle ruote degli altri. Cosa che invece fa normalmente un kristoff od un Van Avermaet, perchè quello è il loro modo di correre. E' anche il modo di correre del 98 % dei corridori (anche sagan ieri ha fatto così)visto che sono pochissimi quelli che possono aspettare di rientrare con un'azione travolgente ed irresistibile perchè superiori agli altri. Tra questi Cancellara e Boonen dei tempi d'oro, guarda caso. Nulla toglie a Sagan ,sia ben chiaro , che oggi è il numero uno.