La mia
Sportful inizia a Novembre quando mi viene la brillante idea di fare a Giugno una GF in preparazione della MdD del 5 luglio.
Ne so poco o niente della Sportful, vedo che c’è un Medio e mi iscrivo. E’ solo con i mesi che mi accorgo che è una “signora gara”, con bei dislivelli ed una signora distanza. E comincio a preoccuparmi.
Sabato mattina andiamo a fare una sgambatina col Paolone, poi una doccetta, un piatto di pasta e alle 12.30 si parte. Sole a Milano e fino a Brescia, poi si scatenano temporali a più riprese. Passiamo dallo spaccio di Fonzaso dove troviamo modo di lasciare 200€ al Signor Sportful, poi dritti a Feltre alle operazioni preliminari in un bel palazzetto dello Sport, tra qualche goccia di pioggia prevista e non preoccupante per il giorno dopo. Dopo aver concordato con @
palix la cena, possiamo andare al nostro B&B, a 30 km da Feltre, nascosto in un luogo che si rivela bellissimo, 3 km dal più vicino centro abitato, perso tra collinette e boschi.
Abbiamo appuntamento con Mario e altri due suoi amici al Ristorante magistralmente suggerito da @
jacknipper, il San Fermo, anche questo nascostissimo ma con una vista sulle montagne da urlo. Mangiamo amabilmente e molto bene e torniamo al B&B in tempo per spegnere la luce alle 11:00.
Domenica mattina la sveglia suona alle 4:30, alle 5:00 siamo in cucina dove la gentilissima proprietaria si è già svegliata per prepararci una sontuosa colazione con caldo e freddo, dolce e salato, una colazione a cui non facciamo onore. Un ottimo modo comunque per iniziare. Quando prendiamo la macchina il cielo è già chiaro e striato ma non sembra minacciare pesanti piogge.
Alle 6:40 siamo ingrigliati in penultima fascia. Sono teso ed il @
Madbee se ne accorge e mi dice due cose per distrarmi. Start in perfetto orario alle 7:00 ma prima delle 7:10 non passiamo la linea di partenza. E poi, come sempre, partenza a cannone.
Io mi tengo sempre 5-10 metri dietro a Paolo e i gruppetti filano a 35-40 kmh. Così, per dire buongiorno. Ad Arsiè, in un rilancio dopo un sottopassaggio avviene la mia sosta forzata: una spallata e finisco in un buco nell’asfalto a bordo strada. Ovviamente, entrambe le camere squarciate. La macchina dell’assistenza meccanica non arriva subito e riparto dopo almeno 15’ con un po’ di foga ma mi accorgo che non ho nessuno da inseguire, sono passati tutti.
Comincio subito a ripetermi il mantra del @
Madbee (“mettiti a 150bpm e non sprecare energie”
intervallato da quello di @
jacknipper (“risparmiati sulle due ascese iniziali perché poi sul Croce d’Aune paghi il conto”
. Quindi mi metto lì e salgo all’80% della soglia massima. Anche se cerco di stare sotto i 160bpm ne passo a mazzi, non centinaia, ma a decine sì. Incontro lungo la salita due baresi simpaticissimi e un romano che sarà il mio “compagno per un giorno”. Arriviamo in cima, dopo 36 km, prima delle 9:00. Mi sono alimentato a gel, sali e maltodestrine e quindi scarto la prima barretta che mi mangio in discesa. Cielo coperto che ora minaccia pioggia, fa freddo e siamo ben sotto i 15°.
In discesa il Romano, un canottiere di 1.85 e una 80ina di kg, si invola e lo perdo. A Castello Tesino, al bivio, mi fermo a fare una pipiona, finisco la mia baretta e attacco il Brocon. Dopo pochi kilometri c’è il ristoro e con soddisfazione recupero il Romano che poi mi porto su in cima insieme a due cugarone raccolte per la via. Incasso i ringraziamenti di rito e scendiamo – a cannone – verso Canal SanBovo. Inauguro la bellissima discesa con la seconda barretta, una discesa dritta, visibile, divertente. Il mio Romanaccio fa il Savoldelli de’noantri e rischia tre volte di spiaccicarsi su moto e macchine in salita.
Attacchiamo la Gobbera, che non è proprio un balzellotto senza senso. Qui ne recupero ancora tanti anche se “mi forzo a non forzare”: su regolare a 160bpm e ogni 10’ un minuto sui pedali per sciogliere la muscolatura. In cima mi fermerei al ristoro solo per reintegrare i liquidi, ma il Romano è in preda ai crampi. Quindi sostona per fare stretching, cosa che non mi infastidisce più di tanto. Andiamo giù per una altra favolosa discesa, arriviamo a Imer e ci troviamo davanti un muro di vento.
Tiro io e non facciamo più di 35-38kmh in attesa di qualche treno. Appena ne arriva uno mi ci fiondo in coda: 50-55kmh, che goduria!
Arriviamo ai piedi del Croce d’Aune in carrozza. Subito la strada si impenna e per un paio di km sono io a portare su “i velocisti”, costantemente sui pedali. Dopo poco ricomincio a pensare a @
Madbee e @
jacknipper, mi ricordo che il peggio sta per arrivare e mi risiedo, mi tranquillizzo e aspetto il Romanaccio. A Sorriva, al Ristoro si vuole fermare in preda a crampi e dolori ed io, pirla, mi fermo con lui. Ripartiamo per gli ultimi 7.5km, i primi quattro di piano/discesetta/salitina prima del muretto di Aune.
Appena la strada si impenna come da accordi lascio dietro il figlio della Lupa ed altri tre e salgo con regolarità, ma ora a 165-170bpm. I tre e mezzo finali si rivelano come mi aveva detto @
jacknipper, “come i primi tre del Ghisallo”, però il pezzo duro è ben più lungo dei 500metri del Perlo. Ad Aune comincio ad incontrare una buona decina di ciclisti che salgono a piedi e non nascondo che ho pensato di fermarmi a rifiatare, ma sono riuscito a resistere e di questo sono felicissimo. Da dopo il Ristoro tutti quelli del medio che avevo davanti (dopo un po’ ci si riconosce…
li ho passati ed i non pochi che mi hanno passato salivano al doppio della mia velocità segno che erano i primi del Lungo che arrivavano in tromba. Insomma, sono arrivato in cima stanchissimo, ma soddisfatto, facendo anche la volata sui tappetini di mysdam.
Mi fermo per aspettare il Romano, faccio stretching ma non lo vedo; passano dieci minuti, passano 15’, e non arriva. Stamattina, guardando le classifiche ho scoperto che è arrivato a Pedavena prima di me, che era passato in cima, forse in un gruppetto, e non mi ha manco cercato.
Alle 2.15 decido di andarmene, da solo, nel freddo, verso Pedavena e mi godo l’ultima bellissima discesa. Nel tratto veloce cerco di accordarmi ad un treno di siluri “lunghi” portati giù da un motociclista della organizzazione, ma non gli sto dietro. A Pedavena comincia a piovere, ma mancano 6-7 km all’arrivo e la strada per fortuna è dritta. Le gambe stanno benissimo e mi impegno in un inseguimento progressivo di cani sciolti alla deriva. Dopo averne raccattati quattro mi passa un treno di lunghi e decido di accodarmi, ben conscio che siano oltre le mie capacità. E invece riesco a stare a ruota: siamo a 45kmh!
Bruciamo gli ultimi 4-5 km attraverso Feltre, arriviamo sul pavè e all’arco verso la salita finale uno scivola, non a terra, ma fa sbandare tutti. Io non riesco a scalare la corona e mi trovo ad inizio salita, sul pavè, col 50-14. Praticamente, riparto in salita, sul pavè, da fermo e devo scalare tutto per prendere un minimo di abbrivio. Tutti i miei siluri sono avanti una cinquantina di metri e posso solo raccattare cadaveri.
Sono molto stanco ma gli ultimi 100 metri me li godo ad una velovìcità finalmente degna. Urlando “onora la volata, onora la volata!”, sfondo il Muro della Soglia e stremato passo i tappetini dell’arrivo.
Mi accascio sulla bici, prendo la birra-premio e cerco di recuperare i tempi dal
Garmin: alle 2:39 guardo e vedo 6 ORE E 29 MINUTI! Ve lo confesso: mi sono messo a piangere, per la stanchezza e per l’emozione. Lo so, è un tempo pietoso per i più, poco sopra i 20kmh di media, ma io mi ero ripromesso di farla in 8 ore!
Non sono ancora le 3:00 e so di dover attendere almeno un paio d’ore. Mi sdraio qualche minuto sul prato e recupero in fretta. Non ho dolori, ma mi faccio ugualmente la mia serie di esercizi di stretching. Finisco di bere i miei sali e mi faccio un paio di bicchieri di coca. Dopo un’oretta arrivo alla macchina, mi rinfresco, mi cambio e con calma torno alla partenza. Mi sento bene e questa è la soddisfazione maggiore: non solo non sono stremato, ma non ho muscoli doloranti.
Il @
Madbee aveva un obiettivo di dieci ore per i suoi 204km. Ho pensato che sarebbe arrivato dalle 5:00 in poi, probabilmente 5:30 considerando le soste. Mi siedo sugli spalti a sorbirmi i poveri speaker che devono inventarsi qualcosa per ore ed ore. Chiamo il Jack, contatto @
marperon81 che sta mangiando la pasta e scrivo qualche uazzàp. Tra noia e qualche goccia d’acqua .. ARRIVA IL MADBEE! Stupito guardo l’orologio: 5:01. EPICO! Ha chiuso in 9:39 di Garmin e meno di 10 ore ufficiali.
Si riposa un attimo, due bicchieri di coca, una lavata alla bici e via, giù verso la macchina, come se fosse appena uscito da una riunione di lavoro. Ci fermiamo a salutare il @
marperon81 che chiude – con rammarico! – in meno di 8 ore e alle 6:00 siamo in partenza.
In macchina le successive tre ore e mezza passano in un lampo, tra ricordi e condivisioni, parole e battute.
Bellissima gara, organizzata benissimo, da rifare. Non so come fossero le docce, ma Marco dice che la pasta era molto buona. Scopro in macchina che in giro per il lungo c’era anche @
Marcomi, che aveva tenuto il basso profilo.
Dicevo che è da rifare, ma una volta che conosci salite e punti di cambio di ritmo sarebbe assurdo cambiare percorso, quindi credo che per il lungo passerà qualche tempo. Grazie a tutti quelli che mi hanno aiutato a portare a casa questi 3167metri, @
jacknipper e @
Madbee in primis.
Col senno di poi posso dire che avrei potuto forzare di più su Brocon e Gobbera, ma poi come sarei stato sul Croce d'Aune? A conclusione, devo confermare la mia idea per cui il ciclismo è uno sport sociale, di squadra e che farsi una gara intera da solo è una rottura di scatole galattica. Solo la ricerca di una prestazione può giustificare 6 ore di solitudine.
Ciao, Belle gioie, alla prossima.