ma scusa chi ha detto che nel ciclismo si è affermato un "modo diverso" di calcolare la pendenza?? secondo me la definizione di pendenza è una ed unica e non esiste "la pendenza per il ciclismo"... quindi secondo me i vari siti e giornali che riportano pendenze di salite, i computerini e gps riportano la pendenza calcolata in modo corretto (si può comunque calcolare la pendenza con il dislivello e la distanza "percorsa/inclinata", basta metterci dentro un pitagora...) che poi la numericamente LA pendenza e la "pendenza ciclistica" di una strada siano praticamente indistinguibili (per basse pendenze) è un altro paio di maniche.... ma di pendenza de esiste solo una... almeno fino a quando qualcuno ne definisce un'altra (ma allora deve chiamarla anche in modo diverso per differenziarla...)
L'ho detto io e l'hanno detto molti altri che hanno partecipato a questa discussione; lo dicono le altimetrie che ogni 500 metri percorsi riportano un'altezza e in basso, per indicare la pendenza in %, dividono il dislivello per 5. Ad esempio:
http://www.salite.ch/mortirol1.asp?...cspbp&dx=485&dy=330&empriseW=970&empriseH=661
Stai pure certo che la scala in fondo, quella dei km, si riferisce ai tratti obliqui, non alle loro proiezioni sul piano.
Ripeto: qui non si tratta di errore o di ignoranza, si tratta di aver stabilito che la pendenza in questo "gioco linguistico" la si calcola così.
Poi tu dici che si dovrebbe usare un'altra parola... Ma perché mai? Sai quante parole in ambiti diversi assumono significati diversi? "Intuizione" in psicologia vuol dire percezione di cose non sensibili, future, nascoste; in filosofia l' "intuizione" è quella sensibile, è la percezione; Jung usa "segno" (in opposizione a "simbolo") per definire ciò che ha un significato univoco, che indica qualcosa di conosciuto, codificato; per Derrida "segno" invece è ciò che rinvia, differisce sempre a qualcos'altro e resta inesauribile; "tangente" in geometria è una cosa, in politica un'altra.
Le parole non hanno un referente unico, chiunque parli se ne accorge.
Senza stare a citare Pirandello, per il quale anche le parole che apparentemente si riferiscono alla stessa cosa in realtà sono sempre molto più "aperte":
"Come possiamo intenderci [...] se nelle parole ch'io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sé, del mondo com'egli l'ha dentro?"
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