Apro questa discussione per avere un parere sul tema innovazione e la definizione di stradista come uno sportivo legato alla tradizione e restio a sposare tutto ciò che è novità.
Frequento il forum da qualche anno, è piuttosto comune confrontare il mondo BDC, che sembra rappresentato da ciclisti poco avvezzi a sperimentare novità, contrariamente al mondo MTB più dinamico grazie all'apertura mentale dei bikers.
Pur essendo io uno classificabile tradizionalista, non sono d'accordo con la definizione, che ritengo più un luogo comune che la realtà.
Negli ultimi 20-30 anni abbiamo visto le bici trasformarsi nei materiali, da ferro ad alluminio a carbonio; le ruote di profilo e con la metà dei raggi, e le coperture da 19 o 21 che pochi anni fa erano uno standard oggi non sono nemmeno più in commercio; i rapporti della trasmissione che addirittura hanno modificato lo stile del gesto atletico; l'elettronica applicata al cambio piuttosto che al monitoraggio e registrazione dei dati; lo studio dell'aerodinamica dalla bici, all'abbigliamento, all'ergonomia ....
E' vero che i tubeless, pagando un maggior peso, non fanno breccia, ed il successo dei dischi è ancora un'incognita, ma questo secondo me non basta a bollare la categoria come sportivi non aperti alla novità.
Non è una provocazione, spero di raccogliere i diversi pareri, soprattutto da chi gode delle molteplici discipline che la bicicletta offre.
Frequento il forum da qualche anno, è piuttosto comune confrontare il mondo BDC, che sembra rappresentato da ciclisti poco avvezzi a sperimentare novità, contrariamente al mondo MTB più dinamico grazie all'apertura mentale dei bikers.
Pur essendo io uno classificabile tradizionalista, non sono d'accordo con la definizione, che ritengo più un luogo comune che la realtà.
Negli ultimi 20-30 anni abbiamo visto le bici trasformarsi nei materiali, da ferro ad alluminio a carbonio; le ruote di profilo e con la metà dei raggi, e le coperture da 19 o 21 che pochi anni fa erano uno standard oggi non sono nemmeno più in commercio; i rapporti della trasmissione che addirittura hanno modificato lo stile del gesto atletico; l'elettronica applicata al cambio piuttosto che al monitoraggio e registrazione dei dati; lo studio dell'aerodinamica dalla bici, all'abbigliamento, all'ergonomia ....
E' vero che i tubeless, pagando un maggior peso, non fanno breccia, ed il successo dei dischi è ancora un'incognita, ma questo secondo me non basta a bollare la categoria come sportivi non aperti alla novità.
Non è una provocazione, spero di raccogliere i diversi pareri, soprattutto da chi gode delle molteplici discipline che la bicicletta offre.