Ma qui non è questione di idee. Non stiamo parlando di politica, di religione, di filosofia. Tu non comprendi l'essenza stessa delle corse, dell'agonismo, delle leggi scritte e non scritte del ciclismo, ragioni come una De Stefano che ha una visione tutta sua delle gare e dell'interpretazione delle dinamiche di corsa.
Il fermarsi per indossare un capo tecnico, per urinare, per sistemare una sella, per cambiare scarpe, per qualsiasi altro motivo è a tua discrezione e non comporta che nessuno ti debba aspettare. In corsa vale quanto detto da radiocorsa, quanto stabilito da direzione di corsa e giudici e quanto scritto sui regolamenti. A bandierina abbassata, pronti via, la corsa è corsa e non si guarda in faccia nessuno. Le chiacchiere da processo alla tappa sono per l'appunto chiacchiere e contano meno di zero.