ma no scusami caro gamba...
intanto non penso che la tua situazione sia minoritaria...
Siamo un popolo di esterofili, o forse, proprio, non siamo un popolo...
Non che io voglia male agli stranieri
ma voglio bene ai miei: sarò provinciale:
ma sai che ti dico .. chissenefrega ( oddio forse il motto è improprio e non volevo fare riferimenti a tempi passati)
Il concetto che vorrei far passare è che alle volte tifare per la gente di casa tua sembra una cosa negativa, retrograda o che altro.. mentre secondo me è un modo di sentire che ha tanto diritto di cittadinanza quanto il suo contrario.
Ma quale altro popolo "tifa" campioni stranieri? I francesi, I tedeschi, chi???
Chi non ha nulla o nessuno per cui tifare!
A noi qualcosa ancora è rimasto: teniamocelo stretto prima di abdicare in ogni campo!
Io credo che riscoprire chi siamo e remare tutti insieme possa essere la nostra unica salvezza, sopratutto in un momento come questo!!!
Nello sport e non solo.
Ti faccio un esempio ciclistico:
Io ho bici il più "italiane" possibile.. Telaio gruppi,
ruote..
Abbiamo aziende come Campagnolo che sono la storia del ciclismo ma compriamo (anzi comprano) tutti
shimano perche' la produzione su larga scala, figlia della globalizzazione e della delocalizzazione, permette di risparmiare.
Ma quel risparmio immediato si traduce nel tempo in un costo aggiuntivo in termini di perdità di competitività, di perdità di posti di lavoro e di perdita di benessere e know how.
E' un costo occulto che si paga, caramente, nel tempo..
Non a caso abbiamo perso industrie nella siderurgia ,nella gomma , nell' alimentare, nella chimica, nell' elettronica, persino nell' alimentare ecc ecc ecc... e parlo di industrie floride che sapevano lavorare..
Ora non sappiamo più fare neppure gli stucchi, ci occorrono i muratori rumeni contro cui per carità non ho nulla, anchje perchè si portano spesso appresso delle belle rumene eheheeh scusate l' O.T:.
Boh sarò nazionalista ma credo sia giunto il momento di fare dei passi indietro e ragionare su cosa vogliamo essere e sul nostro futuro, non su quello dell' universo mondo che peraltro si determina al di la della nostra volontà.