Foratura positiva

Ipercool

Ciociaro
13 Agosto 2012
11.786
8.784
61
Atina (Fr)
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Bici
Trek (alcune)
Racconto una piccola avventura capitatami nei giorni scorsi.

A parte l'incipit che è di natura ciclistica il resto lo è poco, però la racconto ugualmente; scusatemi ma NON sarò breve, più corta non rende. :mrgreen:

Esco in bici alle 7:45, aria frizzante ma non fredda, niente vento, ho in mente un bel giro, qui da noi definito "Tre Regioni, tre laghi" appunto perché si transita in successione in Lazio, Abruzzo, Molise e poi si rientra nel Lazio, si costeggiano tre laghi, uno per ogni Regione, 134km e 2250 D+.
Punto a farcela in 4h e 50';.

Sono compiaciuto dal fatto che non più di qualche anno fa per me sarebbe stata un'impresa solo portare a termine un giro del genere ed ora lo faccio come allenamento infrasettimanale.

Dopo una decina di km attacco la prima salita, la più lunga, valico di Forca d'Acero, mi aspettano oltre 20km di ascesa, transito sul valico (Foto 1) dopo circa 1 ora e 30'; dalla partenza, il buon umore aumenta, ho limato oltre 2 minuti al mio miglior tempo nonostante non stessi spingendo a tutta risparmiando qualcosa per il resto del giro che di salita ne propone ancora in abbondanza.

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Mi lancio nella discesa, al termine c'è il bivio di Opi, prendo a destra, percorro il falsopiano in discesa verso il primo lago, quello di Barrea, c'è il sole, la strada è invasa da un'alternanza di luci ed ombre irregolari provocate dagli alberi che sono sul bordo, sono vecchio e già non vedo una cippa di mio, in queste condizioni sono messo ancora peggio, cerco di stare attento.

Ad un certo punto penso di bere, mi distraggo un istante, prendo in pieno un profondo cratere nell'asfalto e dopo pochi metri sono fermo con due tubolari distrutti, non bucati, distrutti ed un altro supporto per il Garmin troncato di netto :cry:

Verificherò successivamente che il Garmin stesso al momento della botta riportava una velocità di circa 45 km/h.

Capisco subito che il giro è finito e mi devo attrezzare per rientrare in qualche modo. Sono a quasi 60km da casa, voglio cercare almeno di avvicinarmi prima di chiamare l'Ammiraglia.

Faccio autostop, dopo un tempo relativamente breve si ferma un cortese signore con un furgone del Parco Nazionale d'Abruzzo il quale mi offre gentilmente uno strappo fino al bivio di Opi perché lui prosegue per Pescasseroli ed io invece devo risalire verso il valico di Forca da dove provengo.

Scendo al bivio, i veicoli che salgono verso il valico sono pochi e, soprattutto, pare non fermarsi nessuno, sono lì sudato ed in mutande ma sembro non commuovere alcuno, mi guardano e proseguono. Ora c'è vento, freddo anche, siamo a 1.000m di quota, per fortuna c'è un'Audi nera parcheggiata al bivio ed ogni tanto mi ci "spalmo" sopra per darmi una scaldata, spero non parta l'allarme della vettura...

Quando sono quasi rassegnato a chiamare i soccorsi ecco spuntare un Iveco Daily anteguerra (15-18) cassonato, rallenta, esita, mi supera di qualche metro, si arresta.

Mi avvicino, scruto l'interno, nella penombra individuo qualcuno che mi fa segno con la mano di salire, prendo la bici, tento di aprire la portiera, non va, lui assesta da dentro un paio di colpi energici, si apre, mi compare un tipo corpulento, molto corpulento, barba lunga ed incolta capelli dritti in testa, spiritato. Accidenti, che faccio? Speriamo bene;

Mi dice: "Non mi arresto mai per gli autostoppisti.. ma vedo uno sportivo in difficoltà, un ciclista, vi devo aiutare", ribatto che lo ringrazio moltissimo e che cominciavo a disperare, accenno a voler aprire il cassone chiuso per mettervi la bicicletta, mi urla da dentro: "No la dovete mettere qui in cabina, dentro ci sono delle "canucce" in calore, le porto ad Arpino per farle accoppiare", penso: "andiamo bene";.

Smonto le ruote, molto a fatica mi introduco nella angusta cabina, chiudo la portiera che è dura da morire, dopo pochi attimi ho le gambe piene di olio catena, vabbè poco male, lui mi scruta e ci avviamo verso il valico.

Mi chiede da dove vengo e dove vado, mi dice dove può lasciarmi compatibilmente con il suo tragitto, mi parla delle sue svariate attività è affabile nonostante l'aspetto da Nosferatu, mi chiede cosa faccio nella vita, gli rispondo che lavoro in uno studio di ingegneria, dal quel momento sarò "l'Ingegnere";.

Abbiamo percorso 3/4km, gli squilla il telefono, parla, mentre termina la conversazione avvertiamo dei tentennamenti ed il motore del furgone si arresta.

"Ah! Questo è il filtro della nafta, questa macchina è stata ferma tutto l'inverno ed ora si sarà sporcato" esclama il mio soccorritore. Seguono alcune imprecazioni comunque civili, tenta il riavvio fino ad esaurimento della batteria, telefona a sua volta a dei soccorritori, intanto tenta nuovamente di riavviare il mezzo lanciandolo in discesa in retromarcia, gli dico che scendo per fargli dei segnali, in realtà temo che si possa finire nel burrone sottostante, sento le "canucce" nel cassone che rumoreggiano. Niente il motore non riparte.

Scende anche lui e si siede accanto alla mia biciletta sul ciglio della strada (Foto 2). Ora siamo a 1.200m ricomincio a battere i denti. Dopo pochi minuti si arresta una datata vettura BMW che scende dal valico, ne fuoriescono due inquietanti soggetti che apostrofano il mio autista: "Peppone, che fate con questo camion in mezzo alla strada!!", poi guardano me interrogativamente lui: "E' la nafta , non passa, eppure c'è, ne ho messo per 10 Euro!!.. l'ingegnere qui ha avuto una doppia foratura e gli sto dando un passaggio."

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Ridacchiano. Aprono il cofano motore, dentro è pieno di fogliame. Parlottano, decidono di bypassare il filtro, necessitano di un cacciavite, glielo fornisco io dal multi-attrezzo, iniziano ad armeggiare.

Intanto su un vecchio quanto gigantesco fuoristrada con tanto di snorkel giunge il soccorritore a cui Peppone aveva telefonato, gli spiegano del bypass ma dicono di avere difficoltà con un tubo che non esce, il soccorritore esclama: "Nessun problema, tengo la coltella!!" ed estrae un enorme serramanico, segue una dettagliata descrizione delle vicende legate alla storia del coltellaccio e del suo defunto precedente proprietario.

Con l'aiuto del prezioso arnese ultimano l'intervento, quelli con la BMW ripartono diretti a valle, l'altro con calma collega un cavo da traino tra furgone e fuoristrada. Partono, dopo poche decine di metri in uno sconquasso generale ed in una nuvola di fumo nero il motore del furgone si rianima. Dall'interno, nella confusione generale sento: "Ingegnere, salite, salite!!", mi avvicino frettolosamente correndo con ai piedi le scarpe da ciclista e la biciletta in mano, mi introduco nuovamente nella cabina con tutta la bicicletta, le gambe sono ormai completamente unte di olio nero.

Salutiamo il soccorritore e ripartiamo. Peppone mi spiega che al prossimo paese c'è un "suo" meccanico e farà sistemare tutto. Siamo a 2km dal valico ed improvvisamente, preceduto da una specie di boato il motore ammutolisce, siamo fermi di nuovo. Mi dice. "Penso proprio che oggi sopra a Forca noi con questo furgone non ci arriviamo", mi dice anche che chiamerà altri soccorsi per cercare di tornare a valle. Sono a piedi un'altra volta, anzi siamo a piedi.
Siamo ancora più in alto il freddo è intenso ed io sono sempre sudato ed in mutande. Non passa anima viva.

Dopo una decina di minuti cedo e telefono a casa verrà mia moglie, poi vengo informato che invece verrà mio figlio, sta partendo. Rimonto le ruote, saluto calorosamente Peppone, vengo ricambiato e mi avvio pedalando verso il valico, i tubolari sono a terra e li rovinerò irrimediabilmente, ma tanto penso che già non siano recuperabili dato il tipo di foratura, peccato, il posteriore è un Conti Competition Pro Ltd da 28, introvabile. Giunto sul valico il freddo è pungente, decido di proseguire per evitare di ammalarmi.

Percorrerò in queste condizioni complessivamente circa 14km, due in salita e 12 in discesa.

Finalmente incrocio mio figlio Jacopo che sale a manetta, giovani scriteriati penso, smonto di nuovo le ruote, incredibilmente i tubolari non mostrano nessun segno superficiale nonostante il massacro cui li ho sottoposti, carico la bicicletta e salgo a bordo, nell'abitacolo fa piacevolmente caldo.

La mia avventura si conclude qui, penso a Peppone, al suo sgangheratissimo furgone ed alle sue "canucce"; che ho molto sentito e mai visto.

Mentre scendiamo verso valle raccolto coloritamente a Jacopo di questa mia piccola avventura, gli mostro le foto di Peppone, lui ride di gusto, mi indirizza uno sguardo benevolo e compiaciuto, mi osserva sudato, tremante e coperto di olio nero, scuote la testa, mi fa pensare al fatto che il mio comportamento di oggi è stato probabilmente analogo a quello che lui stesso avrebbe avuto in una situazione simile, solo che io sono suo padre, ho oltre 30 anni più di lui, penso che tutto sommato in questa macchina di "scriteriati" ce ne sono due, non soltanto il giovane alla guida, stranamente questa riflessione mi provoca soddisfazione, vengo pervaso dal sentimento che le avventure di oggi non hanno avuto solo aspetti negativi, anzi capisco che è un'avventura positiva che mi ha regalato uno spaccato di umanità varia ed ottimistica, lontana dal quotidiano che ne è avaro.

Ripensandoci sono molto soddisfatto della giornata di oggi ed in nessuna misura tale sentimento ha a che fare con il fatto che ho limato 2 minuti al mio miglior tempo sul segmento di Strava S.Donato-Forca d'Acero.
Buone pedalate a tutti. o-o
 
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samuelgol

Flughafenwächter
24 Settembre 2007
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Canyon Ultimate SLX. Nome: Andrea
Prossima volta, copertoncini e due camere di riserva (oltre a tip top) e anche sulle altre salite limi altri minuti. Sta mania dei tubolari, poi sulle strade di montagna (conosco Forca d'Acero, Opi, Pescasseroli ecc.) sporche e danneggiate dall'inverno ancor peggio, non la capirò mai :asd2:
 

Ipercool

Ciociaro
13 Agosto 2012
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Prossima volta, copertoncini e due camere di riserva (oltre a tip top) e anche sulle altre salite limi altri minuti. Sta mania dei tubolari, poi sulle strade di montagna (conosco Forca d'Acero, Opi, Pescasseroli ecc.) sporche e danneggiate dall'inverno ancor peggio, non la capirò mai :asd2:
Forse non ho reso quel che volevo.
Non me ne frega una cippa dei minuti e dei tubolari, mi pareva di aver raccontato un'altra storia.

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samuelgol

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Forse non ho reso quel che volevo.
Non me ne frega una cippa dei minuti e dei tubolari, mi pareva di aver raccontato un'altra storia.

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Una storia che per me sarebbe un incubo...un incubo che non vorrei mai vivere per aver montato dei tubolari con i quali sto ore a bordo strada a prender freddo, quando con i primi tepori primaverili avrei potuto godermi posti stupendi.
Perdonami, ma non ci trovo nulla di bello nella storia...o di positivo nella foratura.
 
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fabiopon

Maglia Rosa
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Specialized Roubaix SL2 + Olmo Zeffiro VCT + Rockraider 5.1
Forse non ho reso quel che volevo.
Non me ne frega una cippa dei minuti e dei tubolari, mi pareva di aver raccontato un'altra storia.

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Bel spaccato di vita "normale" e quindi incomprensibile per qualcuno.
Storie di persone in carne e ossa, forse strane per noi, ma sempre molto "umane"...
 
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samuelgol

Flughafenwächter
24 Settembre 2007
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Canyon Ultimate SLX. Nome: Andrea
Bel spaccato di vita "normale" e quindi incomprensibile per qualcuno.
Storie di persone in carne e ossa, forse strane per noi, ma sempre molto "umane"...
Rivoltando il tuo punto di vista, potrebbe essere incomprensibile raccontare uno spaccato di vita normale, che in quanto tale, non suscita alcuna emozione diversa dal normale.
Rispetto chi fa una scelta tubolaresca, o chi decide di raccontare una propria emozione nella sezione a questo dedicata. Evita di ironizzare e rispetta a tua volta chi in una foratura con relativa attesa chilometrica al freddo non ci vede nulla di emozionante o positivo. Solo questione ognuno di esprimere le proprie emozioni. L'autore del 3d dal proprio punto di vista, chi legge ed interviene da un altro punto di vista.
 

Shinkansen

Xeneize
20 Giugno 2006
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Colnago 50 Anniversary
La storia è abbastanza divertente. A posteriori. Sul momento dubito che tu ti sia divertito, col camion che si è fermato due volte e hai dovuto riprendere a pedalare per non congelare (ma pantaloni lunghi no quando si va in quota in questa stagione?).
Se avessi avuto i copertoncini racconteresti dell'imbarcata di freddo che hai preso e forse del giro abortito per mancanza di camere d'aria di riserva.
Considerazione personale: spesso sono i tipi meno prevedibili, con un camion sgangherato, quelli che ci fanno le migliori sorprese.
 
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umbert66

Apprendista Passista
27 Ottobre 2012
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TREK colore rosso
Quando faccio giri in solitaria vado sempre in posti sperduti, dove se ci fate caso a tratti non prende neanche il telefono.
Adoro questi posti, perche' senza rumori, resto immerso nella natura e questo mi fa molto riflettere e 'godere'.
Ma prego sempre che non succeda niente di grave perche' l'imprevisto e' dietro l'angolo.
Io mi sarei spaventato al tuo posto Paolo, perche' davanti ad un guasto meccanico, non so dove mettere le mani.
Se succedeva a me, avrei dovuto chiamare mia moglie e non finiva come la tua storia.......;nonzo%o-o
E' sempre una esperienza positiva........la vita......
 

fabiopon

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Specialized Roubaix SL2 + Olmo Zeffiro VCT + Rockraider 5.1
Rivoltando il tuo punto di vista, potrebbe essere incomprensibile raccontare uno spaccato di vita normale, che in quanto tale, non suscita alcuna emozione diversa dal normale.
Rispetto chi fa una scelta tubolaresca, o chi decide di raccontare una propria emozione nella sezione a questo dedicata. Evita di ironizzare e rispetta a tua volta chi in una foratura con relativa attesa chilometrica al freddo non ci vede nulla di emozionante o positivo. Solo questione ognuno di esprimere le proprie emozioni. L'autore del 3d dal proprio punto di vista, chi legge ed interviene da un altro punto di vista.
Il mio commento non aveva nulla di ironico.
E qui "tubolari si, tubolari no" non c'entra nulla si tratta solo di vedere alcune situazioni un po' più a 360 gradi, cosa che mi sembra tu difetti (senza offesa o ironia).
 

RoBart

Maglia Amarillo
1 Ottobre 2007
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Tutte
Racconto una piccola avventura capitatami nei giorni scorsi.

...

Buone pedalate a tutti. o-o

ho trovato la storia divertente e mi è piaciuto anche che hai saputo cogliere gli aspetti positivi pur nella "disgrazia" !

Comunque è capitato anche a me di forare contemporaneamente ant. e post.
con i copertoncini però, ma avendo una sola camera sono restato appiedato.
da allora camera, toppe di varia dimensione e anche un pezzo di copertone per poter chiudere eventuali buchi sul copertone.
Certo che avventurarsi da solo con i tubolari su per forca d'acero ci vuole coraggio !!!
o-o
 

samuelgol

Flughafenwächter
24 Settembre 2007
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Canyon Ultimate SLX. Nome: Andrea
Il mio commento non aveva nulla di ironico.
E qui "tubolari si, tubolari no" non c'entra nulla si tratta solo di vedere alcune situazioni un po' più a 360 gradi, cosa che mi sembra tu difetti (senza offesa o ironia).
Quando uno si mette in piazza, deve essere pronto ad applausi o fischi. Se pensi che uno per forza debba dire bene, bravo, bis...beh sa tanto di buonismo gratis. Lui ha raccontato la sua storia. A me non ha impressionato e mi son sentito di affermare il mio pensiero sulla causa che ha generato la storia, ovvero l'aver tubolari che come al solito ti lasciano a piedi....ancor peggio facendo strade (che tu visto di dove sei probabilmente non conosci) che dopo un inverno possono essere sporche, danneggiate e quant'altro.
 

Lightwave

Scalatore
26 Luglio 2013
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B'Twin Triban 5
A posteriori è una bella storia raccontata anche meglio, effettivamente in quei momenti chissà gli improperi detti o sommessi, sei anche stato bravo e fortunato a non cadere! Comunque questa resterà una storia che ricorderai con piacere visto che alla fine è andato tutto bene.

Ho sempre pensato anch'io a cosa farei se restassi appiedato in salite solitarie e dove passano due persone all'ora ;nonzo%
 

AXA

Passista
11 Settembre 2015
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Emonda SLR
Complimenti per l'avventura ed il bel racconto.
Probabilmente io (come altri) non l'avrei vissuta così bene questa esperienza ma invidio il tuo spirito positivo. o-o
 

rosetta

Apprendista Cronoman
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Estremo Est
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Giant TCR AluxX SL
Racconto una piccola avventura capitatami nei giorni scorsi.

A parte l’incipit che è di natura ciclistica il resto lo è poco, però la racconto ugualmente; scusatemi ma NON sarò breve, più corta non rende. :mrgreen:

Esco in bici alle 7:45, aria frizzante ma non fredda, niente vento, ho in mente un bel giro, qui da noi definito “Tre Regioni, tre laghi” appunto perché si transita in successione in Lazio, Abruzzo, Molise e poi si rientra nel Lazio, si costeggiano tre laghi, uno per ogni Regione, 134km e 2250 D+.
Punto a farcela in 4h e 50’.

Sono compiaciuto dal fatto che non più di qualche anno fa per me sarebbe stata un’impresa solo portare a termine un giro del genere ed ora lo faccio come allenamento infrasettimanale.

Dopo una decina di km attacco la prima salita, la più lunga, valico di Forca d’Acero, mi aspettano oltre 20km di ascesa, transito sul valico (Foto 1) dopo circa 1 ora e 30’ dalla partenza, il buon umore aumenta, ho limato oltre 2 minuti al mio miglior tempo nonostante non stessi spingendo a tutta risparmiando qualcosa per il resto del giro che di salite ne ha ancora.

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Mi lancio nella discesa, al termine c’è il bivio di Opi, prendo a destra, percorro il falsopiano in discesa verso il primo lago, quello di Barrea, c’è il sole, la strada è invasa da un’alternanza di luci ed ombre irregolari provocate dagli alberi che sono sul bordo, sono vecchio e già non vedo una cippa di mio, in queste condizioni sono messo ancora peggio, cerco di stare attento.

Ad un certo punto penso di bere, mi distraggo un istante, prendo in pieno un profondo cratere nell'asfalto e dopo pochi metri sono fermo con due tubolari distrutti, non bucati, distrutti ed un altro supporto per il Garmin troncato di netto :cry:

Verificherò successivamente che il Garmin stesso al momento della botta riportava una velocità di circa 45 km/h.

Capisco subito che il giro è finito e mi devo attrezzare per rientrare in qualche modo. Sono a quasi 60km da casa, voglio cercare almeno di avvicinarmi prima di chiamare l’Ammiraglia.

Faccio autostop, dopo un tempo relativamente breve si ferma un furgone del Parco Nazionale d’Abruzzo che mi offre gentilmente uno strappo fino al bivio di Opi perché lui prosegue per Pescasseroli ed io invece devo risalire verso il valico di Forca da dove provengo.

Scendo al bivio, le vetture che salgono verso il valico sono poche e, soprattutto, pare non fermarsi nessuno, sono lì sudato ed in mutande ma sembro non commuovere alcuno, mi guardano e proseguono. Ora c’è vento, freddo anche, siamo a 1.000m di quota, per fortuna c’è un’Audi nera parcheggiata al bivio ed ogni tanto mi ci “spalmo” sopra per darmi una scaldata, spero non parta l’allarme della vettura...

Quando sono quasi rassegnato a chiamare i soccorsi ecco spuntare un Iveco Daily anteguerra (15-18) cassonato, rallenta, esita, mi supera di qualche metro, si arresta.

Mi avvicino, scruto l’interno, nella penombra individuo qualcuno che mi fa segno con la mano di salire, prendo la bici, tento di aprire la portiera, non va, lui assesta da dentro un paio di colpi energici, si apre, mi compare un tipo corpulento, molto corpulento, barba lunga ed incolta capelli dritti in testa, spiritato. Accidenti, che faccio? Speriamo bene…

Mi dice: “Non mi arresto per gli autostoppisti.. ma vedo uno sportivo in difficoltà, un ciclista, vi devo aiutare”, ribatto che lo ringrazio moltissimo e che cominciavo a disperare, accenno a voler aprire il cassone chiuso per mettervi la bicicletta, mi urla da dentro: “No la dovete mettere qui in cabina, dentro ci sono delle “canucce” in calore, le porto ad Arpino per farle accoppiare”, penso: “andiamo bene”.

Smonto le ruote, molto a fatica mi introduco nella angusta cabina, chiudo la portiera che è dura da morire, dopo pochi attimi ho le gambe piene di olio catena, vabbè poco male, lui mi scruta e ci avviamo verso il valico.

Mi chiede da dove vengo e dove vado, mi dice dove può lasciarmi compatibilmente con il suo tragitto, mi parla delle sue svariate attività è affabile nonostante l’aspetto da Nosferatu, mi chiede cosa faccio nella vita, gli rispondo che lavoro in uno studio di ingegneria, dal quel momento sarò “l’Ingegnere”.

Abbiamo percorso 3/4km, gli squilla il telefono, parla, mentre termina la conversazione avvertiamo dei tentennamenti ed il motore del furgone si arresta…

“Ah! Questo è il filtro della nafta, questa macchina è stata ferma tutto l’invero ed ora si sarà sporcato” esclama il mio soccorritore. Seguono alcune imprecazioni comunque civili, tenta il riavvio fino ad esaurimento della batteria, telefona a sua volta a dei soccorritori, intanto tenta nuovamente di riavviare il mezzo lanciandolo in discesa in retromarcia, gli dico che scendo per fargli dei segnali, in realtà temo che si possa finire nel burrone sottostante, sento le “canucce” nel cassone che rumoreggiano. Niente il motore non riparte.

Scende anche lui e si siede accanto alla mia biciletta sul ciglio della strada (Foto 2). Ora siamo a 1.200m ricomincio a battere i denti. Dopo pochi minuti si arresta una datata vettura BMW che scende dal valico, ne fuoriescono due inquietanti soggetti che apostrofano il mio autista: “Peppone… che fate con questo camion in mezzo alla strada!!”, poi guardano me interrogativamente lui: “E’ la nafta , non passa, eppure c’è, ne ho messo per 10 Euro!!.. l’ingegnere qui ha avuto una doppia foratura e gli sto dando un passaggio.”

767dd59ee6b4232e544f530c4570318c.jpg


Ridacchiano. Aprono il cofano motore, dentro è pieno di fogliame. Parlottano, decidono di bypassare il filtro, necessitano di un cacciavite, glielo fornisco io dal multi-attrezzo, iniziano ad armeggiare.

Intanto su un vecchio quanto gigantesco fuoristrada con tanto di snorkel giunge il soccorritore a cui Peppone aveva telefonato, gli spiegano del bypass ma dicono di avere difficoltà con un tubo che non esce, il soccorritore esclama: “Nessun problema, tengo la coltella!!” ed estrae un enorme serramanico, segue una dettagliata descrizione delle vicende legate alla storia del coltellaccio e del suo defunto precedente proprietario…

Con l’aiuto del prezioso arnese ultimano l’intervento, quelli con la BMW ripartono diretti a valle, l’altro con calma collega un cavo da traino tra furgone e fuoristrada. Partono dopo poche decine di metri in uno sconquasso generale ed in una nuvola di fumo nero il motore del furgone si rianima. Dall’interno, nella confusione generale sento: “Ingegnere, salite, salite!!”, mi avvicino frettolosamente correndo con ai piedi le scarpe da ciclista e la biciletta in mano, mi introduco nuovamente nella cabina con tutta la bicicletta, le gambe sono ormai completamente unte di olio nero.

Salutiamo il soccorritore e ripartiamo. Peppone mi spiega che al prossimo paese c’è un “suo” meccanico e farà sistemare tutto. Siamo a 2km dal valico ed improvvisamente, preceduto da una specie di boato il motore ammutolisce, siamo fermi di nuovo. Mi dice “Penso proprio che oggi sopra a Forca noi con questo furgone non ci arriviamo”, mi dice anche che chiamerà altri soccorsi per cercare di tornare a valle. Sono a piedi un’altra volta, anzi siamo a piedi.
Siamo ancora più in alto il freddo è intenso ed io sono sempre sudato ed in mutande. Non passa anima viva.

Dopo una decina di minuti cedo e telefono a casa verrà mia moglie, poi vengo informato che invece verrà mio figlio, sta partendo. Rimonto le ruote, saluto calorosamente Peppone, vengo ricambiato e mi avvio pedalando verso il valico, i tubolari sono a terra e li rovinerò irrimediabilmente, ma tanto penso che già non siano recuperabili dato il tipo di foratura, peccato, il posteriore è un Conti Competition Pro Ltd da 28, introvabile. Giunto sul valico il freddo è pungente, decido di proseguire per evitare di ammalarmi.

Percorrerò in queste condizioni complessivamente circa 14km, due in salita e 12 in discesa.

Finalmente incrocio mio figlio Jacopo che sale a manetta, giovani scriteriati penso…, smonto di nuovo le ruote, incredibilmente i tubolari non mostrano nessun segno superficiale nonostante il massacro cui li ho sottoposti, carico la bicicletta e salgo a bordo, nell’abitacolo fa piacevolmente caldo.

La mia avventura si conclude qui, penso a Peppone, al suo sgangheratissimo furgone ed alle sue “canucce” che ho molto sentito e mai visto.

Mentre scendiamo verso valle raccolto coloritamente a Jacopo di questa mia piccola avventura, gli mostro le foto di Peppone, lui ride di gusto, mi indirizza uno sguardo benevolo e compiaciuto, mi osserva sudato, tremante e coperto di olio nero, scuote la testa, mi fa pensare al fatto che il mio comportamento di oggi è stato probabilmente analogo a quello che lui stesso avrebbe avuto in una situazione simile, solo che io sono suo padre, ho oltre 30 anni più di lui, penso che tutto sommato in questa macchina di “scriteriati” ce ne sono due, non soltanto il giovane alla guida, stranamente questa riflessione mi provoca soddisfazione, vengo pervaso dal sentimento che le avventure di oggi non hanno avuto solo aspetti negativi, anzi capisco che è un’avventura positiva che mi ha regalato uno spaccato di umanità varia ed ottimistica, lontana dal quotidiano che ne è avaro.

Ripensandoci sono molto soddisfatto della giornata di oggi ed in nessuna misura tale sentimento ha a che fare con il fatto che ho limato 2 minuti al mio miglior tempo sul segmento S.Donato-Forca d’Acero.

Buone pedalate a tutti. o-o

Bellissimo racconto, ne comeprendo lo spirito e lo condivido
o-o.
 
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