Rispetto a ciò che si legge sui social sarebbe meglio non commentare... non rappresenta la realtà e spesso è una semplice esibizione di un cinismo ostentato, giusto per mettersi in mostra e non apparire banale o qualunquista, anche attraverso la provocazione fine a sè stessa.
Rispetto ai fatti, ahimè sempre più frequenti, le cause vanno cercate nell'incapacità di attenersi alle normali regole del traffico da parte di tutti e al senso di frustrazione che proviamo un pò tutti ogni volta che queste non vengono osservate.
Inutile dire che tra essere frustrati e diventare degli assassini ce ne passa.
I comportamenti che mettiamo in atto determinano delle reazioni e delle conseguenze.
Se non siamo in grado di modificare certi comportamenti non arriveremo mai ad avere un livello di civiltà e di rispetto accettabile... questo si dovrebbe determinare comportandoci da ciclisti quando siamo in auto e da automobilisti quando siamo in bici, tenendo la dovuta considerazione delle esigenze altrui.
Se non sono ad una gara ciclistica chiusa al traffico, ne devo tenere conto. Se sono in mezzo ad una statale insieme ad altri 20 ciclisti non posso partire dal presupposto che gli automobilisti sono tenuti a comprendere e ad apprezzare il mio divertimento, solo perchè quella è la mia giornata di svago.
Se sono in auto devo essere in grado di prevenire certe situazioni di pericolo, pensando che magari dietro ad una curva possa esserci un ciclista che pedala ad una velocità molto inferiore alla mia, che non potrò sorpassarlo nell'immediato perchè potrebbe non esserci spazio a sufficienza.
Se sono in moto devo considerare che i limiti di velocità valgono anche per me, cosi come le strisce continue sull'asfalto.
Se tutti facessero la loro parte ci sarebbe molta meno frustrazione e senso di rivalsa verso gli altri.
Sono appena tornato da due settimane sulle Dolomiti e, nonostante le strade siano spesso trafficate e tortuose, non ho notato nei comportamenti delle persone nulla di anomalo e non mi sono mai sentito in pericolo... questo è bastato per farmi sganciare il pedale ogni volta che un semaforo diventava rosso o un pedone si apprestava ad attraversare sulle strisce pedonali, cosi come affiancarmi ad un altro ciclista era solo questione di un attimo, giusto per salutarsi. Idem quando ero in macchina e il limite era di 50kmh, se non di 30. Finchè continueremo a pensare che le nostre strade possano essere contemporaneamente autodromi, piste da motoGp o itinerari da Giro d'Italia, saremo sempre qui a commentare queste situazioni, indipendentemente dal mezzo che si conduce.