Una delle migliori prestazioni cronometriche che ho fatto in salita l'ho fatta senza avere precedenti, lunghe aspettative ma avendo una situazione di altissimo stress (?) fisico nell'immediato avvicinamento, nei 7 - 8 km precedenti la salita: sentivo le gambe tese, tesissime, avevo la percezione che il mio Sé fosse localizzato lì, fossero quasi autonome, da tenere a freno, sentivo come stessero per esplodere, tanto che descrissi esattamente così la cosa alla mia ragazza che era in bici con me. Questo sarebbe eustress?
Generalmente, tendo ad andare in bici (anzi, a fare qualunque cosa) in modo stressante, tenendo statistiche, puntando obiettivi, facendo praticamente ogni giro al 95% delle mie possibilità (e ho l'impressione che la maggior parte dei ciclisti che incontro per strada non abbiano nemmeno l'idea di cosa sia andare in bici come lo intendo io, mi sembra che vadano "a spasso"), poi mi capita, qualche volta l'anno, di crollare, avere cioè crisi di colite (colon irritabile) che mi rendono un cadavere. Questo è distress?
In particolare, nel 2009 feci una visita medico sportiva per provare a fare qualche gara: dal giorno dopo cominciarono 11 mesi di colite che mi portarono vicino ai 47 kg (per 178 cm), con l'avvicinarsi della scadenza del certificato mi ripresi (cioè tornai alle mie crisi periodiche ma sostenibili). Evidentemente, l'idea delle gare per me era fonte di uno stress eccessivo.
Una cosa che mi sembra mi abbia diminuito lo stress nell'ultimo anno sono le "gare virtuali" su strava: forse non si direbbe, ma spesso una gara così, destrutturata, senza impegni, improvvisabile (e con avversari tendenzialmente più deboli), può essere psicologicamente meno stressante del continuo confronto con se stessi (il me dell'anno prima, di due anni prima ecc), perché arrivano più "conferme".
Sono giunto alla momentanea conclusione che quello che più mi genera stress negativo è la lunga attesa, soprattutto la pianificazione, la programmazione, mentre l'improvvisazione me ne genera meno.
Però non ho ancora capito come creare volontariamente la condizione descritta nelle prime righe, cioè quella che tenderei ad identificare con l'eustress. Mi viene da pensare che crearla volontariamente (cioè: prepararla, organizzarla ecc) la volgerebbe in distress.