Ti confesso che faccio molta fatica a comprendere quello che hai scritto nella parte in neretto... proprio a livello di lettura eh... "ma forse è..." cosa?
Comunque, anche l'individuare ambiti "pen più importanti della vita" comporta un giudizio morale e un certo rifiuto del fatto che tutto è relativo.
Il modo che uno ha di vivere la bici, così come quello che ha di vivere tutto il resto è e rimane una questione ESCLUSIVAMENTE sua. La "spensieratezza" di cui parli tu viene proprio lì, dalla sensazione che si ha quando si è liberi da schemi, imposizioni, modelli. Non sto parlando di allenamento, sia chiaro, sto parlando di qualcosa più a monte, di come si concepisce ciò che si sceglie di fare. Io non parlo di divertimento, perché non vado in bici per divertirmi, se voglio divertirmi faccio altro... (e comunque il divertimento per me è un qualcosa che capita, non che si cerca). Vado in bici perché ne ho bisogno per sentirmi bene, fisicamente e mentalmente. E quello che faccio mentre sono in sella (ma anche quando non ci sono) non dovrebbe essere oggetto di giudizio altrui, se a me soddisfa e non nuoce a chi ho vicino. Per cui, se il problema di una persona è "cavolo non riesco a tenere i 40 in piano", lo capisco benissimo, pur conscio che trattasi di un non problema.
Come se poi la stupenda sensazione di viaggiare a 40 in piano non l'aveste mai provata...