Vi presento la mia Pinarello Dogma 65.1 Think 2. Amo questo telaio dal 2012, lo vidi poco dopo avere iniziato ad andare in bici da corsa e l'ho segnato per cinque anni mentre pedalavo sulla mia Colnago Clx 3.0. Ottima bici di medio livello e dopo 30000 km ho pensato che se dovevo cambiare volevo un top di gamma oppure non ne valeva la pena. Perciò in questo particolare momento storico, con la rara possibilità di scegliere in base ai miei desideri proibiti e non in base alla disponibilità economica, l'ho allestita così dando indietro la Colnago.
- Telaio Dogma 65.1 Think 2 del 2014, nuovo, taglia 55. Forse avrei anche potuto trovare un F8 usato e sicuramente avrei trovato un 65.1 a prezzo inferiore, ma la bici è per me talmente intima che fatico con l'idea di stare su un mezzo che è già stato di qualcun altro. Voglio il telaio nuovo e il 65.1 esteticamente è quello che mi piace di più, amo le sue forme ondulate più dell'F8 ed è una scelta di passione oltre che tecnica.
- Guarnitura Ultegra 6800, pacco pignoni 11-28, pedivelle 172,5
- ruote Fulcrum Racing Zero portate con me dalla Colnago
- Selle Italia Slr Team Edition
- manubrio Most Jaguar Xfc Carbon
- Cambio Sram eTap 2017. Lo tengo per ultimo. Sì, volevo il cambio elettronico. No, non era necessario, ma sì, potevo permettermelo e amo l'innovazione applicata alla bici. Che sia wireless mi interessa poco anche se oggettivamente rende più pulita l'estetica. Ma soprattutto cambia completamente l'istintività della cambiata. Sarà che amo le simulazioni di guida e guidai una delle prime Alfa 156 con cambio sequenziale con pulsanti al volante, ma il fatto di scalare a sinistra e salire a destra lo trovo eccezionale ed è più difficile da spiegare che da vivere pedalando. Sinceramente, passando da un 105 a un eTap, la differenza è dal giorno alla notte. Il cambio si sfrutta integralmente, in ogni momento, in ogni circostanza. E' silenzioso, è veloce, non sbaglia un colpo anche sotto sforzo. Ho provato anche il Di2 e non sono in grado di stabilire chi dei due sia più veloce, forse leggermente Shimano ma solo sul deragliatore anteriore, ma è un'altra cosa che non mi interessa esattamente come il peso del telaio. Passo da 77 kg in inverno a 74 kg in estate, posso mai percepire la differenza tra 200 grammi o due decimi di velocità nella cambiata? La sensazione di non dovere pensare a regolare il cambio, il silenzio perché la catena non tocca mai il deragliatore, il potersi concentrare esclusivamente sulla pedalata e su ciò che mi circonda, il fatto che non rimarrai mai per strada perché le due batterie sono intercambiabili. Tutte sensazioni che fanno la differenza nella qualità delle mie uscite. E sono tutte assolutamente soggettive. Io per esempio metto in carica il Garmin dopo ogni uscita, non trovo stressante l'idea di caricare ogni tanto le batterie del cambio.
Io nella mia vita ho speso migliaia di euro per oggetti inanimati, dal legno delle chitarre alle bici in carbonio. Ma la soddisfazione che provo nello stare sopra questa Pinarello, l'idea di abbinare a un telaio di vertice un gruppo elettronico di nuova concezione, valgono ogni singolo centesimo speso. Alla fine siamo felici quando sappiamo cosa ci piace in relazione alle nostre esigenze. Non faccio gare e ultimamente faccio anche fatica a stare insieme ad altri ciclisti per strada. Esco quasi sempre da solo, è un complesso meccanismo tra me e me stesso nel quale mi piace migliorare i miei tempi su Strava e soprattutto percepire determinate sensazioni sopra una bici, che sono quelle che ti fanno tornare a casa con la testa vuota e il sorriso. Sono sicuro che non saprei distinguere le differenze tra il 65.1 e l'F8 per il modo in cui uso la bici, ma sono impressionato dalla differenza di prestazioni con un telaio di media gamma. Sentivo parlare di rigidità, di scomodità sui telai con impronta racing e invece dal primo momento è stato come stare sopra a un vestito fatto sulle mie misure. Cosa che la Colnago non era, perché fu presa prima ancora che conoscessi e studiassi l'importanza di una visita biomeccanica. Anche passare da 170 a 172,5 fa la differenza nella mia evoluzione di ciclista, sentivo negli ultimi tempi che non sviluppavo completamente tutta la potenza, sulla Dogma il quadro è completo. Credo che semplicemente oltre un certo livello non ci siano bici migliori o peggiori, ce ne sono di più adatte o meno adatte alle nostre esigenze e alla nostra esperienza di ciclisti che cresce giorno dopo giorno. Per questo ho la sensazione che questo sia il completamento di un percorso iniziato cinque anni fa. E proprio per questo, in questo momento della mia vita, questi soldi non potevano essere spesi meglio.
- Telaio Dogma 65.1 Think 2 del 2014, nuovo, taglia 55. Forse avrei anche potuto trovare un F8 usato e sicuramente avrei trovato un 65.1 a prezzo inferiore, ma la bici è per me talmente intima che fatico con l'idea di stare su un mezzo che è già stato di qualcun altro. Voglio il telaio nuovo e il 65.1 esteticamente è quello che mi piace di più, amo le sue forme ondulate più dell'F8 ed è una scelta di passione oltre che tecnica.
- Guarnitura Ultegra 6800, pacco pignoni 11-28, pedivelle 172,5
- ruote Fulcrum Racing Zero portate con me dalla Colnago
- Selle Italia Slr Team Edition
- manubrio Most Jaguar Xfc Carbon
- Cambio Sram eTap 2017. Lo tengo per ultimo. Sì, volevo il cambio elettronico. No, non era necessario, ma sì, potevo permettermelo e amo l'innovazione applicata alla bici. Che sia wireless mi interessa poco anche se oggettivamente rende più pulita l'estetica. Ma soprattutto cambia completamente l'istintività della cambiata. Sarà che amo le simulazioni di guida e guidai una delle prime Alfa 156 con cambio sequenziale con pulsanti al volante, ma il fatto di scalare a sinistra e salire a destra lo trovo eccezionale ed è più difficile da spiegare che da vivere pedalando. Sinceramente, passando da un 105 a un eTap, la differenza è dal giorno alla notte. Il cambio si sfrutta integralmente, in ogni momento, in ogni circostanza. E' silenzioso, è veloce, non sbaglia un colpo anche sotto sforzo. Ho provato anche il Di2 e non sono in grado di stabilire chi dei due sia più veloce, forse leggermente Shimano ma solo sul deragliatore anteriore, ma è un'altra cosa che non mi interessa esattamente come il peso del telaio. Passo da 77 kg in inverno a 74 kg in estate, posso mai percepire la differenza tra 200 grammi o due decimi di velocità nella cambiata? La sensazione di non dovere pensare a regolare il cambio, il silenzio perché la catena non tocca mai il deragliatore, il potersi concentrare esclusivamente sulla pedalata e su ciò che mi circonda, il fatto che non rimarrai mai per strada perché le due batterie sono intercambiabili. Tutte sensazioni che fanno la differenza nella qualità delle mie uscite. E sono tutte assolutamente soggettive. Io per esempio metto in carica il Garmin dopo ogni uscita, non trovo stressante l'idea di caricare ogni tanto le batterie del cambio.
Io nella mia vita ho speso migliaia di euro per oggetti inanimati, dal legno delle chitarre alle bici in carbonio. Ma la soddisfazione che provo nello stare sopra questa Pinarello, l'idea di abbinare a un telaio di vertice un gruppo elettronico di nuova concezione, valgono ogni singolo centesimo speso. Alla fine siamo felici quando sappiamo cosa ci piace in relazione alle nostre esigenze. Non faccio gare e ultimamente faccio anche fatica a stare insieme ad altri ciclisti per strada. Esco quasi sempre da solo, è un complesso meccanismo tra me e me stesso nel quale mi piace migliorare i miei tempi su Strava e soprattutto percepire determinate sensazioni sopra una bici, che sono quelle che ti fanno tornare a casa con la testa vuota e il sorriso. Sono sicuro che non saprei distinguere le differenze tra il 65.1 e l'F8 per il modo in cui uso la bici, ma sono impressionato dalla differenza di prestazioni con un telaio di media gamma. Sentivo parlare di rigidità, di scomodità sui telai con impronta racing e invece dal primo momento è stato come stare sopra a un vestito fatto sulle mie misure. Cosa che la Colnago non era, perché fu presa prima ancora che conoscessi e studiassi l'importanza di una visita biomeccanica. Anche passare da 170 a 172,5 fa la differenza nella mia evoluzione di ciclista, sentivo negli ultimi tempi che non sviluppavo completamente tutta la potenza, sulla Dogma il quadro è completo. Credo che semplicemente oltre un certo livello non ci siano bici migliori o peggiori, ce ne sono di più adatte o meno adatte alle nostre esigenze e alla nostra esperienza di ciclisti che cresce giorno dopo giorno. Per questo ho la sensazione che questo sia il completamento di un percorso iniziato cinque anni fa. E proprio per questo, in questo momento della mia vita, questi soldi non potevano essere spesi meglio.