Sarà perché la maggior parte dei ciclisti non ha i dischi e si depila?
Si ma le gambe non lo stomaco
Comunque a me piacerebbero i freni wireless , per andare più forte in discesa
Sarà perché la maggior parte dei ciclisti non ha i dischi e si depila?
Cioe' fammi capire..tu vorresti tutti con le bici a disc????che potrebbero fare la fine dei freni delta campagnolo.
scherzo èhh. saranno il futuro, specialmente se un giorno diventeranno obbligatori da codice. ne sono convinto.
Cioe' fammi capire..tu vorresti tutti con le bici a disc????
E per cosa???
In bici prima di tutto bisogna saperci andare..i dischi sono una cosa in piu',per me un'ottima trovata commerciale per vendere piu' bici,ma da qui a sperare che diventino obbligatori da codice mi sembra proprio fuori da ogni luogo
spero vivamente che tu abbia scherzato e io non abbia colto il tuo fine umor british
https://cyclingtips.com/2016/12/opi...-disc-brakes-so-why-are-we-forcing-the-issue/ Un sondaggio dell'Uci fatto su 550 professionisti ha dato i seguenti risultati:
- il 16 % è d'accordo a riprendere i test con le condizioni proposte dall'UCI (per es. bordo del disco smussato)
- il 44 % è d'accordo a riprendere il test solo se sono rispettate le condizioni dell'associazione dei ciclisti professionisti (tra le altre la completa carenatura del disco)
- il 40% non ne vuole sapere di alcun test in nessuna condizione (nemmeno il bagnato)
Per farla breve i professionisti non vogliono i dischi come sono stati pensati dai produttori. E per l'industria dei costruttori è un bel problema visto che è difficile vendere biciclette coi dischi agli amatori se i professionisti non li usano, nè vogliono usarli.
Probabilmente queste percentuali così elevate di professionisti che non vogliono saperne dei test dell'UCI sono dipese anche dalla totale confusione con cui la materia è stata gestita dall'uci. Sono ormai due anni che discutono di dischi e non sono ancora riusciti a decidere uno standard per i mozzi (evidentemente i produttori vorrebbero che gli amatori usino ruote da 1000 e passa euro come fazzoletti da naso)
https://cyclingtips.com/2016/12/opi...-disc-brakes-so-why-are-we-forcing-the-issue/ Un sondaggio dell'Uci fatto su 550 professionisti ha dato i seguenti risultati:
- il 16 % è d'accordo a riprendere i test con le condizioni proposte dall'UCI (per es. bordo del disco smussato)
- il 44 % è d'accordo a riprendere il test solo se sono rispettate le condizioni dell'associazione dei ciclisti professionisti (tra le altre la completa carenatura del disco)
- il 40% non ne vuole sapere di alcun test in nessuna condizione (nemmeno il bagnato)
Per farla breve i professionisti non vogliono i dischi come sono stati pensati dai produttori. E per l'industria dei costruttori è un bel problema visto che è difficile vendere biciclette coi dischi agli amatori se i professionisti non li usano, nè vogliono usarli.
Probabilmente queste percentuali così elevate di professionisti che non vogliono saperne dei test dell'UCI sono dipese anche dalla totale confusione con cui la materia è stata gestita dall'uci. Sono ormai due anni che discutono di dischi e non sono ancora riusciti a decidere uno standard per i mozzi (evidentemente i produttori vorrebbero che gli amatori usino ruote da 1000 e passa euro come fazzoletti da naso)
Le riviste pubblicano quello per cui i costruttori pagano. Le riviste vivono di novità, ed il disco vuole essere la novità (ormai da un po' troppo tempo)Al di là di tutte le motivazioni tecniche, ma leggete mai riviste o siti stranieri? Le recensioni di bici NON disco sono una sparuta minoranza. Il modello più presente è quello endurance che strizza l'occhio al gravel. Il mercato italiano è solo un puntino sulla cartina. Tra l'altro in mercati forti ed emergenti come la California ed il Queensland luci e casco obbligatori sono obbligatori e le vendite vanno meglio che da noi. Allargate la visuale, la maggior parte delle persone che va in bici nel modo Fausto Coppi non sa minimamente chi sia stato e cosa abbia fatto. Il rivenditore Bianchi di Noosa Heads ha il poster appeso di Jacobs non di Coppi.
si ok, ma in pratica e' come se il caporeparto dice al sottoposto di fare una determinata procedura e questo non la fa, la fine della storia la sappiamo tutti.
Al di là di tutte le motivazioni tecniche, ma leggete mai riviste o siti stranieri? Le recensioni di bici NON disco sono una sparuta minoranza. Il modello più presente è quello endurance che strizza l'occhio al gravel. Il mercato italiano è solo un puntino sulla cartina. Tra l'altro in mercati forti ed emergenti come la California ed il Queensland luci e casco obbligatori sono obbligatori e le vendite vanno meglio che da noi. Allargate la visuale, la maggior parte delle persone che va in bici nel modo Fausto Coppi non sa minimamente chi sia stato e cosa abbia fatto. Il rivenditore Bianchi di Noosa Heads ha il poster appeso di Jacobs non di Coppi.
Al di là di tutte le motivazioni tecniche, ma leggete mai riviste o siti stranieri? Le recensioni di bici NON disco sono una sparuta minoranza. Il modello più presente è quello endurance che strizza l'occhio al gravel. Il mercato italiano è solo un puntino sulla cartina. Tra l'altro in mercati forti ed emergenti come la California ed il Queensland luci e casco obbligatori sono obbligatori e le vendite vanno meglio che da noi. Allargate la visuale, la maggior parte delle persone che va in bici nel modo Fausto Coppi non sa minimamente chi sia stato e cosa abbia fatto. Il rivenditore Bianchi di Noosa Heads ha il poster appeso di Jacobs non di Coppi.
Le riviste pubblicano quello per cui i costruttori pagano. Le riviste vivono di novità, ed il disco vuole essere la novità (ormai da un po' troppo tempo)
E' ovvio che nei paesi del Nord, con il loro meteo, ci sia una maggior diffusione delle bici disc. se questo fosse il Road bike forum probabilmente in molti avremmo opinioni diverse, ma essendo il Bici da corsa ('o sole mio) forum, qualcuno si pone il dubbio se vale la pena di spendere € extra per i dischi.
https://cyclingtips.com/2016/12/opi...-disc-brakes-so-why-are-we-forcing-the-issue/ Un sondaggio dell'Uci fatto su 550 professionisti ha dato i seguenti risultati:
- il 16 % è d'accordo a riprendere i test con le condizioni proposte dall'UCI (per es. bordo del disco smussato)
- il 44 % è d'accordo a riprendere il test solo se sono rispettate le condizioni dell'associazione dei ciclisti professionisti (tra le altre la completa carenatura del disco)
- il 40% non ne vuole sapere di alcun test in nessuna condizione (nemmeno il bagnato)
Per farla breve i professionisti non vogliono i dischi come sono stati pensati dai produttori. E per l'industria dei costruttori è un bel problema visto che è difficile vendere biciclette coi dischi agli amatori se i professionisti non li usano, nè vogliono usarli.
Probabilmente queste percentuali così elevate di professionisti che non vogliono saperne dei test dell'UCI sono dipese anche dalla totale confusione con cui la materia è stata gestita dall'uci. Sono ormai due anni che discutono di dischi e non sono ancora riusciti a decidere uno standard per i mozzi (evidentemente i produttori vorrebbero che gli amatori usino ruote da 1000 e passa euro come fazzoletti da naso)
Nella sostanza concordo con [MENTION=2574]Gamba_tri[/MENTION] .
All'estero sono, per cultura storica, molto più pragmatici di noi, l'apparire è decisamente molto meno rilevante che da noi, si bada molto di più alla sostanza, non solo nel ciclismo ma in generale nel modo di essere.
In ambito ciclistico amatoriale tale formazione culturale si traduce in una diffusione percentualmente molto meno importante dei top di gamma a favore di telai e gruppi che badano al sodo ed alla funzionalità.
Il nostro segamentalismo legato ai pesi ed ai secondi in più o in meno per fare questa o quella cosa, che in realtà non si traduce in nessun vantaggio tangibile, non trova riscontro altrove.
Di cosa fanno i pro interessa abbastanza poco già qui da noi che siamo i più squilibrati di tutti ed interessa ancora meno nei paesi costituenti mercati ben più importanti dei nostri dove non c'è una storia del ciclismo da raccontare che favorisca il collegamento con quel mondo.
Di conseguenza se i gruppi disco (specialmente quelli economici) offriranno anche solo una sensazione di sicurezza maggiore essi troveranno calorosa accoglienza in ambito mondiale a prescindere da cosa dovessimo pensare o fare noi ed i pro.
Poi se li useranno anche i pro allora i percentualmente pochi che fanno caso a cosa fanno loro avranno una motivazione aggiuntiva per seguirne l'esempio.
Immagino che le case conoscano bene tutti questi meccanismi e che quindi tengano in considerazione nella sola misura che merita ciò che possa pensare una parte di noi.
https://cyclingtips.com/2016/12/opi...-disc-brakes-so-why-are-we-forcing-the-issue/ Un sondaggio dell'Uci fatto su 550 professionisti ha dato i seguenti risultati:
- il 16 % è d'accordo a riprendere i test con le condizioni proposte dall'UCI (per es. bordo del disco smussato)
- il 44 % è d'accordo a riprendere il test solo se sono rispettate le condizioni dell'associazione dei ciclisti professionisti (tra le altre la completa carenatura del disco)
- il 40% non ne vuole sapere di alcun test in nessuna condizione (nemmeno il bagnato)
Per farla breve i professionisti non vogliono i dischi come sono stati pensati dai produttori. E per l'industria dei costruttori è un bel problema visto che è difficile vendere biciclette coi dischi agli amatori se i professionisti non li usano, nè vogliono usarli.
Non sono d'accordo, secondo me è un luogo comune.
I DA o Record o le ruote da 2000+ non vengono prodotti per il mercato italiano.
Guarda l'intervista di Viviani e nota la "diplomazia" che usa per spiegare che in fondo non gli importa nulla dei freni a disco sulle bici da strada...
I freni a disco servono a noi amatori, non ai professionisti.
Cioe' fammi capire..tu vorresti tutti con le bici a disc????
E per cosa???
In bici prima di tutto bisogna saperci andare..i dischi sono una cosa in piu',per me un'ottima trovata commerciale per vendere piu' bici,ma da qui a sperare che diventino obbligatori da codice mi sembra proprio fuori da ogni luogo
spero vivamente che tu abbia scherzato e io non abbia colto il tuo fine umor british
Non sono d'accordo, secondo me è un luogo comune.
I DA o Record o le ruote da 2000+ non vengono prodotti per il mercato italiano.
I dischi non sono obbligatori neppure sulle auto o sulle moto (molti mezzi usano ancora i tamburi), figuriamoci su una bici...ma insomma,
nelle grandi aree metropolitane il commuting è una realtà
nel commuting c'è dentro di tutto, dal pezzo di ruggine a pedali alle brompton pieghevoli superequipaggiate. di incidenti se ne sente tanti ma sono una realtà ed è giusto cosi perché alleggeriscono il traffico.
si inizierà con il casco obbligatorio, poi luci, stop ecc e si arriverà a regolamentare anche i dispositivi frenanti.
e se le regole varranno per il ciclista casa-lavoro varranno anche per l'amatore.
Per i dischi non saprei. in materia di codice stradale è sempre qualche capoccia che decide, non certo un ciclista.
I dischi non sono obbligatori neppure sulle auto o sulle moto (molti mezzi usano ancora i tamburi), figuriamoci su una bici...