Se Pantani fu così deprecabile per il fatto di essersi dopato (è una tua affermazione e immagino te ne assuma la responsabilità, visto che non è mai stato squalificato nè trovato positivo) non dovresti seguire il ciclismo, nè quello di allora nè quello degli anni di Armstrong nè quello di adesso
In effetti Pantani non fu mai squalificato anche se, va detto, in occasione dei 2 incidenti (uno in gara e uno in allenamento) gli venne riscontrato un tasso di ematocrito del 57% e 60% (mi pare). Ma allora non si poteva trovare l'EPO e di conseguenza (visto che l'onere della prova è a carico dell'accusatore) non si poteva intervenire. Poi si fissò il tasso massimo del 50% (che alcuni ancora confondono con "puoi usare l'EPO fino a raggiungere il 50% di ematocrito"), sopra venivi fermato, sotto correvi ma l'EPO era comunque proibita.
Se non ricordo male nei test retroattivi sui campioni di sangue del tour tra i vari nomi c'era pure il suo.
Quindi squalificato mai, trovato positivo si (dopo anni quando le analisi lo permettevano). Come lui tanti altri, altri invece mai trovati positivi ma rei confessi (Riis ad esempio).
Resta comunque il fatto che avere un ematocrito del 60% non è per niente naturale e, con un minimo di logica, si capisce da dove viene quel sangue-polenta.
Ma quelli erano, gli anni novanta, e le battaglie (dimenticando il doping) epiche. Se non ricordo male una volta Pantani, cercando di togliersi un avversario di dosso (forse Tonkov), dopo ripetuti scatti e aver buttato bandana, borraccia e tutto il superfluo arrivò a togliersi pure l'orecchino ed al successivo scatto riuscì a staccarlo. Sicuramente vicende epiche e ben capisco che sia rimasto nel cuore dei tifosi.
In quel periodo però vi erano solo sospetti, come nel periodo Armstrong, come adesso. In quel momento era tutto vero come lo è adesso.
Ora sappiamo che quell'EPOca era spettacolare in modo artificioso (come un match di whrestilng in confronto ad uno di lotta greco-romana), ma lo spettacolo c'era ed era entusiasmante.
Ora lo spettacolo è diminuito, gli attacchi pochi, "l'inventiva" dei corridori scarsa (ma forse si tratta solo della benzina), i tempi delle scalate sono aumentati drasticamente eppure il sospetto continua ad esserci. Ma lo si segue con uguale passione perché se è vero che quasi tutti da ragazzi abbiamo dato un calcio ad un pallone altrettanto vero che abbiamo pedalato su una bicicletta e il ciclismo, in un certo modo, ci appartiene, ne abbiamo sperimentato la fatica della salita e la gioia della discesa.
E allora molti continuano a seguirlo, benché delusi, come un'innamorato anela alla sua amata nonostante questa lo tratti male, pronto a perdonarle qualsiasi sgarbo...brutta cosa la passione :rosik: