Buongiorno a tutti,
prima di tutto mi presento. Ho 36 anni e ho cominciato ad andare in bici tre anni fa ma ad oggi mi sento ancora più che novellino. Poco dopo l'acquisto della mia prima bici infatti un infortunio e la sua diagnosi errata (una frattura scambiata per un tumore ) mi hanno tenuto lontano da pedali e altri sport. Oltre a non migliorare in bici ho preso anche qualche chilo e perso forma atletica.
Non mi sono (troppo) abbattuto però e quest'anno dopo aver sconfitto paure e dolori mi sono regalato una signora bdc nuova e ho ripreso a muovermi.
Non ho mai avuto grandi pretese, esco in bici per divertirmi, mi piacciono le lunghe distanze (che per me sono tra gli 80 e i 120 Km) fatte con lunghe pause e qualche salitella ma senza esagerare. Tre anni fa uscivo con un gruppo di ciclisti più allenati di me e riuscivo a non farmi distaccare troppo, aiutandomi con l'esperienza da runner(correvo con regolarità in passato) Insomma stringevo i denti e pedalavo, soffrivo un pò ma mi divertivo tanto.
Adesso però preferisco uscire da solo, in attesa di ritornare in forze, anche per non rallentare troppo il gruppo. Alterno uscite in bdc con mtb e corsa, tempi dilatati e ritmi blandi.
La settimana scorsa, mal me ne incolse, decido di uscire insieme ad un gruppo -tra cui un collega di mia sorella coetaneo mio- per provare dei percorsi nuovi e scambiare due chiacchiere pedalando. Un'uscita di 70 km in cui io ovviamente sono partito a ruota del gruppo e mi sono ritrovato solo dopo poco, ma era prevedibile. Si trattava di gente allenata, con diverse migliaia di km sui pedali.
Il motivo per cui chiedo supporto qui nel forum comincia ora.
Tale collega di mia sorella, dall'uscita fatta, ha preso a sbeffeggiarmi in ufficio con altri colleghi vantandosi del suo stato di forma e sostenendo che la mia bici(quella comprata dopo aver scoperto di non aver più bisogno di chemioterapie) era troppo per le mie gambe.
Da quando mia sorella mi ha raccontato quel che vi ho detto due scimmie convivono nella testa: la scimmia matura e intelligente che mi dice di lasciar perdere e di continuare ad andar (lento) in bici fottendomene di tutto; e la scimmia ludica e competitiva che mi invita ad allenarmi sempre più e sempre meglio col fine di fargli mangiare la polvere a quel miserabile ( :dentone: ) lì.
Questa seconda opzione vorrebbe dire cambiare il mio "allenamento", non più uscire per guardare il panorama e poco più ma dargliene e dargliene.
Il consiglio che vi chiedo è: quale scimmia ascoltare? Nel caso mi diceste di ascoltare la seconda mi piacerebbe avere qualche informazione in più sulle metodologie di allenamento da seguire.
Grazie anticipatamente, mi rendo conto che il supporto di cui ho bisogno è psicologico oltre che ciclistico ma voi dei forum siete abituati a questo e ad altro! :dentone:
prima di tutto mi presento. Ho 36 anni e ho cominciato ad andare in bici tre anni fa ma ad oggi mi sento ancora più che novellino. Poco dopo l'acquisto della mia prima bici infatti un infortunio e la sua diagnosi errata (una frattura scambiata per un tumore ) mi hanno tenuto lontano da pedali e altri sport. Oltre a non migliorare in bici ho preso anche qualche chilo e perso forma atletica.
Non mi sono (troppo) abbattuto però e quest'anno dopo aver sconfitto paure e dolori mi sono regalato una signora bdc nuova e ho ripreso a muovermi.
Non ho mai avuto grandi pretese, esco in bici per divertirmi, mi piacciono le lunghe distanze (che per me sono tra gli 80 e i 120 Km) fatte con lunghe pause e qualche salitella ma senza esagerare. Tre anni fa uscivo con un gruppo di ciclisti più allenati di me e riuscivo a non farmi distaccare troppo, aiutandomi con l'esperienza da runner(correvo con regolarità in passato) Insomma stringevo i denti e pedalavo, soffrivo un pò ma mi divertivo tanto.
Adesso però preferisco uscire da solo, in attesa di ritornare in forze, anche per non rallentare troppo il gruppo. Alterno uscite in bdc con mtb e corsa, tempi dilatati e ritmi blandi.
La settimana scorsa, mal me ne incolse, decido di uscire insieme ad un gruppo -tra cui un collega di mia sorella coetaneo mio- per provare dei percorsi nuovi e scambiare due chiacchiere pedalando. Un'uscita di 70 km in cui io ovviamente sono partito a ruota del gruppo e mi sono ritrovato solo dopo poco, ma era prevedibile. Si trattava di gente allenata, con diverse migliaia di km sui pedali.
Il motivo per cui chiedo supporto qui nel forum comincia ora.
Tale collega di mia sorella, dall'uscita fatta, ha preso a sbeffeggiarmi in ufficio con altri colleghi vantandosi del suo stato di forma e sostenendo che la mia bici(quella comprata dopo aver scoperto di non aver più bisogno di chemioterapie) era troppo per le mie gambe.
Da quando mia sorella mi ha raccontato quel che vi ho detto due scimmie convivono nella testa: la scimmia matura e intelligente che mi dice di lasciar perdere e di continuare ad andar (lento) in bici fottendomene di tutto; e la scimmia ludica e competitiva che mi invita ad allenarmi sempre più e sempre meglio col fine di fargli mangiare la polvere a quel miserabile ( :dentone: ) lì.
Questa seconda opzione vorrebbe dire cambiare il mio "allenamento", non più uscire per guardare il panorama e poco più ma dargliene e dargliene.
Il consiglio che vi chiedo è: quale scimmia ascoltare? Nel caso mi diceste di ascoltare la seconda mi piacerebbe avere qualche informazione in più sulle metodologie di allenamento da seguire.
Grazie anticipatamente, mi rendo conto che il supporto di cui ho bisogno è psicologico oltre che ciclistico ma voi dei forum siete abituati a questo e ad altro! :dentone: