principiante e SFR

rotor

Novellino
11 Maggio 2016
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de rosa
aiutami a capire bene i numeri e la modalita

sepica quanto sto per scrivere è la differenza tra un'ipotesi di allenamento "scientifico e calibrato" e un allenamento "grossolano standard" da palestra.
Il tempo sotto tensione esprime di fatto l'andamento temporale della ripetizione nell'arco di movimento.
I numeri vanno interpretati come:
ciclista A
3: secondi di durata della fase eccentrica del movimento, in questo caso la discesa
2: secondi di durata della sosta nel punto più basso del movimento di squat
1: secondi di durata della fase concentrica, la risalita
2: secondi di durata della sosta nel punto di partenza
ciclista B:
1: durata in secondi fase eccentrica
0:nessuna sosta in basso
1:durata in secondi nella fase concentrica
0: nessuna sosta in alto

Nel caso del ciclista A la durata di ogni singola reps sarà di 8", una serie quindi 40", con enfasi su questi aspetti importanti:
l'azione frenante nella fase eccentrica, la sosta isometrica in basso, una risalita esplosiva e un sosta ristoratrice in alto. Direi quindi una espansione del volume in termini di forza. Quanto però è importante è: la forza di rallentamento in discesa deve essere interpretata come "azione preparatoria alle due fasi importanti seguenti", l'isometria breve, infine l'esplosione di contrazione e di energia per raggiungere il punto più alto del movimento. Ecco direi che tutto si gioca nella risalita potente, stressata da almeno due situazioni di preparazione contrarie al suo essere. Questo lavoro esprime potenza di grande picco utile alle riprese veloci, all'uscita improvvisa dal gruppo, allo sprint, alla salita breve e rapida.
Nel secondo caso il ciclista B non attiva alcuni dei principi di cui sopra, l'azione come leggi dai tempi è continua senza sosta, un metronomo scandisce il tempo, addirittura si parla di timing esecutivo ininterrotto e costante, eccentrico e concentrico si esprimono in parti uguali, quasi ad eguagliare il ritmo delle pedalate. La finalità è sollecitare il passo costante, il ritmo costante. In questi casi le cinque serie sono interrotte da pause incomplete, la ricerca è mantenere il ritmo costante nonostante l'accumulo di metaboliti. Pensiamo dunque al ritmo su pianura, un ritmo crescente, impegnativo che conduce gradualmente all'accumulo di lattato.
 

rotor

Novellino
11 Maggio 2016
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de rosa
A proposito di livello di forza "giusto" mi chiedevo questo (in generale):
se dai dati del misuratore si vede che la forza esercitata sul pedale è tra i x e y kg, con solo sporadici picchi oltre questo, ha senso lavorare su ripetute con peso superiore (o troppo superiore) oppure, per chi è abituato a fare lavori in palestra, potrebbe essere questo dato un buon feedback di partenza per stabilire il carico e lavorare su quel range, anzi addirittura più spostati verso la parte inferiore del range?

i feedback per la palestra dovrebbero essere obbiettivi, quindi l'atleta dovrà essere provato sul "campo": verifica dell'apprendimento tecnico degli esercizi, utilizzo della corretta respirazione, verifica della mobilità tibio-tarsica, verifica della mobilità delle anche ecc ecc.
Quindi se si dispongono dei dati di forza e potenza registrati in allenamento ben vengano, saranno valori utili per marcare i progressi.
Ma in palestra quei dati potrebbero non essere valorizzati, infatti conviene comunque aumentare le "possibilità di forza relativa" a carico degli arti inferiori, e spesso questa deve essere collegata con altre qualità fisiche: ritmo esecutivo lento/alto/al bruciore localizzato ecc ecc.Non conviene lavorare con numeri elevati di ripetizioni e con bassi carichi, infatti la mole elevata di lavoro potrebbe incidere sui recuperi nel lungo termine. E' più interessante utilizzare sforzi ripetuti condotti fino ad un reale affaticamento, in questo caso l carico che si poteva sollevare agilmente nelle prime ripetizioni (impegno simile alla conduzione della bicicletta in un impegno aerobico), diviene ora impegnativo, tanto da far incendiare i quadricipiti come se fossimo sul tratto finale dello scollino di una rampa a tutto fuoco. In questa circostanza se tu avessi un rilevatore di forza e potenza potresti renderti conto dell'impegno reale all'interno del muscolo....cosa molto importante è che questo assetto "fisiologico" diviene simile a quello di uno sforzo massimale, questa coordinazione muscolare finale è importantissima per la realizzazione della Forza Muscolare Utile. Purtroppo però, non credo vi siano molti preparatori o allenatori in grado di realizzare questi principi in palestra, essendo questo un approccio alla palestra differente dai soliti schemim.
 

sepica

Ammiraglia
10 Agosto 2004
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BMC slr01 TREK Madone
è possible sensazioni di benefici gia dalla prima seduta di palestra, in allenamento di forza?
Martedi scorso 4 esercizi di forza 6ripx3 (affondi step alto pressa leg extention)
giovedi uscitina leggera...oggi andavo benone o megli quella assenza di bruciore e di "fiatone" su salte che ben conosco e dove so bene dove c'è il massimo effort.


il mio programma è quello di continuare con la forza per una decina di seduta (circa due mesi) per poi passare a qualcosa di resistenza...??

sara poi utile fare dei maledetti richiami in ONSeason ogni 15 gg ?? o-oo-o

PS. [MENTION=91697]rotor[/MENTION] siamo tutti dei cazzaroni chi ne sa piu che ne sa meno chi crede di saperne molto di piu....pero dopo un primo momento di diffidenza mi piaci come affronti l'argomento ed esponi le cose, che studi hai fatto ?
 

rotor

Novellino
11 Maggio 2016
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de rosa
è possible sensazioni di benefici gia dalla prima seduta di palestra, in allenamento di forza?
Martedi scorso 4 esercizi di forza 6ripx3 (affondi step alto pressa leg extention)
giovedi uscitina leggera...oggi andavo benone o megli quella assenza di bruciore e di "fiatone" su salte che ben conosco e dove so bene dove c'è il massimo effort.


il mio programma è quello di continuare con la forza per una decina di seduta (circa due mesi) per poi passare a qualcosa di resistenza...??

sara poi utile fare dei maledetti richiami in ONSeason ogni 15 gg ?? o-oo-o

PS. [MENTION=91697]rotor[/MENTION] siamo tutti dei cazzaroni chi ne sa piu che ne sa meno chi crede di saperne molto di piu....pero dopo un primo momento di diffidenza mi piaci come affronti l'argomento ed esponi le cose, che studi hai fatto ?

si soprattutto dopo la prima seduta, poi c'è un appianamento, infine un calo, quindi una ripresa ad un livello più elevato di forza...sempre che le tue sedute siano "ciclizzate". Prima Forza e poi Resistenza è un classico, non si sbaglia. In merito ai richiami durante la stagione: si nel secondo periodo transitorio del tuo grande ciclo di allenamento.
P.S: nel giurassico:mrgreen: ho fatto l'Isef.....
 

Salvo@ing

Apprendista Cronoman
23 Luglio 2011
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Trek Emonda SL6
Ipotizziamo che voglia allenare la forza in salita, in modo specifico, ovvero a cadenza umana (non 30rpm) e su pendenze simili a quelle medie di gara 6-10% (cambia parecchio in questa forchetta, lo so!).
Sapendo che percorro in cara (tipo Nove Colli per intenderci) le salite ad un Pmed = 260W, da calcolo spingo poco meno di 20kg sui pedali (immagino 20Sx e 20Dx).

Un allenamento sensato potrebbe essere di effettuare ripetizioni o serie di ripetizioni tali che la AEPF sia doppia, ovvero 400 N (per semplicità facciamo 10N = 1kg).
Pertanto a 60rpm dovrei andare a 420/430W, 'na mazzata ma comunque in ambito di forza può starci, ad esempio con ripetute da 20-30-40" (come nelle alzate in palestra).

La domanda è: ma se pedalassi in monoposalico, 420W con doppia spinta posso ridurli al 50%, così da lavorare anche sui muscoli flessori?
 

gx2

via col vento
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Ipotizziamo che voglia allenare la forza in salita, in modo specifico, ovvero a cadenza umana (non 30rpm) e su pendenze simili a quelle medie di gara 6-10% (cambia parecchio in questa forchetta, lo so!).
Sapendo che percorro in cara (tipo Nove Colli per intenderci) le salite ad un Pmed = 260W, da calcolo spingo poco meno di 20kg sui pedali (immagino 20Sx e 20Dx).

Un allenamento sensato potrebbe essere di effettuare ripetizioni o serie di ripetizioni tali che la AEPF sia doppia, ovvero 400 N (per semplicità facciamo 10N = 1kg).
Pertanto a 60rpm dovrei andare a 420/430W, 'na mazzata ma comunque in ambito di forza può starci, ad esempio con ripetute da 20-30-40" (come nelle alzate in palestra).

La domanda è: ma se pedalassi in monoposalico, 420W con doppia spinta posso ridurli al 50%, così da lavorare anche sui muscoli flessori?

non capisco come un esercizio del genere ti possa portare benefici in uno sforzo totalmente aerobico e quindi con un reclutamento di fibre muscolari diverse ;nonzo%
 

Salvo@ing

Apprendista Cronoman
23 Luglio 2011
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Trek Emonda SL6
non capisco come un esercizio del genere ti possa portare benefici in uno sforzo totalmente aerobico e quindi con un reclutamento di fibre muscolari diverse ;nonzo%


Non esiste lo sforzo totalmente aerobico così come non esiste un reclutamento esclusivo di fibre tipo I o II, fatto salvi alcuni casi limite che non riguardano (almeno) la mia attività (è come dire che non farsi mai allenamenti di sprint o forza dinamica perché spingere 600-700W medi sui 20-30” non porta benefici nelle prestazioni di resistenza).
Ci sono altri aspetti, tantissimi, che coinvolgono la prestazione e che non passano per le capacità organico muscolari, che in qualche modo dovrai pur allenare per ottimizzare la prestazione (ma questo è altro discorso, dovremmo aprire un 3D sulla teoria dell’allenamento sportivo).

Comunque la domanda non era se l’allenamento che farò sarà o meno efficace, bensì se 400W doppio arto possano essere equivalenti a 200W mono arto.


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Snickers

Gregario
4 Marzo 2016
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è possible sensazioni di benefici gia dalla prima seduta di palestra, in allenamento di forza?
Martedi scorso 4 esercizi di forza 6ripx3 (affondi step alto pressa leg extention)
giovedi uscitina leggera...oggi andavo benone o megli quella assenza di bruciore e di "fiatone" su salte che ben conosco e dove so bene dove c'è il massimo effort.


il mio programma è quello di continuare con la forza per una decina di seduta (circa due mesi) per poi passare a qualcosa di resistenza...??

sara poi utile fare dei maledetti richiami in ONSeason ogni 15 gg ?? o-oo-o

PS. [MENTION=91697]rotor[/MENTION] siamo tutti dei cazzaroni chi ne sa piu che ne sa meno chi crede di saperne molto di piu....pero dopo un primo momento di diffidenza mi piaci come affronti l'argomento ed esponi le cose, che studi hai fatto ?

Leg extension se la sostituisci con un grattamento delle balle è più allenante :rosik:

Scherzi a parte, levala, non ti aiuterà con la prestazione e ti toglie energie. Quindi o risparmi, o spingi di più su pressa e affondi.

Ultimo capitolo, x gli affondi sul gradino alto fai bene attenzione a non usare il polpaccio della gamba distesa e soprattutto fai attenzione ad usare il gluteo per cominciare l'esercizio o-o
 

sepica

Ammiraglia
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BMC slr01 TREK Madone
Leg extension se la sostituisci con un grattamento delle balle è più allenante :rosik:

Scherzi a parte, levala, non ti aiuterà con la prestazione e ti toglie energie. Quindi o risparmi, o spingi di più su pressa e affondi.

Ultimo capitolo, x gli affondi sul gradino alto fai bene attenzione a non usare il polpaccio della gamba distesa e soprattutto fai attenzione ad usare il gluteo per cominciare l'esercizio o-o
leg exstension le avevo abbondate da parecchio...poi vedendo i filmati di Bonifazio Contador e un altro.... mi son detto alllora serve ?

per affondi su gradino, si bravo cerco in una parola , la "verticalità" del movimento (?)
 

fabrylama

Scalatore
22 Marzo 2012
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Ipotizziamo che voglia allenare la forza in salita, in modo specifico, ovvero a cadenza umana (non 30rpm) e su pendenze simili a quelle medie di gara 6-10% (cambia parecchio in questa forchetta, lo so!).
Sapendo che percorro in cara (tipo Nove Colli per intenderci) le salite ad un Pmed = 260W, da calcolo spingo poco meno di 20kg sui pedali (immagino 20Sx e 20Dx).
Un allenamento sensato potrebbe essere di effettuare ripetizioni o serie di ripetizioni tali che la AEPF sia doppia, ovvero 400 N (per semplicità facciamo 10N = 1kg).
Pertanto a 60rpm dovrei andare a 420/430W, 'na mazzata ma comunque in ambito di forza può starci, ad esempio con ripetute da 20-30-40" (come nelle alzate in palestra).
La novecolli la fai a 260w e 60rpm?
La domanda è: ma se pedalassi in monoposalico, 420W con doppia spinta posso ridurli al 50%, così da lavorare anche sui muscoli flessori?

se proprio ci tieni sì, il calcolo è giusto... solo che cambia totalmente l'inerzia e quindi gli schemi di attivazione e la forma della distribuzione della forza nell'arco di spinta.
 

Snickers

Gregario
4 Marzo 2016
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leg exstension le avevo abbondate da parecchio...poi vedendo i filmati di Bonifazio Contador e un altro.... mi son detto alllora serve ?

per affondi su gradino, si bravo cerco in una parola , la "verticalità" del movimento (?)

Divido in due la risposta:

1) Come già avevo accennato in un'altra discussione, lo strength training nel ciclismo è ancora in una fase embrionale, per cui se ne vedono di ogni, vedo anche l'altro estremo, dove c'è anche una tendenza a seguire la moda dell'inserire alzate olimpiche (mi ricordo di un corridore Cannondale, il cui nome mi sfugge, che aveva messo vari post su instagram durante la scorsa stagione in cui faceva le girate).
La leg extension non ha ricadute, né biomeccaniche del gesto in sé(anche nel ciclismo, i muscoli lavorano per estendere l'anca, movimento in cui la leg extension non c'entra una beneamata fava, di qui la sempre annosa questione del cercare di reclutare i glutei), né può apportare benefici specifici in fase posturale (in quanto tutto riguarda ancora una volta l'estensione dell'anca), né benefici di miglior capacità di attivazione muscolare (è decisamente più efficace la pressa, coinvolgendo i vari distretti muscolari e non andando ad isolare). L'unico beneficio che posso vedere è in caso si necessiti di ipertrofizzare specificatamente uno dei fasci del quadricipite, ma le casistiche in cui è necessario ciò non sono poi molte, quindi il default non dovrebbe essere "perché no la leg extension?" ma "perché devo farla?".

Riguardo il capitolo alzate olimpiche: sono un fan di questo tipo di allenamento, perché allenano un sacco di qualità, il punto è: "ha senso implementarle in un programma di un atleta che a 28 anni avrà per sbaglio giochicchiato col bilanciere 4 volte in vita sua?" La risposta è no, per imparare a farle decentemente con carichi decenti ci vogliono almeno 3-4 anni, molto meglio lavorare con esercizi che possono richiamare le alzate (stacchi da terra, squat frontali, tirate), che hanno una curva di apprendimento ben minore e benefici assolutamente simili (infatti mi faceva tenerezza vedere quel ciclista postare tutto fiero girate a ben "attenzione attenzione" 50Kg! :-x )

In linea di massima dovresti semmai prendere spunto dagli allenamenti di forza che fanno i 400 e 800isti (che poi alla fine sono gli stessi che fanno 100 e 200isti, semplicemente cambia il tempo che gli dedicano e i carichi, visti i fisici solitamente più esili), con il disclaimer gigante che ho fatto sopra riguardo le alzate olimpiche (molti atleti statunitensi cominciano a lavorare con girate, strappi etc anche da 14-15 anni di età, durante il liceo, quindi a 22-23 anni sono alla grande in grado di padroneggiare certi movimenti).

2) Riguardo la verticalità ti rispondo: No.
Argomento meglio la cosa cmq, se tu cerchi la verticalità puoi anche andare a compensare con i lombari per tenere la traiettoria, è ciò non è di certo l'ideale.

Se invece vai a cercare il lavoro del gluteo la verticalità viene da se.

A tal proposito, comincia con gradini relativamente bassi, perché non è facile fare il movimento corretto quando si parte subito da step belli alti.
 

Salvo@ing

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23 Luglio 2011
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La novecolli la fai a 260w e 60rpm?





se proprio ci tieni sì, il calcolo è giusto... solo che cambia totalmente l'inerzia e quindi gli schemi di attivazione e la forma della distribuzione della forza nell'arco di spinta.



Sì, ovviamente la gestualità tecnica è abbastanza differente però probabilmente andrei a lavorare ancora più in forma specifica almeno per quella che è la mia tecnica di pedalata.
Mi spiego meglio, io quando pedalo in salita ho una spinta che parte addirittura da 320° ovvero molto prima del punto morto superiore, significa che tiro parecchio!
Difatti spesso ho crampi in gara ai muscoli flessori che nel ciclismo si attivano davvero poco, ma evidentemente da me abbastanza da crearmi difficoltà al limite del ritiro.

Con la monopolalica lavorerei su tutto l’arco di spinta, aspetto spesso trascurato dai più che (ad esempio con le Sfr) lavorano solo sulla spinta attiva.

Diciamo che a dicembre posso un po’ giochicchiare.
D’altronde farò 3 sedute di forza a settimana per cui qualcosa dovrò pure inventarmela, altrimenti capirai che noia!


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fabrylama

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Sì, ovviamente la gestualità tecnica è abbastanza differente però probabilmente andrei a lavorare ancora più in forma specifica almeno per quella che è la mia tecnica di pedalata.
Mi spiego meglio, io quando pedalo in salita ho una spinta che parte addirittura da 320° ovvero molto prima del punto morto superiore, significa che tiro parecchio!
Beh smettila assolutamente.
Con la monopolalica lavorerei su tutto l’arco di spinta, aspetto spesso trascurato dai più che (ad esempio con le Sfr) lavorano solo sulla spinta attiva.
E' un palliativo, invece di correggere il problema (un'incorretta tecnica di pedalata), lo nascondi allenando dei muscoli che non dovrebbero lavorare.
 

Salvo@ing

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Beh smettila assolutamente.



E' un palliativo, invece di correggere il problema (un'incorretta tecnica di pedalata), lo nascondi allenando dei muscoli che non dovrebbero lavorare.

In che senso smettila?

Perché è una tecnica incorretta? Mi risulta che i ciclisti più forti (non io ovviamente) utilizzano parecchio la spinta passiva, e ciò si vede chiaramente nei test di pedalata effettuato con bici Srm.




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fabrylama

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In che senso smettila?

Perché è una tecnica incorretta? Mi risulta che i ciclisti più forti (non io ovviamente) utilizzano parecchio la spinta passiva, e ciò si vede chiaramente nei test di pedalata effettuato con bici Srm.

pedal-image-1.jpg

“It appears that ‘elite-national class’ cyclists have the ability to generate higher ‘down-stroke power.’ Compared with group 2 (amateur group), group 1(elite group) also produced higher peak torques and vertical forces during the down-stroke even when cycling at the same absolute work rate as group 2.”- Physiological and bio-mechanical factors associated with elite endurance cycling performance. Coyle EF et. al. 1991

Dal grafico (40km TT) si vede che i corridori elite hanno una leggera coppia negativa o appena positiva, comunque intorno allo zero durante la fase di risalita, che significa (per come sono acquisiti i dati) che il corridore non sta "tirando su", ma solo accompagnando la pedalata in salita e oltre il punto morto.
Cioè la gamba sostiene solo il suo peso, non genera spinta in risalita.
Mentre i corridori amatori tirano.

Poi:
When the participants were instructed to pull on the pedal during the upstroke, mechanical effectiveness was greater (index of force effectiveness=62.4+/-9.8%) and gross efficiency was lower (gross efficiency=19.0+/-0.7%).”
da https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17545890

Quindi tirare fa aumentare l'efficienza meccanica, ma diminuire l'efficienza metabolica. Il che significa che "giocare" alla pedalata perfetta con le metriche dei power meter a pedale è controproducente.
 

Salvo@ing

Apprendista Cronoman
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Dal grafico (40km TT) si vede che i corridori elite hanno una leggera coppia negativa o appena positiva, comunque intorno allo zero durante la fase di risalita, che significa (per come sono acquisiti i dati) che il corridore non sta "tirando su", ma solo accompagnando la pedalata in salita e oltre il punto morto.
Cioè la gamba sostiene solo il suo peso, non genera spinta in risalita.
Mentre i corridori amatori tirano.

Poi:

da https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17545890

Quindi tirare fa aumentare l'efficienza meccanica, ma diminuire l'efficienza metabolica. Il che significa che "giocare" alla pedalata perfetta con le metriche dei power meter a pedale è controproducente.



Avevo a supporto altri dati ma di atleti non di élite. Alla luce di ciò non posso che cambiare opinione!
Tuttavia ci sarebbe da capire come educare il cervello a questa pedalata più efficace...[emoji848]


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fabrylama

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Avevo a supporto altri dati ma di atleti non di élite. Alla luce di ciò non posso che cambiare opinione!
Tuttavia ci sarebbe da capire come educare il cervello a questa pedalata più efficace...[emoji848]


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Boh, di solito la fatica è educare (sbagliando) i ciclisti a spingere e tirare, mentre a non dirgli niente tendono a spingere giusto.
Di sicuro un problema è avere la cadenza troppo bassa, che porta automaticamente ad avere un'arco di spinta più largo e una fase di richiamo più attiva. Ma sul come rieducare a non tirare.. non ne ho idea.
Alla fine la questione è molto semplice. Spingi forte e dopo accompagna la pedalata oltre il punto morto inferiore.

ps. tieni conto che una grossa parte del rumore di informazioni sbagliate che circolano sulla questione "tecnica di pedalata" vengono dalle "vecchie zie" del ciclismo e da gente pagata per vendere attrezzi che permettono di "migliorare" (leggi peggiorare) la pedalata. Sia con pedivelle che ti costringono a tirare, sia con strumenti che ti permettono di visualizzare gli archi di spinta.
La differenza è che loro non citano nessuno studio scientifico a supporto.
 
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Salvo@ing

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Boh, di solito la fatica è educare (sbagliando) i ciclisti a spingere e tirare, mentre a non dirgli niente tendono a spingere giusto.
Di sicuro un problema è avere la cadenza troppo bassa, che porta automaticamente ad avere un'arco di spinta più largo e una fase di richiamo più attiva. Ma sul come rieducare a non tirare.. non ne ho idea.
Alla fine la questione è molto semplice. Spingi forte e dopo accompagna la pedalata oltre il punto morto inferiore.

ps. tieni conto che una grossa parte del rumore di informazioni sbagliate che circolano sulla questione "tecnica di pedalata" vengono dalle "vecchie zie" del ciclismo e da gente pagata per vendere attrezzi che permettono di "migliorare" (leggi peggiorare) la pedalata. Sia con pedivelle che ti costringono a tirare, sia con strumenti che ti permettono di visualizzare gli archi di spinta.
La differenza è che loro non citano nessuno studio scientifico a supporto.

Ti assicuro che le mie cadenze sono “froomiane”, a ritmo gara, in salite entro l’8-9% viaggio intorno alle 85-90rpm. A queste cadenze l’arco di norma parte a 340º. A cadenze più basse chiaramente va peggio (che per me fino a ieri era meglio)


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gx2

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29 Ottobre 2008
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Dal grafico (40km TT) si vede che i corridori elite hanno una leggera coppia negativa o appena positiva, comunque intorno allo zero durante la fase di risalita, che significa (per come sono acquisiti i dati) che il corridore non sta "tirando su", ma solo accompagnando la pedalata in salita e oltre il punto morto.
Cioè la gamba sostiene solo il suo peso, non genera spinta in risalita.
Mentre i corridori amatori tirano.

ci sarebbero tante considerazioni da fare però, a cominciare da come è stato condotto il test, l'intensità dello sforzo... ;nonzo%
tu stesso in altri 3d hai posto enfasi alla differenza di pedalata tra pianura e salita ad esempio.

Avevo a supporto altri dati ma di atleti non di élite. Alla luce di ciò non posso che cambiare opinione!
Tuttavia ci sarebbe da capire come educare il cervello a questa pedalata più efficace...[emoji848]


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da ignorante capra (:mrgreen:) propendo più per un'errato posizionamento che per..."maleducazione"
 

fabrylama

Scalatore
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una
ci sarebbero tante considerazioni da fare però, a cominciare da come è stato condotto il test, l'intensità dello sforzo... ;nonzo%
tu stesso in altri 3d hai posto enfasi alla differenza di pedalata tra pianura e salita ad esempio.
Considera che questo studio è del 91 e negli anni successivi ne hanno fatti molti con tutti i parametri che vuoi. Ci sono studi che guardano a come varia la pedalata in base all'inerzia (pianura/salita), in base alla cadenza, potenza relativa (%vo2max), potenza assoluta, rapporto peso potenza.
Alla fine la correlazione "maggiore potenza di picco e zero coppia in fase passiva -> maggiore efficienza metabolica" è conservata sempre tranne che per i velocisti (che hanno uno scopo diverso)

I risultati sono tutti molto interessanti e si possono riassumere dicendo che la pedalata più agile è quella con il rendimento metabolico migliore a lungo termine, ma solo se è autoscelta e non forzata (e quindi va allenata in allenamento e non forzata in gara).

Se la gara è breve, automaticamente andremo ad una cadenza più bassa, se è lunga, più alta. In ogni caso la cadenza in gara tende ad essere più alta che in un allenamento fatto libero sulla stessa distanza/salita/percorso e questo va bene perchè entrambe le situazioni sono quelle con il rendimento migliore, quindi non c'è da sforzarsi.

Gli articoli sono anche interessanti perchè spiegano come mai l'arco di spinta si riduca all'aumentare dell'inerzia, e quindi aumenti la cadenza (e conseguentemente della potenza a parità di pendenza, o al diminuire della pendenza a parità di potenza).
E spiegano anche come mai è più efficiente (metabolicamente) usare pochi muscoli grossi rispetto a usare "tutti" i muscoli della gamba (e quindi tirare in fase passiva di spinta).

da ignorante capra (:mrgreen:) propendo più per un'errato posizionamento che per..."maleducazione"
Se l'arco inizia presto ma finisce anche presto sì, tenderei ad essere d'accordo.