Btwin 5 Original

cacciatorino

Scalatore
12 Agosto 2012
6.374
199
Porto Recanati, ma con l'appennino nel cuore
www.stimarchetti.it
Bici
BTwin Triban 5
La scorsa settimana, in vacanza in trentino, ho avuto modo di provare finalmente un mezzo che tengo d'occhio da molto tempo: la BTwin 5 Original, in prestito da un'amica. Ne riporto qui' alcune valutazioni d'uso, sperando di fare cosa gradita a chi pensasse di sostituire la sua Pinarello Dogma in favore di qualcosa di piu' performante.

Il percorso scelto e' la Kaiserjagerstrasse, vecchia strada militare costruita dagli austro-ungarici nel 1915 per rifornire il forte Vezzena e le prime linee a confronto con il regio esercito. La salita parte da Caldonazzo a circa 450 mt di quota, e dopo circa 9 km all'8-9% raggiunge i 1200 mt del monte Menador. Molto belli gli scorci e la sequenza di tornanti, notevoli le due brevi gallerie, impagabili i panorami sulla valsugana.

La BTwin 5 Original punta molto sulla comodita' d'uso, con una posizione di guida seduta piuttosto che sdraiata a terra come siamo abituati sulle bdc piu' estreme. Forse non e' adattissima ad una gara in circuito, ma di sicuro non stanchera' sulle lunghe percorrenze. Il telaio e' in acciaio, e come ben sanno i cultori di questo mai superato materiale garantisce una buona rigidezza con un confort ineguagliabile, aiutato in questo dalla sella generosamente imbottita e dalla forcella anteriore molleggiata. Notevole il gruppo SRAM 3x7 velocita' con comandi a manopola girevole, che permettono la cambiata senza movimenti strani dei polsi e senza abbandonare il manubrio, e il superamento di forti pendenze grazie alla tripla.
Completano la dotazione standard due parafanghi avvolgenti, le coperture da 26x1.75, eccezionalmente resistenti alle forature e due freni V-Brake Tektro, forse il punto debole dell'insieme.
Unica mancanza e' che risulta impossibile montare un portaborracia, rimediabile mettendo una bottiglietta nello zaino.

su strada la bici mantiene cio' che promette: l'avvicinamento alla salita sulla strada di fondovalle avviene con rapidita' se si ha cura di inserie il "padellone" da 42 denti ed il 14 posteriore. Alle prime salite invece basta scendere sul "rampichino" per affrontare con disinvoltura anche rampe al 10-12%. La bici sale lungo i tornanti lenta ma inesorabile, ad un passo simile a quello di molte MTB o BDC incontrate lungo la salita, sicuramente per merito della posizione di guida seduta che permette di respirare a pieni polmoni. Disagevole invece alzarsi sui pedali a causa del manubrio un po' stretto. Molto reattivo comunque il telaio, si sente chiaramente la bici che "scappa" dai pedali ad ogni minimo rilancio.
L'arrivo in vetta, pure se rallentato da molte soste fotografiche e' insospettabilmente rapido. Dopo le foto di rito, tornando a Caldonazzo per lo stesso percorso, si puo' apprezzare l'attitudine da discesista di questo mezzo: pedalare e' inutile a causa dei rapporti un filo corti, conviene affidarsi alla massa corporea (e lo scrivente non ne difetta coi sui 85 kg). La bici acquista velocita' molto rapidamente e qusto forse mette in evidenza il primo limite, che e' la precisione un po' scarsa dovuta forse alla forcella molleggiata. Dopo poco invece conviene fare qualche sosta per permettere un giusto raffreddamento ai v-brake, messi a dura prova dalle staccate in prossimita' dei tornanti.

In sintesi quindi: una bici sicuramente all'altezza delle normali GF o delle piu' semplici randonne, forse non molto adatta invece per chi cerca l'adrenalina delle gare in circuito o del velodromo. :-x :mrgreen::mrgreen:
 

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